Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Trova la differenza!


Dino
 Share

Recommended Posts

Mi ero perso questo gesto altamente comunicativo

 

TUTTI IN PIEDI! L'ORCHESTRA IN DIFESA DEL TEATRO . 27 Aprile 2014

 

Teatro Carlo Felice di Genova. Originale fuori programma dell'orchestra ad inizio concerto. Il Maestro Battistoni fa suonare l'incipit dal primo movimento delle Danze Sinfoniche di Rachmaninov. Dopo un secondo di silenzio, il Maestro fa ricominciare l'orchestra a suonare dallo stesso punto ma con meta' orchestra che si alza in piedi e non suona. Trova la differenza! Ecco come potrebbe essere il nostro teatro tra breve tempo. Segue la lettura di un comunicato da parte di un collega dell'orchestra.

Link to comment
Condividi su altri siti

Originale protesta ! Sono perfettamente d'accordo. Non so se sapete che anche l'orchestra sinfonica di Roma gestita dalla Arts Academy ha chiuso. Una vergogna !

Qui il link http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/08/lorchestra-sinfonica-di-roma-chiude-abbiamo-finito-i-soldi-dobbiamo-licenziare/978310/

Link to comment
Condividi su altri siti

La parte di Orchestra dell'Opera di Roma che suona al Festival di Caracalla (perché è una parte, non tutta) giorni fa aveva scioperato per la prima di Bohème, e più o meno per le stesse ragioni. Ahimé ci sono poche speranze che le cose cambino, e non è colpa della politica, almeno secondo me. E' colpa "anche" della politica...

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

metto il link ad un articolo di Lidia Ravera, assessore alla cultura e sport della Regione Lazio...

 

http://www.huffingtonpost.it/lidia-ravera/se-litalia-non-riparte-da_b_5601972.html?utm_hp_ref=italy

 

l'articolo parla dello sciopero a Caracalla e dimostra come i politici non abbiano le competenze specifiche per affrontare simili problemi. L'economia della musica è un campo complicato, le politiche migliori scontentano quasi sempre qualcuno, ma bisognerebbe avere il coraggio in questo momento storico di dire che il mercato musicale italiano, l'organizzazione delle orchestre, dei teatri, dei festival sono in gran parte da riformulare. Si dice sempre che all'estero le cose funzionano in modo diverso. Questo ha portato da anni una conseguenza lampante: attualmente nel resto del mondo la musica è suonata meglio e porta profitto. Ci sono eccezioni, ovvio, ma se escludiamo il campo del solismo, che è sempre un mondo a sé, la qualità di un'orchestra o di un teatro si misurano anche rispetto a fattori poco legati alla qualità dei singoli: la stabilità di chi suona dentro, il numero di prove, la qualità dei direttori assunti, l'offerta formativa delle istituzioni, l'offerta musicale della città.

Non so, l'Orchestra del Carlo Felice di Genova che possibilità ha di essere "migliore" dell'orchestra di una città come non so, Lipsia? La qualità di quest'orchestra non dipende solo dalle sovvenzioni pubbliche, dipende da quanto i propri orchestrali vanno a sentire altri concerti, da cosa offre culturalmente Genova come città, dai direttori che la dirigono. E, dico io, parliamo dell'Orchestra di Battistoni... io c'ho cantato diretto da Battistoni e vi posso dire che non vedo proprio come sotto la sua bacchetta qualsivoglia orchestra possa migliorare. Per la serie "il numero di prove", Battistoni ha saltato due prove su 5 organizzate l'anno scorso per l'opera in cui ho cantato con lui. Due su Cinque! Ora, se un Teatro come quello di Genova, che negli ultimi dieci anni ha avuto buchi di bilancio impressionanti, ha fatto concorsi senza poi assumere i vincitori, ha avuto una programmazione limitata e secondaria investe su uno come Battistoni, che è un uomo immagine e basta, cosa ci si può aspettare dalla qualità culturale del sistema?

