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Piano Concerto - Forum pianoforte

Ludovico Einaudi, Minimalismo e Contemporanea


Feldman
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Non riuscendo a dire tutto quello che vorrei dire, parto dall'inizio: Einaudi.

A me Einaudi non piace particolarmente. E non lo considero la punta di diamante del post-minimalismo. Magari Feldman (utente) non lo sa, ma io sono un grande estimatore del minimalismo storico e di molti autori e composizioni in vario modo post-minimalisti. Gli "esperti" tendono a criticare questo termine, post-minimalismo, perché da almeno 30 anni è servito come passepartout per una serie infinita di diversi stili e ricerche. Ecco, molti di questi stili o microgeneri, secondo me, sono ormai lontani dall'ambito della musica cosiddetta classica o classica contemporanea. E' musica colta, musica "fringe", di frontiera, ma dire che Einaudi è stato allievo di Berio non basta ad inserirlo in un discorso di alternative alla musica di ricerca.

 

Einaudi è il primo che non si definisce minimalista proprio perchè non lo è, del resto il minimalismo e il post-minimalismo non esistono, altrimenti dovremmo parlare di post-donatonismo, post-ligetismo, post-lachenmannismo, post-bettinellismo, post-strutturalismo e altri 200.000 post, no?

Credo invece che tra le sue tante influenze vi sia anche il minimalismo, in particolare quello da qualcuno definito "annacquato" di Glass, Nyman e Adams.

Poi non capisco cosa intendi per musica di ricerca. Ogni artista nel suo ambito fa un determinato tipo di ricerca, quindi non sono assolutamente d'accordo con questa etichetta.

Lo stesso discorso sullo iato tra pop e "classica" non mi piace, perché oggi il "pop" non è alternativo alla classica. E' alternativo ha una marea di generi diversi, tra cui moltissimi sottogeneri del rock. Burzum è pop? DJ Spooky è pop? John Zorn è pop? Nessuno di loro fa "classica", con le immancabili virgolette, ma non per questo possono essere considerati popular. Lo scontro tra classica e pop è un mito fondatore dell'avanguardia musicale "classica", non è un problema di per sé, è un problema nel momento in cui lo poniamo come problema.

 

Ma infatti non sussiste, dato che questo "iato" era vivo nel periodo delle avanguardie, ora la contaminazione ha come oggetto l'opposto della differenza.

Bisognerebbe riflettere sul concetto di "pop", dato che si usano tanto le definizioni: pop sta per "popolare" quindi anche Mozart ed Haendel dovrebbero esserlo. Allora proviamo specificare: pop leggero? 883. pop rock? Bob Dylan e tanti altri grandi che non sto ad elencare. Rock? Già siamo in un ambito meno pop, per appassionati e con diramazioni sempre più specifiche. Ecco cosa intendo per frantumazione dei generi. Oggi un compositore ha la possibilità di fondere più elementi provenienti da aree diverse ma con punti in comune; per contaminazione non intendo la banale riproposizione di una cosa pop o rock con l'orchestra o con un organico cameristico, bensì una cosa più complessa, ovvero la fusione di procedimenti strutturali, logici di generi musicali diversi, una sintesi che tenga conto delle capacità percettive del pubblico e delle esigenze concettuali del compositore.

Quello di cui sotto sotto si sta parlando non è il "pop" inteso come genere musicale ovvero definibile da caratteristiche MUSICALI ma il pop come dimensione fruizionale, definita probabilmente da percentuali di vendita o di conoscenza. E qui il problema è ben più vasto. Mozart vende più o meno di Lady Gaga? Beh, Mozart HA VENDUTO negli anni sicuramente più di Lady Gaga, è più conosciuto (ha avuto più tempo per farsi conoscere) e lo sarà anche in futuro. Ivan Fedele vende più o meno di Lady Gaga? Di certo vende di meno, ma ha delle entrate, ha la possibilità di sopravvivere e fare il suo lavoro, come tutti, e se volesse entrare in una logica di mercato farebbe cose diverse da quelle che fa. E quindi, in un certo senso, non sarebbe più Ivan Fedele.

