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Piano Concerto - Forum pianoforte

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  2. Ciao Scala, anche io sto bazzicando molto poco il forum che sono sempre super impegnato con il lavoro. Mi fa piacere risentirti!
  3. Ciao Enrico, bazzico poco sul forum da un po' di tempo a causa dell'intensificarsi del lavoro. Valutare con una registrazione è sempre difficile. Diciamo poi che gli zoom sono microfoni general purpose però mi sembra che il tuo Schimmel abbia un bel suono. In merito all'esecuzione dai che sei sempre stato bravo. Io tendo ad ascoltare diverse esecuzioni per poi dimenticarle perché voglio sempre trovare una mia versione "convinta" del brano.
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  5. Buongiorno a tutti! Dopo diverse settimane di accordatura e messa a punto del pianoforte verticale in oggetto, pubblico una breve ed approssimativa registrazione condotta con lo strumento, ed un microfono Zoom H6. Lo strumento per come la penso non è ancora al 100% delle sue possibilità. Ha tuttavia un suono davvero interessante ed una risposta del tasto notevole per un verticale. Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente Pianoexpert e tutto il forum per il supporto egregio. Chiedo venia per aver storpiato Debussy con la mia esecuzione. Sarò lieto di ricevere vostri suggerimenti sia su questo brano che sto studiando basandomi molto sulle esecuzioni di Michelangeli e Gieseking, sia sul setup di registrazione, sia sulle questioni tecniche del pianoforte per quanto si possa ascoltare. Grazie a tutti per l'attenzione. https://youtu.be/gZwSVtjDvug?feature=shared
  6. DIplomato nel 1982 ??? Ma allora ci siamo visti di sicuro, anche io stesso anno, quello dei mondiali !
  7. Altra cosa: prova a mettere una goccia di svitol in corrispondenza del perno del capotasto dei bassi e anche qualcosa, pochissimo, sull'avvolgimento della corda alla caviglia. Assicurati che anche sui ponticelli le corde scorrano. altrimenti un poco di lubrificante anche lì. Che nulla coli. Eventualmente asciuga. Se hai spray al teflon secco, ancora meglio. Lo trovi anche a "le Roy Merlyn"
  8. anch'io mi sono diplomato all'Aquila nel lontano 1982. Le corde nuove è opportuno portarle UNA SOLA VOLTA su di mezzo tono e assestarle vicino ai perni del telaio e del ponticello. Quando incontri questi casi devi rifiutare. Poi se il proprietario insiste, deve essere consapevole dei grandi rischi che corre. Lucca è una città che mi piace molto, ci sono stato molte volte. La trovo bellissima. Fammi sapere se riesci ad uscire dall'incubo. Sicuramente ci riuscirai. Ma cerca di spiegare tutto quello che abbiamo detto al proprietario e fagli capire che il tecnico non può fare miracoli.
  9. Grazie Paolo. Come te, sono romano ho studiato all'inizio a S.Cecilia ma poi mi sono diplomato all'Aquila. Ti seguo dal 2012 Accordo e faccio regolazioni da piu' di 10 anni, dopo aver frequentato alcuni corsi in Francia, in Germania e poi tante lezioni private con un tecnico accordatore di Asti che mi ha insegnato tante cose, che poi puntualmente ho ritrovato in tutti i tuoi video, sempre interessantissimi e chiarissimi. Quello che ho scritto non mi era mai capitato e veramente mi ha spiazzato, per cui ho voluto condividerlo sul forum !! Seguirò il tuo consiglio anche se come scrivi, evidentemente per esperienza vissuta, il problema e' il cliente che nel mio caso non ha capito, e che attribuisce a me la responsabilità dell'accaduto. Per dirti si lamenta pure che le due corde nuove che ho montato dopo una settimana sono un po' calate !!! Adesso l'unica cosa che mi preme è chiudere in qualche modo , tanto con tutte queste corde cambiate sono già in rimessa, e poi bannarlo. Grazie ancora e complimenti per tutto.
