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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Credo di aver scritto già diversi post sull'argomento. Sono un sostenitore del fraseggio e dei respiri. In questo video, il maestro vuole proprio guidare l'allievo a "respirare". La cosa deplorevole che se no parli ai Masterclass. Pochissimi maestri insegnano sin dai primi anni ad "entrare" nella Musica. Tutti respiriamo, quando parliamo, quando suoniamo, quando danziamo ecc.. deve diventare una cosa naturale. Correre dietro al metronomo significa non imparare a gestire più il tempo. Riascoltate le sue parole e le sue metafore! Entrare ed uscire dalle frasi con disinvoltura è fondamentale nella Musica e dovrebbe essere la prima attenzione nell'insegnamento. Questo penso
  2. Rasare una martellare non è facile. Anche molti tecnici commettono errori. Bisogna vedere anche fino a che punto sia usurata la martelliera , perché , se molto segnata in profondità, per poter ridare la forma giusta , bisogna togliere molto feltro. Inoltre, rasando, cambia la geometria della meccanica e il punto di battuta nonché il peso al tasto . Se si deve sostituire, deve essere ordinata una martellare adatta a quel modello e devono essere sostituiti anche gli stiletti. La vecchia martellare deve essere ASSOLUTAMENTE conservata così montata come è. Cio' è molto importante. Il suono della nuova martelliera dipenderà anche da una giusta intonazione e bisognerà controllare il bilanciamento della tastiera conservando gli stessi persi di abbassamento e ritorno. Le code devono avere stesso raggio e rastremazione.Anche quindi sostituire i martelli è lavoro da esperti. Il sistema "spillone" ha , sì, ammorbidito un poco l'apice e , al momento, il suono è risultato più dolce. ma comunque non puoi trasformare una martelliera nata per avere un suono abbastanza brillante in una con un suono "dolcissimo". Si deve tendere a non snaturare la struttura propria della martelliera stessa. Non ultimo, puo' darsi che ancora non sia necessario rasare o sostituire, ma praticare una buona messa a punto con tanto di accordatura e intonazione. Fammi sapere
  3. Prova con vapore. Metti un pentolino con l'acqua e coprilo con carta stagnola . Pratica con un cutter una fessura nella stagnola. uscirà vapore durante l'ebollizione. Avvicina la parte incollata del martello per qualche minuto, Il martello si scollerà e potrai ben pulire il foro.
  4. Io lo ho ascoltato, ma non mi sembra così grave. Una migliore accordatura ed intonazione migliorerà le cose. La pettinatura non toglie assolutamente il "metallico" sul forte. Anzi tende a mascherare, ma a rendere opaco il pianissimo. Devi anche considerare l'età della martellare e la sua qualità. Non capisco quale ferro cilindrico tu abbia potuto centrare con la pinza....ma non può compromettere la qualità del suono.
  5. Ho 13 dischi di incisioni da rulli Duo-Art. Dischi che facemmo con il Direttore del Museo degli strumenti musicali di Roma. Con il disco dei preludi di Chopin suonati da Ferruccio Busoni vincemmo anche il grand prix du disque. SI trattava di registrare dal vivo composizioni su rullo pneumatico applicato ad uno Steinway di sua proprietà. Vedere muoversi i tasti dal "fantasma" dei pianisti del passato era emozionante. Riproduzione di 16 livelli di espressione e tanto di pedalazione. E' stata una esperienza indimenticabile. Poiché incedevamo qualche volta anche di notte, le performance erano ancora più spettrali. Avere lì Prokofiev o Racmaninoff in persona che suonavano per noi era incredibile. Alcuni rulli erano molto datati e anche lo stile di esecuzione molto diverse dallo stile moderno. Ci sono pochi collezionisti al mondo di rulli di questo sistema che fu sicuramente il primo che riproduceva fedelmente le vere "nuances" dei pianisti esecutori. Tali rulli venivano controllati ed editati e successivamente firmati dai grandi pianisti stessi. Si trova ancora qualche cosa nei negozi. L'etichetta è la Fonè di Livorno. Furono anche usati dei microfoni d'epoca anni '50 omni per la ripresa del suono.
