Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Intervista 2004/2007 al compositore Paolo Castaldi


Ludovica
 Share

Recommended Posts

Esatto, Messiaen si faceva ispirare dagli uccellini, Xenakis dai numeri... ognuno si cerca gli stimoli con cui ha più confidenza :)

... ma questi sono solo punti di partenza :)

 

Visto che sembra ci sia Mozart "nell'occhio del ciclone", ai suoi tempi (giusto  pour parler) secondo te o da chi fosse interessato, da cosa ci si faceva ispirare? Quali erano i punti di partenza?

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Visto che sembra ci sia Mozart "nell'occhio del ciclone", ai suoi tempi (giusto  pour parler) secondo te o da chi fosse interessato, da cosa ci si faceva ispirare? Quali erano i punti di partenza?

 

a parte la spiegazione da contesto storico culturale, che, come l'abito nero, è sempre elegante

e si adatta bene a tutto, ti direi che le opere di Mozart sono, a mio parere, per lo più "non ispirate".

Col che non voglio dire che non siano dei capolavori, ma semplicemente che che non hanno una fonte ispiratrice

particolarmente cogente se non la commissione da cui derivavano. Il che significa pure che il 5/95 di cui sopra

in Mozart diventa uno 0/110 (e lode :) ). Il suo senso musicale fu senza dubbio adamantino, tale da non aver appunto

neppure bisogno di un'ispirazione. Qualcuno potrebbe addirittura dire che Mozart era ispirato direttamente dalla musica.

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

> Mozart era ispirato direttamente dalla musica

In realtà questo dovrebbe valere sempre e si spera per tutti; un'altra risposta che ci svincola dal contesto storico culturare può essere: "ascoltando molta buona musica". A volte fa molto di più UN buon ascolto (analitico) che TANTE seghe mentali (scusate il francesismo dantesco).

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Quanti "punti di partenza"!.... evviva i punti di arrivo!

 

Condivido lo scetticismo verso l'assunzione di fonti di ispirazione esterne, tangibili, raccontabili, indicabili, descrivibili....

 

ma la musica, alla fin fine, è un arte che (al 95%) è 'mestiere'.

E - proprio in quest'ottica - dire che un musicista (qualsiasi) sia ispirato direttamente dalla musica, per me è come dire che un poeta è ispirato dalla poesia o un pittore dalla pittura o un commediografo dal teatro . . .

Link to comment
Condividi su altri siti

 

 

Su Mozart, Daniele se ne ricorderà (ne avevamo parlato in passato), seppur "sbagliando" il modo e i termini, potrebbe non esserci andato lontano.

 

Mi spiace ma ho ascoltato solo ora l'intervista e letto quello che avete scritto a tal proposito, e questo perché Luca me lo ha segnalato.

Ricordo molto bene il tutto e tu ricorderai quel che io penso di Mozart. I termini  e il modo  usato da Castaldi è sbagliato, ma io sono sostanzialmente d'accordo con lui. Mi fa anzi piacere constatare che questa mia contro-tendenza, trova concordi persone del mestiere perché vuol dire che non è così peregrina e assurda.

Parlare di Mozart in questi termini provoca sconcerto, ovviamente: stiamo parlando di un "mostro sacro". Molta sua musica è indubbiamente molto bella e, definirla "inutile" è sbagliato, se non altro per le orecchie che con essa ci si avvezzano. Ma, tolto il Mozart teatrale e il Mozart dei maggiori concerti per pianoforte, di tutto il resto, la storia della musica, avrebbe potuto tranquillamente farne a meno per la sua evoluzione. A Beethoven era sufficiente Haydn, per dirla chiaramente. Sarebbe stato sufficiente per le Sinfonie, i Quartetti e le Sonate.

Non tutta, ma molta della musica di Mozart è musica per ragazzini, per neofiti della classica in cerca di musica altamente orrechiabile, di questo ne sono fermamente convinto.

Link to comment
Condividi su altri siti

Molta sua musica è indubbiamente molto bella e, definirla "inutile" è sbagliato, se non altro per le orecchie che con essa ci si avvezzano. Ma, tolto il Mozart teatrale e il Mozart dei maggiori concerti per pianoforte, di tutto il resto, la storia della musica, avrebbe potuto tranquillamente farne a meno per la sua evoluzione. A Beethoven era sufficiente Haydn, per dirla chiaramente.