  10. non so da quanto tu faccia questo lavoro, ma con le premesse che dici sulla meccanica e sull'umidità che ha preso lo strumento c'è da aspettarsi quello che è successo. Magari anche la carica della tavola armonica è sballata e la tavola stessa non ha più elasticità a causa dell'assorbimento di umidità par molto tempo. E' chiaro che il 442 impegna troppo il carico della tavola e la trazione delle corde. Tutto un po' sballato. Le piede di livellamento che si creano sul ponticello e al capotasto sono punti deboli e , se c'è ruggine, diventano punti critici, anche se siamo lontani dal carico di rottura! Alcuni o tutti questi problemi potrebbero essere le cause dell'insuccesso. L'importante è che il cliente si renda conto dello stato dello strumento Molto spesso, alcune persone pensano che basta chiamare l'accordatore per risolvere, con una accordatura, tutti i problemi. Sappiamo che non è così! A volte un pianoforte "dimenticato" può arrivare ad una condizione in cui non è il caso di intervenire, almeno con una semplice accordatura. Ora ci sei dentro e io ti consiglio di seguitare solo se il cliente è a conoscenza dei rischi. ora non conviene abbassare, perché sposteresti proprio la "piega di livellamento". Suggerimento: aspettare ad ordinare corde di bassi fino a quando, in questi casi, non è finita l'accordatura. Buon lavoro...speriamo bene
  11. Vi voglio raccontare cosa mi e' capitato oggi e magari confrontami con qualcuno che ha avuto la stessa esperienza, anche perche una cosa del genere in piu' di 10 che accordo non mi era mai capitata. Pianoforte verticale YAMAHA U1 probabilmente di una decina d'anni, non accordato da tre anni., vado tranquillo, questi ottimi pianoforti in un paio d'ore si fanno. Entro in questa casa e sento un fortissimo odore di umidita'. Mi portano nella stanza dove sta il piano. Mi sembra in buono stato, scordato, meccanica un po dura....diversi tasti quando rientrano fanno un TOC sospetto. Lo apro.....vedo qualche segnetto di muffa qua e la' e dico subito al proprietario che deve trovare una soluzione, non c'e' un igrometro ma sicuramente siamo oltre 90% di umidita' Inizio ad accordare, con il mio fido Verituner, ma quasi subito questo toc dei tasti mi da ai nervi e voglio capire cosa e'. Scopro quasi subito che e' la colla che tiene incollato lo stiletto del martello alla noce, sono quasi tutte criccate e lo stiletto "ciottola" nel foro e quando rientra e sbatte sulla barra di feltro fa TOC. Probabilmente l'umidita' ha dilatato il legno e la colla di coniglio e' saltata. Che faccio ? mi fermo ? incollo o accordo ? Incollare sul posto non e' facile....decido di accordare...poi vediamo. il LA centrale e' circa a 442Hz, quindi decido di ripristinare il 442Hz. Ottimo pianoforte...fila tutto liscio fino al do, tasto 88. Qualche tritono fuori posto ma complessivamente tutto tranquillo. Ritorno su LA 442Hz e mi accingo a fare i bassi. . Finche' sono sulle note con tre corde tutto tranquillo, arrivo alle corde ramate dei bassi ..... non sono nemmeno tanto scordate....allento un po' per riportarla in accordatura....risalgo.....BANG si rompe la corda. Ma come ? non l'ho mica tirata piu' di prima. Mah ! la cambio e vado avanti. Passo a quella a fianco per metterla all'unisono, la allento un po' poi la tiro leggermente......BANG pure lei !!!.E cambio pure questa. Le accordo e passo al MI. Allento la prima la riporto su....tutto tranquillo, meno male ! Passo alla seconda corda, allento un po...tiro.....BANG e pure questa salta. A questo punto non so piu' che fare, ho finito le corde di ricambio.. Nota, tutte e tre si sono rotte non sul perno, ma sulla caviglia, esattamente dove inizia a girare. Provo a fare il nodo, lo so e' una soluzione porcheria ma qualche volta mi ha salvato. Faccio il nodo, rimonto la corda....tiro tiro tiro e prima ancora di arrivare a quel MI si rompe di nuovo, sul tratto della corda vecchia questa volta in corrispondenza del perno. Insomma il tratto di corda nuovo sulla caviglia ha resistito, quella vecchia si e' rotta sul perno, quindi sono le corde di questo piano. Domanda : puo' essere che l'umidita' abbia ossidato o deteriorato le corde dei bassi? e perche no quelle degli acuti , che in genere si rompono di piu' ? Non e' che la combinazione rame +acciaio + umido ha scatenato un qualcosa tipo elettrolisi, che ha corroso e reso piu' vulnerabili le corde dei bassi ? p.s. come e' finita l'accordatura ? ancora non e' finita, Ho ordinato la corda dei bassi che non avevo, e ci ritornero'', ma devo capire che strategia usare, abbasso tutto ? ma e' quello il problema ? secondo me e' l'allenta e ritensiona che indipendentemente se accordo piu' alto stressa queste corde dei bassi. Voi ( Pianoexpert soprattutto) che mi suggerite ? Grazie
  12. D'accordo, grazie mille Paolo
  13. Aldo, mandami, se vuoi, le dimensioni della noce del martello....può darsi che io la abbia . Mandami su mia mail ferpao50@gmail.com. tutte le dimensioni compreso diametro dello stiletto e lunghezza del paramartello e della bretellina. anche colore punta bretellina e colore spighetta bretellina. La forcola, mi sembra di capire che ce l'hai. Ciao ....sempre che tu voglia provare a sostituirla da solo...