 

E' sempre legato ad un "mercato", certo non quello di Vasco Rossi, ma sicuramente quello di nicchia dell' élite. Questo perchè è uno dei "favoriti".

Cosa dovrebbe fare Ivan Fedele per entrare in competizione con Lady Gaga? Dovrebbe fare come Einaudi? E cosa ha fatto Einaudi per entrare in competizione con Lady Gaga? Dal mio punto di vista le possibili scelte di Einaudi sono state due: fare quello che voleva, da un punto di vista estetico, e avere avuto "fortuna"; oppure fare scelte commerciali, in senso commerciale, e andarsi a cercare la fortuna. Io non do giudizi di valore, sono una persona che crede profondamente nel professionismo, e per me fare successo non è un peccato, è sintomo di capacità ben sfruttate. Ma se parliamo di popolarità musicale in termini di popolarità COMMERCIALE, allora escludiamo a priori una serie di stili e generi.

 

La popolarità non si deve cercare, arriva da sola e dipende da come lavori e da cosa proponi. Se uno evita il pubblico è ovvio che non la ottiene, o se la ottiene rimane comunque un intellettualoide legato ad una "casta".

Non possiamo "colpevolizzare" Xenakis per aver fatto quello che gli piaceva e non possiamo incensare Einaudi per aver fatto quello che gli piaceva. Unire il giudizio morale alla critica estetica significa di fatto dire che Xenakis aveva una oscura ragione per fare la sua musica (ovvero, voleva uccidere la musica classica, come molti stupidi continuano ad affermare) e allo stesso tempo affermare che anche Einaudi aveva secondi fini per scrivere quello che ha scritto (ovvero, fare soldi e diventare famoso).

 

Parlare di Xenakis significa parlare della musica di quanti anni fa? Credo sia inutile, le avanguardie appartengono al passato e non si possono prendere come esempio oggi, epoca con condizioni completamente diverse!

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Feldman dice (in breve) " per contaminazione intendo la fusione di procedimenti strutturali, logici di generi musicali diversi, una sintesi che tenga conto delle capacità percettive del pubblico e delle esigenze concettuali del compositore. "

 

Mi puoi fare qualche esempio? detta così è una frase che vuol dire tutto e niente allo stesso tempo.

Ivan Fedele ha scritto un brano in cui il solista è il tamburello pugliese, Gervasoni ha utilizzato il fado (in un'altra maniera) e ce ne saranno di sicuro molti altri, ma mi sembra che tu non ti voglia riferire a compositori come loro. Nemmeno a Romitelli che sia in Index of metals che in Professor Bad Trip contamina! e pure Verrando in Tryptich. Ma forse in alcuni casi sono solo citazioni...

Se posso fare un esempio io, laterale alla "contemporanea di matrice classica" , Erykah Badu rappresenta un nome in cui c'è molta contaminazione, dalla musica soul all'hip hop, dall'elettronica al reggae, jazz e quant'altro. A me piace moltissimo!

 

Ciò che io trovo scorretto ( se la parola scorrettezza può andare bene) è il presupposto che sembra essere alla base del tuo pensiero : il tuo gusto personale. E mi sembra evidente perchè nell'insieme trovo il discorso piuttosto fumoso ed in genere i discorsi sono fumosi quando ci va di mezzo il gusto.

Dici: " se uno evita il pubblico è ovvio che non la ottiene (la popolarità), o se la ottiene rimane comunque un intellettualoide legato ad una "casta". "Per quale ragione decidi tu che se uno ottiene popolarità è un intellettualoide legato ad una casta? A chi ti riferisci? Non riesco a capire.

Un'ultima cosa, probabilmente un'enorme banalità: dici che Romitelli lo ascoltano in 3 a Parigi mentre Einaudi lo ascoltano di qua e di là (perdonami se sintetizzo quello che dici così brutalmente ma a fare copia incolla ci perdo un'ora) . è forse sintomo di grandezza? Secondo questo ragionamento Sokurov è pessimo e i Vanzina sono i migliori, Philip Roth è pessimo e 100 sfumature di grigio è il meglio che ci sia.

