Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Valentina Lisitsa


Stellina
 Share

Recommended Posts

Se vogliamo è "il suo stile" non metterlo.

 

Si chiamerebbe estetica, ad esempio non a molti paicciono delle incisioni di Pollini di diversi brani di Chopin... non è che per questo suona per passatempo, probabilmente anche questo è l'antitesi della normalità. O ci aspettiamo che chiunque suoni come altri che li hanno preceduti?

Link to comment
Condividi su altri siti

Si chiamerebbe estetica, ad esempio non a molti paicciono delle incisioni di Pollini di diversi brani di Chopin... non è che per questo suona per passatempo, probabilmente anche questo è l'antitesi della normalità. O ci aspettiamo che chiunque suoni come altri che li hanno preceduti?

 

Certo ed è complesso. Forse il vero problema è la tendenza dilagante d'associare la musica a una questione di puro e basso "entertainment" o di lezioso contorno per annoiati.

 

Non importa se un artista piace o meno, ma se questo faccia o meno vera arte.

Link to comment
Condividi su altri siti

Allora per paradosso chiunque potrebbe farlo ... eppure non tutti arrivano dove è arrivata lei. Chiaro, c'è di meglio in giro...però che sia proprio da buttare ... non lo so...

 

Ci sono sempre gradazioni di grigio, ci sono livelli diversi di grandezza degli artisti...ma sempre di artisti si parla...

Link to comment
Condividi su altri siti

Allora per paradosso chiunque potrebbe farlo ... eppure non tutti arrivano dove è arrivata lei. Chiaro, c'è di meglio in giro...però che sia proprio da buttare ... non lo so...

 

Non ho detto che è da buttare, ma che ha una concezione della musica diversa dalla mia. (But I'm not the only one...)

Link to comment
Condividi su altri siti

Devo dire che ci sono alcune interpretazione della Lisitsa la cui interpretazione di Davehammer mi calza a pennello. Ho riscontrato un po' questa cosa negli studi di Chopin. In altri brani questa cosa non la riscontro, ad esempio in Rachmaninoff. Ho ascoltato alcuni suoi preludi suonati dalla Lisitsa e sono rimasto molto affascinato. Vi invito ad ascoltare questo preludio op. 23 n. 5.

 

Nel cantabile secondo me è favolosa.

 

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Premettendo che a me la lisitsa piace e anche senza capirne molto noto che la tecnica (semmai si può scindere dal resto) è la sua caratteristica più spiccata e come ogni pianista (è un mio credo) mette luce il suo lato più forte rispetto al resto.

 

Mai una nota sbavata, mai un errore.

 

Questa frase in prima battuta non l'avevo capite. Poi leggendo gli altri post ho capito che intendevi che, visto che nelle sue esecuzioni non ci sono né sbavature né errori, significa che guarda più la pagliuzza che la trave? usando le stesse parole. Ho compreso male??

Link to comment
Condividi su altri siti

Trovo che calzi a pennello quanto sto per citare, forse può essere un ulteriore risposta o punto di vista sulla questione:

 

Si commette un grave errore supponendo che la > di un cantante, di uno strumentista, di un direttore d'orchestra possa venir sviluppata senza l'intimo e costante contatto con l'arte stessa, di fronte alla quale la tecnica non ha da essere che uno strumento. Oggigiorno siamo veramente ipnotizzati dal problema della >; si sono fatti notevoli progressi rispetto alla comprensione dei suoi fondamenti, specie in base alle nuove teorie biologiche. Oggi siamo in grado di raggiungere maggiori risultati e in meno tempo che non qualche decina d'anni fa - tanto nell'esercizio del pianoforte, quanto dello sci. Con questa differenza: che si sono avuto migliori sciatori, ma non migliori artisti, anzi peggiori, poiché si è dimenticato l'essenziale, cioè l'immediatezza della capacità d'espressione artistica. Una tecnica che diventi scopo a sé stante non subisce più direttive, ma le detta. Una tecnica standardizzata genera un'arte standard. [Wilhelm Furtwängler - Dialoghi sulla Musica]

 

