Margherita1 Postato Ottobre 4, 2012 Report Share Postato Ottobre 4, 2012 Mi sono accorta che uno dei miei ambiti di miglioramento potrebbe essere rinforzare quarto e quinto dito...che sono un po' debolucci. Ci sono possibilità o rimane l'amputazione e conseguente trapianto? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Chopin Postato Ottobre 4, 2012 Report Share Postato Ottobre 4, 2012 Suonare in ottava aiuta Ci sono studi ad hoc pensati proprio a tale scopo Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thesimon Postato Ottobre 5, 2012 Report Share Postato Ottobre 5, 2012 Segnalo i seguenti studi di Chopin molto utili per 4 e 5 dito. Dell'Op. 10 i numeri: 2 (Passaggi 3° - 4° e 5° dito) - 9 (per la mano sinistra grande apertura tra 4° e 5°) - 10 (le seste, deve cantare il mignolo). Ci sarebbero anche alcuni studi dell'op. 25 come quello sulle ottave ma per ora direi che hai parecchia carne da mettere al fuoco. Non sono studi semplici... A parte il fatto che non esiste uno studio di Chopin semplice. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Margherita1 Postato Ottobre 5, 2012 Autore Report Share Postato Ottobre 5, 2012 Ehm ehm...TheSimon. Qualcosa di più semplice per arrivare a Chopin (...magari) con meno problemi? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Margherita1 Postato Ottobre 5, 2012 Autore Report Share Postato Ottobre 5, 2012 Ci sono studi ad hoc pensati proprio a tale scopo Ad esempio? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
riccardoM Postato Ottobre 5, 2012 Report Share Postato Ottobre 5, 2012 Io ho trovato molto giovamente quasi immediato suonando a dita allargate. Per capirci prendi un arpeggio do mi sol e usa il 5 4 3 dito con la sinistra, e sbizzarrisciti di varianti es do mi do mi sol mi sol mi etc etc Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
IlChitarrista55 Postato Ottobre 5, 2012 Report Share Postato Ottobre 5, 2012 Qualcosa di più semplice per arrivare a Chopin (...magari) con meno problemi? Soprattutto arrivarci vivo Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
maestrosfredda Postato Ottobre 5, 2012 Report Share Postato Ottobre 5, 2012 Ehm ehm...TheSimon. Qualcosa di più semplice per arrivare a Chopin (...magari) con meno problemi? Dipende dal tuo livello attuale di preparazione. Ad esempio gli studi di Czerny sono utilissimi per sviluppare l'agilità di tutte le dita (preferisco parlare di agilità, piuttosto che di "rinforzo", che mi sembra una parola un po' fuorviante). Prendi l'op. 299 e poi l'op. 740 di Czerny e troverai molti studi utilissimi. Certo, non sono capolavori artistici, ma spesso sono gradevoli. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 Hola Maestro, con quest'ultimo post mi hai fatto venire un dubbio: d'accordo parlare di agilità, ma per esempio il mio problema è, a parità di velocità, dare al quarto dito lo stesso peso e la stessa incisività delle altre dita. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Marta23 Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 Secondo me si dice proprio rinforzare, i jazzisti non amano le ottave DrJellysifh...forse li aiuterebbe a migliorare un po' di tecnica Senza nulla toglierti...eh! Non ti ho mai sentito suonare ... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 uahuahuahuah! carogna! ascolta Michel Camilo Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Bit Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 Però è vero, il raddoppio all'ottava alla sinistra, non è molto frequentata nel mondo jazz Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 nel Pop è la prassi, nel Jazz basti pensare allo Stride o al Ragtime... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 nel Pop è la prassi, nel Jazz basti pensare allo Stride o al Ragtime... ... non vedo l'ora di leggere il commento di Geppino.... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 anche tu mica sei tanto buono... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 ... e poi Geppino, secondo me, non la pensa tanto diversa... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 ... e poi Geppino, secondo me, non la pensa tanto diversa... Sai che non so...vediamo se Mastro JazzPino si farà sentire Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Ottobre 6, 2012 Report Share Postato Ottobre 6, 2012 anche tu mica sei tanto buono... ... ma no....che dici mai ... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