Mah!

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Feldman dice (in breve) " per contaminazione intendo la fusione di procedimenti strutturali, logici di generi musicali diversi, una sintesi che tenga conto delle capacità percettive del pubblico e delle esigenze concettuali del compositore. "

 

Mi puoi fare qualche esempio? detta così è una frase che vuol dire tutto e niente allo stesso tempo.

Ivan Fedele ha scritto un brano in cui il solista è il tamburello pugliese, Gervasoni ha utilizzato il fado (in un'altra maniera) e ce ne saranno di sicuro molti altri, ma mi sembra che tu non ti voglia riferire a compositori come loro. Nemmeno a Romitelli che sia in Index of metals che in Professor Bad Trip contamina! e pure Verrando in Tryptich. Ma forse in alcuni casi sono solo citazioni...

Se posso fare un esempio io, laterale alla "contemporanea di matrice classica" , Erykah Badu rappresenta un nome in cui c'è molta contaminazione, dalla musica soul all'hip hop, dall'elettronica al reggae, jazz e quant'altro. A me piace moltissimo!

 

No, no scusami ci stiamo fraintendendo e lo capisco dato che sono questioni difficili da trattare e anche spiegare.

Tra poco metto gli esempi concreti. Dico solo che Romitelli, Gervasoni e Fedele si sono limitati ad usare strumenti popolari, purtroppo non intendevo questo.

Se tu prendi uno stereotipo accordale del rock (una sequenza di accordi ad esempio) e la usi come materiale di partenza puoi svilupparlo utilizzando delle varianti ritmiche applicabili ad altri parametri, puoi bloccare l'armonia e lavorare sul resto, puoi costruire delle strutture motiviche e da queste far derivare altre strutture da utilizzare in seguito. Se fai questo hai un elemento che già è presente nella memoria collettiva delle persone ed è facilmente codificabile (il materiale), hai la possibilità di svilupparlo secondo le tue esigenze tecniche ed espressive (in questo senso hai uno stimolo per la ricerca), allo stesso tempo mantenendo una buona affinità con il materiale di partenza (senza distruggerlo, s'intende) faciliti l'ascolto in termini percettivi e di intelligibilità (naturalmente puoi inserire episodi dove si richiede più o meno attenzione, questo potrebbe favorire all'interno dello stesso pezzo delle possibilità per lo sviluppo progressivo della capacità percettive). Se a questo aggiungi una certa libertà nella scelta degli strumenti (che so, metti la chitarra elettrica) e dell'elettronica stai instaurando una relazione con il pubblico senza lasciarti condizionare dalle facilonerie (altra cosa è scrivere un pezzo usando la forma della canzone, usando una melodia ruffiana e stereotipi giustapposti qua e la', in questo modo non si riscatta l' elementarità del materiale di base e non c'è alcun tipo di ricerca).

 

 

Ciò che io trovo scorretto ( se la parola scorrettezza può andare bene) è il presupposto che sembra essere alla base del tuo pensiero : il tuo gusto personale. E mi sembra evidente perché nell'insieme trovo il discorso piuttosto fumoso ed in genere i discorsi sono fumosi quando ci va di mezzo il gusto.

Dici: " se uno evita il pubblico è ovvio che non la ottiene (la popolarità), o se la ottiene rimane comunque un intellettualoide legato ad una "casta". "Per quale ragione decidi tu che se uno ottiene popolarità è un intellettualoide legato ad una casta? A chi ti riferisci? Non riesco a capire.

 

Io ritengo intellettualoidi tutti quelli che aderiscono ad una casta, punto. Di per se credo che personalità come Fedele e Romitelli non siano intellettualoidi ma intelligenti, che è diverso. Peccato che non mettano la loro intelligenza al servizio degli esseri umani qualunque (mi riferisco ai vivi, naturalmente).

