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Piano Concerto - Forum pianoforte

La musica applicata al Cinema: l'approccio del Maestro Morricone


Feldman
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Salve ragazzi, la mia permanenza nel forum è abbastanza labile a causa del poco tempo e mi dispiace, dato che è così ben organizzato. Ho comunque dato un'occhiata agli argomenti trattati in questi giorni. 

 

Ultimamente ho visto un'intervista fatta da Michele Dall'Ongaro al Maestro Ennio Morricone sullo scrivere per il Cinema; si sottolineava il fatto che le più belle colonne sonore del nostro Ennio sono comunque apprezzate dai musicisti più severi, appartenenti al mondo della musica colta, oltre che dal vasto pubblico. Morricone ha chiarito la questione dicendo che ha sempre tentato di trovare delle soluzioni "sotterranee", quasi nascoste, per sperimentare con criteri diversi nello sviluppo dei temi e delle melodie, ha così fatto l'esempio di C'era Una Volta Il West costruito sulla disposizione "strategica" dell'intervallo di sesta e  Metti Una Sera a Cena come Ricercare a 6 parti.

 

Cosa ne pensate? Può la musica per il Cinema (in questo ed in altri casi) vivere della stessa complessità propria della musica cameristica e sinfonica?

 

http://www.youtube.com/watch?v=Ho4o83LYSS8

 

ecco i brani in esame:

 

https://www.youtube.com/watch?v=Lc1h4kfj4B4

 

https://www.youtube.com/watch?v=2l3h9mMXpzE

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Questione intrigante, posto questa sigla del famoso cartone animato Braccio di Ferro

 

 

non per beffarmi del topic ma per far notare come effettivamente, prima dell'elettronica, la musica per immagini fosse sinfonica (anche per un cartone animato).

 

Questo può dirci tante cose, ma sicuramente è lampante il cambio che ha portato l'era digitale. Quindi quando parli di sinfonica, cosa intendi?

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Secondo me forse colta, contemporanea non di sicuro e comunque Morricone è uno dei migliori e apprezzati anche perchè se può scegliere fra colto e popolare, la notina popolare ha sempre la meglio.

 

Chiaramente la sua grande vena melodica (appunto, musica contemporanea...vena melodica? Già è una risposta) non lascia scampo e fa perdonare qualche "finta" ingenuità.

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Dal mio punto di vista nella musica da film la scena comanda e la musica supporta, per cui il linguaggio musicale non può essere mai una discriminante.

 

Se un fatto si sta svolgendo in un locale ed è richiesto un arrangiamento da piano bar…come si infilerebbe la “contemporanea”?  Che poi non è nient’ altro che uno dei generi  della musica colta.

Per cui partendo con "colta" o "contemporanea"  si introduce già un vizio di forma, come dici alcuni si esprimono in questi termini, ma  basta parlare di musica colta. E in effetti riporti che nel video si parla di musicisti colti.

 

Visto che accenni alla contemporanea, secondo le alcune ambientazioni sonore si possono sposare con alcuni tipi di scene da film, ma ritorniamo al discorso immagini, che comandano sulla musica per cui non tutto si può mettere da per tutto ed ogni artista deve trovare la quadra fra proprio linguaggio ed esigenze di regia.

Un altro punto di è quello accennato da Ludovica, non si può far finta che non esista la musica elettronica, per cui quando usare gli strumenti acustici?

Ecco che se scrivi musica per la leggenda del pianista sull’oceano…ti basta un bel pianoforte acustico. Domanda, come avresti inserito in genere “contemporanea” in quel film? In quelle scene? In quell’ambientazione?

 

Ti segnalo questo topic aperto dal buon Thallo

http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/3240-la-grande-bellezza/

Dal punto di vista colto, le immagini riescono a giustificare anche l’ormai storicizzato minimalismo.

 

Per questo:

> “C'era Una Volta Il West costruito sulla disposizione "strategica" dell'intervallo di sesta”

Se ci pensi bene tutta la musica tonale è basata sulla disposizione strategica di tonica e dominante. Ognuno può raccontare come vuole le proprie composizioni, resta il fatto che Morricone, uno di quelli che apprezzo, è uno di quelli che se può da priorità all’orecchio del grande pubblico. Il suo punto di forza è che nonostante questo aspetto propone composizioni credibili e moderne.

