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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank
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>Ok, ma in questo modo qualsiasi tempo tu indichi, se non rispetti gli accenti del testo, quello che il coro canterà sarà sempre diverso da quello che scrivi musicalmente, perchè il coro canterà seguendo il direttore e quando il direttore farà il gesto in battere il coro farà di conseguenza anche con le sillabe scorrette.

 

non ho capito bene, intendi che gli accenti del testo non corrispondono?

A me sembra che il metro sia: F-d-d, f-d, f-d

e quindi:

 

A(F-d)-ve(d, f-d, f) Ma(d)

-ri(F-d)-a(d, f-d)

 

o sbaglio?

 

>Azzardo e ti faccio una proposta :

Perchè non scrivere senza tempo indicando gli accenti sulle sillabe dove li vuoi e indicando solamente il riferimento del tactus ?

 

mi piacerebbe, ma non so come fare. Suggerimenti (puoi anche mandarmi a quel paese a questo punto ^_^ )?

 

Le misure che hai postato qui ok, ma a questo punto devi rivedere un pò tutto il testo.

 

Dirigendo e accompagnando cori da tanti anni ho imparato che spesso si ottiene lo stesso effetto semplificando le cose.

Se la metrica mista che hai scelto è voluta e ha lo scopo di dare un certo carattere al brano, devo dirti che ho ottenuto lo stesso effetto usando il metodo antico.

Dirigere all'antica significa dare il battere per ogni accento tonico della parola e segnare i movimenti deboli con altri gesti che spesso seguono le sillabe e le dinamiche.

 

Ho provato a dirigere con la tua metrica, poi ho provato a dirigere seguendo il testo all'antica e il risultato è stato lo stesso.

Allora perchè complicare le cose ?

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Le misure che hai postato qui ok, ma a questo punto devi rivedere un pò tutto il testo.

 

Dirigendo e accompagnando cori da tanti anni ho imparato che spesso si ottiene lo stesso effetto semplificando le cose.

Se la metrica mista che hai scelto è voluta e ha lo scopo di dare un certo carattere al brano, devo dirti che ho ottenuto lo stesso effetto usando il metodo antico.

Dirigere all'antica significa dare il battere per ogni accento tonico della parola e segnare i movimenti deboli con altri gesti che spesso seguono le sillabe e le dinamiche.

 

Ho provato a dirigere con la tua metrica, poi ho provato a dirigere seguendo il testo all'antica e il risultato è stato lo stesso.

Allora perchè complicare le cose ?

 

hai perfettamente ragione, ma quello che dicevo è che non so come scrivere la partitura senza tempo utilizzando Finale o altro. Se c'è un software di notazione che lo fa potrei comunque provarci. Cerco in giro...

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hai perfettamente ragione, ma quello che dicevo è che non so come scrivere la partitura senza tempo utilizzando Finale o altro. Se c'è un software di notazione che lo fa potrei comunque provarci. Cerco in giro...

 

Intanto per non mostrare il tempo, vai con la funzione "chiave di violino" e tra le scelte "non mostrare" ci dovrebbe essere il tempo in chiave.

 

per le stanghette delle battute, devi modificare il tipo di pentagramma e lo trovi sempre nella stessa funzione sopra se hai finale dal 2009 indietro, mentre nei nuovi finale la trovi in gestione partitura.

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A(F-d)-ve(d, f-d, f) Ma(d)

-ri(F-d)-a(d, f-d)

 

 

ecco, non per infierire, ma quando una sillaba inizia su tempo debole e continua sui tempi forti, è una sincope :-) a meno che tu non indichi un considerevole diminuendo sulla sillaba "-ve" e sulla "a" finale di "Maria", l'accento cadrà lì. O anche peggio: senza nessuna indicazione il modo "giusto" di eseguire una sincope è accentandola o accentandola facendo una messa di voce in crescendo.