...ecco, io non capisco in cosa differirebbe Shostakovic da Mozart. A Mahler bastava Brahms (come a Brahms bastava Beethoven) :)

Link to comment
Condividi su altri siti

Non tutta, ma molta della musica di Mozart è musica per ragazzini, per neofiti della classica in cerca di musica altamente orrechiabile, di questo ne sono fermamente convinto.

Vedi, questo è il caso in cui uno dei 4 punti di vista (dell'ascoltatore) può influenzare interpreti e non essendoci ai tempi di Mozart la musicologia, Mozart aveva 2 punti di vista su 3 :). Non è poco e questo gli ha permesso di arrivare ai giorni nostri. Comunque la perfezione è una delle virtù dell'arte, per cui Mozart ci è arrivato a pieno titolo :)

Link to comment
Condividi su altri siti

> Mozart era ispirato direttamente dalla musica

In realtà questo dovrebbe valere sempre e si spera per tutti; un'altra risposta che ci svincola dal contesto storico culturare può essere: "ascoltando molta buona musica". A volte fa molto di più UN buon ascolto (analitico) che TANTE seghe mentali (scusate il francesismo dantesco).

 

molto OT (ed è per questo che ho esitato due giorni) ma... ci tengo.

 

Forse intendevi 'neologismo dantesco'.

La Commedia è piena di francesismi (a memoria mi vengono in mente solo la fiera «a la gaetta pelle» e «ei non stette la con essi guari» ma nessuno dei due è esclusivo di Dante (dantesco, appunto).

 

Esistono francesismi danteschi? Mi è sfuggito qualcosa?   :-)

Link to comment
Condividi su altri siti

Sì, Mozart ci è arrivato a pieno titolo e anche a pieno merito e mi va benissimo.

Sul come oggi Mozart venga venerato ho invece molte perplessità e riserve, questo è il punto. 

A Kappa dico questo: ci sono compositori nella storia della musica - anche dei grandissimi o, appunto perché sono stati grandissimi - di cui si può dire che se non ci fossero stati , non sarebbe cambiato granché dal punto di vista evolutivo della materia

Castaldi dice che Mozart è stato un compositore inutile e, in buona parte - non al 100% dunque - penso che abbia ragione per i motivi che ho già detto. 

L'inutilità di un'artista però, non necessariamente è data solo da un discorso evolutivo: la funzione svolta dalla musica di Shostakovic nell'ambito storico-politico sovietico è assai importante e, per me, questo è assai essenziale.

In un certo senso anche qualcosa di Mozart, in tutt'altro contesto storico, lo fu, ma questo è legato esclusivamente - o prevalentemente - al suo teatro. Molto poco insomma.

Poi, come sempre entrano in gioco quelli che sono i nostri gusti personali sicuramente e, Mozart, non fa certo parte delle mie preferenze, come già si è ben capito.

Link to comment
Condividi su altri siti

Comunque la perfezione è una delle virtù dell'arte, per cui Mozart ci è arrivato a pieno titolo :)

Pensavo a questa tua affermazione e, improvvisamente, mi è balenato in testa uno scritto di Massimo Mila che si trova nel libro dedicato alla Nona di Beethoven.

Siamo ormai alla penultima pagina, si stanno tirando le somme del tutto e il celebre musicologo così scrisse: «(...) Si può concedere che altre Sinfonie di Beethoven sono più “perfette”, nel senso più preciso della parola: meglio finite. (...) Eppure, forse proprio per queste sue imperfezioni, la Nona, sembra più vicina all'uomo moderno e alle condizioni di crisi che lo travaglia. Che cosa ce ne facciamo oggi della perfezione plastica che Canova metteva nei suoi marmi? Che cosa ci dice?(...)»

Dal mio punto di vista, non trovo affatto impertinente sostituire la «perfezione plastica che Canova metteva nei suoi marmi» con «la perfezione (...) per cui Mozart ci è arrivato a pieno titolo».

Sicuramente io trovo questa perfezione – tutte le perfezioni a dir la verità - stucchevole, mi annoia, mi stanca e, soprattutto,ancora una volta, la trovo inutile.

Mozart oggi ha giustamente un suo posto nell'olimpo dell'arte musica e, sicuramente non va discusso. Ciò detto e assodato, trovo che la sua musica, in effetti, - al netto di una parte del suo teatro – abbia ben poco da dirci a noi persone di oggi.

Ne ha notevolmente di più quella di Beethoven, proprio nella sua sporcizia e rozzezza.

