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Piano Concerto - Forum pianoforte

Le Alterazioni


Giove
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La regola base dice che l'alterazione aggiunta vale solo per la battuta in questione e l'altezza relativa, quindi in teoria terminata la misura le parentesi non andrebbero nemmeno usate (ad es. nel jazz non si usano). Ma in un contesto armonico, in cui oltre alla singola altezza conta anche l'impianto tonale momentaneo, è bene indicarle fino a chiarimento tonale (di solito entro 1-2 battute).

Si usano anche in caso di accordo con presenza di doppia alterazione sullo stesso nome-nota (ad es. nella settima diminuita si-re-fa-sib che appoggia il lab, il si va indicato bequadro se vuoi tra parentesi).

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Oggi come oggi è doveroso leggere le note introduttive del compositore (in realtà questo vale sempre) dove spesso ognuno definisce dei propri criteri per facilità di lettura nel senso che l'abbnadono di una logica tonale può portare a serie difficoltà nella lettura se la stessa e appesantita, secondo me come faceva Berg (ad esempio, un compositore che rientra nella casistica descritta da Marta), dove ogni nota ha davanti un bequadro.

 

Come del resto dopo un alterazione poi un bequadro e viceversa senza riferimenti tonali è un delirio...per cui anche io mi associo, di cosa stiamo parlando?

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Come al solito non si riesce mai a trovare una rispsota chiara ed univoca, sicuramente colpa della domanda e colpa mia che sono una bestia e non capisco un "H" a livello teorico...per cui la musica si ferma a poco...mio problema.

 

Diciamo un contesto che per me è "normale" è quando in chiave ho un armatura e riesco a dire che una canzone, un brano è un mi-...ad esempio

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Come al solito non si riesce mai a trovare una rispsota chiara ed univoca, sicuramente colpa della domanda e colpa mia che sono una bestia e non capisco un "H" a livello teorico...per cui la musica si ferma a poco...mio problema.

 

Diciamo un contesto che per me è "normale" è quando in chiave ho un armatura e riesco a dire che una canzone, un brano è un mi-...ad esempio

 

Guarda, basandomi sugli esempi che ho trovato, esempi di composizioni di Mozart, Schumann ecc. ho cercato di semplificare il tutto, e spero che questo possa essere un modo ( già battuto peraltro )per consentire una lettura il più possibile semplice e chiara di quello che scrivo:

 

molto simile a quello che è già stato scritto più sopra, quando ho una nota alterata, ad esempio, sono in do maggiore e nella stessa battuta si presentano due fa di cui uno è #, per esempio in un pezzo per pianoforte nel rigo inferiore c'è il fa# e in quello superiore il fa è naturale, in quel caso specifico ( all' interno della stessa battuta ) che quel fa è naturale ponendo il bequadro davanti alla nota.

Nel caso invece di fa# davanti una specifica nota di una battuta, e nella successiva lo stesso fa è naturale, lo specifico solo se si trova nella stessa posizione ( verticale ) del precedente fa, gli altri fa li considero naturali, così come quando hai in chiave delle alterazioni, ad esempio se sei in sib maggiore, hai si e mi bemolli, se in una battuta il mi lo suoni naturale, quindi poni il bequadro davanti, metti per esempio il mib sul 2° spazio vuoto dall' alto in basso sul rigo della chiave di fa ( del basso ), quando si ripresenta la nota:

 

- nella stessa battuta ( ed è bemolle ) puoi inserire il simbolo del bemolle trà parentesi.

 

- poi ( rimaniamo sempre nella stessa battuta ), hai questo mi con il bequadro davanti, sempre sul rigo del basso, forse quì conviene che ( essendo nella stessa battuta ) metta trà parentesi ( se ci sono ) gli altri mi che rimangono invariati, cioè con il bemolle.