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ecco, non per infierire, ma quando una sillaba inizia su tempo debole e continua sui tempi forti, è una sincope :-) a meno che tu non indichi un considerevole diminuendo sulla sillaba "-ve" e sulla "a" finale di "Maria", l'accento cadrà lì. O anche peggio: senza nessuna indicazione il modo "giusto" di eseguire una sincope è accentandola o accentandola facendo una messa di voce in crescendo.

 mah? a me questo sembra un po' strano, per me una sincope era un'altra cosa (ovvero nota sul tempo forte -  nota di durata doppia sul tempo debole), ma a questo punto sto perdendo la trebisonda e non faccio più testo :))

Spero che Frank non me ne vorrà se cito la sua partitura in allegato: a me qui sì che sembra che sia A-vè

nel senso, è un 4/4 quindi F-d-f-d scrive: pausa (F) - A(d) - ve(f) - pausa(d)

Voglio dire, c'è un diminuendo e per me è A-ve (non A-vè), ma metricamente la A è sul debole e la ve sul forte.

Poi io non lo leggerei comunque mai Avè perché conosco il latino e il testo mi indica cosa deve fare la voce (che è un po' il senso di quello che diceva prima rstrauss) e quindi non ci sarebbe nemmeno bisogno del diminuendo (ripeto - per me)...

Capisco anche d'altra parte che potresti senza indicazione dinamica interpretare un crescendo (sul mio dico, vedi quello che ho scritto prima in proposito, con gli allegati), ovviamente solo con strumenti a "sostegno"....

Se invece è solo una questione di indicazioni dinamiche allora .... e dillo subito no! :D :D

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Intanto per non mostrare il tempo, vai con la funzione "chiave di violino" e tra le scelte "non mostrare" ci dovrebbe essere il tempo in chiave.

 

per le stanghette delle battute, devi modificare il tipo di pentagramma e lo trovi sempre nella stessa funzione sopra se hai finale dal 2009 indietro, mentre nei nuovi finale la trovi in gestione partitura.

 

una cosa del genere?

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una cosa del genere?

Curiosità: cosa cambierebbe riscrivendo l'inizio come vedi sotto?

La tua idea musicale ne risulterebbe irrimediabilmente distorta?

Lo domando perché una scrittura metrica così complicata rende il brano sostanzialmente inaffrontabile dalla maggior parte dei cori (e non parlo solo dei soli cori amatoriali: ci sono anche cori professionali che di fronte a una pagina del genere, non la prenderebbero tanto bene).

La questione mi interessa non per il caso specifico, ma in termini più generali. Anch'io spesso mi trovo ad affontare il problema della complessità. La mia scrittura è difficile, e qualche volta ho avuto vita dura con musicisti che non fossero molto bravi, o molto volenterosi. Al di là della scrittura corale (il coro presenta infatti variabili del tutto peculiari) bisogna anche tenere conto che spesso gli ensemble, anche eccellenti, hanno poche prove a disposizione. Se puoi rendere la tua idea con una scrittura che può essere decifrata immediatamente, e realizzata senza problemi, perché adottare una scrittura che complica la vita a chi deve suonare/cantare? In tal modo, rischi che la tua stessa idea musicale non passi (proprio perché i musicisti stessi non la capiscono, dal momento che sono troppo impegnati a "suonare le note"): è una cosa che sperimento sulla mia pelle, e continuo a lavorarci sopra.

 

PS ovviamente temo che fare musica con software invece che con persone in carne e ossa non sia d'aiuto, in questo caso.

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Curiosità: cosa cambierebbe riscrivendo l'inizio come vedi sotto?

La tua idea musicale ne risulterebbe irrimediabilmente distorta?

direi di no. Anzi, certamente  cambierebbe poco per chi ascolta, visto che non c'è una sezione rimica di sotto :)

In sostanza è quello chegià diceva Abate ...

Tutto il discorso che abbiamo fatto però credo che sia più che altro fatto a scopo "didattico",

nel senso che è interessante capire come rendere chiari certi metri (almeno io la sto seguendo così).

 

 

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Curiosità: cosa cambierebbe riscrivendo l'inizio come vedi sotto?

La tua idea musicale ne risulterebbe irrimediabilmente distorta?

Lo domando perché una scrittura metrica così complicata rende il brano sostanzialmente inaffrontabile dalla maggior parte dei cori (e non parlo solo dei soli cori amatoriali: ci sono anche cori professionali che di fronte a una pagina del genere, non la prenderebbero tanto bene).

