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Piano Concerto - Forum pianoforte

Ludovico Einaudi, Minimalismo e Contemporanea


Feldman
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Vorrei raccontare la mia esperienza in termini di tecnica, qualche hanno fa ho seguito una master class dove si parlava di composizione per orchestra di fiati e un compositore di professione illustrava i tipi di dialoghi più "funzionanti" attraverso i suoi brani.

 

Premesso che la master class era aperta anche a direttori, devo dire da compositore, che sta musica non era così smaliante e il docente avrebbe fatto più bella figura mostrando le stesse situazioni di fatto referenziando brani di compositori più importanti.

Almeno questo avrei preferito io :) In effetti mi ha lasciato ben poco...e "studiavamo" :rolleyes: la sua musica.

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Centra che Allevi si dichiara contrario alla Casta e scrive brani che si chiamano l'angelo Ribelle.

 

Praticamente fa gli stessi tuoi discorsi, di lui però conosciamo la musica e sappiamo che è più bravo come filosofo che come musicista nel senso che di fondo ha ragione ma i mezzi sono quelli di un musicista pop...di te non abbiamo ancora ascoltato nulla :)

 

Garuti lo conosco bene...per cui...non ho capito qual'è il problema. Fra l'altro è un compositore molto preparato e attento al suono ...dico, ma la tua musica qual'è?

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A proposito dei maestri dei maestri, a parte Donatoni e Bettinelli, molti di Milano (visto che mi sembra che a quel tempio di riferisci) sono passati anche da Brian Ferneyhough: Melchiorre, Garuti, Brusa, etc.

 

Del resto, frequentando i centri di Parigi, Colonia e Darmstadt non è difficile avere una preparazione abbastanza "condivisa"...ovvio, poi siamo figli di quello che ascoltiamo...etc.

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Centra che Allevi si dichiara contrario alla Casta e scrive brani che si chiamano l'angelo Ribelle.

 

Praticamente fa gli stessi tuoi discorsi, di lui però conosciamo la musica e sappiamo che è più bravo come filosofo che come musicista nel senso che di fondo ha ragione ma i mezzi sono quelli di un musicista pop...di te non abbiamo ancora ascoltato nulla :)

 

Garuti lo conosco bene...per cui...non ho capito qual'è il problema. Fra l'altro è un compositore molto preparato e attento al suono ...dico, ma la tua musica qual'è?

 

Prima o poi la pubblicherò anche su Internet, anzi, ho un'esecuzione il 27, credo inserirò un video a breve.

Comunque, non m'interessa il giudizio di nessuno, neanche le critiche. Accetterei critiche solo se accompagnate da un'analisi di 50 pagine, diversamente non m'interesserebbero. M'interessa che la mia musica faccia il suo dovere sul piano espressivo.

Poi non sono contrario alla Casta, c'è, esiste e basta. Semplicemente non la condivido. :) Se poi tu ne fai parte, buona fortuna e... figli maschi! :D

 

ps. nessun problema, è l'oggetto del thread, no? Non so, sinceramente ti da fastidio sentirti dire che la "Casta" come la chiami tu non va bene?

Capirai, se uno fa una scelta avrà le sue ragioni, no? Codardia o no, se certi compositori seguono una linea precisa sono fatti loro. Mi da fastidio quando criticano chi non la pensa come loro, allora mi da molto fastidio, si.

 

Riguardo Allevi, si può anche non condividere la sua musica, odiarla e schifarla, io penso che da parecchio tempo si sia "venduto" alla discografia (i primi album pubblicati con Jovanotti hanno dei pezzi interessanti) ma se lui ha fatto una scelta avrà la sue ragioni.

Poi le critiche ci sono, uno se le prende. L'importante è che la critica sia ragionata con comparazioni e relazioni, altrimenti ha un valore nullo.

Criticare un brano di Allevi vuol dire prenderlo, analizzarlo, fare una comparazione con altri brani e provare la critica con relazioni logiche e oggettive. Chi non fa questo, come fa a criticare? Mi pare impossibile.

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Capirai, se uno fa una scelta avrà le sue ragioni, no? Codardia o no, se certi compositori seguono una linea precisa sono fatti loro. Mi da fastidio quando criticano chi non la pensa come loro, allora mi da molto fastidio, si.