Io sono tranchant e sono un po' capitalistico. I teatri vanno chiusi. E poi riaperti. Le orchestre stabili dovrebbero avere programmazioni diverse, molto più varie, che diminuiscano il fattore "evento" (che ne so, le tourné o il mega solista) e aumentino la pratica del repertorio. Suonare tanto per suonare sempre meglio. E aprire sempre alle scuole. Si dovrebbero prendere accordi con i conservatori vicini, offrendo agli studenti di guardare tutte le prove, anche le sezioni. Sembra sempre assurdo, ma se TUTTI gli studenti dei conservatori italiani andassero a vedere i concerti della propria città, i teatri non avrebbero problemi di sbigliettamento. Ma, non si sa perché, i direttori dei conservatori odiano e sono odiati dai direttori dei teatri. Se nel nostro paese i musicisti non vanno ad ascoltare musica, cosa pretendiamo dagli altri? E cosa pretendiamo dalla politica? 

Dal mio punto di vista, se non ricostruiamo il pubblico, se non usciamo dalla "crisi" mentale ed economica, non riusciremo a fare nulla per la cultura musicale. 

Link to comment
Condividi su altri siti

Dal mio punto di vista, se non ricostruiamo il pubblico, se non usciamo dalla "crisi" mentale ed economica, non riusciremo a fare nulla per la cultura musicale. 

Certo Tallo, ma la politica ha contribuito massicciamente ad entrare nella "crisi" mentale ed economica; se è vero che i cittadini possono rimboccarsi le maniche, è giusto che chi è pagato per questo si sforzi almeno di mitigare la parte dei danni fatti...

 

Se non hai soldi per comprare il pane, tanto meno ce li avrai per comprare un biglietto del teatro. Quanti più soldi ti avanzano, tanto più spenderai...anche questo è capitalismo.

Link to comment
Condividi su altri siti

Originale protesta ! Sono perfettamente d'accordo. Non so se sapete che anche l'orchestra sinfonica di Roma gestita dalla Arts Academy ha chiuso. Una vergogna !

Qui il link http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/08/lorchestra-sinfonica-di-roma-chiude-abbiamo-finito-i-soldi-dobbiamo-licenziare/978310/

 

Avevo sentito che la Arts Academy dopo aver cambiato sede, stava chiudendo i battenti, ma questo 2/3 anni fa.

Link to comment
Condividi su altri siti

In effetti trovo le osservazioni di hallo interessanti e molto giuste. Non ho niente da aggiungere, se non ancora impegnare i politici verso la cultura e in particolare verso le strutture della cultura ( orchestre , teatri lirici…ecc). Sappiamo bene che bisogna ripartire da questo, no?!!!!!!

Link to comment
Condividi su altri siti

Certo Tallo, ma la politica ha contribuito massicciamente ad entrare nella "crisi" mentale ed economica; se è vero che i cittadini possono rimboccarsi le maniche, è giusto che chi è pagato per questo si sforzi almeno di mitigare la parte dei danni fatti...

 

Se non hai soldi per comprare il pane, tanto meno ce li avrai per comprare un biglietto del teatro. Quanti più soldi ti avanzano, tanto più spenderai...anche questo è capitalismo.

 

Ma quali sono queste responsabilità della politica? Premettendo che se parliamo di "responsabilità" in modo serio dovremmo riuscire a tracciarle inequivocabilmente. 

Io penso che la politica abbia soprattutto responsabilità secondarie, indirette, diciamo omissive. A naso direi 1) le mancate riforme scolastiche 2) riforme delle istituzioni culturali non precisamente azzeccate 3) una certa lontananza di immagine dal mondo della cultura. Queste, che sono le mancanze più frequenti, però, non sono "la causa" del problema. Dobbiamo sforzarci di essere onesti, 20 anni di Berlusconi NON hanno provocato la morte della musica classica. Anzi, per esperienza vi assicuro che il pubblico della classica e dell'opera tende ad essere di destra, conservatore, ricco, con la crisi c'ha poco a che fare, soprattutto con la crisi economica.

