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Piano Concerto - Forum pianoforte

Coerenza in un brano musicale: quando? Perchè? Ha senso parlarne?


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Il topic di origine

http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/3092-end/

 

 

 

Il topic nasce da un interessante confronto con Micrologos in relazione alla coerenza in un brano di musica, se ho capito bene per lui non ha senso in quanto è una "convenzione"...io non ho una partitura, dai tempi che furono, dove la partitura non ha una sua coerenza.

 

E non mi riferisco a partiture anacroistiche, ad esempio quando Bach scriveva era il primo che lo faceva in quel modo, per cui non è una questione di aspettativa che qualcuno può più o meno avere ascoltando quel determianto brano inedito. Ovviamente nel mio discorso includo i grandi maestri di oggi e non di certo solo quelli del passato.

 

Che ne dite?

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Io non c'ero quando per la prima volta Bach è stato eseguito ma di certo non era una novità il contrappunto armonico.

Comunque il Topic non nasce dal fatto che la coerenza possa essere o non essere una convenzione sociale ( e per me lo è),

ma in quanto per come la penso io riguardo l'arte se un compositore crea un brano musicale , e per lui il tutto risulta equilibrato ed in linea con la sua poetica e qualsiasi altra cosa voglia trasmettere,e sopratutto l'intento era quello, mi troverei veramente a disagio a etichettarlo come non coerente.

Da qui nasce il  problema .

Forse mi aspettavo altro ?  ( in questo caso il problema è mio non del compositore )

Probabilmente voleva sperimentare, opppure a ritenuto tutto ciò una idea originale

 

Insomma senza che mi dilungo in esempi, nessuno mette in dubbio la musica dei maestri del passato, ma io non mi sento di

crocifiggere  una persona perchè ha un'altra sensibilità rispetto a ciò che mi sarei aspettato io :-)

 

L'arte è libera, e spero che continui ad esserlo per lungo tempo

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In linea di principio condivido l'ideale di Micrologus, resta il fatto che la musica si basa su sistemi che normalmente hanno una loro coerenza. Che sia Bach, Messiaen o Bedrossian...ma anche le sperimentazioni dell'avanguardia post secondo conflitto mondiale, la coerenza è intrinseca e ben descritta proprio dai testi teorici dei compositori a descrizione delle proprie tecniche/estetica. Il nuovo può essere interessante, appunto, quando? Secondo me non è questione di aderire ad estetiche/sintassi consolidate, è anche il fatto che il brano è in grado di trasmettere un messaggio chiaro...se così non fosse, sarebbe un brano scritto per l'unico che il compositore può vedere allo specchio, se stesso ... e allora che stia nella sua torre d'avorio :)

 

In effetti dici

>Da qui nasce il  problema .

>Forse mi aspettavo altro ?  ( in questo caso il problema è mio non del compositore )

In realtà mi aspetto un "messaggio", una comunicazione a 2 (Io ascoltatore e Lui il compositore), se una comunicazione non funziona forse non è solo uno ad avere problemi...questo anche nella vita e in tutte le relazioni sociali :)

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Dimenticavo

 

>nessuno mette in dubbio la musica dei maestri del passato

 

Onestamente se vai nella sezione dedicato al XXI secolo puoi ascoltare musica dei maestri di oggi...non è che per essere maestro bisogna prima morire :)

 

Mi sembra che ogni brano si riferisca ad un sistema con le sue geometrie...ma nessuno "zompetta" qui e la ...

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Scusate tanto esco fuori da questa discussione, la lascio continuare a voi, queste cose non fanno per me, sono perdite di tempo e non portano a niente, io la penso in maniera differente.

Sarei molto curiioso di come riuscireste a rendere coerente una composizione che secondo voi non è coerente.

Io immagino che se prendiamo 10 persone ognuna di esse avrebbe una soluzione personale, quindi coerente solamente con la sua idea di coerenza ;)

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Secondo me se il compositore riesce ad imporre una nuova modalità d'ascolto ha fatto centro e i suoi criteri possono essere etichettati come coerenti e non solo autoreferenziali e basta (penso questo intenda Valchiria)...altrimenti il compositore ha fallito e i suoi bani restano esperimenti destinati a restare nei libri...se fortunato ...