 

Sai a me che me frega della Casta, io sono il più tradizionalista dei tradizionali...per me esiste solo il mondo del discreto (il totale cromatico). Il continuo è stata una bella trovata che ormai a stufato anche i muri...non mi dire che c'è ancora qualcuno che infarcisce di glissandi i pezzi; lasciamo perdere il mondo del rumore (come la chiamano i dotti, il mondo della musica concreta). Io sono musicista, a me interessa la musica :)

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Sai a me che me frega della Casta, io sono il più tradizionalista dei tradizionali...per me esiste solo il mondo del discreto (il totale cromatico). Il continuo è stata una bella trovata che ormai a stufato anche i muri...non mi dire che c'è ancora qualcuno che infarcisce di glissandi i pezzi; lasciamo perdere il mondo del rumore (come la chiamano i dotti, il mondo della musica concreta). Io sono musicista, a me interessa la musica :)

 

anche a me! :)

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Vedi Red, Feldman (utente) vuole esprimersi nel totale cromatico e il suo maestro probabilmente al posto di puntare a sviluppare il suo talento nell'ambito che gli interessa punta a fargli cambiare natura.

 

Altrimenti non mi spiegherei questo topic ...anche se mal celato all'inizio, sempre più chiaro...dopo...

 

Al posto di fargli vedere la sua musica, magari il suo maestro può fargli vedere e studiare la musica dei grandi compositori che si sono espressi nel totale cromatico ed eventualmente spignere il talento di Feldman (utente) nella direzione a lui più idonea.

 

Certo, gli avranno detto che prenderà 18 agli esami, che non avrà esecuzioni dei loro circoli, etc. se si converte però si apriranno le porte del "paradiso".

 

Vedi, il mio non è pudore verso la mia musica, che come dice Valchiria anche il fruttarolo sotto casa mia (tanto di cappello) può reperire comodamente .... è il rispetto per l'indole di chi ho per un modo o per un altro sotto le mani, che mi paga, e ripone il suo talento nella mia più o mena spiccata capacità didattica di insegnargli qualcosa.

 

Se poi ama anche la mia musica, ben venga...per me è un ascoltatore, se ha voglia si analizza la mia musica e tira le sue conclusioni.

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Feldman, quindi questo thread è nato in contrapposizione al tuo insegnante che ti fa studiare la sua musica al posto di quella dei grandi compositori?

 

Assolutamente no, questa è una congettura inventata da qualcuno (Frank? :blink: )

Il mio insegnante non mi fa studiare la sua musica, assolutamente! Il thread è nato per parlare della situazione musicale oggi, di come la musica è cambiata dalle avanguardie in poi. Non capisco dove volete andare a parare! Cosa c'è di così fastidioso nei miei commenti? Mi sono limitato a dire come la penso e a dire come stanno le cose. Ve lo chiedo in tutta onestà e sincerità.

Un'altra cosa: non mi lascio minimamente condizionare dalle scuole, quindi non avrei mai problemi di questo tipo.

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Assolutamente no, questa è una congettura inventata da qualcuno (Frank? :blink: )

Più che congettura mi sembra che ci siano troppi discorsi insieme in questo topic e probabilmente sarò l'unico, ma fatico a seguirlo

 

 

 

non mi lascio minimamente condizionare dalle scuole, quindi non avrei mai problemi di questo tipo.

E fai bene, a scuola si impara la tecnica...conserva le tue idee e mettile a frutto

 

 

Il mio insegnante non mi fa studiare la sua musica, assolutamente!

... sarà un altro "pudico"

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Ah, meno male! :) Non è assolutamente mia intenzione fare della polemica, il fatto è che si tratta di argomenti abbastanza delicati e complessi, che riguardano il nostro presente;pensavo fosse una questione interessante da sviluppare e sono nate delle argomentazioni molto varie e ricche di spunti e informazioni.

Frank, ti volevo dire che comunque il mio Maestro ogni tanto mi dice "guarda pure" e mi fa vedere le sue partiture quando le ha sotto mano... ma una volta gli chiesi di farmele vedere e mi disse di no che non ne avevo bisogno. All'inizio ci rimasi male, poi capii che questo può creare condizionamenti difficili da eliminare.

Il lavoro di analisi su brani di altri è intenso, quello si.

Credo che il fatto di prendere le distanze dal proprio Maestro nasca anche da un'esigenza interiore di esprimersi con autonomia.