La questione mi interessa non per il caso specifico, ma in termini più generali. Anch'io spesso mi trovo ad affontare il problema della complessità. La mia scrittura è difficile, e qualche volta ho avuto vita dura con musicisti che non fossero molto bravi, o molto volenterosi. Al di là della scrittura corale (il coro presenta infatti variabili del tutto peculiari) bisogna anche tenere conto che spesso gli ensemble, anche eccellenti, hanno poche prove a disposizione. Se puoi rendere la tua idea con una scrittura che può essere decifrata immediatamente, e realizzata senza problemi, perché adottare una scrittura che complica la vita a chi deve suonare/cantare? In tal modo, rischi che la tua stessa idea musicale non passi (proprio perché i musicisti stessi non la capiscono, dal momento che sono troppo impegnati a "suonare le note"): è una cosa che sperimento sulla mia pelle, e continuo a lavorarci sopra.

 

PS ovviamente temo che fare musica con software invece che con persone in carne e ossa non sia d'aiuto, in questo caso.

 

Concordo.

Aneddoto : in un mio quartetto, ligio alla tecnica che ho studiato, ho indicato fa doppio # perché ero in tonalità di Re# magg.

Mi sono sentito dire da uno dei musicisti : ma perché FA doppio # ... non era meglio sol ?

 

Impagabile, per tutto il resto c'è Mastercard !!!! :ph34r:

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 mah? a me questo sembra un po' strano, per me una sincope era un'altra cosa (ovvero nota sul tempo forte -  nota di durata doppia sul tempo debole), ma a questo punto sto perdendo la trebisonda e non faccio più testo :))

Spero che Frank non me ne vorrà se cito la sua partitura in allegato: a me qui sì che sembra che sia A-vè

nel senso, è un 4/4 quindi F-d-f-d scrive: pausa (F) - A(d) - ve(f) - pausa(d)

Voglio dire, c'è un diminuendo e per me è A-ve (non A-vè), ma metricamente la A è sul debole e la ve sul forte.

Poi io non lo leggerei comunque mai Avè perché conosco il latino e il testo mi indica cosa deve fare la voce (che è un po' il senso di quello che diceva prima rstrauss) e quindi non ci sarebbe nemmeno bisogno del diminuendo (ripeto - per me)...

Capisco anche d'altra parte che potresti senza indicazione dinamica interpretare un crescendo (sul mio dico, vedi quello che ho scritto prima in proposito, con gli allegati), ovviamente solo con strumenti a "sostegno"....

Se invece è solo una questione di indicazioni dinamiche allora .... e dillo subito no! :D :D

 

In questo topic è veramente difficile parlarti... non so, sembra che tu davvero non colga cosa diciamo... 

1) no, la sincope è una cosa precisa. E' uno spostamento del senso ritmico che si ottiene prolungando una nota che inizia su tempo debole fino o oltre un tempo forte;

2) da cui, l'esempio del pezzo di Frank non è una sincope, perché la nota su tempo debole e la nota su tempo forte non sono legate con legatura di valore, ovvero sono due note diverse; e ammetto che mi è caduta la mascella quando hai usato quello come esempio...

3) fare una sincope non significa pronunciare "a-vé" e cantare una sincope non significa pronunciare "a-vé", di sincopi su note atone è piena la letteratura vocale di ogni tempo e potremmo parlare per anni dei vari significati e modi di cantare le sincopi. Per me il discorso che stiamo facendo sulla sincope ha pochi e specifici punti: hai detto che non c'era, e visto che sono un rompico*lioni dovevo smentirti; in quei punti iniziali non ha alcun senso musicale, proprio perché, da quanto sto capendo, l'hai scritta senza volerlo, cioè senza sapere che era una sincope e senza voler significare una sincope; ma l'hai scritta e quindi devi rimediare, ovvero devi fare in modo che non ci sia un effetto sincope, che in letteratura vuol dire tante cose, di certo non "a-vé", ma uno spostamento ritmico, una messa di voce con crescendo, o anche solo un "senso" diverso, più marcato, dato alla nota in sincope; per rimediare ci sono tanti modi, tra cui cambiare la disposizione degli accenti della battuta, in modo da eliminare la sincope, o mettere indicazioni espressive precise che eliminino ogni possibile lettura della sincope.

4) Riassumendo, tu hai fatto un cartello stradale, lo hai fatto a forma di triangolo perché ti piaceva così, ma tutti quelli che lo guardano dicono "ah, è un cartello di pericolo". Perché è un triangolo, e tutti quelli che guidano sanno che un triangolo è un segnale di pericolo. E qui parliamo di sincope. 