Penso che incarni anche il pensiero di Davehammerklavier

  • Like 3
Link to comment
Condividi su altri siti

Grazie Frank....ma direi che ciò che dice il grande Direttore non incarni il pensiero del nostro amico. Io interpreto così, e molto di ciò che suggerisco ( o ad un allievo o in un Tutorial..) vuole significare e vorrebbe divulgare proprio questo: Cioè che , come dice Furtwangler, la tecnica non può essere sviluppata se non attraverso il contatto con l'Arte stessa, la Musica. Ora nel caso di una così grande pianista, non può essere certo il contrario. Solo attraverso la comprensione profonda della Musica si può, caso mai, arrivare a così alti risultati tecnici. Questo credo. Anche se la Lisitsa o chiunque altro si "sfinisse" nel perfezionare passaggi difficili attraverso un estenuante "addestramento", non raggiungerebbe tali risultati. Direi, invece che certe scelte sono piuttosto formali. A volte un artista "formalista" e non "espressionista" ( come io amo classificare a modo mio) rinuncia a certe forme espressive della frase e punta sulla contrapposizione delle forme sonore. Sceglie, ad esempio una sola parte che si "staglia" nell'espressione quasi monocorde e lineare. Lo stile di Pollini percorre questa strada. Credo che il Grande sia ben capace di rendere più espressive alcune frasi Chopiniane..ma, per scelta rinuncia, o meglio abbraccia una forma di lettura che vorrebbe azzerare tutta quella ricerca espressiva che fino a lui è stata dettata. Non che le interpretazioni di Cortot siano da buttare, ma appartenenti ad un'altra epoca della storia dell'interpretazione. Credo che nell'ambito dello stile dell'Autore, si possa inquadrare e scegliere lo stile di esecuzione attualizzato, nell'ambito, ancor, del proprio stile personale. La pianista in questione, benché giovane, penso abbia percorso questa strada. Si può non essere d'accordo..o non sentire come Lei...ma la trovo coerente. Il grande direttore dice ancora una cosa immensa: più bravi sciatori...ma non più bravi artisti....L'immediatezza dimenticata!!!!! Il Musicista che si mette subito in contatto con l'opera da eseguire è sul giusto cammino. Molte scuole insistono sulla propedeudicità dello studio dei passaggi, variazioni ritmiche, fatiche estenuanti e culturistiche. Per me si rischia di perdere per sempre il contatto con il significato musicale. Certo noi non riusciamo ad immaginare un grande nome che si mette al pianoforte e INNANZITUTTO prende contatto con l'opera ....anche accettando qualche imperfezione. Ma è così. Il miglioramento e il perfezionamento dell'esecuzione non è secondario....ma è "al lato". Insomma si potrebbe parlare per giorni e forse rimanere su posizioni opposte. Questa è semplicemente la mia opinione, ma volevo prendere spunto dalla citazione riportata intelligentemente da Frank per dare una mia "lettura" di quelle parole. Grazie

Link to comment
Condividi su altri siti

Frank mi legge nel pensiero. Sono sinceramente sazio, disturbato, nauseato da questa concezione "mondanizzata" e frivola che ha preso tutta l'arte colta della nuova generazione, di cui faccio, per età, anch'io parte.

Tecnica perfetta, vestiti con spacco sino al sedere, copertine patinate con pose da spogliarelliste, maestri in astinenza che incentivano questo modo di fare musica, ragazzotti scemi che scherzano, ridono o che sudano come cammelli intanto che suonano: non se ne può più.

 

Sono per un'Arte sacra, intensa e totale fatta da pochi eletti, rivolta e utile a tutti. "Music is my religion..." lo diceva Jimi Hendrix, un artista tutt'altro che colto.

 

Invece gli artisti emergenti cosa ne pensano della musica al di fuori di quello che gli dicono di dire? Un piacevole passatempo? Un gioco? Un lavoro come un altro? Una raffinatezza per darsi un tono?

 

C'è rimasto qualcosa d'importante, di fatidico per chi viene fatto emergere oggi? E' solo estetica nella migliore delle ipotesi?

 

Ho recentemente assistito a un concerto di Grigory Sokolov. Lo ricorderò per sempre.

La tecnica, la parte più minima, invisibile e a cui si prestava davvero quasi nessuna attenzione, era assolutamente perfetta.

Link to comment
Condividi su altri siti

Frank mi legge nel pensiero. Sono sinceramente sazio, disturbato, nauseato da questa concezione "mondanizzata" e frivola che ha preso tutta l'arte colta della nuova generazione, di cui faccio, per età, anch'io parte.

Tecnica perfetta, vestiti con spacco sino al sedere, copertine patinate con pose da spogliarelliste, maestri in astinenza che incentivano questo modo di fare musica, ragazzotti scemi che scherzano, ridono o che sudano come cammelli intanto che suonano: non se ne può più.

 

Sono per un'Arte sacra, intensa e totale fatta da pochi eletti, rivolta e utile a tutti. "Music is my religion..." lo diceva Jimi Hendrix, un artista tutt'altro che colto.

 

Invece gli artisti emergenti cosa ne pensano della musica al di fuori di quello che gli dicono di dire? Un piacevole passatempo? Un gioco? Un lavoro come un altro? Una raffinatezza per darsi un tono?

 

C'è rimasto qualcosa d'importante, di fatidico per chi viene fatto emergere oggi? E' solo estetica nella migliore delle ipotesi?

 

Ho recentemente assistito a un concerto di Grigory Sokolov. Lo ricorderò per sempre.

La tecnica, la parte più minima, invisibile e a cui si prestava davvero quasi nessuna attenzione, era assolutamente perfetta.

 

 

Ciao...queste cose che tu dici le diceva anche Chopin. Anche lui nel periodo che ha vissuto si è dovuto scontrare con questa concezione di vedere l'arte. Anche lui non sopportava quel pianismo freddo , fatto di tecnica esasperante e che a suo avviso serviva solo a esibire la bravura del pianista a scapito della bellezza della musica e del motivo che spinge a fare musica e cioè l' arte....fatta più di senso e di contenuti che di note , note e note, le quali devono servire per esprimere. Diceva che alla fine, dopo aver studiato una infinità di note , note per fare arte rimaneva solo la semplicità ma per fare questo bisognava studiare molto anzi immensamente.