 

Un'ultima cosa, probabilmente un'enorme banalità: dici che Romitelli lo ascoltano in 3 a Parigi mentre Einaudi lo ascoltano di qua e di là (perdonami se sintetizzo quello che dici così brutalmente ma a fare copia incolla ci perdo un'ora) . è forse sintomo di grandezza? Secondo questo ragionamento Sokurov è pessimo e i Vanzina sono i migliori, Philip Roth è pessimo e 100 sfumature di grigio è il meglio che ci sia.

Mah!

 

Certo che no, la popolarità non determina grandezza. Il problema è che se Romitelli lo ascoltano in 3 non è perchè non ha cercato la popolarità, è perchè non si è mai rapportato con un pubblico normale (come altri suoi illustri colleghi, ha preferito rannicchiarsi in un angolo di pochi adepti... però la colpa è della gente che non è curiosa e non s'interessa, eh! certo che se alla gente non dai strumenti per capire, ascoltare, percepire la musica ma pretendi che ascoltino Filidei e Co. così, dopo un po' di rock, ma dai si vede che è solo una scusa per stare chiusi nella propria Riserva ....).

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Scusate tutti:

 

manifestazione sul Cinema, vogliono un concerto di musica non necessariamente cinematografica ma che possa risultare ricreativo (il concerto) per comuni mortali, appassionati di Cinema e non solo. Sono aperti a compositori contemporanei, cioè di oggi. Si presenta un pezzo del genere:

 

http://www.youtube.com/watch?v=a073v6fxD2A

 

Descrivetemi le reazioni, sono curioso. Fischi? Ok. "Eh, ma lo hanno fatto anche con Stravinskij" risposta: studia la Storia della Musica.

Primo: Filidei non è Stravinskij. Secondo: brani come quello (Danza macabra) ormai ne trovi a decine, sono stereotipi.

E' un brano apprezzato? Sarà, tra i suoi colleghi. Farà la Storia? Stando a caratteristiche, condizioni e precedenti nel passato... dubito seriamente. Ma... ma è musica d'avanguardia, è sperimentale, è moderna! No, non è moderna. E' la musica che si faceva trenta, quarant'anni fa. Avanguardia? Beh, se Filidei l'avesse scritto nel 1965 forse... o nel 1956, e facciamo il 1974! Ma è del 1996, ragazzi. Anni '90, vi rendete conto? I Donatonini erano già fuori moda! Sciarrino era già Storia!

 

Ora non ce l'ho con Filidei, sia chiaro. Ho preso lui perché è uno degli adepti più giovani.

 

Mi spiegate come si fa ad andare avanti con la musica procedendo di questo passo, con questi mondi paralleli fatti di puzza sotto il naso e linee da seguire per avere l'esecuzione alla Biennale di Venezia? Aspetto soluzioni. Mi piacerebbe saperlo, grazie

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Non lo conoscevo! Lo sto ascoltando ... Molto ritmico ... Bello!!! :)

 

Il mio preferito è Ogni gesto d'amore, che ha una stimmung che un poco mi ricorda il Lumen di cui avevi parlato qualche post fa.

 

Molto ritmico si, è un pezzo interessante. Piace anche a me.

Il problema è che la reputo una semplice imitazione stilistica, nulla di più. Non ci sento la contemporaneità. Se ascolto una Sinfonia di Beethoven sento una cosa dell'800. Se ascolto un pezzo del genere, per quanto interessante di per se, non ha nulla a che vedere con il mondo di oggi, con la contemporaneità.

 

Ma oggi è impossibile essere originali, la musica è morta.... ecchilodice??? Francesconi. Ah, vabbè....

La strada dei circoli viziosi non porta da nessuna parte. Sono alle Biennali.

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Io ritengo intellettualoidi tutti quelli che aderiscono ad una casta, punto. Di per se credo che personalità come Fedele e Romitelli non siano intellettualoidi ma intelligenti, che è diverso. Peccato che non mettano la loro intelligenza al servizio degli esseri umani qualunque (mi riferisco ai vivi, naturalmente).

