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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Prova a dare più gioco al montante di scappamento. A meccanica ferma, martelli in posizione di riposo sul feltro riposo martelli, il montante deve riandare sotto la noce liberamente ( altrimenti agisci avvitando un poco i piloti). Poi controllla anche l'efficienza delle molle dei montanti di scappamento. Controlla anche che l'attrito dei montanti non sia eccessivo (1-2 grammi)
  2. Sono per il pianoforte acustico, specialmente se si sta imparando. Il riferimento è l'acustico. Il digitale è molto comodo e io lo uso spesso, ma non è un buon riferimento per chi studia e deve imparare a conoscere la meccanica del pianoforte. Tutta la tecnica pianistica e quindi il gesto pianistico si sono sviluppati intorno all'acustico e questo dovrebbe essere da preferire per chi si avvicina agli studi pianistici.
  3. Credo che sia tutto abbastanza chiaro. Ognuno di noi risponde alle domande che vengono formulate, dando i propri suggerimenti e le proprie opinioni. Come da me detto nei video Tutorials, questo nostro sito e soprattutto il forum non vuole sostituirsi al Tecnico e/o al Maestro. Non si ha nemmeno la pretesa di instaurare un "scuola fai da te". E' possibile suggerire come realizzare piccole riparazioni e/o interventi proporzionatamente al livello di conoscenze dell'iscritto. Ad esempio questo intervento sui perni è un intervento da esperti e un video potrebbe anche incoraggiare a compiere operazioni errate. Più volte invece abbiamo sottolineato che i nostri sforzi vorrebbero far meglio comprendere ai pianisti quali interventi e messe a punto siano necessari sul proprio strumento, per poi meglio dialogare con il Tecnico e/o con il Maestro.
  4. Conosco la sua musica, ma non ho avuto mai niente in repertorio. La Musica francese, in generale, mi piace molto. Grazie a Terenzio per questo catalogo
  5. Sono d'accordo con Giovanni. La mia opinione : MAI lubrificanti...neanche il protek. Il riscaldamento del perno, momentaneamente rirolve, ma ....dilata il cachemire....ma dilata anche la sede dove il perno è stretto nel legno. Freddandosi, il perno si riduce, mentre il foro nel legno è dilatato. Quindi doppio problema. Altrimenti perché si maggiorerebbero i perni, almeno di una misura? Naturalmente "opinioni discordanti"....questa è la mia opinione e ...anche quella, mi sembra, dell'amico giovannig! Ciao
  6. Caro Fulvio, credi veramente di conoscere il pezzo a memoria? Fai questo esperimento: scegli un brano molto facile, molto di più di quelle difficoltà che saresti capace a superare e mettilo a memoria.Poi, quando pensi di averlo imparato, mettiti alla prova eseguendo il brano A MANI SEPARATE E A MEMORIA. E verifica. Io credo, da quello che dichiari, che tu possieda molta memoria cinetica e poca memoria visiva e mentale. Anche la memoria auditiva aiuta, ma spesso, insieme a quella cinetica è inaffidabile. Se hai un pianoforte digitale, prova ad eseguire il pezzo a strumento muto. Scoprirai molte cose. Una buona memoria è quella armonica, che ci porta per mano dentro alle modulazioni armoniche del pezzo. In un pezzo polifonico conviene studiare le varie voci separate e constatare quello che avviene mettendo insieme le mani. E' evidente che la memoria cinetica può aiutare in passaggi molto rapidi e virtuosistici, ma dobbiamo creare dei punti di "ancoraggio" mentale che ci fanno stare tranquilli. Se ripetiamo, ripetiamo, ripetiamo, con poca o nessuna consapevolezza, allora la memoria cinetica si impossessa di noi e ci fa credere di conoscere quello che stiamo suonando, ma basta una modifica delle condizioni psico- fisiche o il disagio di uno strumento che non corrisponde perfettamente alle nostre aspettative...per metterci in crisi. Il vuoto di memoria è una brutta bestia, che salta fuori all'improvviso. Sapere il pezzo a memoria aiuta l'esecuzione. Uno dei miei Maestri , Direttore d'orchestra, mi raccontava che Celebidache pretendeva la conoscenza della partitura a memoria. Solo così il Direttore o lo strumentista possono concentrarsi sul gesto tecnico con disinvoltura. Avere lo spartito e/o la partitura davanti ci rassicura, ma solo per emergenza o addirittura ci risveglia e/o ci tiene sotto controllo una delle memorie, quella visiva, cioè localizzare questo o quel passaggio a capo o in fondo alla pagina...ecc.... Nessun rallentamento deve verificarsi. Un altro modo per memorizzare è quello di studiare velocemente con fermata sull'unità di tempo o di battuta. Ne ho parlato diffusamente in altri post. Buono studio
  7. Le forcole si possono testare con la propria vite. Si mette la vite nel foro e si lascia cadere la forcola sotto il proprio peso. Deve cadere lentamente ed uniformemente. Lentamente vuol dire "il giusto attrito". Uniformemente significa che il foro è stato alesato bene e la sede del cachemire ha le pareti perfettamente parallele( infatti bisogna usare alesatori non conici per maggiorare il foro. RIcordo che bisogna sempre sostituire i perni con misure maggiori per far sì che la sede del perno nella parte in legno sia ben ferma). Lo spingitore deve cadere, muoversi semplicemente sotto il proprio peso( dopo che è stato liberato dalla molla)
