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Piano Concerto - Forum pianoforte

Ludovico Einaudi, Minimalismo e Contemporanea


Feldman
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Scusa eh, ma questa è proprio sbagliata! Più specializzato del pubblico che assistette alla prima della Sagra, mi riesce difficile immaginarlo! Era un pubblico di intenditori e professionisti, mica di peracottari ansiosi di fare bagarre...

 

E comunque non era mia intenzione fare classifiche fra compositori, il senso del mio discorso era che a Parigi Romitelli è considerato un dio, mentre da noi non lo si ascolta mai, o troppo raramente. Nemo propheta in patria, per dire una banalità.

 

Scusami Red, credo di averti frainteso (comunque alla prima della Sagra non c'erano solo intenditori e professionisti ma anche i soliti "abbonati" ai ballets russes di Diaghilev. Stravinskij ha fatto scoppiare la sala, è vero, ma era un artista libero, di certo non legato ad alcun sistema. Anche in quel caso, ha preso le distanze da una visione della musica accademica: partendo dall'esperienza della Sagra, hanno poi costruito un nuovo accademismo, la storia si ripete in continuazione)

Sul fatto che Romitelli è considerato un dio a Parigi nulla da dire, è il destino di ogni artista essere conosciuto in alcuni luoghi piuttosto che in altri (precisiamo che Parigi è la città della spettralismo, della ricerca, dell' IRCAM, perciò se è considerato un dio è perchè la sua riserva ha sede proprio lì. Poi da chi è considerato un dio? Dai soliti colleghi e consimili, naturalmente- Non credo che questo vada comunque a ledere l'integrità artistica di questo compositore, che mi pare sia abbastanza chiara, riserve a parte)

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Credo di essere affatto d'accordo con quanto dice Frank in merito a quello che dovrebbe fare un buon maestro.

A parte che presumo manca un "non", in realtà non è una mia invenzione questo principio didattico ... magari l'avessi inventato e descritto io in un mio testo.

 

In generale un testo che posso suggerire di leggere è "la composizione musicale" di Bruno Bettinelli che all'occorrenza ho appena riletto e devo dire che fa bene anche a distanza di anni.

Fra l'altro, un testo un po' datato del 1996, dove traspaiono frasi tipo: "Per concludere, accanto a tutto questo (bisogna leggere il libro) è anche auspicabile il rigoroso senso di una dignità che gli permetta (riferito al giovane compositore) di rifiutare nettamente compromessi, di ogni genere, anche a costo di restare isolato e fuori dalle influenze di certi "circoli" - ovvero "clan" - di dubbia estrazione. Ma questo è un altro discorso"

 

Probabilmente Bianca, quando ti troverai a gruidare il talento di un'altra persona, approccerai alla materia attingendo dalla disciplina più adeguata (sempre secondo coscienza).

Eppoi scommetto che tutti quelli che insegnano sono probabilmente, come compositori e artisti, della caratura di Donatoni...per questo conviene far studiare le proprie opere. (io qualche dubbio ce l'ho e mi baso su un buon campione di colleghi....)

 

A proposito, per par condicio segnalo anche dei testi di Donatoni:

-Antecedente X

-Questo

-Il sigaro di Armando (Scritti).

 

Di un paio non si capisce molto, l'unico che si salva è l'ultimo....ma il punto di vista non è quello didattico.

 

Se eventualmente avete da segnalare testi di grandi didatta compositori, questo è il momento di elencarli...

 

Buona musica

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Note d'apprendistato di Boulez!

ho ascoltato il brano di Einaudi proposto, lo trovo noiosissimo, perchè dovrebbe rappresentare un qualche cosa? Secondo me non c'è nessuno squarcio fra musica pop e musica colta, semplicemente perchè sono due cose diverse, così come il reggae non deve riunirsi con la musica jazz.

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A parte che presumo manca un "non", in realtà non è una mia invenzione questo principio didattico ... magari l'avessi inventato e descritto io in un mio testo.

