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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. E' probabile che dipenda dai perni della meccanica. E' cosa delicata e , se devono essere sostituiti, deve intervenire un tecnico. Purtroppo devi pazientare. Non è cosa da "fai da te". Ricorda che non devono essere impiegati lubrificanti di alcun genere se non micropolvere di teflon. Ma ciò non credo possa risolvere il problema. Quando i pianoforti restano fermi a lungo e, forse, in ambiente dove l'umidità relativa aumenta e diminuisce sensibilmente, in diversi periodi dell'anno, le guarnizioni dei fori, che ospitano i perni, si gonfiano...il foro stesso di legno si stringe intorno alla guarnizione e quindi al perno e il pezzo ( martello e/o cavalletto e/o montante di scappamento ) si blocca, impedendone il movimento di "andata e ritorno". Il tecnico dovrà comunque verificare ed eventualmente sostituire i perni in questione con perni maggiorati ( ad es. da mm1.30 a mm.1,325) , avendo cura di alesare leggermente ( con alesatore dritto e non conico) la sede el perno sulla guarnizione di cachemire( senza intervenire sul foro in legno dell'altro pezzo. Tutto ciò va rimosso e rimontato con speciale estrattore. Se la "pigrizia generale della meccanica aumenta ( magari, appunto, provocando in alcuni pezzi addirittura il blocco) bisogna prendere in considerazione di spostare lo strumento in luogo più asciutto. Altra ipotesi è che questo processo sia stato già presente al momento dell'acquisto, magari solo con sintomi di "tastiera dura" e che poi sia minimamente, quanto basta, aumentato con l'inattività. Se così, bisogna ripristinare l'efficienza della meccanica, che tornerà a nuova vita, in un ambiente che, magari, è già correttamente adatto ad ospitare lo strumento. L'accordatura va controllata almeno annualmente, anche se non viene suonato. Dopo diversi anni senza essere accordato, col solo cambiamento delle stagioni, il pianoforte potrebbe allontanarsi dal diapason, cioè dal livello generale del la 440Hz. Ciò comporterebbe un particolare lavoro di recupero del livello generale per poi procedere ad una o due accordature di assestamento. Tutti i pianoforte sono stati costruiti per essere accordati a 440Hz. Allontanandosi da questo livello, la voce dello strumento cambia e, nel tempo, è sempre più rischioso riportarlo stabilmente al suo "livello" generale e "universale" proprio di tutti gli altri strumenti( suonando ad esempio con una base orchestrale non ci si ritroverebbe!). Quindi deve essere preteso ciò ( garanzia del livello Hz. 440) per ovvi motivi sia commerciali che di corretto e soddisfacente utilizzo.
  2. Mi correggo: la nota piccola è solo una opzione a lasciare legata la nota precedente.Cioè re legato e sol legato. E' un modo di scrivere, un fatto di grafia.
  3. O l'una o l'altra...probabilmente dal manoscritto o da diverse "copie" nel tempo. La grossa da preferire e non prolunga come nota legata
  4. Parlavo di registrazioni ufficiali (CD ). Questo tipo di studi va di pari passo con il progredire delle abilità tecniche e con lo sviluppo delle qualità musicali dell'allievo. Consigliare degli studi "piacevoli" non basta, bisogna vedere se sono giusti in quel dato momento e scelti appositamente per colmare alcune difficoltà da superare nel corso degli studi. Non so a che punto sei del tuo percorso, ma vorrei sottolineare che tali composizioni, oltre ad essere piacevoli, hanno un aspetto didattico ed è importante per "come" affrontarle più che suonarle. Ti incoraggio quindi a farti ascoltare di persona da un Maestro , che può suggerire qualcosa di utile. Non è detto che debbano essere "studi". Anche un valzer di Chopin o una mazurca facile o un frammento di una sonata mozartiana insegnano molto sia musicalmente che tecnicamente, ma vanno scelti con cura e sorvegliando "come" vengono affrontati. Adesso dirai che hai solo chiesto il nome di studi simili e io, da uomo del '900 e insegnante della vecchia scuola, mi sono arrogato il compito di trasmetterti un concetto più ampio, forse non da te voluto. Se così, mi scuso di essere stato "scomodo".....insomma ...di non essermi fatto gli affari miei?....ma secondo me, quella che illustro, è una buona da seguire
  5. Non credo vi siano delle registrazioni di tali studi
  6. pianoexpert

    Saluti

    Benvenuta tra noi!