 

- nella battuta successiva in teoria dovrebbe essere lo stesso, sempre il simbolo b trà parentesi, ma per gli altri mi ( ad altre altezze ) non serve perchè hai già in chiave il bemolle, sempre se tu non lo voglia usare senza il bemolle, quindi naturale.

 

Il problema è, quando questo mi viene naturalizzato ( con il bequadro ) e la stessa nota, quindi nella stessa posizione verticale, si ripresenta dopo 5/6 battuta, va specificata o meno?

Oppure si da per scontato che ( anche in base alle successioni armoniche del pezzo, se è chiaro che si è sempre in quella tonalità, oppure nella sua relativa minore ( sol mnore ), o un' altra delle tonalità maggiori vicine, mib maggiore ( si-mi-la tutti bemolli, e relativa minore do minore, con il si bequadro, se alterato ) ) a quel punto il mi sia tornato bemolle senza specificarne lo stato mediante l' uso del simbolo trà parentesi?

Per definire il tutto, siamo in un contesto tonale.

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Diciamo un contesto che per me è "normale" è quando in chiave ho un armatura e riesco a dire che una canzone, un brano è un mi-...ad esempio

 

Perfetto: seguiamo questo esempio e cerchiamo di essere pratici. Se sei in mi minore significa che in chiave hai una sola alterazione, ovvero il fa diesis. Mettiamo che il tuo pezzo moduli e vada a finire a do maggiore, passando da sol. In do maggiore non ci sono alterazioni, quindi si dovrà ovviamente indicare il fa bequadro (e NON tra parentesi, ovviamente). Le alterazioni nel sistema di scrittura convenzionale valgono per l'intera battuta, quindi se indichi il fa bequadro una volta, in quella battuta sarà sufficiente (su tutti i fa a quell'altezza, non su tutti i fa della battuta, attenzione). Poniamo che il pezzo torni «a casa» (molto probabile, tra l'altro :P): tornando in mi minore riavremo il fa diesis e, in linea teorica, non sarebbe necessario far nulla, ma "per precauzione", soprattutto se la sezione modulante è stata sufficientemente lunga da consolidare il fa bequadro (parlo del caso specifico, ovviamente) è meglio indicare, solo una volta e quando compaia un fa, l'alterazione, tra parentesi, giusto per... ;)

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Il problema è, quando questo mi viene naturalizzato ( con il bequadro ) e la stessa nota, quindi nella stessa posizione verticale, si ripresenta dopo 5/6 battuta, va specificata o meno?

Oppure si da per scontato che ( anche in base alle successioni armoniche del pezzo, se è chiaro che si è sempre in quella tonalità, oppure nella sua relativa minore ( sol mnore ), o un' altra delle tonalità maggiori vicine, mib maggiore ( si-mi-la tutti bemolli, e relativa minore do minore, con il si bequadro, se alterato ) ) a quel punto il mi sia tornato bemolle senza specificarne lo stato mediante l' uso del simbolo trà parentesi?

Per definire il tutto, siamo in un contesto tonale.

 

Esempi troppo evoluti per me :( Puoi postare qualcosa? Un immagine, un allegato?

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Cavolo, un libro intero per raccontare le 5 rghe di Carlos ... :unsure:

 

Probabilmente quel libro, che io non conosco, affronta la questione in modo molto completo, arrivando fino ai giorni nostri e non limitandosi all'uso delle alterazioni. Io ho preferito partire con un esempio pratico per aiutare anche te, se ne hai ancora bisogno, a chiedere ciò che vuoi sapere. ;)

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Chi sa perchè c'è sempre qualcuno che capisce al volo, anche se non conosce il libro, ... e chi meno :)

 

Mi sembra di capire che la domanda può trovare rispsta in qualsiasi basilare libro di teoria quale Luigi Rossi, il quale all'argomento dedica un paragrafetto di 15 righe ...altra cosa è la trattazione di un testo dedicato alla scrittura musicale al completo, non intesa dal punto di vista compositivo ma meramente della scrittura ;)

 

E tutto non si può estinguere in 15 righe

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