Il problema principale della politica, a mio avviso, è un problema specifico, tecnico: sono stati individuati alcuni "dirigenti", a vari livelli, che hanno sbagliato. Allo stato delle cose in Italia il mercato musicale viene gestito da perfetti "parvenu", persone che si sono trovate al posto giusto al momento giusto, e che quello che sanno lo hanno imparato solo dalla pratica. E ciò non va bene. Campiamo ancora del mito del "quel tipo là conosce tutti", "quello viene tutte le sere in teatro", "la sua nomina darebbe prestigio"... in capo alle istituzioni non ci dovrebbero stare 1) politici 2) amministratori 3) filosofi 4) ammaniconi 5) MUSICISTI. Ci devono stare i manager della cultura, che ahimé in Italia non ci sono perché non abbiamo dei seri corsi di laurea che li formino. Questa è una responsabilità diretta, a mio avviso, ma che, ancora, non è la causa principale di nulla, perché i manager della cultura non ci sono neppure in Corea, ma lì la cultura vende...

Quello che manca in Italia è il mercato. Semplicemente. La frase "chi non ha il pane non va ai concerti" è giusta, ma il punto è che oggi quelli che non hanno il pane sono relativamente pochi, e tutti gli altri se ne fregano comunque della musica. Io non sono bravo coi numeri ma in media un Teatro all'italiana (cioè tipo come La Scala) conta 2000 posti. La Lombardia è piena di teatri, quindi è meno impressionante il problema, ma immaginiamo la Puglia, dove esiste praticamente un solo teatro importante, il Petruzzelli a Bari, che virtualmente assorbe il pubblico anche del Molise e della Basilicata. Tutta la Puglia fa 4 milioni di abitanti... com'è possibile che il Petruzzelli non faccia il pienone sempre?? Per un teatro di spicco, in Puglia ci sono 5 conservatori. CINQUE. Io non conosco i numeri degli iscritti, ma metti pure che ce ne siano 500 per conservatorio (che sono pochissimi), fanno 2500 studenti di musica che trovano i soldi per comprare spartiti, strumenti, inutili libri di armonia complementare, ance, cuscinetti, lubrificanti e polvere di teflon ( :-) ). E' possibile che questi qui non abbiano 20 euro ogni due mesi per vedersi un concerto??

E' possibile. E' lo stato del mercato in Italia. Ed è la vera ragione dei problemi della musica colta da noi. 

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Io non conosco i numeri degli iscritti, ma metti pure che ce ne siano 500 per conservatorio (che sono pochissimi), fanno 2500 studenti di musica che trovano i soldi per comprare spartiti, strumenti, inutili libri di armonia complementare, ance, cuscinetti, lubrificanti e polvere di teflon ( :-) ). E' possibile che questi qui non abbiano 20 euro ogni due mesi per vedersi un concerto??

 

Io non biasimo l'affermazione di Dino; alcune mie stupide impressioni:

 

- saranno anni che non compro spartiti (c'è IMSLP)

- saranno anni che non compro CD (c'è youtube)

- sono anni che non compro manuali (sul web si trova di tutto)

 

Strumenti musicali e compendi sono il necessario, il minimo. Famiglie strozzate per problemi economici del paese (e non solo del settore musica)...causati da chi? Il concerto secondo me viene visto, soprattutto dai genitori (che devono tirare fuori i soldi), come uno "svago". Sono perfettamente conscio che invece sia necessario ascoltare musica dal vivo, ma anche per questo da un lato lo studente non chiede e dall'altro magari si sente dire da mamma e papà: "E' proprio necessario"? Poi vai sul tubo...e tutto ti passa.

 

Secondo me Thallo ha delle ragioni, ma è un discorso semplificato e un po' distante dalla realtà concreta di un ragazzo di 13/15 (ma anche 20, se non si lavora non si è autonomi) anni che deve chiedere già un sacco di soldi per studiare...eppoi vuole "pure" andare al concerto. Magari i figli d'arte si salvano.

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Il concerto secondo me viene visto, soprattutto dai genitori (che devono tirare fuori i soldi), come uno "svago". Sono perfettamente conscio che invece sia necessario ascoltare musica dal vivo, ma anche per questo da un lato lo studente non chiede e dall'altro magari si sente dire da mamma e papà: "E' proprio necessario"? Poi vai sul tubo...e tutto ti passa.

 

Perchè, un minorenne non andrebbe accompagnato? Per cui anche un genitore pagante. Allora dico, perchè i minorenni accompagnati non possono entrare gratis (compreso l'accompagnatore, al quale potrebbe non fregargliene nulla della musica d'arte) e magari una politica più votata alla cultura non finanzia questo tipo di iniziative?