Paolo Castaldi quando afferma che la musica di Beethoven non è sporca ma beethoveniana, dice una sacro-santa verità. Abbiamo ben presente, come i maestri di Beethoven: da Haydn, ad Albrechtsberger, a Salieri, furono assai critici nei confronti di questa caratteristica beethoveniana che fu sempre presente fin dagli albori della sua composizione e mai si spense. Ma è del tutto evidente che ci fu da parte del compositore un'assoluta volontà di muoversi e lavorare in quella maniera, infischiandosene degli insegnamenti e delle regole.

Ma se la musica di Beethoven ha avuto quella forza travolgente di cambiare tutto il corso della storia della musica e di arrivare a noi intonsa è dovuto anche e soprattutto proprio a questo.

Vorrei anche correggere un'affermazione fatta sul discorso fatto da me nel precedente post su Mozart e peso politico perché è assai ingenerosa: in effetti Mozart non fu affatto lontano dalla sua storia politica del tempo e dunque ho sbagliato nello scrivere.

Resta il fatto che, almeno sicuramente per me, la maggior parte della sua musica si inquadra in quel clima tardo galante, di leggerezza e semplificazione e, dunque, pur se perfetta, rimane di una noia suprema.

Sul resto dei discorsi di Castaldi, alcune cose mi trovano sostanzialmente concorde, altre meno e su altre, non so entrare nel merito.

Trovo che sicuramente ha tutte le ragioni del mondo quando richiama e critica lo snobismo delle Avanguardie e sulla grande varietà e validità di voci che si ebbero nel Novecento. Mi da poi un piacere immenso il suo richiamo all'importanza di Edgar Varese.

Link to comment
Condividi su altri siti

Ciò detto e assodato, trovo che la sua musica, in effetti, - al netto di una parte del suo teatro – abbia ben poco da dirci a noi persone di oggi.

Forse il fatto che "la sua musica abbia ben poco da dirci a noi persone d'oggi" spiega come mai sia tanto difficile ascoltare la musica di Mozart suonata in modo adeguato. Un anziano Maestro aveva ascoltato dei giovani musicisti che suonavano Beethoven e Schumann: non male. Poi dovevano suonare Mozart (era un concorso). Quando finiscono, non molto contento del risultato mi confida: "È con Mozart che vengono fuori le magagne!".

 

Quanto al fatto che Mozart non abbia influenzato la storia della musica ... mah ... a parte ovviamente il teatro, per il quale rappresenta un riferimento per tutti (bisognerebbe rileggere Richard Strauss), c'è anche la musica da camera: ad esempio per Brahms ... oppure anche per Schönberg. In Stile e idea Schönberg dichiara che i suoi modelli sono quattro: Beethoven, Brahms, Wagner e Mozart (da Mozart apprende l'asimmetria). E per quanto riguarda i nostri contemporanei, vedere le riflessioni e gli studi che Sciarrino gli ha dedicato.

  • Like 2
Link to comment
Condividi su altri siti

«Comunque la perfezione è una delle virtù dell'arte, per cui Mozart ci è arrivato a pieno titolo»  [Frank]

 

"È con Mozart che vengono fuori le magagne!" [anziano Maestro di ResScharlach]

 

Beh... è abbastanza ovvio che per uno che vuole la forchetta sul tavolo perfettamente allineata al coltello... non sarà mai parallela abbastanza :D

Link to comment
Condividi su altri siti

E' interessante la chiave di lettura sul ruolo di Mozart oggi e che si chiude con questa affermazione riportata da RedScharlach

 

Forse il fatto che "la sua musica abbia ben poco da dirci a noi persone d'oggi" spiega come mai sia tanto difficile ascoltare la musica di Mozart suonata in modo adeguato. Un anziano Maestro aveva ascoltato dei giovani musicisti che suonavano Beethoven e Schumann: non male. Poi dovevano suonare Mozart (era un concorso). Quando finiscono, non molto contento del risultato mi confida: "È con Mozart che vengono fuori le magagne!".

 

 

Mi sono sempre chiesto, sino alla rassegnazione, come mai con Mozart come fai fai, sbagli. In effetti non si incappa mai in problemi tecnici ma di scelte estetico interpretative. Premesso che quando suoni un brano di qualsiasi compositore c'è sempre il massimo esperto di turno che lo eseguirebbe in modo diverso (che ci dobbiamo fare, questo è il mondo), mi sembra che appunto l'intervento di RedScharlach metta il dito nella piaga a proposito di WAM. Ma la soluzione secondo voi risiederebbe "solo" nella filologia?

