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Piano Concerto - Forum pianoforte

modificare una meccanica come fosse uno Steinway


Musick
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Forse ti riferisci all'acciaio ma la vera differenza sta sui bassi tra i vari modelli, sugli acuti sono più o meno tutti uguali salvo un mezzo numero...se ti riferisci all'acciao si, aumenta leggermente, forse il grancoda finisce col 13 e mezzo gli altri col 13, ma parliamo di una differenza millesimi di mm..sui bassi si considera anche il rame avvolto, ovviamente, e la corda finita è più sottile via via che si sale con la lunghezza, infatti è meno disarmonico.

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Certo, mi riferivo all'acciaio e, in particolare, al cantabile... dove si suona la maggior parte della musica...

 

Una volta determinato il "centrocampo" sul pianoforte, gli estremi vengono di conseguenza.

 

Per questo molti pianoforti oggi suonano male: per prepararli partono ascoltando gli estremi e poi fanno il centro.

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Si il calibro dell'acciaio aumenta di un numero, ma ho sentito anche di qualcuno, non so se sia vero, che ha disarmato un grancoda nuovo per scaricarlo, forse modificando anche i calibri, durante un master e pare che l'assemblea si fosse anche convinta che ci fosse stato un miglioramento in termini di resa sonora... Però, come dico sempre, son gusti!

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Betrand Russell sosteneva che l'uomo è il mammifero più credulone in natura... crede a tutto per il bisogno di farlo.

 

 

Davehammerklavier, non conoscevo questo aforisma.

 

Per chi fosse interessato ho cercato l'originale:

 

"L'uomo è un animale credulone e deve credere in qualcosa. In assenza di buone basi per le sue convinzioni, si accontenterà di basi cattive" [betrand Russell]

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Giovanni, Michelangeli è straordinario... è superfluo che ti dico che è stato una delle mie passioni pianistiche, specialmente per quanto riguardano i periodi storici razionalisti, Scarlatti ad esempio, e i simbolisti, il suo Ravel e il suo Debussy sono inarrivabili. Le sue interpretazioni sono l’apoteosi dell’equilibrio empirico e del gusto, 

Ma il suo pianismo ha avuto un costo, restringere fortemente il repertorio rispetto a tutti gli altri… cosa che purtroppo oggi nessun concertista che cerca la tipica perfezione apollinea fa/ha la possibilità di fare. Come pianoforte mi piace molto, inizialmente era questa l'intonazione del mio, poi col tempo ho preferito concedermi  anche ciò che sta oltre forte. Preferisco l'equilibrio che occasionalmente concede l' "eccezione", penso che non bisogna privarsi di niente, così come nella vita insomma  :lol:
 

Secondo me anche gli scappamenti non sono né troppo vicini né troppo lontani in modo da poter controllare meglio la zona centrale della dinamica, sono perfettamente in equilibrio ed in linea con la sua musica. Sui bassi sembrano leggermente più lontani in modo da rendere il tocco più rotondo. Spesso deve usare delle cadute un po’ più evidenti, segno che il tasto ha bisogno di una spinta maggiore per dare il forte, persino i pianissimo spesso vengono eseguiti così…. Ed è molto più difficile..tecnica eccezionale.

Cosa si sa di quell'aneddoto quando Michelangeli si accorse subito dopo aver provato lo strumento che un rullino tra quelli che aveva chiesto di montare era stato incollato al contrario? Hanno un senso specifico? Perché osservandoli a me sembrano perfettamente simmetrici, non noto nulla di diverso tra fronte e retro.

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Davehammerklavier, non conoscevo questo aforisma.

 

Per chi fosse interessato ho cercato l'originale:

 

"L'uomo è un animale credulone e deve credere in qualcosa. In assenza di buone basi per le sue convinzioni, si accontenterà di basi cattive" [betrand Russell]

 

  :goodjob:  :lol:  :lol:  B)

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Giovanni, Michelangeli è straordinario... è superfluo che ti dico che è stato una delle mie passioni pianistiche, specialmente per quanto riguardano i periodi storici razionalisti, Scarlatti ad esempio, e i simbolisti, il suo Ravel e il suo Debussy sono inarrivabili. Le sue interpretazioni sono l’apoteosi dell’equilibrio empirico e del gusto,

Ma il suo pianismo ha avuto un costo, restringere fortemente il repertorio rispetto a tutti gli altri… cosa che purtroppo oggi nessun concertista che cerca la tipica perfezione apollinea fa/ha la possibilità di fare. Come pianoforte mi piace molto, inizialmente era questa l'intonazione del mio, poi col tempo ho preferito concedermi anche ciò che sta oltre forte. Preferisco l'equilibrio che occasionalmente concede l' "eccezione", penso che non bisogna privarsi di niente, così come nella vita insomma :lol:

 

Secondo me anche gli scappamenti non sono né troppo vicini né troppo lontani in modo da poter controllare meglio la zona centrale della dinamica, sono perfettamente in equilibrio ed in linea con la sua musica. Sui bassi sembrano leggermente più lontani in modo da rendere il tocco più rotondo. Spesso deve usare delle cadute un po’ più evidenti, segno che il tasto ha bisogno di una spinta maggiore per dare il forte, persino i pianissimo spesso vengono eseguiti così…. Ed è molto più difficile..tecnica eccezionale.

 

Cosa si sa di quell'aneddoto quando Michelangeli si accorse subito dopo aver provato lo strumento che un rullino tra quelli che aveva chiesto di montare era stato incollato al contrario? Hanno un senso specifico? Perché osservandoli a me sembrano perfettamente simmetrici, non noto nulla di diverso tra fronte e retro.