 

ok, questo messaggio credo sancisca la fine dei miei interventi in questa discussione.

Forse non ho letto bene gli altri messaggi precedenti, mi è stato difficile tenere il filo. Ma se le tue considerazioni contemplano termini come "casta" "intellettualoidi" e "genere umano", beh, non ho davvero nulla da dire.

La mia opinione è che il tuo discorso sia un discorso da bar. Nulla di serio.

E lo dice uno che non ha mai fatto differenze preliminari tra Romitelli e Burzum.

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Per uno che dice della propria musica

 

Accetterei critiche solo se accompagnate da un'analisi di 50 pagine, diversamente non m'interesserebbero

 

Direi che per questo

Primo: Filidei non è Stravinskij. Secondo: brani come quello (Danza macabra) ormai ne trovi a decine, sono stereotipi.

E' un brano apprezzato? Sarà, tra i suoi colleghi. Farà la Storia? Stando a caratteristiche, condizioni e precedenti nel passato... dubito seriamente. Ma... ma è musica d'avanguardia, è sperimentale, è moderna! No, non è moderna. E' la musica che si faceva trenta, quarant'anni fa. Avanguardia? Beh, se Filidei l'avesse scritto nel 1965 forse... o nel 1956, e facciamo il 1974! Ma è del 1996, ragazzi. Anni '90, vi rendete conto? I Donatonini erano già fuori moda! Sciarrino era già Storia!

...mancherebbe una cinquantina di pagine di analisi :)

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ok, questo messaggio credo sancisca la fine dei miei interventi in questa discussione.

Forse non ho letto bene gli altri messaggi precedenti, mi è stato difficile tenere il filo. Ma se le tue considerazioni contemplano termini come "casta" "intellettualoidi" e "genere umano", beh, non ho davvero nulla da dire.

La mia opinione è che il tuo discorso sia un discorso da bar. Nulla di serio.

E lo dice uno che non ha mai fatto differenze preliminari tra Romitelli e Burzum.

 

Semmai è dai musicologi che non mi aspetto nulla di serio. Scusa ma questo tuo commento è offensivo nei miei confronti.

Preferisco esprimere giudizi da compositore, non sentirne da uno che parla di musica senza farla. Se permetti, il musicologo deve analizzare la realtà che lo circonda, non analizzare tanto per far vedere che "ne sa tanto". Ne ho lette analisi di musicologi: serie e serie di seghe mentali, tutto perchè, ripeto, una cosa è fare musica, altra cosa è parlarne. Perciò, considera pure le tue delle semplici chiacchiere da bar!

E poi, come dico sempre: se reputi il mio un discorso poco serio... fai una bella analisi e possiamo parlarne. Altrimenti ti lascio alla tua aria fritta. Ma guarda che individui.

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Signori, facciamo i bravi e senza scendere sul piano personale. Non c'è arma migliore che l'argomentazione.

 

Parere personale, nulla farebbe più effetto di una bella paginetta di analisi, magari comparando un brano di Filidei con chiunque altro sembri o possa sembrare un vecchio bacucco :)

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Per uno che dice della propria musica

 

 

 

Direi che per questo

 

...mancherebbe una cinquantina di pagine di analisi :)

 

Non ho ricevuto alcuna richiesta di analisi da parte dell'autore, quindi... :)

 

Comunque ho detto la mia: il brano è uno stereotipo di cose già fatte, se non ha pubblico è perchè, essendo un esercizio stilistico di tanti anni fa, primo non avrebbe senso ascoltarlo, uno va ad ascoltare Schaeffer, Russolo, Penderecki, etc. secondo: se i capolavori delle avanguardie non avevano un pubblico comune causa la frattura che si era creata, come si può pretendere che lo conquisti un brano sulla falsariga di QUELLE cose già fatte? Credo sia assurda come cosa. Poi l'analisi può servirmi per capire com'è costruito, che relazioni ha usato, etc. ma certo è che per capire la sua inidoneità oggi basta ascoltarlo, farsi una domanda e darsi una risposta.