 

 

No Frank, non manca il non, volevo proprio affermare che sono d'accordo con quello che hai scritto! avrei anche voluto sottolineare il fatto che sono indirizzi di varie teorie didattiche, ma l'hai fatto al posto mio. Ciò nonostante ho citato l'esempio dell'accademia per dire che ogni caso può fare storia a sé.

Ma il succo del mio intervento era tutt'altro, e purtroppo come al solito non è passato, mea culpa :( .

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Studiato è un parolone, l'ho letto 2 volte, contiene Stravinsky rimane Schoenberg è morto e naturalmente i punti di vista sul ruolo del compositore secondo Boulez. E poi parla di tecniche compositive ad esempio relative al ritmo ( desunte da Messiaen), relative alle altezze, parla del Marteau... Ma per quanto in biblioteca l'abbia già preso due volte credo che lo prenderò una terza per rinfrescarmi la memoria ;)

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Feldman scrive:

"La Storia si ripete!Come hanno criticato Bruckner criticano Einaudi e chi come lui non si adegua alle regole delle Riserve. Ma è la Storia che decide, non l'accademismo"

 

A meno che tu sia la Storia in persona mi chiedo come si possa essere così certi che sarà Einaudi a passare alla storia e non Donatoni (ad esempio) ;) e poi mi sembra un discorso dettato da gusti personali e un po' generico. Ci sono sempre stati coloro i quali non abbandonano la scuola che li ha formati e non riescono (o più semplicemente non sono in grado) di dar vita ad una loro personale estetica ed in passato sarà successo esattamente come può succedere ora. Per questo non riesco a vedere il problema, perchè a me sembra che il problema non esista: i sostenitori dell'accademicismo puro e semplice non hanno mai lasciato il segno e probabilmente non lo lasceranno mai . Ma non esistono soltanto loro al mondo, non è che tutti gli alunni di Solbiati, Sciarrino, Lachenmann, Murail, non fanno altro che ricopiare le opere dei loro maestri, mi sembra un'ovvietà

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Feldman scrive:

"La Storia si ripete!Come hanno criticato Bruckner criticano Einaudi e chi come lui non si adegua alle regole delle Riserve. Ma è la Storia che decide, non l'accademismo"

 

A meno che tu sia la Storia in persona mi chiedo come si possa essere così certi che sarà Einaudi a passare alla storia e non Donatoni (ad esempio) ;) e poi mi sembra un discorso dettato da gusti personali e un po' generico. Ci sono sempre stati coloro i quali non abbandonano la scuola che li ha formati e non riescono (o più semplicemente non sono in grado) di dar vita ad una loro personale estetica ed in passato sarà successo esattamente come può succedere ora. Per questo non riesco a vedere il problema, perchè a me sembra che il problema non esista: i sostenitori dell'accademicismo puro e semplice non hanno mai lasciato il segno e probabilmente non lo lasceranno mai . Ma non esistono soltanto loro al mondo, non è che tutti gli alunni di Solbiati, Sciarrino, Lachenmann, Murail, non fanno altro che ricopiare le opere dei loro maestri, mi sembra un'ovvietà

 

Ma infatti Donatoni non deve passare alla Storia, scusa... è già passato!

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Chi vuol capire capisce :P

 

scusa, so bene che molti allievi di chi hai nominato non ricopiano. Non si tratta di ricopiare o imitare, si tratta di mantenersi fedelissimi alla linea del proprio Maestro anziché prendere le distanze. Beethoven ha preso le distanze dallo stile classico di Haydn, allo stesso tempo non ne ha dimenticato la lezione come dimostrano le relazioni tra i due nelle partiture.

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Giusto per chiudere un po' il cerchio: di Haydn e Beethoven ce ne sono pochi, come del resto ce ne sono pochi di Messiaen e Grisey. Come Donatoni ce ne sono pochi...quelli dopo di lui non sono al suo pari, inutile neanche annoverarli :)

 

Di solito l'allievo supera il maestro...nel caso di Donatoni il Meastro non è stato superato, anzi...forse ha passato agli allievi i suoi vizietti antididattici...ecco come nasce una setta, una casta. :)

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scusa, so bene che molti allievi di chi hai nominato non ricopiano. Non si tratta di ricopiare o imitare, si tratta di mantenersi fedelissimi alla linea del proprio Maestro anziché prendere le distanze.