Link to comment
Condividi su altri siti

Brevi considerazioni sparse:

1) dopo aver cantato il Requiem e da ammiratore sconfinato del Don Giovanni e delle Nozze di Figaro, posso dire che non condivido il giudizio "sprezzante" su Mozart. 

2) allo stesso modo, non condivido molte cose del discorso su musica e linguaggio (ovvero musica e lingua). Soprattutto gli esempi, che si concentrano sulla famosa "doppia articolazione" che la lingua non condivide con la musica. Il discorso sulla sintassi, sul significato e sul senso della musica è molto più complicato di così, ahimé, soprattutto se approcciato in prospettiva storica, ovvero come fa Castaldi (che lo usa come grimaldello per poter dire "io sono meglio degli altri").

3) non mi piace l'atteggiamento, ha proprio una parola buona per tutti...

4) dice alcune cose interessanti sul dopo-Cage. Penso sia parzialmente vero che molti oggi "si fingono" nella musica che compongono, creano modelli fantasy e vi si adeguano. Ma non vale per tutti. Come al solito anche Castaldi non prende in considerazione la musica non-classica.

5) Nono non piace manco a me...

6) i discorsi sul passato, presente e futuro nell'ascolto musicale sono un argomento "hot". Molti lo smentirebbero, alcuni sarebbero d'accordo. Io riformulerei: non c'è un solo modo di percepire il passare del tempo durante l'ascolto musicale.

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Forse il fatto che "la sua musica abbia ben poco da dirci a noi persone d'oggi" spiega come mai sia tanto difficile ascoltare la musica di Mozart suonata in modo adeguato. Un anziano Maestro aveva ascoltato dei giovani musicisti che suonavano Beethoven e Schumann: non male. Poi dovevano suonare Mozart (era un concorso). Quando finiscono, non molto contento del risultato mi confida: "È con Mozart che vengono fuori le magagne!".

 

Quanto al fatto che Mozart non abbia influenzato la storia della musica ... mah ... a parte ovviamente il teatro, per il quale rappresenta un riferimento per tutti (bisognerebbe rileggere Richard Strauss), c'è anche la musica da camera: ad esempio per Brahms ... oppure anche per Schönberg. In Stile e idea Schönberg dichiara che i suoi modelli sono quattro: Beethoven, Brahms, Wagner e Mozart (da Mozart apprende l'asimmetria). E per quanto riguarda i nostri contemporanei, vedere le riflessioni e gli studi che Sciarrino gli ha dedicato.

Ammetto che tu hai ragione e che io ho esagerato e detto anche sciocchezze.

L'intervista di Castaldi mi ha confermato sicuramente una cosa – che per altro ho già intuito abbondantemente - che è assai difficile – se non proprio impossibile – parlare di questi argomenti – ma forse di tutti gli argomenti – in una maniera obiettiva, soprattutto quando si è sopraffatti – come è certamente nel mio caso – dalle passioni.

Voglio dire: uno come Castaldi che ha la possibilità di sviscerare la musica anche – e soprattutto da un punto di vista tecnico e non solo storico – fa delle affermazioni che sono in assoluta controcorrente rispetto alla quasi totalità degli ascoltatori e studiosi di musica classica. Le fa però, partendo da concetti reali non solo da sensazioni personali. Ma è del tutto evidente che nel suo argomentare le cose, il tutto viene inquinato dai suoi gusti personali.

Se lo è per uno come Castaldi, figuriamoci per uno come me che affida il suo punto di vista, solo all'ascolto personale e al dato storico, come il tutto possa essere fortemente inquinato dalla passione e dal gusto personale.

Fatto sta che io trovo che le parole di Castaldi vadano in buona parte nella direzione giusta e non perché io voglia ridimensionare la figura di Mozart. No, tutt'altro! Ma perché penso che su questo compositore in questi anni si sia decisamente esagerato.

Chissà? Forse anche perché si è intravvista la possibilità di creare su di lui un mito che ha come finalità il “consumo” in una logica che sol da tali leggi è governata: Vienna è piena di ogni ben di Dio con l'immagine di Mozart o della principessa Sissi e, anche questa la dice assai lunga sulla cosa.

Su di lui è stato detto di tutto, compreso che ascoltare la sua musica – solo la sua? - rende più intelligenti, a tal punto che lo potremmo vedere bene anche in una farmacia.

Tutti, molto convenzionalmente, indicano in Mozart il bambino prodigio per eccellenza della musica ma questo, in realtà è solo parzialmente vero. Se è vero che già a quattro anni suonava e a cinque risalgono le sue composizioni ed esibizioni in pubblico, è anche pur vero che il percorso infantile e adolescenziale di Mendelssohn, è più consistente, seppur più ignorato.