Il brano che sto scrivendo ora, ad esempio, è basato su materiale modale di derivazione pop/rock. Ebbene, il suo sviluppo è basato su procedimenti strutturali che hanno molto a che vedere con Donatoni, quindi per me è già un modo di prendere le distanze da qualcosa senza rinnegarla definitivamente, ma raccogliendone l'eredità. Questo mi stimola ad interessarmi ogni giorno alle partiture del '900.

 

Una volta un insegnante mi disse "ma la musica contemporanea no, ci arriverai, ma come fai a fare un salto così! Ma no, le cose le impariamo da Beethoven". E' vero, Beethoven è una miniera da sfruttare, il problema è che vivo nel 2013 e, per forza di cose, la musica che sento più vicina a me è quella della seconda metà del '900, quindi è inevitabile lasciarsi influenzare ed interessarsi. Poi è chiaro, lo studio accademico del contrappunto e della fuga è fondamentale, chi lo nega? Ma limitarsi a quello credo non sia sufficiente oggi.

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Non riuscendo a dire tutto quello che vorrei dire, parto dall'inizio: Einaudi.

A me Einaudi non piace particolarmente. E non lo considero la punta di diamante del post-minimalismo. Magari Feldman (utente) non lo sa, ma io sono un grande estimatore del minimalismo storico e di molti autori e composizioni in vario modo post-minimalisti. Gli "esperti" tendono a criticare questo termine, post-minimalismo, perché da almeno 30 anni è servito come passepartout per una serie infinita di diversi stili e ricerche. Ecco, molti di questi stili o microgeneri, secondo me, sono ormai lontani dall'ambito della musica cosiddetta classica o classica contemporanea. E' musica colta, musica "fringe", di frontiera, ma dire che Einaudi è stato allievo di Berio non basta ad inserirlo in un discorso di alternative alla musica di ricerca.

Lo stesso discorso sullo iato tra pop e "classica" non mi piace, perché oggi il "pop" non è alternativo alla classica. E' alternativo ha una marea di generi diversi, tra cui moltissimi sottogeneri del rock. Burzum è pop? DJ Spooky è pop? John Zorn è pop? Nessuno di loro fa "classica", con le immancabili virgolette, ma non per questo possono essere considerati popular. Lo scontro tra classica e pop è un mito fondatore dell'avanguardia musicale "classica", non è un problema di per sé, è un problema nel momento in cui lo poniamo come problema.

Quello di cui sotto sotto si sta parlando non è il "pop" inteso come genere musicale ovvero definibile da caratteristiche MUSICALI ma il pop come dimensione fruizionale, definita probabilmente da percentuali di vendita o di conoscenza. E qui il problema è ben più vasto. Mozart vende più o meno di Lady Gaga? Beh, Mozart HA VENDUTO negli anni sicuramente più di Lady Gaga, è più conosciuto (ha avuto più tempo per farsi conoscere) e lo sarà anche in futuro. Ivan Fedele vende più o meno di Lady Gaga? Di certo vende di meno, ma ha delle entrate, ha la possibilità di sopravvivere e fare il suo lavoro, come tutti, e se volesse entrare in una logica di mercato farebbe cose diverse da quelle che fa. E quindi, in un certo senso, non sarebbe più Ivan Fedele.

Cosa dovrebbe fare Ivan Fedele per entrare in competizione con Lady Gaga? Dovrebbe fare come Einaudi? E cosa ha fatto Einaudi per entrare in competizione con Lady Gaga? Dal mio punto di vista le possibili scelte di Einaudi sono state due: fare quello che voleva, da un punto di vista estetico, e avere avuto "fortuna"; oppure fare scelte commerciali, in senso commerciale, e andarsi a cercare la fortuna. Io non do giudizi di valore, sono una persona che crede profondamente nel professionismo, e per me fare successo non è un peccato, è sintomo di capacità ben sfruttate. Ma se parliamo di popolarità musicale in termini di popolarità COMMERCIALE, allora escludiamo a priori una serie di stili e generi. Non possiamo "colpevolizzare" Xenakis per aver fatto quello che gli piaceva e non possiamo incensare Einaudi per aver fatto quello che gli piaceva. Unire il giudizio morale alla critica estetica significa di fatto dire che Xenakis aveva una oscura ragione per fare la sua musica (ovvero, voleva uccidere la musica classica, come molti stupidi continuano ad affermare) e allo stesso tempo affermare che anche Einaudi aveva secondi fini per scrivere quello che ha scritto (ovvero, fare soldi e diventare famoso).

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