A me sembra che Frank l'abbia spiegato benissimo, se sei un aspirante compositore e hai delle idee, vai a lezione per renderle credibili e svilupparle...non c'è da prendere nessuna distanza se il tuo maestro non ti si avvicina e fiata sul collo o ti dice che si scrive alla lettera così e basta ... se non prende il tuo materiale e ti dice buttalo e te ne fa usare uno a sua misura e immagine e somiglianza.

 

Se invece non ha idee...o l'aspirante compositore è un interprete che vuole studiare composizione per capire cosa c'è dietro le note o sarà un compositore fallito, meglio dirglielo subito :)

 

Dov'è il problema? A me sembra limpidissimo...

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Giusto per chiudere un po' il cerchio: di Haydn e Beethoven ce ne sono pochi, come del resto ce ne sono pochi di Messiaen e Grisey. Come Donatoni ce ne sono pochi...quelli dopo di lui non sono al suo pari, inutile neanche annoverarli :)

Haydn, Beethoven e tutti gli altri sono dei giganti, senza ombra di dubbio. Ma erano uomini come noi.

Con questo non voglio dire che dobbiamo convincerci di avere una musicalità e capacità pari o superiori alle loro, ma non dobbiamo farci sottomettere dalla loro grandezza, semmai anche se restiamo compositori di serie B dobbiamo sempre prendere esempio da loro e aspirare alla serie A! :) E prendere esempio vuol dire capire in che modo si sono rapportati con la musica e con il loro tempo, in questo senso mi riferivo al "prendere le distanze".

 

La storia è un ciclo continuo che si ripete, una "forma a pannelli" dove un groviglio di relazioni viene iterato nel corso dei secoli con una rilettura sempre diversa, corsi e ricorsi: l'avanguardia del secondo '900 (mi riferisco a Donatoni, Berio, Boulez, Cage, Maderna, Nono, Penderecki, Stockausen, Ligeti, etc.) non è stata solo importante ma fondamentale per spurgare ma musica da stilemi tardoromantici che avevano fatto il loro tempo, la dodecafonia della Seconda Scuola di Vienna è stato un buon punto di partenza per "prendere le distanze", no? Da lì (dal famoso "Schoenberg è morto") le estetiche dell'avanguardia europea della seconda metà del '900: strutturalismo (Boulez), Alea (il negativo, con Cage), Spettralismo, Musica Stocastica (Xenakis), minimalismo come reazione. Tutto questo era bellissimo, un progressismo contro i reazionari dell'epoca che rappresentavano l'accademismo. Ora il ciclo si ripete: gli allievi di quelli che hanno fatto l'avanguardia hanno raccolto l'eredità dei loro maestri trasformandola in nuovo accademismo; quest'eredità ha la stessa funzione che al tempo di Boulez aveva la musica di stampo tardoromantico, una chiusura accademica, relegata alle nicchie dei conservatori, alle cosiddette "Riserve" (se Donatoni ha usato questo termine vuol dire che era consapevole di come stavano andando le cose).

 

Di solito l'allievo supera il maestro...nel caso di Donatoni il Meastro non è stato superato, anzi...forse ha passato agli allievi i suoi vizietti antididattici...ecco come nasce una setta, una casta. :)

 

Hai espresso in una riga e mezzo il mio pensiero, ti ringrazio. :)

Donatoni ha portato l'antiacaddemismo nell'accademia, le lezioni serali che teneva al conservatorio di Milano aperte ai giovani compositori sono l'esempio. Lo stesso ha fatto Sciarrino quando ha insegnato nei conservatori (lui, anti accademico che proveniva da un percorso formativo da autodidatta). Stessa cosa si può dire di Messiaen... così facendo cos'è successo? All'interno delle istituzioni accademiche gli allievi di questi grandi compositori hanno rifondato un "nuovo accademismo". In Italia, a fine '800, le partiture di Verdi, anti accademico per eccellenza, erano un esempio per gli allievi di composizione. La novità è causa dell'accademismo e l'accademismo è causa della novità, si tratta di una reazione a catena.