Giovanni, Michelangeli è straordinario... è superfluo che ti dico che è stato una delle mie passioni pianistiche, specialmente per quanto riguardano i periodi storici razionalisti, Scarlatti ad esempio, e i simbolisti, il suo Ravel e il suo Debussy sono inarrivabili. Le sue interpretazioni sono l’apoteosi dell’equilibrio empirico e del gusto,

Ma il suo pianismo ha avuto un costo, restringere fortemente il repertorio rispetto a tutti gli altri… cosa che purtroppo oggi nessun concertista che cerca la tipica perfezione apollinea fa/ha la possibilità di fare. Come pianoforte mi piace molto, inizialmente era questa l'intonazione del mio, poi col tempo ho preferito concedermi anche ciò che sta oltre forte. Preferisco l'equilibrio che occasionalmente concede l' "eccezione", penso che non bisogna privarsi di niente, così come nella vita insomma :lol:

 

Secondo me anche gli scappamenti non sono né troppo vicini né troppo lontani in modo da poter controllare meglio la zona centrale della dinamica, sono perfettamente in equilibrio ed in linea con la sua musica. Sui bassi sembrano leggermente più lontani in modo da rendere il tocco più rotondo. Spesso deve usare delle cadute un po’ più evidenti, segno che il tasto ha bisogno di una spinta maggiore per dare il forte, persino i pianissimo spesso vengono eseguiti così…. Ed è molto più difficile..tecnica eccezionale.

 

Cosa si sa di quell'aneddoto quando Michelangeli si accorse subito dopo aver provato lo strumento che un rullino tra quelli che aveva chiesto di montare era stato incollato al contrario? Hanno un senso specifico? Perché osservandoli a me sembrano perfettamente simmetrici, non noto nulla di diverso tra fronte e retro.

Ne raccontano tanti di aneddoti, chissà.... Sicuramente di un rullino al contrario potresti accorgerti anche tu perché si produrrebbe un maggiore ostacolo all'uscita dello spingitore, poi sentiresti anche un avanzamento quasi a scatti oltre al fruscio, in quanto hai il rullino che lavora contro pelo....c'è comunque una tacca orizzontale che identifica il verso giusto di scorrimento.

 

Per quanto riguarda le regolazioni so che non amava quelle troppo strette, che vanno di moda oggi...in effetti negli anni 70 chi girava per le fabbriche tedesche come tecnico visitatore ricorda che gli scappamenti erano 2 mm il primo, e il secondo il doppio... Più abbondanti fino a 3 mm sui bassi (il drop rimane uguale ovviamente)...

In allegato puoi vedere un foglio incollato su un pianoforte tedesco anni 80 che riporta le regolazioni di fabbrica: anche sugli Steinway che la fabbrica consegna non ci sono scappamenti attaccati alle corde e gradini dopo tocco di mezzo mm, anzi... Poi ognuno può fare come preferisce.

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Davehammerklavier, non conoscevo questo aforisma.

 

Per chi fosse interessato ho cercato l'originale:

 

"L'uomo è un animale credulone e deve credere in qualcosa. In assenza di buone basi per le sue convinzioni, si accontenterà di basi cattive" [betrand Russell]

 

Wikipedia..? In ambito accademico o durante un seminario, il docente ha la libertà (e implicitamente il dovere) di non citare alla lettera, ma di reinterpretare le fonti che si presentano alla memoria senza preparazione, finalità verso la quale la lingua italiana, più di altre lingue, ha una naturale predisposizione... Senza contare che Bertrand Russell non ha mai formulato il concetto in italiano.

 

Ad ogni modo, l'oggetto della discussione erano i martelli dello Steinway... Un saluto :)

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Giovanni, Michelangeli è straordinario... è superfluo che ti dico che è stato una delle mie passioni pianistiche, specialmente per quanto riguardano i periodi storici razionalisti, Scarlatti ad esempio, e i simbolisti, il suo Ravel e il suo Debussy sono inarrivabili. Le sue interpretazioni sono l’apoteosi dell’equilibrio empirico e del gusto, 

Ma il suo pianismo ha avuto un costo, restringere fortemente il repertorio rispetto a tutti gli altri… cosa che purtroppo oggi nessun concertista che cerca la tipica perfezione apollinea fa/ha la possibilità di fare.

 

Benedetti Michelangeli non è stato solo un grande concertista, ma anche un insegnante d'introvabile preparazione.

 

Questa questione sulla "ristrettezza del repertorio" è come la sua supposta "mania" del pianoforte: leggende metropolitane.

 

Dobbiamo considerare che nel periodo in cui è vissuto (e soprattutto in Italia...) le persone si meravigliavano e/o si stupivano molto più facilmente di oggi. Era sufficiente che Michelangeli richiedesse una corda alla Steinway o che si accorgesse di un rullino messo a rovescio (con la vera pelle di cervo di allora si sentiva il fruscio del pelo) che immediatamente lo si credeva maniaco o fuori dal mondo.

 

Allo stesso modo ci si comportava col suo repertorio: lui sceglieva (artisticamente) la musica che voleva portare in concerto, escludendone naturalmente tanta altra. Che, altrettanto naturalmente, conosceva a memoria.

 

Per citare (sempre a memoria... perdonate la traduzione non letterale :) ) l'intervista rivolta a Grigory Sokolov riportata sul blocchetto del suo ultimo "Salzburg Recital":

 

".. io porto in concerto solo quello che desidero suonare. Per me è impossibile fare altrimenti. Certo, questo mette in difficoltà gli impresari teatrali, ma così stanno le cose. Non comprendo quei pianisti che suonano tutto di tutti gli autori. Per me non ha senso."

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