  14. Col tempo alcuni martelli possono decentrarsi. Per centrarli si allenta la vite della forcola e si centra l'astina+ testa del martello. Ma questo non si può fare ora, dopo anni che il martello si è "segnato" sulle corde; cambierebbe il timbro perché, nonostante il positivo fatto che il martello colpirebbe tutte le tre corde in modo uniforme, verrebbe a lavorare la parte del martello non compattata. Quindi non farei nulla. Quando sostituirai la martelliera si vedrà. Altra soluzione è centrare i martelli fuori asse e ascoltare. Quindi intervenire con una intonazione per uniformare, per quanto possibile, le differenze di suono.(Tecnico esperto) Altra cosa:assicurarsi che i martelli siano tutti perpendicolari alle corde. Se alcune teste risultano non parallele alle altre, bisogna intervenire con la fiamma sulle astine per svergolare le stesse e correggere l'inclinazione dei martelli. Poi verificare che tutti i martelli colpiscano simultaneamente le tre corde ( o le due sui bassi) L'inclinazione dei martelli nella fase di partenza, sia nel verticale che nel coda, può essere leggermente a sinistra (bassi) o a destra (acuti) in modo che arrivino alle corde veramente perpendicolari ad esse. Infatti. a seconda dell'angolo di foratura, i martelli, avvicinandosi alle corde, descrivono un arco, più o meno evidente, risultato geometrico proveniente da un calcolo matematico ...e non da un effetto ottico.Tutto questo influisce sul risultato sonoro finale e può compromettere e/o falsare l'intervento di intonazione Per intervenire con successo a ridosso di questi concetti Il tecnico deve essere un esperto.
  15. Si'. Sono uno l'inverso dell'altro. Hai detto giusto.
  16. Buongiorno a tutti. Ho notato che alcuni dei martelletti di un verticale non hanno le impronte delle tre corde centrate. In alcuni casi addirittura é proprio sul bordo del martelletto. In questi casi si può intervenire con una regolazione fine o bisogna per forza smontare i martelletti, scollare e rincollare le teste? Quale potrebbe essere stata la causa? É un pianoforte anni 90 tedesco. Grazie
  17. Salve, sto sostituendo la pelle della noce e del nasetto ai martelli del mio piano verticale Riguardo il verso della pelle, dovrebbe essere liscia quando il montante spinge verso l'alto e ovviamente ruvida quando il montante scende Riguardo il nasetto vale la stessa cosa? O dev'essere l'opposto? Provo a spiegarmi meglio... Quando il martello "cade" indietro, il paramartello dovrebbe scivolare sul verso liscio o ruvido della pelle?
  18. Ok grazie mille! Era una domanda in apparenza banale, ma più ragiono - passando dalla pratica all'astrazione e viceversa - su tecnica (= pianista, quindi biofisica e fisiologia, in particolare muscolare) e su tecnologia (= pianoforte, quindi fisica, in particolare dinamica e acustica), più mi vengono in mente un sacco di cose a cui non avevo fatto caso più di tanto in precedenza "suonando e basta": ad esempio appunto il lavoro di ideazione e precisione costruttiva (nel calcolare le leve, e non solo), poi di manutenzione, che c'è dietro per far sì che i tasti possano "subire" tutte queste sollecitazioni anche forti nel suonare, sia in abbassamento che in risalita*, senza "cedere di un millimetro"! Cioè per garantirne la resistenza meccanica. * Spesso infatti si pensa più che altro alla accelerazione dei tasti in abbassamento... ma anche quella di risalita può appunto essere fatta con un'ampia gamma di valori di accelerazione, da piccola (controllandola con lenta decontrazione dei muscoli flessori delle dita) a massima (che coincide appunto con la risalita libera del tasto, lasciandolo andare, "saltar su!" e tornando quindi con il dito a livello di inizio corsa tasto (o un poco oltre in altezza) prima che vi ri-arrivi il tasto stesso). Sono delle belle variazioni e delle belle sollecitazioni, in un verso e nell'altro, a cui sottoponiamo tutti i giorni i poveri tasti!