 

Io capisco il discorso Thallo, però ricordo che lui stesso in occasione della discussione "Alla fine del concerto", scrisse

 

 

Detto questo, non vado ad un concerto da una vita. Mi faccio schifo... e questa discussione mi fa sentire in colpa da morire.

 

Assolutamente non per rivangare ma come ha fatto Oracolo, potrebbe essere utile scavare per capirne le ragioni.

 

Per esempio a me capita che dovendo per lavoro occuparmi di musica dalla mattina alla sera, non ho completamente voglia di andare al teatro; come tutti vorrei staccare finita una giornata di lavoro. E' come chiedere ad un calciatore di andare a vedere una partita nei suoi orari liberi, come chiedere ad un postino di distribuire lettere alla domenica, etc. Ovvio parlo in generale...ma il pubblico del teatro non dovrebbe essere di addetti ai lavori e tanto meno questa deve essere una leva o un ancora di salvataggio. E poi gli addetti ai lavori devono essere i protagonisti dello "spettacolo" e non gli spettatori. Poi per aumentare la professionalità, come dice oracolo, è corretto che ci sia l'ascolto e l'ascolto dal vivo...ma cerchiamo di essere obiettivi.

Link to comment
Condividi su altri siti

io mi considero fuori dal mercato, perché sono ufficialmente "disoccupato"... ma i miei 10-12 concerti annuali riesco a vedermeli :-) ma spendo sicuramente di più nel comprare libri, questo è vero, molto spesso discrimino la musica dal vivo prima ancora di andarla a sentire... il discorso sul concerto visto come svago è azzeccato, però, ed è parte del problema. Ci sono svaghi che costano molto ma che vengono considerati imprescindibili. Si parla sempre dei cellulari, ma potremmo parlare della pizza con gli amici, della serata in discoteca, del biglietto del parco acquatico. Non voglio fare un discorso moraleggiante, non voglio dire "la musica serve di più", ma è un dato di fatto che altri svaghi vengano apprezzati maggiormente, ovvero venga dato un prezzo maggiore, vengano considerati meritevoli di una spesa maggiore. Allo stato delle cose questa è la situazione italiana, e orchestre e teatri dovrebbero rassegnarsi, cercando disperatamente di rendere appetibile il proprio prodotto. Ma non possiamo andare contro il mercato. Non penso che il concerto in sé sia un bene che lo stato deve tutelare, mettendo nell'indotto sovvenzioni e soldi (più di quanti non ce ne siano già). Preferisco meno concerto e più soldi nella scuola, a sto punto, perché è così che si ricrea il mercato.

Link to comment
Condividi su altri siti

Entro in punta di piedi, secondo te Thallo (o anche altri interessati al discorso), in un mondo glibalizzato, può essere che un mercato "locale" come quello italiano sia veramente così diverso? Basta passare su alcuni siti stranieri per vedere quanto, più o meno legalmente, sia possibile scaricare.

 

Curiosità, cosa vi dice Blockbuster?

 

Per i più giovani:

http://it.wikipedia.org/wiki/Blockbuster

Link to comment
Condividi su altri siti

Frank, le logiche teatrali sono ancora molto localizzate. Almeno secondo la mia esperienza. Durante la mia recente e breve esperienza a Regensburg in Germania ho visto che il teatro d'opera di quella cittadina, non particolarmente di spicco, aveva messo in scena "Die Feen" di Wagner, un'opera rarissima, e aveva fatto nel giro di due mesi più di 20 recite di Flauto Magico. Cioè, io a settembre faccio il Don Giovanni con regia di Graham Vick, uno dei più grandi registi d'opera viventi, e facciamo due recite a Como?! Una città dove probabilmente hanno i soldi per schiavizzare mezza Regensburg... 

la Germania è tradizionalmente un confronto impari, ci sono moltissimi teatri, moltissime orchestre e grande cultura musicale diffusa (una volta era così anche in Italia...). Ma ci sono situazioni simili in Francia, in Belgio, in Olanda, in tutto il nord Europa. Io spesso faccio l'esempio dell'Islanda, che è uno stato di 320.000 abitanti, che ha orchestre, solisti, gruppi da camera tutti di livello internazionale. Credo ci siano almeno una decina di cantanti d'opera di alto livello, tutti islandesi... proprio perché siamo in epoca di globalizzazione, per emergere un piccolo stato come quello ha bisogno di un livello culturale diffuso molto alto. Che spesso coincide con un buon mercato culturale.