  7. Rubinstein l'ho conosciuto personalmente e c'ho parlato molte volte! Forse, non vorrei sbagliare, ma faccio vedere in un mio video sulla tecnica pianistica come isolare la fermezza delle dita dal rilassamento del braccio e avambraccio. Avere "presenza" dei piccoli e grandi muscoli. Ci vuole un po' di tempo, ma è un fatto mentale.
  8. Hai raggiunto "il punto zero" come viene chiamato dalla pianista Monique Dechausée nel suo libro interessantissimo "L'Homme e le piano" ( in francese). Secondo me tutto parte da qui. Rubinstein era solito far sentire sulla spalla altrui il peso che trasferiva nel cantabile, come ho già citato.Ribadisco tutto ciò che ho detto nel precedente post del 16 dic 2016( già passati tre anni!!!!?)
  9. Secondo me non c'entra suonare un piano a coda o verticale per evitare la tendinite. Tutti i pianoforti hanno un peso di abbassamento che è, chi più ci meno, intorno ai 50 grammi. ( Steinway intorno ai 47) Potremmo però trovare una coda, anche di grande marca) che per questioni di attriti della meccanica superi di gran lunga questi valori. Non è la marca, quanto lo stato del pianoforte ...anche se nuovo. Poi la qualità è importante. anche l'Epoca è importante. Molti fattori incidono sulla scelta e non si può affermare a distanza quale sia un pianoforte adatto alla situazione ( che io esaminerei da un'altra prospettiva: la tendinite può venire anche per uno studio mal condotto e ha bisogno innanzi tutto di riposo, per poi riprendere una tecnica "fuori tensione" - vedere video tutorials sulla tecnica pianistica). Un tecnico competente e soprattutto disinteressato può esaminare uno strumento che è in buono stato o che può essere ben messo a punto. Ciò è fondamentale. P.S. Sarebbe opportuno postare questi quesiti nelle apposite sezioni tecniche. Grazie Saluti e benvenuto Paolo Ferrarelli
  10. La Bluthner ha avuto, nella sua storia , molti cambiamenti di filosofia. Molte modifiche sono state apportate nel tempo, condizionate anche al precedente periodo di chisura della DDR rispetto al resto della Germania. Comunque quello che conta è ricostruire la giusta Geometria della Meccanica. La pelle delle guarnizioni sono un andicap! Non scorrono sicuramente e andrebbero sostituite con il cachemire. Potrebbero creare un discontinuo impedimento nella discesa del tasto e falsare tutta la scorrevolezza della tastiera.
  11. No non dici castronerie. Questo è un modello molto particolare ed è difficile da spiegare a distanza. Io credo che in origine dovesse essere senza questo tipo di cavalletto. Cioè a scappamento singolo...detto " a spillo". Bisognerebbe ricostruire la Geometria della meccanica con stiletti a rullino tondo per vedere come reagisce la meccanica. Anche la martelliera è inservibile e andrebbe sostituita. Naturalmente senza smontare la vecchia e cioè restituendo stiletti e martelli originali!!!!!!E' importante. La nuova sarebbe montata su nuovi stiletti...ammesso che la geometria lo permetta. P.S. lo stiletto del martello, con cavalletto di questo tipo, non deve poggiare sul feltro di riposo.
  12. Bisognerebbe vedere anche come ti relazioni con la mano. Diciamo che questi sono principi generali. La diteggiatura opportuna è quella più sicura e quindi quella più agevole per noi. Il Maestro, osservando dall'esterno deve cogliere le eventuali difficoltà e semplificare. Sul valzer va bene anche 555. Inoltre, a volte, cambiare dito comporta una attenzione mentale maggiore e può quindi distogliere da altre...specie nei primi anni. Ricordo di aver trovato improvvisamente la "mia" soluzione in un passaggio del terzo tempo dell'Appassionata, quando i temi si rincorrono ad imitazione.Erano giorni che cercavo una suluzione. Ero in Autobus, per fortuna seduto. Presi di corsa un pezzo di carta e scrissi dei numeri...alzando gli occhi vidi lo sguardo di un signore che forse pensava fossi una spia internazionale che appuntava in codice segreto numerico. Uso ancora quella diteggiatura che mi aiuta a rendere sincrone le due mani sull'incontro degli accenti. Tutt'altro che accademica....anzi, ma efficace!