5) non paga hai cambiato metro molto spesso, usando tante altre forme per tutti gli altri cartelli. E molte di queste forme significano, agli occhi dei musicisti, cose che in realtà nella tua partitura non ci sono, o si smentiscono a vicenda. 

6) se fossi un maestro di composizione, e per fortuna non lo sono, perché probabilmente i miei allievi mi ucciderebbero dopo mezz'ora in modi orribili, ti consiglierei di fare esercizio sulla semplicità :-) almeno sulla semplicità metrica. Personalmente credo che sia molto difficile scrivere un'Ave Maria in 4/4, immagino sia ancora più difficile scriverla con delle semifrasi che durano tutte 4/4. Ma penso che un esercizio così castrante possa essere utile :-)

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Spero che Frank non me ne vorrà se cito la sua partitura in allegato: a me qui sì che sembra che sia A-vè

Figurati...solo che la cosa è un po' più complessa ed elaborata.

 

Intanto c'è una "a" di Maria in mezzo forte che arriva sul battere dalla battuta, gli altri reparti entrano in piano sulla "a" e "ve" arriva sul pp, ma non c'è solo la dinamica e la tecnica di fusione delle vocali (verso risonanza); le note potrebbero essere viste come una sincope e il ribattuto nascerebbe solo dalle esigenze di sillabazione, ma la vocalità è pienamente rispettata...nessuno sentirebbe un accento su "ve" in quel passaggio (giusto per completezza, 4/4 ha i seguenti accenti F d f d, anche senza troppi ghirigori la prima "a" è più forte di ve, poi c'è tutta la conduzione e la dinamica...ai voglia a sentire avè).

 

Comunque ad essere pedanti si poteva anche scrivere una battuta da un quarto, più una da 3/4 come succede dopo con il secondo Ave...ma il contesto dichiara esplicitamente cosa c'è da fare. sostanzialmente battute 1-2 sono una dilatazione scritta del procedimento di 3-4.

 

Chi concerta la partitura non legge battuta per battuta, ma nenache singola parte per ogni battuta), ma cerca di rintracciare il disegno musicale globale e onorarlo...ovvio, se c'è ed è comprensibile.

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Aneddoto : in un mio quartetto, ligio alla tecnica che ho studiato, ho indicato fa doppio # perché ero in tonalità di Re# magg.

Mi sono sentito dire da uno dei musicisti : ma perché FA doppio # ... non era meglio sol ?

 

Impagabile, per tutto il resto c'è Mastercard !!!! :ph34r:

...diciamo che riferendoti ad un brano tonale avevi almeno delle attenuanti...insomma, il riconoscilmento delle funzioni armoniche può far parte del gioco ed aiutare anche chi concerta... ma dove gli accordi non rappresentano funzioni armonche specifiche... ma solo di colore, bisogna solo pensare alle esigenze di intonazione. Non a caso scrivevo:

 

 

ti suggerisco è di prestare attenzone è pasasggi tipo battute 43-44, la dob mi non è di sicuro una cosa molto logica e semplice da intonare, decisamente la SI mi, come del resto i contralti sarebbero facilitati cantando sol Fa# mi al posto di sol solb mi.

 

Capita che si senta di avere l'esigenza di vedere in partituta gli accordi come li abbiamo pensati alla fine di un percorso di ricerca, ma è un esigenza solo nostra...alla fine se l'incrocio delle voci da una triade eccedente...si sentirà lo stesso anche se scritta in un modo diverso (enarmonicamente ad esempio). Il progetto compositivo è solo un canovaccio che serve per mettere in contatto compositore e interprete, più è semplice, chiaro e immediato e maggiori saranno le probabilità di successo in tutti i sensi. Questo non vuol dire abbandonare la complessità che uno vuole ricercare in un brano ma esprimerla al meglio.

 

Ripeto, il mio brano sembra una cazzata visto su carta ma nesun coro amatoriale, seppur di quelli seri, saprebbe eseguirlo e servirebbe molta dedizione da parte di quelli più di alto livello...e se per di più l'interprete non crede in quel progetto ...neanche ci si avvicina...figuriamoci dedicargli dedizione. E non sto esagerando...così stanno i fatti.