  19. Gent. Andrea, ti poni domande interessanti che racchiudono altri quesiti e approfondimenti.Quando un pianista, e mi sembra, nel tuo caso, un Maestro, si pongono queste domante inizia l'interesse per la correlazione tra la tecnica pianistica e il funzionamento dello strumento. Se ne scoprono delle belle! Su un pianoforte mal regolato, mal accordato e mal intonato, nessun bravo allievo e/o pianista già maturo potranno ottenere dei buoni risultati. Che dire della rapidità del ribattuto di alcune sonate di scarlatti o, appunto, delle ottave della "marcia dei nani"? Tutto potrebbe diventare faticoso o impossibile. Magari troviamo, prima di un concerto, le geometrie della meccanica con errate distanze tra i componenti( tutto tradotto in immediate sensazioni di insoddisfazione)e dobbiamo rinunciare ad alcune cose che avevamo ben preparato. Mi è accaduto a Pisa...diversi anni fa. Programma: Appassionata, Estampes di Debussy e Wanderer di Schubert. L'Associazione per "limitate finanze" aveva affittato un piccolo Yamaha....mai regolato. Per fortuna, su mia pressione, venne chiamato un tecnico che si rivelò molto bravo. Io a quel tempo, non mi cimentavo nella tecnologia pianistica......Ma mi ponevo molte domande!!! Lui capì subito che avevo bisogno di un sicuro ribattuto ( Appassionata), ma anche una sensibile ricerca dei colori in Debussy nonché ottenimento di difficili serie di ottave nella fine del primo tempo della Wanderer. Queste incisioni fatte dal vivo le puoi ascoltare sulla sezione AUDIO nelle prime pagine ( il mio Beethoven, il mio Debussy, la mia Wanderer). dopo una prova capii che potevo e...dovevo rischiare e se ascolti gli accordi finali di soiree dans Grenade, noterai i tre colori p pp e ppp con cui chiudo il pezzo( grazie proprio alla regolazione dello scappamento molto vicino alla corda consuma certa moderata proporzione della molla). Circa il quesito che ti poni circa la dannosità del continuo e robusto funzionamento della tastiera e della meccanica, non temere. Nessun danno, eccetto il consumarsi delle pelli, dei feltri, dei martelli. Naturalmente lo strumento va seguito nel tempo , accordato, intonato e controllata la sua regolazione . Nel coda l'abbassamento e il ritorno del tasto ha una più reale proporzione che si esprime in un rapporto. Però le cose sono un poco più complesse.....puoi ritrovare tutti questi concetti nei miei video tutorial che ho postato su questo sito diversi anni fa. " Viaggio all'interno del pianoforte". Buona Musica
  20. Buongiorno! L'altro giorno mi sono posto una domanda a cui non avevo mai pensato, sollecitata da un giovane allievo. Come mai il rilascio del tasto dopo averlo premuto in modo che ritorni liberamente, da solo, a inizio corsa, non è in qualche modo "dannoso" per il tasto stesso? Se si pensa quante volte si fa ciò ad esempio suonando ripetutamente uno staccato alla mano destra come in Scarlatti... o dei salti di ottava staccati alla sinistra come nella "Marcia dei troll" di Grieg... È vero che l'accelerazione libera in risalita è sempre uguale, ovviamente, indipendentemente da quanto forte abbia suonato, e che non è poi molto diversa in valore che lasciando il dito appoggiato passivamente sul tasto in risalita... Forse mi sono posto la domanda per analogia con i pedali, che invece essendo ben più pesanti vanno sempre accompagnati in risalita... E penso che la risposta sia proprio qui, nella leggerezza del tasto e nel fatto che non sia riportato in alto da una molla posta sotto esso - come forse avviene in certi digitali - ma da un sistema di leve ben stabilizzato - e stabilizzante, che non permette mai una risalita oltre il punto di inizio corsa. Di fatto, altrimenti dovremmo far rifare la livellatura ogni due per tre! Forse ho chiesto una cosa banale, ma non mi ero mai posto il problema tecnico... Ora rifletto molto di più che in passato sulla tecnologia del pianoforte oltre che sulla tecnica pianistica! Cordiali saluti a tutti! Andrea Leoni
  21. Ho trovato solo feltro da 5mm, può andar bene comunque? O meglio accoppiare due quadratini da 3mm per raggiungere i 6mm desiderati? Essendo i vecchi leggermente appiattiti già da 5mm
  22. Dunque, per la sostituzione dei "cuscinetti" della noce devo calcolare un mm in più di spessore in quanto quelli odierni si sono leggermente appiattiti? Questi sono di 5mm circa...
  23. Dovrebbero essere arrivate, aspetto un suo riscontro, grazie
  24. Grazie, proverò così Anche perché succede solo su alcune note
  25. mail: ferrarelli@inwind.it
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