scaloppa Postato Ottobre 19, 2012 Report Share Postato Ottobre 19, 2012 Più vado avanti negli studi e più mi rendo conto di quanto la forza o qualunque altro nome le si voglia dare ,parlando di movimento di dita,sia veramente superflua e pura chimera. Tutti gli esercizi "tecnici" con annessi "studi",hanno il solo scopo di educare il cervello a compiere il giusto movimento con il minor sforzo possibile. Lo studente pianista crede di rinforzare le proprie dita esercitandosi e ripetendo l'esercizio più volte,ma quando questo gli riuscirà vorrà solo ed esclusivamente dire che il proprio cervello ha trovato la giusta soluzione,la più economica e corretta,quindi le uniche forze ad entrare in gioco sono la coordinazione,l'aggiustamento di posizione e la partecipazione dell'intero braccio e busto Infatti ogni volta che si riesce a superare una difficoltà tecnica ci si rende conto di quanto poco sforzo occorre per realizzare quel movimento,sia esso fatto col terzo-quarto o quinto dito. In fase di studio, guardare le proprie mani mentre ci si sta esercitando sta alla base del suonare corretto,perchè con un'attenta osservazione, possiamo accorgerci di quali e quanti movimenti sbagliati facciamo durante un qualunque esercizio. 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Ottobre 21, 2012 Report Share Postato Ottobre 21, 2012 Quoto l'intervento di Scaloppa! Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thesimon Postato Ottobre 21, 2012 Report Share Postato Ottobre 21, 2012 Ho apprezzato il tuo commento anche se non ritengo deltutto corretto che il rafforzamento delle dita sia qualcosa di superfluo o addirittura pura chimera. E' vero non bisogna fissarsi sul solo rafforzamento che può produrre più problemi che miglioramenti ma il rafforzamento delle dita è qualcosa che sta alla base della trasmissione del peso. Dita, o più in generale, una struttura della mano troppo debole non trasmette interamente il peso dalla spalla alla punta del dito e quindi al tasto. Bisogna poi ricordarci che a volte l'intenzione di trasferire un determinato peso parte addirittura dalla schiena all'altezza dei muscoli lombari. Non è pensabile riuscire a trasferire tutta questa energia se le dita che sono l'ultimo stadio di questo trasferimento non sono in grado di sopportarla.Concordo pienamente poi che alla base della perfetta realizzazione di un gesto tecnico c'è la chiarezza mentale. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
scaloppa Postato Ottobre 22, 2012 Report Share Postato Ottobre 22, 2012 ciao Simone,capisco il tuo punto di vista riguardo all'intervento della muscolatura,però non mi trovo del tutto d'accordo,perchè io credo che la soluzione di tutti i problemi legati alla digitazione,siano unicamente risolvibili attraverso corretti "movimenti ". Esempio, la ripetizione degli esercizi ,tipo se vogliamo anche solo quelli basilari del Hannon,che bene o male tutti gli studenti conoscono,che genere di utilità possono avere? Sicuramente non è il rinforzo della muscolatura. Nonostante la loro apparente semplicità,mettono a dura prova lo studente provetto,ma non perchè muscolarmente mancante,ma perchè è incapace di trovare il giusto movimento necessario a superare l'esercizio,così com'è incapace, ammesso che lo abbia trovato ,di ripeterlo per 4 ottave ,ascendenti e discendenti,ma non e la forza che manca,ma la consapevolezza dei gesti necessari. Il giusto movimento trovato nella prima ottava,non funzionerà per quella successiva e via dicendo.........occorrono gli aggiustamenti,di polso,di gomito ecc... Secondo il mio modestissimo parere,non esistono partiture per pianoforte che richiedano più forza di quella già presente in uno studente del primo anno. Basti pensare ai giovani asiatici che con le loro piccole mani eseguono pezzi di notevole difficoltà e durata,o a Chopin che con la sua struttura esile e fragile eseguiva i suoi studi spaccadita............. Certo è più facile a dirsi che a farsi,però credo che la chiave d'accesso per tutti i problemi sia " l'armonia"dei gesti Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thesimon Postato Ottobre 23, 2012 Report Share Postato Ottobre 23, 2012 Abbiamo ottiche diverse, o forse uguali. Io credo che un alto livello di tecnica sia raggiungibile per mezzo di diversi fattori. Importantissimi sono i gesti come dici te, ma grande importanza riveste anche la qualità della mano. Per qualità della mano intendo, la