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In questo topic è veramente difficile parlarti... non so, sembra che tu davvero non colga cosa diciamo... 

 

 

infatti ho qualche difficoltà a capire, e sempre più mi è chiaro che parto da definizioni differenti delle parole (:

 

>2) da cui, l'esempio del pezzo di Frank non è una sincope, perché la nota su tempo debole e la nota su tempo forte non sono legate con legatura di valore, ovvero sono due note diverse; e ammetto che mi è caduta la mascella quando hai usato quello come esempio...

 

certamente! non ho detto che sia un sincope(nemmeno per come ho definito io la sincope), la prima nota è sul tempo debole e la seconda sul tempo forte e dura quanto la prima (quindi per me non può essere una sincope) : ritirati su la mascella :))

 

 

>3) fare una sincope non significa pronunciare "a-vé" e cantare una sincope non significa pronunciare "a-vé", di sincopi su note atone è piena la letteratura vocale di ogni tempo e potremmo parlare per anni dei vari significati e modi di cantare le sincopi. Per me il discorso che stiamo facendo sulla sincope ha pochi e specifici punti: hai detto che non c'era, e visto che sono un rompico*lioni dovevo smentirti; in quei punti iniziali non ha alcun senso musicale, proprio perché, da quanto sto capendo, l'hai scritta senza volerlo, cioè senza sapere che era una sincope e senza voler significare una sincope; ma l'hai scritta e quindi devi rimediare, ovvero devi fare in modo che non ci sia un effetto sincope, che in letteratura vuol dire tante cose, di certo non "a-vé", ma uno spostamento ritmico, una messa di voce con crescendo,

 

e questo l'ho capito! solo dicevo che io non la chiamavo sincope (ribadisco, secondo quella che ritenevo essere la definizione di sincope), e quindi non capivo nemmeno le osservazioni. Come hai visto, già qualche post fa ho sottolineato con Frank quello che dici qui, solo che non l'ho chiamata sincope

 

>e quindi devi rimediare

forse non si è capito, ma è quello che sto cercando faticosamente di fare :)

ho inserito qualche alternativa, per esempio l'ultima che secondo rstrauss va bene e mi pare che fosse quella che indicavi anche tu (se non ho capito male anche qui). Cosa ne dici?

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>Intanto c'è una "a" di Maria in mezzo forte che arriva sul battere dalla battuta, gli altri reparti entrano in piano sulla "a" e "ve" arriva sul pp, ma non c'è solo la dinamica e la tecnica di fusione delle vocali (verso risonanza); le note potrebbero essere viste come una sincope e il ribattuto nascerebbe solo dalle esigenze di sillabazione, ma la vocalità è pienamente rispettata...nessuno sentirebbe un accento su "ve" in quel passaggio (giusto per completezza, 4/4 ha i seguenti accenti F d f d, anche senza troppi ghirigori la prima "a" è più forte di ve, poi c'è tutta la conduzione e la dinamica...ai voglia a sentire avè).

 

Comunque ad essere pedanti si poteva anche scrivere una battuta da un quarto, più una da 3/4 come succede dopo con il secondo Ave...ma il contesto dichiara esplicitamente cosa c'è da fare. sostanzialmente battute 1-2 sono una dilatazione scritta del procedimento di 3-4.

 

 

 

Certo Frank! come ho detto, io non ci sento in nessun modo Avè. Come d'altra parte non ci vedo nemmeno un Avè nella mia, però (come invece qualcuno ha detto ma come pare che poi così non sia). Il rischio sulla mia è che potrebbe essere Ave-èe (però me lo voglio proprio vedere un direttore interpreta il contesto in questo modo  :)).

D'altra parte io non ci vedo (nel tuo) nemmeno una sincope e quello che dici ("le note potrebbero essere viste come una sincope")mi confonde ancora di più le idee a riguardo...

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D'altra parte io non ci vedo (nel tuo) nemmeno una sincope e quello che dici ("le note potrebbero essere viste come una sincope")mi confonde ancora di più le idee a riguardo...

Prima ce la vedevi, adesso no...e anche uno ce la vuole vedere (un ribattuto...mah)... non si sentirebbe. In effetti la sincope è un effetto musicale che si può sentire...il vedere è sempre relativo in musica.