  13. Naturalmente devi mettere il pollice sul fa diesis....il che può sembrare poco ortodosso...ma comodo. Ricordo che lo Chopin didatta aveva iniziato e non finito il "metodo dei metodi" , dove esplicitamente "sfatava" l'obbligo didattico di non mettere mai il pollice sui tasti neri. La sua musica (specialmente studi e concerti) obbliga spesso a questa scelta. Conviene abituarsi subito. Buono studio
  14. Certamente!!!! Dove è possibile ripetere le piccole formule ( 42 42 53 53 ecc.) è sempre vantaggioso. Anche nei trilli è sempre meglio 31 31 31 che 31 32 31 . Questa modalità di sostituire le dita su una stessa formula si dice "di vecchia scuola". Non che sia errato, ma proviene dal fatto che gli strumenti di fine ottocento o di inizio novecento potevano non essere così docili specie nelle note rapide e nel ribattuto. Possiamo tuttavia ammirare Rubinstein che usa questa vecchia modalità. Si prenda ad esempio la sonata Appassionata di Beethoven e trovare sulle numerose note ribattute 321 321 321 ( specialmente nella edizione di Schnabel. Si usa modernamente impiegare un solo dito, specie nel do ribattuto a lungo prima della ripresa del primo tema nel primo tempo. Puoi cambiarla!
  15. Il pianoforte è "disastrato". Si vede anche da come sono state rabberciate le corde dei bassi!!!!!Non credo che sia più "un pianoforte" . Non vale la pena la riparazione. Mi dispiace...brutte notizie!!!!
  16. Mi dispiace non è cosa da raccontare per iscritto. Ci vuole un tecnico. Bisogna esaminare lo strumento. Potrai ben capire che se fosse tutto risolto in poche parole, tutto sarebbe a portata di "fai da te". Inoltre i pianoforti cosiddetti a Spillo sono particolari.
  17. Naturalmente a distanza sono solo ipotesi. Il tecnico competente saprà come risolvere.
  18. Da quello che sento, la corda è sorda. L'accordatore dovrebbe provare ad allentarla e girarla ( torcerla) in senso orario. Potrebbe essere anche lo smorzatoio che resta leggermente vicino alla corda, sfiorandola. Infatti, mi sembra di vedere che l'affondo dei tasti è un po' scarso. Tutto da vedere. Controllare tutto questo. SEQUENZA: prima controllare affondo dei tasti ( circa 10 mm) poi se lo smorzatoio sfiora la corda ( anticipare quindi il suo distacco, torcendo un poco in avanti il cucchiaino del cavalletto) poi, in ultimo, torcere la corda.
  19. Infatti, come ben dice Simone è una situazione complessa. Io avevo già in passato lanciato un progetto di studio "pianoexpert" che teneva conto della "immagine complessiva del suono pianistico". Forse farò un breve video sull'argomento che invita a ritornare all'"essenza", al "tutto" , per raggiungere l'obiettivo attraverso una interdipendenza degli scelte tecnico-acustiche. L' "immagine" è quello che "abbiamo in testa" e vogliamo raggiungere. E a volte le condizioni reali del suono creano una immagine lontana da quella da noi attesa. L'avvicinamento tra le due realtà deve essere perseguita ed inseguita ottimizzando la qualità dello strumento, la sua preparazione, le condizioni dell'ambiente di ascolto ecc... tutti elementi che influenzano l'atteggiamento psicoacustico del pianista. Lo stesso Benedetti Michelangeli, tacciato di maniacalità , non voleva altro che eliminare più possibile tutto ciò che "inquinava" questa sua immagine del suono pianistico. Unitamente alle sue eccellenti qualità tecnico-musicali, riusciva, secondo noi, pubblico, spesso o quasi sempre a raggiungere eccellenti prestazioni...secondo lui non così spesso. Solo raramente. Una volta, dopo aver eseguito , in concerto, nel primo tempo, le quattro ballate di Brahms..non usci nel secondo tempo. Secondo lui, non avrebbe potuto dare prestazione migliore. L'"immagine" dell' esecuzione del primo tempo, evidentemente, aveva finalmente raggiunto quello che aveva in testa. Le due immagini, in questo suo raro caso, erano vicinissime, forse coincidenti. Concludo lasciando una riflessione sulla quale parlerò nel video piu' dettagliatamente : Il "TUTTO" non è "LA SOMMA DELLE PARTI"........
  20. Fermo! né acqua, né aghi. Non è un intervento da principianti. Speriamo che tu non abbia bagnato troppo. Il martello ha una struttura e va rispettata con un procedimento di intonazione. Guarda i miei video sull'intonazione e vedrai che devi incaricare un tecnico esperto.
  21. Dipende dalla tenuta delle caviglie. Se vale la pena e lo strumento è buono, devi sostituire caviglie e corde( caviglie di qualche misura superiore!) E' da vedere, comunque , se non sia spaccato il somiere. Se così, non c'è molto da fare.
  22. lucidare a tampone è cosa da esperti.....il nero poi è ancora più difficile
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