Dimenticavo: se avessi la partitura di "Danza Macabra" non esiterei a buttarmici sopra ed analizzarla. Questo, sicuro.

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Signori, facciamo i bravi e senza scendere sul piano personale. Non c'è arma migliore che l'argomentazione.

 

Parere personale, nulla farebbe più effetto di una bella paginetta di analisi, magari comparando un brano di Filidei con chiunque altro sembri o possa sembrare un vecchio bacucco :)

 

Frank, io non ho mai snobbato il commento di qualcuno in quel modo. Se lo faccio è perchè manca di contenuto. Io credo di averne dati, di contenuti, altrimenti non si sarebbe aperta una discussione tanto accesa :) Mi dispiace che Thallo, persona intelligente, disponibile e competente, abbia reagito così.

Evidentemente non ha letto dietro le righe. Affari suoi.

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Basandomi sulla proposta di Frank, ne lancio una io:

 

facciamo tutti un'analisi comparativa commentata e argomentata su due brani: uno di Einaudi e uno di un suo coetaneo, ad esempio Luca Francesconi. Tutto tenendo presente il fattore "percezione" in relazione ad un pubblico x non necessariamente composto da esperti.

 

Ci state?

 

lancio due brani:

 

http://www.youtube....h?v=9qvglWAHDak

 

http://www.youtube....h?v=9qvglWAHDak

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Ho provato ad ascoltare questo brano di Einaudi (e anche l'altro che avevi postato all'inizio)... Ma deve per forza restare in 4/4 dall'inizio alla fine, e ripetere due/quattro/sedici volte ciascuna frase? Altrimenti non si capisce?

 

La varietà metrica mi sembra l'aspetto più interessante del minimalismo... Se togli pure quella...

 

PS Peraltro, conoscendo l'opinione di Berio sul minimalismo, credo che l'in memoriam che Einaudi gli ha dedicato non gli avrebbe fatto molto piacere... a meno che le intenzioni di Einaudi non fossero ironiche!

 

PS 2 Non mi è chiaro il nesso fra Schaeffer, Russolo, Penderecki, e Danza macabra, che è invece basata su un'idea figurale (alla Sciarrino ovviamente, non alla Donatoni).

 

PS 3 Pensi davvero che sia necessaria la partitura per capire l'idea musicale? Certo, l'analisi approfondisce la comprensione: però dovrebbe essere possibile capire la musica ascoltandola solamente, senza doverla studiare a tavolino... Non credi?

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Prima dici che l'analisi non serve, mo dici che serve... Prima parli di contemporaneità ma non dici quali sono le sue caratteristiche ( ma esiste una contemporaneità o è solo una parola?)...

 

Mah

 

Mai detta una cosa del genere, Red. Probabilmente mi riferivo al caso di Filidei. Io non ho detto che DANZA MACABRA è una porcheria, o che fa schifo.. Ho detto che non ha molto a che vedere con la contemporaneità (s'intende con il mondo che ci circonda ora, alle 00:26 del 4/09.

L'analisi è importante quando la critica va sul personale o quando si fanno comparazioni stupide, io apprezzo la musica di Filidei, il problema è che non fa parte del mondo ma solo di una nicchia polverosa.

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Ho provato ad ascoltare questo brano di Einaudi (e anche l'altro che avevi postato all'inizio)... Ma deve per forza restare in 4/4 dall'inizio alla fine, e ripetere due/quattro/sedici volte ciascuna frase? Altrimenti non si capisce?

 

Probabilmente la varietà metrica non è necessaria per quell'idea, io non trovo il brano noioso, tu? Trovo ci siano delle micro variazioni non applicate al timbro ma alle altezze, al registro, alla densità e alla dinamica, nonché all'armonia in alcuni punti. Lo trovo un brano molto interessante. Devo fare un'analisi in partitura.