Mozart aveva alle spalle un padre come Leopold che, pur non essendo un compositore eccelso era comunque un buon “artigiano” della composizione e questo fece sì che egli seppe ben intuire le qualità che quel bambino aveva innate e seppe ben sfruttarlo, facendolo diventare una sorta di “fenomeno da baraccone”, costringendolo a rinunciare a quella che è – o dovrebbe essere – una normale e sana infanzia, costringendolo ad esibirsi di fronte a corti principesche e clericali fin dalla più tenera età.

Mendelssohn a differenza di Mozart, non ebbe ascendenti musicali e, dunque, su questo non fu agevolato. Le prime composizioni del giovane Felix, risalgono al 1820/24 e stiamo parlando dunque di un'età compresa fra gli 11 e i 15 anni e si tratta di un Trio, tre Quartetti, 11 Sinfonie per archi, vari canti religiosi, 3 opere comiche, un Concerto per violino e un Concerto per 2 pianoforti e a differenza della musica del giovane Mozart, è musica di un certo valore.

Ed è qui, che a mio avviso, si apre la crepa più grossa su quello che si asserisce su Mozart e la sua opera complessiva. Quante volte ho sentito dire o ho letto che tutta la musica di Mozart non è banale? Quante volte ho sentito presentare un qualsiasi brano di Mozart, ma sempre con enfatizzazioni veramente fuorvianti ed eccessive? E, soprattutto, quante volte ho sentito dare eccessiva importanza a generi musicali, in cui l'astro salisburghese non ha affatto composto nulla degno di nota? Innumerevoli. Eppure, penso che non sia così!

Mozart è assolutamente grande nel suoi capolavori di teatro, nella suoi capolavori di musica sacra, nei suoi massimi concerti per pianoforte e orchestra, nella sua musica per fiati, in certi suoi Quartetti e in altra musica da camera. Ma altrettanto non si può dire – come molti lo fanno – che lo sia stato, almeno a pari livello, per altri generi, compreso le Sinfonie e anche le Sonate per pianoforte solo, di cui si enfatizza, dal mio punto di vista naturalmente, veramente eccessivamente la sua funzione.

Se io analizzo il suo corposo catalogo di 600 e passa opere, aldilà del solito stupore che posso provare nel prendere atto della sua facilità nel comporre – ma anche su questo ci sarebbe comunque da discutere – mi rendo subito perfettamente conto che fino alla K 270, non c'è nulla di particolarmente rilevante. C'è anche tanta musica piacevole – se piace naturalmente - all'orecchio di chi l'ascolta, ma nulla di particolarmente importante. La sua prima opera veramente tale è il Jeunehomme-Konzert K. 271 del 1777 che fa già ben intravvedere quella che potrà essere – e fu - la spinta innovativa di Mozart, nell'ambito del concerto per pianoforte e orchestra, rispetto agli stilemi in auge allora e, come questa si riverbera poi nel suo successore Beethoven.

Ma se poi restiamo nell'ambito del concerto solistico, altrettanto non posso dire di quelli con violino solo. Eppure, grandi violinisti a decantarne le qualità non mancano certo, ma la realtà è che anche con i due migliori – K 218 e K 219 – siamo ancora pienamente nello stile galante e, anche questa la dice già tutta.

Le Sinfonie degne veramente dell'appellativo “capolavoro” sono le ultime tre – su 50 e passa non è male direi – e Haydn, su questo fronte ha fatto un po' meglio sicuramente.

Ma ancora più inspiegabile per me è il decantare le sue Sonate per pianoforte.

Glenn Gould arrivò persino a dire che l'unico pregio di Mozart fu che morì presto. Ovviamente, si sa! Glenn Gould fu un temperamento molto particolare e sicuramente i suoi giudizi sul salisburghese furono troppo inquinati dal suo gusto personale ma, anche qui, è pur vero che da parte degli esegeti mozartiani, spesso, ci si trova davanti ad esagerazioni veramente sorprendenti. Dal mio punto di vista, a parte l'eccezione della K.310, la qualità non è poi così eccelsa, compresa la K 331, con la celeberrima Marcia turca. In realtà poi, io penso, che il vero capolavoro pianistico di Mozart sia la Fantasia K 475 e non vado oltre.