La frattura con il pubblico non è una prerogativa della musica di oggi, era una prerogativa delle avanguardie ed era giusto così, si trattava di una rivoluzione (non evoluzione) importantissima, indispensabile. Oggi invece in recupero del contatto diretto con il pubblico è fondamentale (non assecondare furbescamente il pubblico, che è prerogativa del Festivalbar).

Purtroppo i compositori delle riserve non hanno il coraggio di proporsi ad un pubblico. Non costa nulla: prendano i loro pezzi da eseguire in una normale manifestazione culturale. Forse hanno paura dei fischi, nulla di più sbagliato! Ogni compositore onesto dovrebbe essere preparato a qualsiasi reazione da parte degli ascoltatori, applausi o pomodori che siano. Invece è meglio restare chiusi nella propria nicchia, "al calduccio", al riparo dal giudizio dei comuni mortali. Ma andiamo! Beethoven si è preso i fischi, era un compositore libero (anche dai limiti imposti dalla committenza, limiti che tuttora sussistono in certe commissioni di musica "contemporanea"... e questi hanno il coraggio di prendere Beethoven e Stravinskij come esempi per la loro poetica!) ma non si è mai rifiutato di proporre le sue musiche al pubblico (va bene, l'ultimo periodo possiamo passarlo, ok. Ma è un periodo, non una regola da seguire. Ogni artista dovrebbe fare un percorso sempre diverso, con stimoli, situazioni e condizioni sempre diverse, un percorso in cui è possibile tracciare un'evoluzione, no?)

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A me sembra che Frank l'abbia spiegato benissimo, se sei un aspirante compositore e hai delle idee, vai a lezione per renderle credibili e svilupparle...non c'è da prendere nessuna distanza se il tuo maestro non ti si avvicina e fiata sul collo o ti dice che si scrive alla lettera così e basta ... se non prende il tuo materiale e ti dice buttalo e te ne fa usare uno a sua misura e immagine e somiglianza.

Questo cosa c'entra, scusa? Qui non si parla di lezioni ma della situazione musicale di quest'epoca. Le lezioni sono importanti, e quindi?

Se invece non ha idee...o l'aspirante compositore è un interprete che vuole studiare composizione per capire cosa c'è dietro le note o sarà un compositore fallito, meglio dirglielo subito :)

 

il Maestro non potrà mai dire all'allievo se sarà un compositore fallito (salvo casi in cui l'allievo non dimostri un minimo di capacità creative)

Dov'è il problema? A me sembra limpidissimo...

 

Tu stai parlando di didattica, non di composizione.

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Dato che il punto di partenza di questo argomento è Ludovico Einaudi, spesso ci si imbatte in stupide interviste in cui i giornalisti chiedono "come hai fatto colazione stamattina?" oppure "anche tu mangi la torta al cioccolato come Allevi?" o ancora "ti piace suonare?"... :huh:

 

Finalmente un'intervista coi fiocchi da ONDAROCK in cui Einaudi parla della sua poetica, delle influenze e, badate bene, della situazione musicale oggi. Praticamente il suo pensiero riguardo ciò di cui stiamo parlando in questi giorni. :) Molto interessante.

http://www.ondarock....vicoeinaudi.htm

 

Cito una sua risposta che riflette esattamente il mio pensiero:

 

 

In che modo la sua musica ha acquistato quelle connotazioni "popular" che la fanno apprezzare anche al pubblico refrattario alla "classica"?

