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Piano Concerto - Forum pianoforte

Perche Si Finisce Sempre Con Un Rallentando?


Marziano
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Secondo voi perchè i brani si chiudono sempre con un rallentando? E' una sorta di "convenzione" fra interprete e ascoltatore? Ci sono ragioni "musicali" per le quali il sempre è d'obbligo? Ci sono ragioni storiche?

 

Quello che veramente mi "sorprende" è il fatto che generalmente si fa di tutto per non "svelare" le sorprese ... ma la chiusura è sempre la "più scontata", passatemi la forzatura.

 

E' solo una mia impressione?

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Che la musica sia naturale è una "leggenda metropolitana" dura a morire.

In realtà il rallentando ad ogni cadenza è una convenzione con forti radici storiche, dovute al fatto che dissonanza e risoluzione della dissonanza sono movimenti fatti per essere sentiti bene. Aggiungici pure che nelle cadenze finali delle grandi composizioni contrappuntistiche spesso ci sono più movimenti del solito, ritardi, volte, e allora tutto deve essere espresso in modo chiaro...

Per quello che non è contrappuntistico, oltre al solito pensiero che tu debba "anticipare" i momenti salienti, per evitare che passino inosservati, ci sono ragioni estetiche legate al sistema tonale. Soprattutto nella teoria della forma sonata, spesso le sezioni dell'esposizione, dello sviluppo e della ripresa (nonché coda) hanno delle strutture temporali "di elezione" affiancate. Questa è pura storia della prassi esecutiva, cioè una disciplina che ha mischiato tradizione, gusto, teorizzazione, e che spesso è stata mandata avanti più dagli esecutori-direttori che da compositori-teorici. Affrontando la sonata come una forma triadica di tesi-antitesi-sintesi, l'esposizione, e soprattutto l'esposizione del primo tema, si fa a tempo giusto, lo sviluppo, che è tonalmente centrifugo, si fa accelerando, la riesposizione si fa a tempo giusto ma man mano si rallenta, come a simboleggiare un grande movimento temporale ad arco (con l'apice spostato in avanti, però), che simboleggia la tensione e risoluzione. La coda, con le varie cadenze finali, insomma, stempera tutte le tensioni, anche quelle temporali.

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Seguirò con attenzione il dibattito e se avrò qualcosa di interessante da dire in merito (ma ne dubito: Claudio ha detto già molto di più di quello che io sapevo... :() non mancherò. Ma, siccome si parla di rallentando/accelerando, vi prego (!!!) accelerando si scrive con una sola "elle". :rolleyes:

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...capita a tutti di scrivere una vaccata, vuoi sapere il bello, uso il correttore microsoft per evitare di proporre post illegibili e pieni di errori di battitura ... lui la da per buona ma ovviamente è sbagliato, perchè accelerare deriva da "celere" per cui è per forza così come giustamente hai fatto notare ;)

 

A me è uscita così...scrivendo di fretta ...sarà uno dei miei tanti refusi :)

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ed intanto io penso che proprio Carlos sia una persona qualificata a parlare di ste cose.

Tipo, tanto per cambiare, credo che Celibidache abbia detto e stradetto sui tempi da staccare nelle forme sonate, o no? Io da ascoltatore ho sempre molto apprezzato il "coraggio" di mantenere il tempo giusto anche nelle cadenze finali, ma a naso e per esperienza so che ci sono delle resistenze quasi fisiche.

Ma qui prima di allargare il discorso, devo pensarmelo un po'...

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ed intanto io penso che proprio Carlos sia una persona qualificata a parlare di ste cose.

Tipo, tanto per cambiare, credo che Celibidache abbia detto e stradetto sui tempi da staccare nelle forme sonate, o no? Io da ascoltatore ho sempre molto apprezzato il "coraggio" di mantenere il tempo giusto anche nelle cadenze finali, ma a naso e per esperienza so che ci sono delle resistenze quasi fisiche.

Ma qui prima di allargare il discorso, devo pensarmelo un po'...

 

Troppo buono. In realtà io sono abbastanza "talebano" quando si tratta di mantenere un tactus regolare all'interno delle grandi forme (non mi piacciono granché i "tira e molla", tanto per capirci), ma sul rallentando finale mi lascio molto guidare dal "naso", come dici tu, quindi in realtà da come il compositore "liquida" il discorso armonico: non sarei in grado di razionalizzare né di fornire un criterio a priori... ma non ditelo troppo in giro ok? ;)

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alcune interpretazioni di bach di gould finisco con un falso rallentando per poi finire realmente in un ritmo piu' veloce esempio la fuga di do minore del clavicembalo ben temperato oppure il preludio della seconda suite inglese oppure in chopin il secondo notturno. A naso direi che il 76% dei pezzi finisce rallentando mentre il rimanente ad un tempo maggiore. Posso gustarmi un buon piatto a piccoli bocconi per protrarre la durata della portata oppure posso divorare in un sol boccone la ultima ciliegina....de gustibus

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alcune interpretazioni di bach di gould finisco con un falso rallentando per poi finire realmente in un ritmo piu' veloce esempio la fuga di do minore del clavicembalo ben temperato oppure il preludio della seconda suite inglese oppure in chopin il secondo notturno. A naso direi che il 76% dei pezzi finisce rallentando mentre il rimanente ad un tempo maggiore.

 

Vorresti dire che alcuni pezzi finiscono in accelerando? Sei sicuro?

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Sicuramente qualche brano di Petrali è in accellerando, darò riferimenti ...ma non di sicuro le ultimissimissime note.

 

D'accordo, ma non è pertinente: sarebbe in ogni caso l'eccezione e sarebbe un effetto scritto e richiesto dall'autore. Chi ha posto il quesito si chiede come mai di norma terminiamo un brano con un rallentando, anche se non viene espressamente indicato. Il fatto che un autore indichi accelerando (una "l", lo ribadisco, scusate l'insistenza) in un suo pezzo non cambia il senso della domanda di Marziano.

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Carlos ha ragione, però effettivamente ad oggi non immaginavo che c'erano casi diversi da quello segnalato da Silbermann...e sicuramente ce ne saranno altri.

 

Il punto è, che anche nell'accellerando o crescendo finale, mi sembra di capire che c'è sempre un leggero rallentando nelle note finali...quindi la cosa è quanto meno congenita.

 

Come spiegava Thallo, discorso complesso...continuo a leggervi appassionatamente.

 

Grazie

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