 

Più tecnicamente, conosce molto bene l'armonia (una delle risorse di un compositore) e riesce a rendere interessanti melodie orecchiaibli. La melodia arriva al grande pubblico e quelli colti si beccano l'armonia :)

Lo so, ma è volutamente semplicistico, ma stringi .. .stringi ...

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Dal mio punto di vista Morricone è un po' sopravvalutato, ad esempio Rota compone musica orecchiabile senza cadere nel banale; Morricone aprofittava del melodismo per accomodarsi il pubblico. Devo però riconoscere che la musica di Morricone è funzionale alle pellicole che accompagna ed è basata su ottimi spunti tematici, quasi totalmente privi di sviluppo. Il ché non è di per sé un difetto, ma credo che i "grandi" compositori di musica da film siano altri.

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che dici Frank!?

 

Visto l'ultimo intervento di Tiger, dico che Morricone ha 2 anime Da un lato è un compositore molto raffinato (che emerge nella musica da film, le sue musiche più volte sono state riprese da altri artisti), dall'altro (composizioni e arrangiamenti di musica leggera ) non sempre all'altezza della situazione. Questa però è solo la mia impressione.

 

Sicuramente le immagini lo stimolano parecchio e penso facciano la loro parte...infatti spesso, tolte le immagini, la musica da film (questo in generale) "perde" parecchi riferimenti.

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. Morricone ha chiarito la questione dicendo che ha sempre tentato di trovare delle soluzioni "sotterranee", quasi nascoste, per sperimentare con criteri diversi nello sviluppo dei temi e delle melodie, ha così fatto l'esempio di C'era Una Volta Il West costruito sulla disposizione "strategica" dell'intervallo di sesta e  Metti Una Sera a Cena come Ricercare a 6 parti.

 

 

 

 

Mi è venuto in mente che l'intera colonna sonora "Il buono, il brutto, il cattivo", si basa su un motivo che dovrebbe imitare il verso del coyote, motivo che elabora timbricamente,  utilizza ostinati (note SI DO LA MI) e aleatorietà

Interessante perchè ad un certo punto riprende il motivo iniziale e lo unisce all'ostinato del pianoforte, sicuramente è uno che ha studiato :)

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non so Frank...

cioè: sulle 'due anime' Morricone, non so che dire perchè io, nella mia sostanziale grande ignoranza della modernità, conosco solo l'anima "melodica" (quella che ammicca al "grande pubblico" di cui si diceva). Anche Daniele - in passato in una chiaccherata - mi diceva che io conosco solo una faccia di Morricone.

 

Chiedendoti «Che dici?» mi riferivo al discorso su colti e grande pubblico, sul percepire (e rimanere sedotti) da melodia piuttosto che anche da armonia... che, a mio parere, entrambe agiscono più o meno su tutti. Mi intrigano tutti i discorsi sulla 'percezione' della musica. E allora ti ho chiesto una conferma - o smentita - su quella mia opinione buttata lì. E sono andato un po' off topic.

In ogni caso il discorso su Morricone e sulla musica da film rimane - giustamente - quello principale.

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Morricone è un musicista di statura ciclopica. La sua capacità di inventare centinaia di idee che ti perforano il cervello e si fissano lì per sempre è uguagliata forse solo da John Williams. Nel caso di Morricone, e in particolare quando lavora per Leone, non credo sia giusto dire che "nella musica da film la scena comanda e la musica supporta": non si tratta di un semplice supporto, perché se togli Morricone la scena svanisce (e Leone lo sapeva bene). Forse Tornatore calca un po' troppo la mano, nel senso che usa troppo le stesse musiche, con un effetto vagamente "saturante", come se si esagerasse con la torta che ci piace tanto (tendenza già presente in C'era una volta in America, peraltro) ma questo non sminuisce la grandezza di Morricone.

Il problema è quando si prova ad ascoltare le stesse musiche al di fuori del film: impossibile, perché sono totalmente prive di sviluppo. Manca un'impalcatura che regga la forma.

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Il problema è quando si prova ad ascoltare le stesse musiche al di fuori del film: impossibile, perché sono totalmente prive di sviluppo. Manca un'impalcatura che regga la forma.

Che sostanzialmente vuol dire che la musica è ha supporto delle immagini. Senza non funziona :)

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Cosa ne pensate? Può la musica per il Cinema (in questo ed in altri casi) vivere della stessa complessità propria della musica cameristica e sinfonica?

 

 

La stessa forse no, ma una sua proprio certamente sì.