Anche in questo caso, la svolta fu al termine dei miei studi di composizione. In quel momento, mi trovai stretto nella cornice della "classica" contemporanea: un luogo chiuso, per soli addetti ai lavori, in cui le mie passioni musicali sarebbero rimaste escluse. Mi sentii soffocare. Decisi allora di intraprendere un'altra strada, aprendo le porte a ciò che ho sempre amato, tutte quelle esperienze musicali che mi hanno formato e poi accompagnato nel corso della mia vita: a partire dalle canzoni popolari francesi che mi faceva ascoltare mia madre da bambino; poi i Beatles e Rolling Stones che scoprii grazie a mia sorella; in seguito l'approccio alla musica jazz, l'approfondimento di altre culture grazie al viaggio in Africa; la musica elettronica che ho esplorato collaborando con i fratelli Lippok; fino alla più recente esperienza de "La notte della Taranta", in Puglia, in cui ho invitato parecchi artisti provenienti da culture diverse. Il mio alfabeto musicale si nutre di tutto ciò: la musica popolare è il sangue che scorre dentro le mie vene.

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Tu stai parlando di didattica, non di composizione.

 

...e in effetti mi sembra che dal maestro di compisizione si vada (a lezione) per imparare. Più didattica di questa :) ... se l'allievo è già "imparato" o ha finito di acquisire quello che c'è da sapere in termini di tecnica...è bene che dia sfoggio di quello che sa fare senza la mammina che lo accudisce fino a 40 anni ;) (Forse c'era pure un topic di Valchiria a tal proposito...)

 

Inoltre la didattica solitamente è la madre di tutti i problemi, parli di casta, di circoli chiusi, dove si viene promossi se si scrive come il maestro...e non se si è autonomi se si professa la propria fede, una fede (una linea, così la chiami tu) diversa dal tuo maestro ;)

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Il tuo pensiero allora è la contaminazione?

Traspare in più post di Feldman la voglia di cacciare emblema da seguire...Einaudi ha trovato un suo modo di fare musica e non è che la "contaminazione" sia sto colpo di genio....

 

La domanda vera è: "perchè voler a forza copiare gli altri?", non si può essere se stessi? Feldman, vuoi superare il tuo maestro? Scrivi la tua musica ed obbligalo ad aiutarti a renderla credibile. :)

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Il tuo pensiero allora è la contaminazione?

 

Sono convinto che questa sia l'epoca della contaminazione, anche perché se noti i generi musicali sono più che frammentati. Mentre prima era possibile fare delle distinzioni nette, ora abbiamo generi e sottogeneri, e sottogeneri ancora più piccoli! Questo mondo frammentato non ci permette più di mettere etichette ad ogni cosa, al contrario è il presupposto per una "condensazione" di tutto tramite contaminazione. Luciano Berio aveva intuito che dopo il suo periodo storico la contaminazione avrebbe preso sempre più piede, questo è dimostrato anche da fatto che il Jazz sta inglobando esperienze musicali di ogni tipo a differenza di prima.

Ho preso Einaudi solo come esempio, certo non credo sia il salvatore della patria o cose simili! :) Dico solo che la sua strada e il suo pensiero sono quelle che, secondo me, creano il profilo del compositore del 2013 (invece altri compositori si sforzano di scrivere nel 2013 e contemporaneamente nel 1985).

Quindi la risposta è si, il mio pensiero è la contaminazione. :)

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...e in effetti mi sembra che dal maestro di compisizione si vada (a lezione) per imparare. Più didattica di questa :) ... se l'allievo è già "imparato" o ha finito di acquisire quello che c'è da sapere in termini di tecnica...è bene che dia sfoggio di quello che sa fare senza la mammina che lo accudisce fino a 40 anni ;) (Forse c'era pure un topic di Valchiria a tal proposito...)

 

Inoltre la didattica solitamente è la madre di tutti i problemi, parli di casta, di circoli chiusi, dove si viene promossi se si scrive come il maestro...e non se si è autonomi se si professa la propria fede, una fede (una linea, così la chiami tu) diversa dal tuo maestro ;)

 

Dal Maestro si imparano delle tecniche e si impara un metodo di studio, di ricerca e di lavoro. Il resto lo si deve fare in totale autonomia. Essendo la composizione un'attività creativa e artigianale, i'esperienza didattica con il Maestro è un po' come l'apprendistato di ogni buon artigiano.

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