struttura, la velocità, la resistenza e la forza. Ho incontrato molte persone con mani molto esili ed il risultato era "esile". Nel pianoforte è necessario essere in grado di sfruttare tutte le dinamiche da ppp a fff. Ho sentito mani esili che arrivavano a malapena ad un ff. In un altro post Pianoexpert ha parlato degli studi di Chopin che il compositore ascoltò dalle mani di Franz Liszt, ti invito a leggerlo... (non per dire che Chopin non possedesse la tecnica per eseguire i suoi studi, qui si sta parlando solo di mani !) Sia chiaro comunque che io non sono per la ginnastica delle dita finalizzata a sé stessa, e non vorrei che dal precedente post fosse uscito questo pensiero. Ma ritengo che una struttura di mano solida possa avere dei benefici ai fini della realizzazione di qualsiasi repertorio. Mi rendo conto comunque che motivare un argomento del genere tramite un forum sia impossibile perchè richiederebbe degli esempi pratici non mi aspetto quindi di convincerti in questo modo... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Ottobre 24, 2012 Report Share Postato Ottobre 24, 2012 Bene! vedo che si torna a parlare di "gesti" della tecnica pianistica! Mi trovo d'accordo con tutti e due...forse dite la stessa cosa e/o siete della stessa idea. E' chiaro che la mano deve avere una sua solida conformazione e le dita devono imparare a "fidarsi" dei pesi e dei contributi trasmessi dall'avambraccio, dal braccio, dalla spalla ecc.. Si può anche crecsere e arrivare al diploma senza capire e sentire completamente quale funzione di "appoggio" e di "tenuta" debbano avere le dita....ma, secondo me, non si andrà lontani. Vedo alcuni pianisti amici diplomati che si troverebbero in difficoltà a realizzare questo concetto. Cercano, ad esempio, il cantabile denza aver imparato a "gravitare" con peso "sincero" sulla tastiera.Porto sempre l'esempio che fece Rubinstein che ci fece sentire sulla spalla il peso della sua mano destra sulle dita: impressionante!!!! Ascoltiamo il suo cantabile come è forte e legato, realizzato (si può anche vedere dai video) con grande gravitazione e in alcuni casi con "pressione".Invece il suono di questi pianisti, che accennavo prima,è incerto e impersonale e si muove in un range tra il ff e il pp molto limitato. Ora non bisogna credere che sia necessario, come diffuso in alcune "tecniche " di metà ottocento, suonare sempre "di peso". Anche Sandor, che stimo moltissimo, lo sottolinea nel suo libro. E' però necessario, a mio avviso, sapere e sentire dove si trova il fondo sel tasto e saper trovare una buona "aderenza" sulla tastiera, come dice Casella nel suo meravigloso libro, ...." come le gomme di un auto sulla strada". Allora, credo, si potranno sperimentare e capire tutti i "gesti fondamentali" , che, ovviamente, comprendono tantissimi altri movimenti correlati alla gravitazione. Sento anche, e poi finisco di annoiarvi, molti Maestri che insistono per mesi e per anni con "la caduta"....fino alla perfezione auspicata ... che non appare mai. Credo che si farebbe meglio ad illustrare e sperimentare ciò che ci serve per "suonare", cioè chiarire subito che le dita sono l'elemento anatomico "terminale" e hanno la grande responsabilità di "ricevere" contributi muscolari. Quindi sono personalmente contrario a ripetere esercizi che vogliano "rinforzare" le dita.Le dita acquisteranno, nell'avanzamento della tecnica, via via una consapevolezza, soprattutto cerebrale, che si trasformerà in energia, l'energia di un attimo, che si traduce, apparentemente, in forza "fuori tensione". Poi vorrei dire ( e poi la finisco veramente) che è un'utopia cercare di portare le dita "alla stessa forza". Il quarto e il quinto dito hanno fisionomie e forze diverse, ma sarà il comando cerebrale a compensare laloro diversa natura. Anche le accentuazioni aiutano e pongono la funzione delle dita in un "programma ritmico" che le aiuta a superare le difficoltà di uguaglianza. Basta. Grazie 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
foster12 Postato Dicembre 13, 2012 Report Share Postato Dicembre 13, 2012 Secondo me Simon ha già detto tutto: Chopin Op.10 n.2 Anche solo studiare lentamente una misura è un traguardo importante. Volendo puoi provare ad esercitare anche la mano destra con quella diteggiatura in modo discendente. Io mi sono rifiutato. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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