Voglio dire, di tipi di musica ce ne sono sempre stati tanti, e al giorno d'oggi ce ne sono ancora di più: musica strumentale, musica sacra, musica operistica ecc (e poi non ci siamo solo noi occidentali a fare musica...)

Ognuna di queste tipologie deve fare i conti con un unsieme di vincoli più o meno grandi a seconda dei casi. Alcuni sono precisi ed espliciti (per esempio la musica tonale ha le sue regole, la musica seriale ne ha altre), altri sono più sfuggenti e variabili e pertanto individuano tipologie più estese, per esempio i vincoli che determinano quale debba essere la cosiddetta musica assoluta (nell'accezione di Hanslick) rispetto alla musica con ambientazione drammatica. Il discorso ci porterebbe molto lontano, ma credo che purtroppo per rispondere fino in fondo alla domanda, dovrebbe essere affrontato.

Bisogna poi inoltre definire la complessità, che cosa si voglia indicare con questo termine, e poi se è il caso o meno di attribuirli connotazioni positive o negative.

In linea generale comunque è opportuno capire che sono proprio i vincoli ad influire, se non a determinare, il livello di complessità.

La musica da camera ha i suoi vincoli, la musica per il cinema ne ha degli altri.

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@ micamalher

 

mi fa piacere il tuo apprezzamento... e che scrivi «il grandissimo Kieslowski». Condivido!

Riguardo a Preisner, non mi ritengo un gran conoscitore del suo lavoro, però ogni cosa che ho ascoltato mi ha colpito profondamente.

 

Vorrei aggiungere che nelle musiche che ha scritto per i film maggiori di Kieslowski c'è già moltissimo: altro che ..."colonna sonora"!

La musica di Preisner 'rivive' il dramma su un piano proprio, musicale, autonomo. E si impone quasi come alternativa alla visione del film (esagero, lo so. Ma è per render l'idea)

 

Un po' come avvenne per l'Ouverture Leonore III che Beethoven scrisse per il Fidelio. Anzichè preparare il dramma lo "bruciava" nella sua assoluta musicalità. Assoluta musicalità che non viene intaccata nemmeno dagli squilli di tromba il lontananza.

Beethoven se ne accorse e la sostitui con qualcosa di più... ad hoc.

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  • 1 month later...

Sono d'accordo con tutti. Ho sempre pensato che comunque Morricone avesse una sorta di complesso d'inferiorità nei confronti di suoi colleghi che scrivevano musica da camera e sinfonica mentre lui, conosciuto per gli arrangiamenti pop e le colonne sonore, si sentiva quasi escluso dall'ambiente colto. 

Per questo credo che alcune opere assolute di Morricone siano troppe legate a certi stereotipi delle avanguardie, come l'uso e abuso della dissonanza per escludere qualsiasi riferimenti a tonalità o modalità. 

 

Che ne pensate invece di questo compositore più giovane, che cerca sempre di trovare in ogni suo lavoro una sintesi tra elettronica e musica sinfonica?

 

https://www.youtube.com/watch?v=aUmIELyNGrU

 

 

Sto parlando ovviamente di Hans Zimmer, autore tedesco diventato quasi un punto di riferimento per le nuovissime generazioni di compositori. 

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Sono d'accordo con tutti. Ho sempre pensato che comunque Morricone avesse una sorta di complesso d'inferiorità nei confronti di suoi colleghi che scrivevano musica da camera e sinfonica mentre lui, conosciuto per gli arrangiamenti pop e le colonne sonore, si sentiva quasi escluso dall'ambiente colto. 

Per questo credo che alcune opere assolute di Morricone siano troppe legate a certi stereotipi delle avanguardie, come l'uso e abuso della dissonanza per escludere qualsiasi riferimenti a tonalità o modalità. 

 

Che ne pensate invece di questo compositore più giovane, che cerca sempre di trovare in ogni suo lavoro una sintesi tra elettronica e musica sinfonica?

 

 

 

 

Sto parlando ovviamente di Hans Zimmer, autore tedesco diventato quasi un punto di riferimento per le nuovissime generazioni di compositori. 

Sicuramente la colonna sonora ha dato maggiore efficacia alle imamgini, per cui ha assolto appieno alla sua funzione.

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Sotto un certo punto di vista a me sembra che Zimmer assecondi anche troppo il gusto del pubblico; bisgona anche dire però che la sua musica, sotto un altro punto di vista, accompagna prodotti su scala popolare, per cui Z. stesso tiene (e deve tenere) conto delle esigenze del suo pubblico. Per cui fa il suo mestiere fino in fondo.

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