La crisi discografica è presente ovunque, è vero. Ma ci sono strategie per evitare che questo si ripercuota sullo spettacolo dal vivo. Noi speriamo sempre che queste strategia vengano adottate dalla politica, ma le figure giuste sono quelle commerciali, quelle che analizzano in mercato e ne capiscono le logiche. E che, incredibilmente, sono del tutto estranee dalla musica classica in Italia. Se escludiamo Allevi, che non è per nulla in crisi.

Link to comment
Condividi su altri siti

E che, incredibilmente, sono del tutto estranee dalla musica classica in Italia. Se escludiamo Allevi, che non è per nulla in crisi.

...ehm, in effetti Allevi non è classico. Anche la Pausini non mi sembra in crisi :)

 

In effetti il mondo pop sa come muoversi, compreso lo spettacolo dal vivo.

Link to comment
Condividi su altri siti

La butto lì con una "provocazione" a cui probabilmente tutti o quasi avranno pensato, ma non l'hanno espressa: ci sono "svaghi" che passano avanti ad altri perchè dopotutto è più facile gestirli? C'è una (per me) sostanziale differenza tra l'uscire per andarsi a vedere un film (che in alcuni casi si propone come un'opera complessa) ed assistere ad un concerto di musica come lo si intende in ambito serio. Un film può esser compreso nonistante la sua complessità e senza doversi studiare il soggetto, la sceneggiatura e seguire le riprese. Un'opera musicale è tutt'altra cosa, sfugge sempre qualcosa a chi (come me del resto) non ha i mezzi necessari per decodificare e di conseguenza comprendere pienamente il senso, non meno il linguaggio di quest'ultima. È una sensazione che ho.

Link to comment
Condividi su altri siti

Dimenticavo, si tratta sempre di creatività, ma la musica sembra (a mio parere) che "obblighi" quasi chi la ascolta ad essere preparato, culturalmente e psicologicamente. Ci sono sempre le eccezioni, vedi musica complicata che piace ad un primo ascolto. Non nomino alcuni esempi di musica pop, è talmente immediata che la si può ascoltare facendo qualunque cosa.

Link to comment
Condividi su altri siti

è uno dei problemi intrinsechi alla musica, soprattutto a quella "lunga": la musica ti costringe ad ascoltare, non puoi chiudere le orecchie, e quindi se non ti piace o ti annoia o ti fa schifo, al punto da viverla come una violenza. E' quello che molti provano con la musica contemporanea.

Andare ad una mostra d'arte contemporanea è meno faticoso. Ma l'arte ha meno repertorio... come dire, è molto difficile fare formazione artistica, far vedere tutti i quadri di Tiziano a uno studente. Ma è più facile far ascoltare allo stesso studente tutte le sinfonie di Beethoven. Se si riuscisse a creare questa formazione di base allora andare a sentire un concerto sarebbe più facile

Link to comment
Condividi su altri siti

La butto lì con una "provocazione" a cui probabilmente tutti o quasi avranno pensato, ma non l'hanno espressa: ci sono "svaghi" che passano avanti ad altri perchè dopotutto è più facile gestirli? C'è una (per me) sostanziale differenza tra l'uscire per andarsi a vedere un film (che in alcuni casi si propone come un'opera complessa) ed assistere ad un concerto di musica come lo si intende in ambito serio. Un film può esser compreso nonistante la sua complessità e senza doversi studiare il soggetto, la sceneggiatura e seguire le riprese. Un'opera musicale è tutt'altra cosa, sfugge sempre qualcosa a chi (come me del resto) non ha i mezzi necessari per decodificare e di conseguenza comprendere pienamente il senso, non meno il linguaggio di quest'ultima. È una sensazione che ho.