  6. Non aggiungo altro alla competente risposta di Giovanni. Ciao a tutti e due
  7. Sono STREPITOSAMENTE d'accordo con Frank quando dice che bisogna sin dal primo anno far capire alcune cose sul suono e sull'interpretazione. Sono dell'opinione che insegnare subito a percepire "il tutto" sia culturalmente importante : non sappiamo se l'allievo si arresterà dopo qualche anno o continuerà a studiare e praticare Musica, ma la completezza dovrebbe essere presente sin dai primi anni. Ciò, secondo me, vale anche per lo studio di una composizione, da parte di un musicista già esperto. Cercare di individuare subito il carattere e metterlo su musicalmente dovrebbe venire prima che studiare singolarmente le battute, le frasi, le pagine. La comprensione musicale stessa suggerirà al musicista le soluzioni tecniche e la strada da seguire per apprendere il brano
  8. Sulla eliminazione del pedale durante lo studio sono d'accordo. Si prendono vizi strani. Grazie ad Egidio per aver citato quel mio accenno sul pedale in battere. Si ascolti l'incisione dei valzer di Chopin di Rubinstein, che usa rigorosamente il pedale in battere , indicato peraltro da Chopin. Naturalmente sui valzer è più evidente perché il terzo tempo ne è quasi sempre privo. SI provi poi il pedale ordinario e si vedrà, su queste composizioni, come la nota del basso si percepisca sorda ( viene suonata nel momento in cui si "cambia il pedale"). Eppure si sentono molti concerti in cui si può anche vedere usare il pedale ordinario dove "non sta bene". Obbligato, in battere, è anche in alcuni passi beethoveniani , mentre l'ordinario si cambia bene dove una melodia si snoda su diverse armonie tranquillamente. Il pedale in battere, nei pianisti più esperti, è difficile da percepire grazie alla abilità di cambiarlo magari molto in prossimità dell'inizio della battuta o del tempo, cioè del battere, e quindi da qua l'equivoco. Il pedale in battere, inoltre favorisce la grande "pulizia" degli attacchi. Si ascolti alcune incisioni di Pollini, ad es il concerto senza orchestra op. 14 di Schumann o la sua Wanderer di Schubert e si noterà quale potenza di attacco dona, soprattutto dopo i giusti respiri, che molti pianisti" rifiutano" credendo di "perdere il tempo". La gestione dei respiri e il tranquillo fraseggio fanno assolutamente i conti con la pedalizzazione. Infatti possiamo realizzare respiri senza o "sotto" pedale. Molto spesso ascoltiamo i grandi e percepiamo che nella velocità "tutto è tranquillo"; altri , alla stessa velocità sembrano "ci facciano mancare il fiato". Proprio così. Il pianista e lo strumentista in genere , devo imparare da subito a saper respirare e convincersi che la "tranquillità" di uscire ed entrare da una frase all'altra non gli "faccia perdere tempo". Per questo l'uso continuo e impositivo del metronomo è solo "DISTRUTTIVO". Cioè, secondo me, insegna a vietare inconsciamente al pianista, nel resto della sua vita, la possibilità di rendere il tempo flessibile. Tutto ciò, naturalmente, fa i conti con il carattere ed il contesto del pezzo. Non possiamo certo continuamente rallentare o accelerare a piacere. Quindi: respiri, pedale, tempo....non ultimi qualità dello strumento e acustica del luogo di ascolto. Tutto deve essere guidato dal gusto e dal buon senso e quindi da una formazione culturale musicale complessiva ricca. Ascoltare buoni musicisti dal vivo e notare le soluzioni che adottano in "quel certo luogo di ascolto" è utilissimo e utilissimo è confrontare le stesse loro esecuzioni realizzate in sala di incisione. Mi piace ricordare ( ripetendomi) la frase che Celebidache disse ad uno dei miei Maestri correggendogli un compito di composizione. Lui, Celebidache, colse con la coda dell'occhio il dissenso dell'allievo e disse senza rivolgere a lui lo sguardo: "....io non le correggo queste due quinte perché sono un errore...ma perché qui non stanno bene" Concludo queste mie eccessive ..............mentali dicendo che anche il pedale fa i conti col gusto e con la naturalezza, che potrebbero anche giustificarne qualche eccesso. Grazie di avermi letto
  9. Dipende se avorio o resina. L'avorio va pulito con tela leggermente umida, senza prodotti o tantomeno alcool. Caso mai acqua ossigenata. una passata di polisch e una lucidatura con tela , va bene. Le sintetiche possono essere sgrassate con un batuffolo di ovatta umido e una goccia di sapone liquido. Naturalmente risciacquare e asciugare bene. L'alcool non va mai bene!!!