Link to comment
Condividi su altri siti

Sicuramente la componente marketing c'è e si vede. Purtroppo viviamo tempi in cui tutto viene considerato "prodotto" da vendere. E' difficile oggi per un musicista, soprattutto giovane, sfuggire a una certa forma di comunicazione (che oltre al vestito, spesso riguarda la gestulità) strumentale al marketing. Se vuoi incidere, se vuoi farti conoscere ai livelli alti non puoi farne a meno. La Lisitsa, forse, non si sottrarrà a questa logica.

Detto questo, pur rispettando il punto di vista di Davehammerklavier, le conclusioni che trae sullo "stile" di questa pianista mi sembrano fuori luogo.

Anch'io mi sento vicino, per sensibilità, ad una visione sacrale, quasi "ascetica" dell'arte, ma non capisco dove si basi il giudizio di "superficialità" dato alla Lisitsa.

E' ovvio che si tratta di gusti personali e secondo il mio, di gusto, il pregio della Lisitsa non stà tanto (o soltanto) nella pulizia tecnica quanto nella varietà e nella bellezza del timbro, nella purezza della voce che riesce a trarre dallo strumento, conseguenza, a mio parere, proprio della sua gestualità così particolare ed evidente da sembrare "ostentata" (e che forse per questo viene incompresa e criticata e come una sorta di trovata commerciale). E scusate se è poco.

Pura estetica fine a se stessa? Intrattenimento? O piuttosto una toccante (oltre che raffinata) esecuzione? Giudicate voi:

Link to comment
Condividi su altri siti

Il giudizio si basa sul sentimento. L'arte non è qui per questo? Per comunicare l'incomunicabile?

 

La Lisitsa è l'unica tra le nuove che mi fà un pò di tenerezza. E' come vedere un pesce fuor d'acqua costretto a fare qualcosa che sa fare bene, ma consapevole di non avere quel "plus", quelle doti che fanno di un pianista perfetto anche un artista. In un certo senso è "umile" il suo porsi, quasi come se volesse far capire ad ogni nota come fossero grandi i compositori e come lei sia, in fondo, solo una semplice pianista privilegiata dal suo lavoro.

 

Come giustamente accennato dal Maestro in un precedente intervento, tutti questi tentativi di "neutralità", esperimenti di "umiltà di fronte alla grandezza del genio compositivo", hanno sempre avuto la peculiarità di portare interpretazioni che, prima o poi, si dimenticano.

 

L'artista e l'interprete che rimane fermo nella memoria e nel cuore, non è colui che "legge" l'opera, ma quello che si fà attraversare, che diventa, metaforicamente parlando, l'opera che interpreta.

 

Si possono poi indagare tutti gli aspetti psicologici, culturali e scientifici di questo approccio per decenni. Rimane il fatto che, semplicemente, funziona.

Link to comment
Condividi su altri siti

 

...tutti questi tentativi di "neutralità", esperimenti di "umiltà di fronte alla grandezza del genio compositivo", hanno sempre avuto la peculiarità di portare interpretazioni che, prima o poi, si dimenticano.

 

L'artista e l'interprete che rimane fermo nella memoria e nel cuore, non è colui che "legge" l'opera, ma quello che si fà attraversare, che diventa, metaforicamente parlando, l'opera che interpreta.

 

 

La filologia non dev'essere fine a se stessa ma penso che oggi non possa essere nemmeno essere trascurata.

Come un grande attore non mette la propria personalità davanti a quella del personaggio che interpreta, così l'interprete per farsi "attraversare" e diventare "l'opera che intepreta" non deve mettersi davanti ma dietro il compositore.

Link to comment
Condividi su altri siti

"Filologia" è un termine e nessuno ha ancora affrontato seriamente la questione dell'ermeneutica applicata alla musica; si deve ancora iniziare a prendere in mano Hans Georg Gadamer e comprendere quello che verrebbe prima della "filologia".

 

L'arte è più di un termine ed è più di un approccio sistematico.

 

L'artista deve fare l'artista: né davanti, né dietro al compositore.

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

  • 3 weeks later...
  • 3 weeks later...

Su alcune cose non piace neanche a me, altre interpretazioni mi piacciono molto. Ma non dobbiamo fare l'errore di valutarla solo per un brano come la Berceuse. Come ho ricordato anche in altri post, l'intento originale di Chopin era quello di fare uno studio sulle variazioni tanto che il titolo originale fu "Variazioni", poi cambiato in Berceuse dall'editore. Bisognerebbe vedere storicamente se il suggerimento dell'editore aveva a che fare con un'ascolto dello studio che gli ha ricordato una ninna nanna. In ogni caso anche a me non piace la Berceuse della Lisitsa, io la preferisco come una ninna nanna, chiara, cantabile, rilassante e serena.

Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...