 

Giusto per completezza la sincope è una cosa scientifica, non è definibile in modo soggettivo. Ci sono sincopi regolari, irregolari, semplici e composte. O c'è o non c'è. Non è un privilegio di qualcuno rinracciarla, conoscendola, tutti possono farlo. Premesso questo, ...quello che viene eventualmente interpretato è il modo di eseguirla, cantarla. Se ci riferisce a una prassi esecutiva (o una "moda" esecutiva) tutto è più facilmente risolvibile, se non c'è uno si attiene ai principi teorici. Ripeto, una delle maggiori difficoltà che c'è oggi è quella di muoversi in terreni estremamente diversi e nel dubbio su un brano, per di più senza alcune indicazioni (mi riferisco alla prima versione) ...senza note, leggende nel frontespizio (o qualsiasi diavoleria uno si voglia inventare) ci si avvale della teoria. Una cosa è certa, gli interpreti non sono degli indovini.

 

Se in un brano per violino un compositore non indica le  arcate, il violinista userà il gesto a lui più comodo/consono e quello che uscirà non è detto che sia proprio quello che ci aspettiamo.

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Prima ce la vedevi, adesso no...e anche uno ce la vuole vedere (un ribattuto...mah)... non si sentirebbe. In effetti la sincope è un effetto musicale che si può sentire...il vedere è sempre relativo in musica.

 

no scusa, ma mi puoi dire dove avrei scritto che c'è una sincope o avrei parlato di un ribattuo o che la leggo Avè ?!?

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Prima ce la vedevi, adesso no...e anche uno ce la vuole vedere (un ribattuto...mah)... non si sentirebbe. In effetti la sincope è un effetto musicale che si può sentire...il vedere è sempre relativo in musica.

 

Giusto per completezza la sincope è una cosa scientifica, non è definibile in modo soggettivo. Ci sono sincopi regolari, irregolari, semplici e composte. O c'è o non c'è. Non è un privilegio di qualcuno rinracciarla, conoscendola, tutti possono farlo. Premesso questo, ...quello che viene eventualmente interpretato è il modo di eseguirla, cantarla. Se ci riferisce a una prassi esecutiva (o una "moda" esecutiva) tutto è più facilmente risolvibile, se non c'è uno si attiene ai principi teorici. Ripeto, una delle maggiori difficoltà che c'è oggi è quella di muoversi in terreni estremamente diversi e nel dubbio su un brano, per di più senza alcune indicazioni (mi riferisco alla prima versione) ...senza note, leggende nel frontespizio (o qualsiasi diavoleria uno si voglia inventare) ci si avvale della teoria. Una cosa è certa, gli interpreti non sono degli indovini.

 

Se in un brano per violino un compositore non indica le  arcate, il violinista userà il gesto a lui più comodo/consono e quello che uscirà non è detto che sia proprio quello che ci aspettiamo.

 

ok prendiamo la definizione di Thallo

>1) E' uno spostamento del senso ritmico che si ottiene prolungando una nota che inizia su tempo debole fino o oltre un tempo forte;

 

mi chiedo, ma allora ogni semiminima usata in un tempo composto produrrà un sincope? per esempio vedi allegato

 

Se è così allora non è possibile eliminare la sincope dal mio pezzo se non con un'indicazione dinamica. Se invece non ho capito mi potresti fare un esempio concreto di come elimineresti la sincope (mantenendo i rapporti tra la durata delle note invariati, ovviamente)

 

(PS: chiedo scusa se sono noiosa, ma se non capisco fino in fondo la questione non posso partire col fare delle modifiche che sarebbero di nuovo sbagliate)

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ogni semiminima usata in un tempo composto produrrà un sincope? per esempio vedi allegato

No, perchè la "semiminima" arriva già sul battere, per cui non sposta nessun accento forte..arriva dove dovrebbe essere.

Scusa, non hai un libro di teoria tipo il Rossi? Veramente c'è scritto tutto. In assenza di quello prova ad attingere da Wiki, non sarà il massimo, ma come infarinatura non guasta mai:

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Sincope_%28musica%29

 

 

In allegato esempio basilare, a battuta 2 non arriva il battere per cui si deve eseguire sull'unica minima puntata (perchè parli di semiminima se la nota è da 2/4 puntata?) che senti.