  10. Giovanni in poche parole fa una analisi perfetta. dipende da noi, dal mezzo più o meno denso ( % umidità relativa nell'aria) e dallo strumento. Non ultimo, l'assorbimento di umidità da parte dei martelli ( il che tende ad ammorbidire il suono, a renderlo più opaco) . Le condense sono da evitare. Non credi, Giovanni, che proprio quell'ultima "leccata" di leggero impregnante che le Case passano ad intonazione finita tenda proprio ad "impermeabilizzare "un po' i martelli dalle forti variazioni di umidità? Quale è la tua opinione?
  11. Sono d'accordo con Frank, senza nulla togliere a Bacchetti che stimo molto. Questo sistema credo faccia più parte dell"uomo" che dell'"interprete". Lui, Bacchetti, è una persona piena di "attenzioni" verso se stesso ...un po'...a mio avviso esagerate. Le sue interpretazioni sono comunque eccellenti. A volte , pensiamo che nel rituale comportamento di alcuni Artisti, si trovi la soluzione e la comprensione, quasi ..il segreto della loro Arte. Naturalmente lo dico in modo "leggero". C'è chi non mangia mai a 5 ore prima del concerto, c'è chi indossa guanti di lana fino a 10 minuti prima....Chi si porta in giro la propria panchetta......Durante un concerto del passato si dice che il famoso pianista Rosenthal suonasse tutto il primo tempo...e nell'intervallo uscì un suo assistente per mettere un foglio di carta sotto alla panchetta. A parte le "storielle", penso che ascoltare troppo (40 volte!!!!) favorisca eccessivamente la memoria auditiva. Avendo tutto questo tempo e...tutta questa pazienza...credo si possa mettere a buon frutto un altro tipo di studio. Anche un'altra famosa Scuola suggerisce di ripetere una battuta, se necessario, un numero considerevole di volte e ,una volta appresa, di passare alla successiva. Io non credo sia efficace.Almeno per me. A mio modesto avviso, credo in un percorso che considera "il tutto" per poi perfezionare i particolari.....e poi...forse....lo confesso...non avrei la pazienza di intraprendere certe costrittive discipline......Buono studio
  12. Mi piace. Complimenti. Un pezzo anche pieno di mistero e di interrogazione
  13. Che vergogna!! Arrivo sempre in ritardo. Auguri Luca!!!!! Spero che li accetterai ugualmente!!!!!
  14. Fantastico. Nency mi ha levato le parole di bocca!!! Bravissimo. A me anche molto riverbero non piace. Non riesco a capire il pedale e ciò mi disturba ....ma punti di vista. Interpretazione malinconica e molto lucida. Complimenti sinceri
  15. Tieni stretto un dito della destra nel pugno della sinistra. Prova a girare il dito...sentirai che si torce . se insisti il dito gira ( non stringere troppo se no ti fai male ) Nella caviglia questa torsione è naturalmente meno evidente, ma esiste. Se si torce e non gira, la corda si muove momentaneamente, ma dopo pochi secondi, o alla minima sollecitazione ritorna nella posizione di prima. Non la hai tirata, l'hai mossa momentaneamente! L'oscillazione della singola corda( falsi battimenti) dipende da un errore del ponticello e del perno conficcato sul taglio dello dello stesso...probabilmente la linea del taglio e il centro del perno conficcato non coincidono, creando di una corda......due diverse lunghezze che vibrano e generano una discordanza...come due corde che non sono all'unisono.
  16. 49 mi sembra troppo. Ed è troppo anche 10,5. Diciamo che puoi provare 47 o 45 e scendere a 10 - 9,8
  17. Sinceramente non l'Ho mai sentito. Non so
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