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Piano Concerto - Forum pianoforte

Perche' Vogliamo Scrivere Musica


Dante
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Confermo, non l' avevo mai ascoltato cosi come tutti i preludi e fughe dal n° 13 al 24° di tutte e due i libri, mi sono perso mezzo lavoro fino ad ora.

Prima ho controllato sul pc, mi ero letteralmente dimenticato di aver scaricato solo la metà dei preludi e fughe di ogni libro, e il bello è che sui file

c'è anche scritto che arrivano al n° 12, un' altra dimostrazione che la concentrazione mi si incolla.

Comunque è un bene, avrò altri 48 pezzi da ascoltare, ora vedo di scaricarli al volo.

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Bisogna proprio essere stracolmi d'autostima, per dire a chi non si conosce e la pensa diversamente che dovrebbe smettere...! Sarà che io sono abituato a lasciar dire agli altri se le mie cose abbiano o meno uno spessore artistico, anziché suonarmela da solo. Quindi, temo che non smetterò affatto e che certi Savonarola visitati dal sacro fuoco dell'Arte, pronti ad irritarsi e a giudicare chiunque abbai una sensibilità diversa dalla propria, dovranno ben farsene una ragione.

Non so da dove trai questi giudizi... se così dev'essere interpretato il mio intervento me ne scuso, per carità...

Ci tengo però a dire che anzitutto sono assolutament tranquillo, e che non penso di aver consigliato a Dante di smettere. Anzi casomai il contrario.

La domanda era: perché scriviamo musica? Sottinendeva: perché facciamo musica quando qualcun altro lo ha già fatto o lo sta facendo meglio di noi? La mia risposta era, in sintesi: perché (come dice Piccinesco) ci piace, perché ne sentiamo il bisogno, perché per noi è una cosa dotata di un senso a prescindere, come la bellezza, come il sesso, come l'amore.

Chiunque abbia avuto a che fare con qualcosa di artistico (mi dispiace, uso questo termine non tanto perché sia stato "visitato dal sacro fuoco" ma perché non ne conosco altri) sa di che cosa parlo.

Ci tengo a dire, poi, che per me anche un bambino che disegna è un artista se lo fa mosso da un bisogno creativo. Non c'è bisogno di essere Michelangelo o Mozart.

Il mio giudizio finale era rivolto a coloro che, al contrario, scrivono senza provare questo piacere, senza sentirne l'esigenza interiore (non so perché Cromadibrera si sia sentito chiamato in causa).

Bada bene però, non era un invito a smettere. Se queste persone lo fanno per professione tanto di cappello, è sicuramente il lavoro più bello che si possa fare. Se però, oltre a non sentirne una motivazione interiore non ci guadagnano nemmeno allora veramente c'è da chiedersi perché lo facciano.

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La domanda era: perché scriviamo musica? Sottinendeva: perché facciamo musica quando qualcun altro lo ha già fatto o lo sta facendo meglio di noi?

 

Il mio punto di vista è, per così dire, "scetticamente fiducioso": è assolutamente impossibile uguagliare Bach.. ma è sicuramente possibile fare qualcosa di straordinario e di mai sentito prima (è possibile… ma è molto molto difficile!).

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Il mio punto di vista è, per così dire, "scetticamente fiducioso": è assolutamente impossibile uguagliare Bach.. ma è sicuramente possibile fare qualcosa di straordinario e di mai sentito prima (è possibile… ma è molto molto difficile!).

 

Ma cosa vuol dire "eguagliare Bach"...? Mica è un concorrente di x-factor...! Mica ci sono le classifiche...!

Con tutto il rispetto, tutto questo è talmente lontano da quello che comunemente si intende per "cultura", che non si sa proprio cosa dire.

Tra l'altro, per uno che abbia compiuto regolari studi di composizione, dovrebbe essere normale saper scrivere con cognizione nello stile dei maestri del passato.

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Non so da dove trai questi giudizi... se così dev'essere interpretato il mio intervento me ne scuso, per carità...

Ci tengo però a dire che anzitutto sono assolutament tranquillo, e che non penso di aver consigliato a Dante di smettere. Anzi casomai il contrario.