 

Da wiki puoi vedere che la sincope può avere anche diversi livelli, anche internamente la misuca (ad esempio fra sudivisioni...)

sincope.PNG

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Comunque a latere di tutto, poi chiudo sull'argomento, i metri dovrebbere essere usati per sfruttare le loro caratteristiche...usarli solo per incastrare accenti tonici, cambiando metro ogni battuta non la vedo una cosa interessante.

 

Se decidi di usare il 5/4, sapendo che puoi intenderlo 3+2 o 2+3, ad esempio puoi sfruttarlo per far sentire due piani ritmici sovrapposti...un po' come avviene per 6/8 su 3/4. Stesso discorso per la sincope, ha senso se uno vuole far sentire la negazione del naturale posto dove dovrebbe arriavare il battere.

Un iperbole: se scrivi un brano dalla prima nota all'ultima tutta in sincope (e non arriva mai un battere dove dovrebbe essere), praticamente la sincope non ha senso...sarebbe solo un errore di notazione. Ogni tecnica è finalizzata a realizzare un certo pensiero musicale...

 

Se la logica del pezzo è aleatoria, sua i neumi come si faceva nel gregoriano o autori come Cage...anche l'aleatorietà ritmica può essere ricercata (vedi Stockhausen ad esempio)...ma allora togli il testo ed esprimi il significato dello stesso tramite "Immagini" sonore. Usa vocali (pure versi se piace :) ) ed evidenzia solo pochissime parole per te chiave.

 

Insomma, di modi ce ne sono tanti ma se uno cerca intelligibilità del testo, il motore sono armonia e melodia, c'è già il metodo di scrittura più adatto per fare questo.

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No, perchè la semiminima arriva già sul battere, per cui non sposta nessun accento forte..arriva dove dovrebbe essere.

Scusa, non hai un libro di teoria tipo il Rossi? Veramente c'è scritto tutto. In assenza di quello prova ad attingere da Wiki, non sarà il massimo, ma come infarinatura non guasta mai:

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Sincope_%28musica%29

 

 

In allegato esempio basilare, a battuta 2 non arriva il battere per cui si deve eseguire sull'unica minima (perchè parli di semiminima se la nota è da 2/4 puntata?) che vedi.

 

Da wiki puoi vedere che la sincope può avere anche diversi livelli, anche internamente la misuca (ad esempio fra sudivisioni...)

 

grazie Frank per la pazienza.

 

 

>(perchè parli di semiminima se la nota è da 2/4 puntata?)

ho trascinato una nota su finale ed ho pure sbagliato perché non l'ho posizionata dopo 1/8.... :(

 

ok ora credo di aver capito, quindi (ultima cosa), nell'esempio sotto A non è una sincope, mentre B è una sincope, giusto?

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Comunque a latere di tutto, poi chiudo sull'argomento, i metri dovrebbere essere usati per sfruttare le loro caratteristiche...usarli solo per incastrare accenti tonici, cambiando metro ogni battuta non la vedo una cosa interessante.

 

Se decidi di usare il 5/4, sapendo che puoi intenderlo 3+2 o 2+3, ad esempio puoi sfruttarlo per far sentire due piani ritmici sovrapposti...un po' come avviene per 6/8 su 3/4. Stesso discorso per la sincope, ha senso se uno vuole far sentire la negazione del naturale posto dove dovrebbe arriavare il battere.

Un iperbole: se scrivi un brano dalla prima nota all'ultima tutta in sincope (e non arriva mai un battere dove dovrebbe essere), praticamente la sincope non ha senso...sarebbe solo un errore di notazione. Ogni tecnica è finalizzata a realizzare un certo pensiero musicale...

 

Se la logica del pezzo è aleatoria, sua i neumi come si faceva nel gregoriano o autori come Cage...anche l'aleatorietà ritmica può essere ricercata (vedi Stockhausen ad esempio)...ma allora togli il testo ed esprimi il significato dello stesso tramite "Immagini" sonore. Usa vocali (pure versi se piace :) ) ed evidenzia solo pochissime parole per te chiave.

 

Insomma, di modi ce ne sono tanti ma se uno cerca intelligibilità del testo, il motore sono armonia e melodia, c'è già il metodo di scrittura più adatto per fare questo.

 

ok, quindi anche secondo te il pezzo andrebbe riscritto come suggerisce rstrauss ?

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