  8. Quello che dici è tutto giusto. Bisogna vedere da caso a caso.
  9. Esiste un materiale più poroso, bianco o color avorio, ma è costosissimo e non è sagomato!
  10. Benvenuto e auguri per la ripresa dello studio!!
  11. ma certamente possono essere utilizzate. L'importante è che, sulle dita, non creino patine che non permettono alle dita di avere la giusta prensilità: né troppa,né poca. Del resto perchè la scelta dell' avorio? L'avorio, per quanto si possa lucidare, rimane leggermente poroso, naturale. Il contatto con le nostre dita è piacevole, sembra di non essere a contatto con "un materiale estraneo"bensì con qualcosa che ci appartiene. Questo crea uno speciale "incontro" con le dita del pianista. Passare ad una tastiera ricoperta in materiale plastico è traumatico. Alcuni costruttori hanno creato un materiale simile all'avorio, che avorio non è. E' molto costoso, ma di soddisfazione. Ad esempio, pianisti che hanno abbondante sudorazione si trovano in difficoltà su tastiere in PVC o in galalite o resina, che appaiono lucide e totalmente impermeabili.
  12. Dipende dall'acidità del nostro sudore. C'è chi deve pulire la tastiera molto spesso, pur lavando le mani. Ricordo di non usare alcool sull'avorio...ma anche sulla sintetica è preferibile il sistema di acqua e goccia di sapone liquido. Se ci sono graffi, bisogna intervenire con disco di tela e polish
  13. Si possono sostituire sia i cavalletti che la martelliera originale. Tutte le misure sono conosciute. I costi sono abbastanza alti. I ricambi di Amburgo vanno benissimo. Forse si possono reperire anche gli stiletti tipo NewYork. Tutto da controllare. Da ordinare. Da istallare secondo specifiche rigorose. Può essere che non sia necessario sostituire i cavalletti. La martelliera Steinway ha un suono particolare, ma solo se impregnata ed intonata secondo le specifiche della Casa. Il suono americano è un po' più "aggressivo". E' così "culturalmente" voluto. Dipende dall'impregnatura dei martelli che, nel caso di strumenti americani, viene fatta a fondo e completamente ( anche il punto di battuta) . Ovviamente anche il procedimento di intonazione è leggermente diverso. E' necessario un esperto.