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Sarei molto curiioso di come riuscireste a rendere coerente una composizione che secondo voi non è coerente.

Io immagino che se prendiamo 10 persone ognuna di esse avrebbe una soluzione personale, quindi coerente solamente con la sua idea di coerenza ;)

... non saprei rispondere a questa domanda, io so che la storia ha un flusso che mediamente spazza via i mestieranti...poi questo flusso devia davanti a scogli troppo grandi anche per lei...Monteverdi, Bach, Beethoven, Wagner, Stravinskj, etc. ...

 

Questi maestri hanno imposto nuove modalità d'ascolto, la loro estica e il loro sistema ... e i mestieranti si adeguano di conseguenza.

 

Se poi vogliamo etichettare queste logiche come aderenza a una coerenza, che ne so, o altro ... facciamo pure, ma il succo per me è questo.

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Non capisco che cosa significhi che sono perdite di tempo, se non la si pensa allo stesso modo una discussione non è forse utile?

Nell'ambito del discorso del brano di Yannick, secondo me Croma l'ha inserito in un contesto dove, vuoi per una questione di gusto, vuoi per una questione di riconoscimento di un certo tipo di struttura-forma, ha ritenuto opportuno segnalare delle sensibili e delle quinte. Detto questo, a Croma piace il rock (come ben sappiamo  ;)  ) e i power chords non sono forse successioni di quinte dirette? dubito che anche quelle non gli piacciono.... si vede che invece in questo altro ambito (il brano proposto) non le trova adatte.

Dire poi che basta che il compositore trovi coerente ciò che ha fatto, rende vana ogni possibilità di critica (anche e soprattutto costruttiva) di alcunchè

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io la penso in maniera differente.

 

Per fortuna, sai che pizza se la pensassimo tutti allo stesso modo...ma un' artista non può pensare di comunicare solo con se stesso, per cui deve fare i conti con il pubblico....anche qui, a tutti è capitato e capiterà. Anzi, oggi come oggi, bisogna fare pure i conti con gli interpreti, che decidono cosa eseguire...riferendomi a brani inediti.

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Comunque trovo nel topic spunti interessanti, penso che ognuno debba essere libero di avere il proprio credo, le ragioni poi le da sempre il tempo...noi possiamo avere visibilità solo su una parte di ragioni, dove la storia si è già "pronunciata", sulle recentissime tendenze solo fra un po' si potrà veramente parlare con cognizione di causa.

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Questa discussione la trovo inutile perchè ci stiamo fissando con una parola, e per ognuno ha un significato diverso...

Allora prima definiscimi la Coerenza.

Che cosa è ?

Quali sono i parametri della coerenza ?

Chi li ha decisi ?

Non cambia forse con l'evoluzione e la cultura di un popolo ?

Accetti il fatto che se per me un brano è coerente, per te può non esserlo ?

Devo per forza soddisfare un presunto ascoltatore, ? 

Magari scrivo perchè ho scelto la musica come mezzo di espressione, e per me creare musica è una esigenza di esprimermi, che non mi preoccupo se qualcuno lo capirà.

magari è solo questione di tempo perchè una persona possa entrare nella mio modo di esprimermi.

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@Micrologus

> Magari scrivo perchè ho scelto la musica come mezzo di espressione, e per me creare musica è

> una esigenza di esprimermi, che non mi preoccupo se qualcuno lo capirà.

> magari è solo questione di tempo perchè una persona possa entrare nella mio modo di esprimermi.

 

Ci siamo sovrapposti, in effetti dicevo appunto che il tempo darà tutte le sue ragioni...ci sono brani ancora "irrisolti" e di grande avanguardia. Uno dei brani che ancora oggi è da capire appieno è la grande fuga di Beethoven, ai voglia ad aspettare...prima o poi o si capirà o verrà dimenticata...

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Sicuramente, comunque il punto fondamentale rimane che se io non comprendo una cosa  non la etichetto con dei parametri

che dipendono solamente dai miei condizionamenti.

Mi faccio delle domande.

Cosa mai avrà portato una persona a scrivere in questo modo ?

Quali esperienze ha vissuto o stà vivendo ?

 

Mi sembra un approccio più intelligente, se non comprendo una cosa non giudico gli altri, ma mi scatta la curiosità, e in ogni caso non cerco di portarla sui miei binari, non lo faccio diventare una copia di me stesso.