 

Non lo hai consigliato a Dante ma, nel tuo precedente intervento, hai scritto che chi la pensa in un certo modo diverso dal tuo (cioè come me, e la cosa non era affatto equivocabile: basta rileggere) "dovrebbe smettere". Lo hai scritto tu .

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Il mio punto di vista è, per così dire, "scetticamente fiducioso": è assolutamente impossibile uguagliare Bach.. ma è sicuramente possibile fare qualcosa di straordinario e di mai sentito prima (è possibile… ma è molto molto difficile!).

 

Il mio punto di vista è invece molto scettico, rispetto a questa risposta: è un atteggiamento al limite dell'immobilismo creativo, se portato all'estremo (forse lo ho già detto). Poi, mi chiedo: perché proprio Bach? E in che senso "eguagliare" (questo l'ha già chiesto CromaDiBrera, ma lo chiedo anche io)?

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Tra l'altro, per uno che abbia compiuto regolari studi di composizione, dovrebbe essere normale saper scrivere con cognizione nello stile dei maestri del passato.

 

Diciamo che è auspicabile ma praticamente non avviene quasi mai così, perchè l'uso che se ne fa delle nozioni in materia di composizione non vengono messe al servizio di fedeli ricostruzioni stilistiche in senso storico e volte a capire da cosa è veramente è fatto uno stile che ha funzionato e dice ancora molto ai giorni nostri. Per cui un allievo di composizione, tipicamente non sa scrivere alla “maniera di” come avviene invece per i pittori e spesso capita che sia spinto (spero almeno con l’intento di far sviluppare il suo lato creativo) a proseguire materiale (di solito storico) di altri, che possiede determinate caratteristiche che non possono essere rispettate; il “proprio” modo è pressochè a digiuno del gusto ad un certo stile.

 

Ti lascio immaginare le conseguenze in termini di risultati, esercizi astratti e dal sapore propriamente anacronistico. Anacronistico perché non c’è un reale approccio moderno e creativo ad un materiale storico e che può produrre solo qualcosa al di sotto dei modelli stilistici di riferimento e che hanno fatto scuola.

Poi giustamente si soffre di complessi di inferiorità. Avendo a disposizione 1000 composizioni di Bach è quasi impossibile non saper scrivere nel suo stile. Eventualmente il difficile è crearsi uno stile funzionante come il suo. Come fare senza averne ricostruito uno? Come fare senza aver interiorizzato un “percorso” compositivo efficace, che produca un risultato ad alto contenuto artistico (e non solo artigianale)? Etc.

 

La storia delle presunte ricostruzioni stilistiche però vale per i compimenti ex-inferiore/ex-medio; finalmente negli ultimi 3 anni (ex-compimento superiore) puoi seguire il tuo istinto musicale…ma che? In un contesto pressochè post-strutturalista devi andare a motivare ogni nota con un progetto … solitamente con riferimenti extramusicali.

 

Ergo, quand’è che la scuola ti offre la possibilità di capire da cosa è veramente fatto uno stile? Notare che è la base per portare un aspirante compositore a spendere le proprie idee in modo concreto, credibile e attuale.

 

Per cui quello che suggerisci tu (caro Croma) è l’auspicabile, effettivamente diversi docenti stanno facendo dichiarazioni volte a superare un idea astratta di composizione a favore di una scuola più vicina alla realtà e la concretezza della materia.

 

 

Secondo me il difficile è essere credibili, il resto sono solo scelte.

 

Questo non vuol dire che la scuola non serva, vuol dire che deve migliorare molto. Attualmente si cerca di sviluppare solo una parte delle competenze che deve avere un compositore, il resto è "troppo" affidato al talento e la sensibilità di ciascuno.

 

Poco male, però non è un discorso da scuola, secondo me...

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Poi, mi chiedo: perché proprio Bach? E in che senso "eguagliare" (questo l'ha già chiesto CromaDiBrera, ma lo chiedo anche io)?

 

Bach... per una questione di gusto eminentemente personale: è il mio compositore preferito! :)

 

Ma avrei potuto scrivere Verdi, Beethoven, Josquin, Xenakis...