  14. Su questo Forum si risponde a diversi livelli. Se si avverte dalle domande che l'interlocutore è abbastanza esperto, si cerca di rispondere in modo approfondito, modalità che per qualcun altro potrebbe sembrare difficile e poco utile. Del resto si cerca, almeno io, ma anche altri, di soddisfare le esigenze e tentare di suggerire la strada per la risoluzione dei problemi del proprio strumento. Proprio perché non è un forum per tecnici, cerchiamo di rispondere cercando di mettere a fuoco il problema e di aiutare gli iscritti o a risolvere il problema da soli o a ben comunicare col tecnico che sarà chiamato ad assistere lo strumento. Moltissimi esempi si trovano sulla rete e possiamo ben constatare che esistono procedimenti molto diversi per uno stesso intervento. Io sostengo che bisogna imparare a ben circostanziare la propria idea:...." io faccio questo in questo modo...perché"......e non perché è così e basta. ....opp "...ma io ho sempre fatto così....."Si deve, credo, arrivare all'"essenza" e giustificare a noi stessi e agli altri il perchè delle nostre convinzioni. In merito a ciò mi sembra di leggere spesso su questo forum suggerimenti ben circostanziati. E' chiaro che non si può far vedere tutto con un video. A volte, come nell'insegnamento della Musica, è molto più utile la parola, il concetto "a monte" e lasciare la soluzione pratica a chi si sente di cimentarsi. Mi trovo quindi, ancora una volta, d'accordo con giovannig:....non la finiremmo più! Non me ne vogliate per questo. Una persona che possiede una conoscenza può trasmetterne la "nozione" . A sua volta , chi la riceve la trasforma in SUA conoscenza unendola all'esperienza. Questo penso. Ciao a tutti
  15. Uno Steinway è sempre un principe...anzi un Re. E lo strumento in questione potrebbe essere interessantissimo. Andrebbe comunque esaminato da un ...esperto. L'importante è che nell'assistenza e nell'eventuale restauro vengano utilizzati parti originali e specifiche suggerite dalla Casa. In ogni caso, MAI gettare via le parti sostituite ( martelliera , ad esempio...). Indubiamente uno strumento così datato avrà bisogno di un restauro o tutt'al più di una revisione.
  16. Come si fa a dire qualcosa se non lo si esamina? Guarda il mio video tutorial sull'acquisto di un pianoforte usato. Forse può aiutarti
  17. Giovanni, mi hai preceduto. Mi piace la "cannibalizzazione".....giusto termine. hai trovato una ottima spiegazione dello spostamento del punto di battuta! Naturalmente nel pianoforte verticale lo spostamento avviene in senso inverso ( coda- martello rasato batte più vicino al capotasto; verticale- martello rasato batte più lontano dal capotasto)
  18. Ripeterò brevemente ciò che ho detto su altri post. Accelerare verso il tempo giusto è indispensabile. conviene usare alternativamente i due procedimenti di " fermata con ripetizione" e " fermata senza ripetizione". La prima consiste nel suonare velocemente le note da una unità di tempo all'altra, ripartendo dal punto di arrivo. La seconda, ripartendo senza ripetere le note del punto di arrivo. In tutti e due i procedimenti è "vietato" fermarsi tra un accento e l'altro. Osservare come cambiamo i micromovimenti! Durante la fermata si potranno valutare le imprecisioni compiute. Via via , la fermata sarà sempre più breve, ma si inizierà a suonare da subito veloce tra una fermata e l'altra. All'inizio si partirà dalla fermata( con ripetizione) solo quando si è sicuri di raggiungere, alla giusta velocità, l'accento dell'unità di tempo successiva. Il vantaggio sta nel fatto di osservare da subito cosa avviene in velocità, cioè ciò che sarà necessario fare in esecuzione. Se quindi abbiamo quattro tempi con un passaggio di semicrome veloci , si partirà dalla prima semicroma del primo tempo per arrivare alla prima del secondo. Poi si riparte dalla prima del secondo per arrivare alla prima del terzo...e così via. E' ...più facile a farsi che a dirsi! Buono studio
  19. Mi trovi d'accordo. Io sono contrario a rasature "sostanziali". Viene alterata la geometria della meccanica o bisogna alterare di corca due o tre mm. la distanza martello corda. Ciò agisce sullo sfondo del tasto...e così via. inoltre quell'appiattimento di cui parli porta a toccare le corde degli acuti su un segmento del martello troppo largo che può generare imprecisi armonici. Una rasatura sostanziale, inoltre, modifica il punto di battuta che deve essere ben ritrovato.
  20. Se cerchi, in diversi miei post, illustro il modo di accelerare un brano mediante la fermata con e senza ripetizione. Fammi sapere se li hai trovati.( per evitare di ripetermi)
  21. Pensiero di livello superiore! Quoto questi concetti che Giovanni ben argomenta. Lo scopo di questo Forum, infatti è anche quello di elevare lo stato di coscienza di cosa è il proprio strumento e/o "lo strumento che ci troviamo davanti". E' molto difficile far capire dove arriva il limite dello strumento, dove quello del tecnico, dove quello del pianista. Diciamo che un buon pianista che capisce che deve "affidarsi" allo strumento e non "sfidarlo" è già sulla buona strada. Se poi è assistito e consigliato da un tecnico competente , che sa ben capire le sue esigenze e sa anche soddisfarle, allora i tre livelli saliranno parallelamente e sempre più in alto.
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