 

La varietà metrica mi sembra l'aspetto più interessante del minimalismo... Se togli pure quella...

 

Einaudi non è minimalismo, scusa. E poi forse ti riferisci alle microvariazioni ritmiche più che metriche.

 

PS Peraltro, conoscendo l'opinione di Berio sul minimalismo, credo che l'in memoriam che Einaudi gli ha dedicato non gli avrebbe fatto molto piacere... a meno che le intenzioni di Einaudi non fossero ironiche!

 

Einaudi non è minimalismo, è musica contemporanea. Come Francesconi del resto, che è musica contemporanea d' élite.

 

PS 2 Non mi è chiaro il nesso fra Schaeffer, Russolo, Penderecki, e Danza macabra, che è invece basata su un'idea figurale (alla Sciarrino ovviamente, non alla Donatoni)

 

Il nesso sta nella musica concreta, nella ricerca timbrica, nell'utilizzo di quello che volgarmente è ancora definito "rumore". Poi sono d'accordo con te, a livello sintattico il nesso con Sciarrino è più evidente data la figuralità del brano. Se ci riferiamo a quell'aspetto, siamo negli anni '70/'80. Non a caso ho detto: Sciarrino nei '90 era già Storia! Ma Filidei nei '90 era molto più giovane... ok, la prendo. :) Ma non è cambiato più di tanto il suo modo di scrivere dai '90 ad oggi. E' sempre su quella linea.

 

PS 3 Pensi davvero che sia necessaria la partitura per capire l'idea musicale? Certo, l'analisi approfondisce la comprensione: però dovrebbe essere possibile capire la musica ascoltandola solamente, senza doverla studiare a tavolino... Non credi?

 

Certo, studiarla a tavolino serve per mettere in luce le relazioni profonde. Io spesso trovo l'ascolto più utile dell'analisi a tavolino, pensa tu.

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Ma chi è che lo chiama rumore???

 

Aldilà di questo, parli solo dei tuoi gusti

 

notte

 

beh, purtroppo è una definizione che c'è ancora. Il rumore organizzato è comunque musica. L'intonarumori!! :o

Certo, parlo dei miei gusti e della realtà che vedo e osservo. Le lobby, la musica stantia delle Biennali e la supponenza di certi suoi creatori non me la sto certo inventando. Poi ognuno fa come crede, siamo liberi di negare l'evidenza, ognuno ha un parere ed è giusto sia così, altrimenti t'immagini che noia mortale? :)

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Dal mio punto di vista al compositore non gli ha prescritto nessuno di fare ricerca. Un medico è medico anche se non fa ricerca, non tutti devono per forza trovare la formula chimica dell'antibiotico per essere o sentirsi medici.

Tanto più che in musica non bisogna trovare "cure" per nuove malattie e le sorti dell'uumanità non dipendono da un codice nuovo o meno...quello che conta è scrivere musica interessante, riconoscibile e per un pubblico (qualsiasi esso sia). Se Filidei soddisfa questo paradigma è un compositore a tutti gli effetti, piace o non piace, ricerca o non ricerca.

 

Sul discorso più generale, non m iricordo chi, ma qualcuno ha scritto che nella tonalità Chopin era riconoscibile da Schumann nonostante stessero fra I e V. Ecco, può essere che un gruppo di persone abbia preso il linguaggio di Donatoni come uan sorta di tonalità, un codice, e con le dovute differenze ci si esprima...qual'è il problema. Forse Mozart, Brahms, Bach, Berg, Strauss e compagnia cantante non erano compositori? Non erano grandi compositori? Hanno scritto grande e pregievole musica e per questo sono scritti nei libri della storia della musica, sono stra eseguiti ancora oggi a distanza di 3 secoli (alcuni) e tanto basta.

 

Poi se uno ha l'indole da ricercatore, ben venga...ma dal mio punto di vista è un dui più...mi ripeterò, come dicevo si è già compositori quando si scrive bene, in modo interessante e riconoscibile, per un pubblico...anche se i brani fossero tonali :)

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