Comunque sia, il grande successo di pubblico che riempe il “Festival Mozart” a Torino in queste serate – si parla di 15000/20000 persone ogni sera – mi fa ben comprendere quanto sia sbagliata l'affermazione da me fatta circa il cosa abbia ancora da dire la sua musica a noi contemporanei. Mi limiterò dunque ad affermare che, sicuramente, per il sottoscritto, non tutta, ma gran parte della sua musica – e io metto anche lavori considerati capolavori – non mi dice proprio nulla e che, tutt'al più, la consiglierei a chi vuole iniziarsi alla musica classica. 

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

il primo a scrivere un'opera in una lingua diversa dall'italiano no :-) a meno che tu non voglia intendere qualcosa di particolare che non ho colto.

Comunque, la mia opinione su Mozart è che il diavolo stia nei dettagli. Non mi sono mai considerato un vero e proprio fan di Mozart, e anch'io ho spesso avuto l'impressione che dietro alcune cose si sentisse il rumore delle posate. Ma con l'opera non è così, e dall'opera ho "indotto" la considerazione generale per cui la profondità di Mozart stia nei dettagli e nelle ironie. L'ironia è una cosa molto difficile da comunicare, soprattutto in musica. Nel teatro musicale ci si riesce di più, ovvio. E l'esempio è presto fatto: il duettino del Don Giovanni in cui Don Giovanni canta alla finestra di Donna Elvira. Donna Elvira è malinconica e pensa che quel canto sia riferito a lei, in realtà Don Giovanni prende due piccioni con una fava, perché sta cantando per far affacciare la cameriera e far uscire Donna Elvira, che verrà portata a spasso da Leporello travestito. Bugie così profonde sono rare nella musica... e Da Ponte esprime bene il tutto dicendo "ah proteggete voi la mia credulità". Penso che i compositori e i direttori d'orchestra, personalità spesso molto forti, siano poco propensi a cogliere questo tipo di profondità e la chiamano musica da tavola. 

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Ma la soluzione secondo voi risiederebbe "solo" nella filologia?

 

Sarei tentato di dire... : per Mozart la filologia basta e avanza.

 

Invece no. La sua musica è musica viva, e dunque la filologia da sola non basta.

Forse alla nostra epoca Mozart non avrà nulla da comunicare.

A me i suoi capolavori, che Daniele ha sommariamente elencato, dicono (danno, comunicano...) molto.

 

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

il primo a scrivere un'opera in una lingua diversa dall'italiano no :-) a meno che tu non voglia intendere qualcosa di particolare che non ho colto.

Comunque, la mia opinione su Mozart è che il diavolo stia nei dettagli. Non mi sono mai considerato un vero e proprio fan di Mozart, e anch'io ho spesso avuto l'impressione che dietro alcune cose si sentisse il rumore delle posate. Ma con l'opera non è così, e dall'opera ho "indotto" la considerazione generale per cui la profondità di Mozart stia nei dettagli e nelle ironie. L'ironia è una cosa molto difficile da comunicare, soprattutto in musica. Nel teatro musicale ci si riesce di più, ovvio. E l'esempio è presto fatto: il duettino del Don Giovanni in cui Don Giovanni canta alla finestra di Donna Elvira. Donna Elvira è malinconica e pensa che quel canto sia riferito a lei, in realtà Don Giovanni prende due piccioni con una fava, perché sta cantando per far affacciare la cameriera e far uscire Donna Elvira, che verrà portata a spasso da Leporello travestito. Bugie così profonde sono rare nella musica... e Da Ponte esprime bene il tutto dicendo "ah proteggete voi la mia credulità". Penso che i compositori e i direttori d'orchestra, personalità spesso molto forti, siano poco propensi a cogliere questo tipo di profondità e la chiamano musica da tavola. 

Sul valore del Mozart teatrale non c'è alcun dubbio e altrettanto sulla sua ironia ma, non dobbiamo dimenticare che grande parte di quest'ultima è da attribuire a Da Ponte o ancor meglio all'accoppiata vincente Mozart-Da Ponte, in altre parole; Mozart senza Da Ponte non sarebbe stato lo stesso. Sono assolutamente d'accordo poi con la tua preferenza verso Don Giovanni e Le nozze di Figaro, mentre continuo a non amare Così fan tutte che rimane al di fuori della mia comprensione, riferendomi al testo in particolare.

Amo poi tantissimo Die Zauberflote, ma non sopporto Die Entfuhrung aus dem Serail, mi piace sufficientemente Idomeneo re di Creta e continuo a pensare che La clemenza di Tito sia un capolavoro mancato.

Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...