Per altri motivi pensavo proprio in questi giorni che i film che vengono prodotti sono accesbili a tutti ... ma la musica no. Anche nel mondo del cinema ci sono prodotti di diversa fattura, dal capolavoro alla spazzatura, ma il senso dei film confezionati sino ad oggi arriva a tutti. Quindi passandomi una "metafora", il mondo del cinema sembrerebbe aver scelto il "pop" ... perchè i compositori dovrebbero avere esigenze diverse dai registi?

Link to comment
Condividi su altri siti

Leggendo velocemente i post mi sono trovato d'accordo con quanto detto da Oracolo, ma il problema oltre ad essere quello della comodità di avere delle cose a portata di mano senza alzare un dito è anche strettamente legato alla scuola, alla cultura ed all'immagine sociale.

 

Personalmente, essendo andato diverse volte ad ascoltare l'orchestra, posso dirvi che se dovessi unicamente basarmi sull'ascolto, questa si ascolta meglio in registrazione che dal vivo. In registrazione si riesce a cogliere delle sfumature che dal vivo non è semplice ascoltare. La registrazione di un'orchestra è, secondo me, diverse volte più "dettagliata" rispetto al suo ascolto dal vivo. Non facciamo fatica a dire lo stesso negli altri generi, che sia pop, rock, jazz e quelli che volete: è un dato di fatto che il cd suoni molto meglio del concerto dal vivo dove si hanno problematiche acustiche, dove i cantanti non sono perfettamente intonati, dove la stessa produzione del suono usa tecnologie inferiori rispetto a quelle impiegate all'interno degli studi di registrazione, ecc. ecc. In aggiunta a tutto questo, parlando sempre di musica classica dobbiamo anche ricordare che sul tubo si trovano gli stessi concerti suonati da orchestre diverse, diretti da direttori diversi, alcuni storici...

 

Riguardo le partiture vale lo stesso discorso che ha fatto oracolo. Perché andare a comprare lo spartito se per la stessa composizione trovo almeno 5 edizioni diverse su imslp ? ( Vi dirò che salvo rare eccezioni su questo mi sento ancora affezionato al libro rilegato piuttosto che ai fogli sparsi che inevitabilmente si mischieranno in giro per casa ).

 

La problematica dunque risiede secondo me nei modelli che questa società fornisce, e ce ne sono diversi, specialmente in età adolescenziale dove si gettano le fondamenta del futuro carattere. Il modello 'Figo' (riconosciuto da una statistica abbastanza grande) è il ragazzino belloccio che veste di marca, che fuma sigarette, che fa tardi la sera (non per studiare ma per bivaccarsi), che è bravo a giocare a pallone, che ha il motorino modificato, che va tutti i sabati in discoteca a fucilarsi le orecchie con 135 dB sparati ecc. ecc.

Il modello di bravo ragazzo, è invece quello che studia, che al massimo quando esce va a mangiare una pizza con gli amici e poi un pub tranquillo, torna a casa all'una e mezza massimo ( a 14 anni che ora vuoi fare ?? ), ha delle passioni e le coltiva con abnegazione ecc. ecc.

 

Il problema è che i ragazzi seguono molto di più il primo modello che il secondo pertanto ora dovremmo passare a considerare come gli elementi facenti parte del primo modello guardino quelli del secondo...

Studia musica classica ? È un coglione !

 

È bravo a scuola ? Buon per lui, alla fine avrà più pezzi di carta per pulirsi. Io farò il muratore ma guadagnerò più di lui (allo stato attuale delle cose, questo potrebbe anche essere vero).

 

Torna a casa all'una ? Pensa che imbecille si perde il meglio, donne alcool e discoteca.

 

 

Con mentalità del genere è normale che poi contesti non adatti a questa gente, come il teatro, siano destinati ad esalare l'ultimo respiro. I giovani di oggi pensano solo ad andare a ballare a giocare a pallone e le donne a fare le veline, queste sono le massime aspirazioni della vita... Soldi facili. Il teatro di una volta è diventata la discoteca di oggi. L'affluenza di persone si è tutta spostata lì. L'intrattenimento sano del teatro è oggi sostituito da questi ambienti che pullulano di prostituzione, droghe e alcool.

Pertanto io ritengo che il problema, quello vero alla base di tutto sia per un fattore social-culturale.

 

Con menti del genere finisce tutto. Il mondo si ferma e si comincia a regredire.

Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...