Hai scritto un brano musicale , nei sei consapevole pienamente, chi mai sono io per venirti a dire di esere stato incoerente ?

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Più rileggo gli itnerventi e più mi sembra che diciamo tutti la stessa cosa, anche Micrologus che vuole ostentare un approccio più filosofico che pragmatico. Il succo è che Yanick palesemente non mi sembra un genio, la sua musica non contiene un messaggio che dovrà essere capito fra 100 o 200 anni, per cui visto che sostanzialmente si rifà a generi musicali arcinoti, non ci vedo nessun problema etico ( o di chiusura mentale varie ) dargli qualche suggerimento. Che automaticamente non vuol dire che il suggerimento sia: "scrivi come me", ma sugegrimenti orientati a fargli conquistare quella credibilità che probabilmente, visto la sua ricerca di conferme, sta inseguendo ...

 

Il come può essere che sia diverso per ognuno di noi, ma se lui per primo non si sente credibile si deve per forza di cose appoggiare ad un bottegaio pià preparato e di sua fiducia, in cui crede, per imparare il mestiere... la credibilità si può ottenere in tanti modi, di sicuro ci sono strade che funzionano...tanto più che la sua ricerca non è di sperimentazione sfrenata ...

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Sicuramente, comunque il punto fondamentale rimane che se io non comprendo una cosa  non la etichetto con dei parametri

che dipendono solamente dai miei condizionamenti.

Mi faccio delle domande.

Cosa mai avrà portato una persona a scrivere in questo modo ?

Quali esperienze ha vissuto o stà vivendo ?

 

Mi sembra un approccio più intelligente, se non comprendo una cosa non giudico gli altri, ma mi scatta la curiosità, e in ogni caso non cerco di portarla sui miei binari, non lo faccio diventare una copia di me stesso.

Hai scritto un brano musicale , nei sei consapevole pienamente, chi mai sono io per venirti a dire di esere stato incoerente ?

 

Rispondo partendo dallo "spunto" che mi ha dato, o meglio fornito qualcuno qualche anno fa, su cui ho certamente riflettuto, tanto che quest'ultimo "evento" ( si parla del 2005/6 se ricordo bene) assieme ad altri che ho vissuto, hanno portato ad assumere una percezione di me stesso come di una persona ignorante e a cercare di risolvere almeno in parte questa lacuna, che rende, per me, una persona debole e gli giova certamente.

Il fatto è che per quanto (anche se in modo abbastanza aggressivo, perchè quando si hanno delle difficoltà e non si riesce ad esprimerle non è detto che si riesca ad essere diplomatici come altri, che forse ogni tanto mettendosi, e sforzandosi un pò, nei panni degli altri, sempre se in questo caso, loro, ne siano capaci, perchè non è automatico mettersi nei panni di qualcuno che non sta bene) avessi cercato di spiegare le mie di ragioni, che provenivano e tutt'ora provengono da un vissuto non proprio piacevole, mi è stato detto che appunto la musica che facevo non era coerente, non aveva punti di riferimento strutturali, che non aveva senso, ripeto, riconosco che poteva esserci una certa confusione (che stranamente però altre persone non hanno percepito), ma avendo provato a spiegare la risposta finale fu comunque che non avevano senso.

Per questo dico che certo, anche per me la coerenza sta nel fatto che un brano debba e deve rispecchiare le intenzioni del compositore, e ho sempre ribadito che non si può prescindere dalle sue esperienze o meno extra musicali, 

dai suoi vissuti, perchè sempre di una persona si tratta e non si può scindere, altrimenti ci sarebbe perfezione in ogni cosa; però è altrettanto vero (per me) che la coerenza di un brano è percepibile anche a chi abbia un minimo di sensibilità musicale, a prescindere dal genere che conosce o meno, che poi le influenze in base a ciò che si conosce, si è ascoltato, da cui si proviene ci siano, è indubbio.

Le aspettative, anche, sono parte integrante di chi ascolta, sappiamo scindere totalmente queste ultime (legate anche e soprattutto al proprio modo di concepire la musica e la scrittura) da un ascolto "distaccato"? Io più di tanto no.

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