 

In ogni caso, brani come la Messa in Si minore e l’Arte della fuga rappresentano – sempre soggettivamente – una specie di non plus ultra. Come fare qualcosa di pari valore?

 

Eppure questo convincimento viene controbilanciato dalla constatazione che musiche interessanti-belle-stupefacenti-emozionanti continuano tutt’oggi a venir composte. Il passato non è un ostacolo per il presente perché musiche diverse non si escludono a vicenda.

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Questo non vuol dire che la scuola non serva, vuol dire che deve migliorare molto. Attualmente si cerca di sviluppare solo una parte delle competenze che deve avere un compositore, il resto è "troppo" affidato al talento e la sensibilità di ciascuno.

 

Aggiungo un dettaglio a margine di queste giustissime annotazioni: l'esercizio della "scrittura in stile" mi sembra uno dei mezzi più stimolanti per interiorizzare i linguaggi del passato. Lo studio della teoria del contrappunto assume tutt'altra luce appena si tenta di scrivere un mottetto nello stile di Josquin. Il tentativo "impudico" di comporre una serie di variazioni nello stile di Beethoven è probabilmente destinato al fallimento, ma in compenso rivela degli aspetti del pensiero beethoveniano che magari non si erano ancora colti.

 

La riforma dell'insegnamento della composizione pone anche le premesse di un rinnovamento dell'esercizio della "scrittura in stile", proprio nel senso cui facevi cenno. Ovviamente, i programmi di insegnamento faranno ben poco da soli: sarà necessario uno svecchiamento della didattica, il che non è affatto lineare (se va bene, ci vorranno degli anni per vedere risultati apprezzabili nel sistema).

 

Rimane aperto un problema: imparare a comporre in perfetto stile bachiano o brahmsiamo serve senz'altro ad allenare la tecnica e ad affinare la sensibilità, ma quanto contribuisce all'elaborazione di una propria autonomia compositiva? I sette anni di studio di cui parlavi (compimento inferiore + medio) non erano effettivamente troppi?

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...magari erano troppi anche gli ultimi 3 a perdere tempo in esperimenti "insulsi", ti pare che Puccini doveva giustificare perchè scriveva nel suo determinato modo, al massimo ti poteva dire: "ascolta e impara" ;)

 

Il problema della riforma secondo me è che è consegnata nelle mani degli stessi maestri che appunto avrebbero potuto fare di più o diversamente già nel precedente ordinamento.

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Rimane aperto un problema: imparare a comporre in perfetto stile bachiano o brahmsiamo serve senz'altro ad allenare la tecnica e ad affinare la sensibilità, ma quanto contribuisce all'elaborazione di una propria autonomia compositiva?

Secondo me sotto molti punti di vista si, se hai idee (solo tu puoi avercele) ed hai maturato tecnica e sensibilità...e beh, sei un compositore :D

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Premesso che ho gradito molto il tuo intervento ed altri (ovviamente)

 

Aggiungo un dettaglio a margine di queste giustissime annotazioni: l'esercizio della "scrittura in stile" mi sembra uno dei mezzi più stimolanti per interiorizzare i linguaggi del passato. Lo studio della teoria del contrappunto assume tutt'altra luce appena si tenta di scrivere un mottetto nello stile di Josquin. Il tentativo "impudico" di comporre una serie di variazioni nello stile di Beethoven è probabilmente destinato al fallimento, ma in compenso rivela degli aspetti del pensiero beethoveniano che magari non si erano ancora colti.

 

...e dici poco? :) Sai quanto ti lascia dentro. La sintassi magari passa, ma il pensiero è quello di un grande compositore ed elaboratore. La tua cifra armonica, il tuo modo di trattare la melodia, il tuo contrappunto, la tua orchestrazione, etc. faranno la differenza...ma la sommatoria di tutti i pensieri che sei riuscito a fare tuoi...e beh.

 

Beethoven stesso faceva suoi i criteri dei suoi predecessori, non parliamo del tuo amato Bach che si consumanva sulla tradizione. Il problema delle ricostruzioni stilistiche è solo novecentesco (guarda caso dal 1930 in poi ;) ), prima tutti sapevano cos'erano e si misuravano con quest arte.

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