Joesecondo Postato Luglio 24, 2011 Report Share Postato Luglio 24, 2011 Ciao a tutti! vorrei sottoporre ad analisi una questione importante al fine di una buona preparazione tecnica, lo studio delle scale. Come affrontarlo? ci sono degli esercizi preliminari da affrontare o ci si può dedicare senza prerequisiti particolari? come affrontare questo studio al meglio? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Dave Postato Luglio 24, 2011 Report Share Postato Luglio 24, 2011 Ciao a tutti! vorrei sottoporre ad analisi una questione importante al fine di una buona preparazione tecnica, lo studio delle scale. Come affrontarlo? ci sono degli esercizi preliminari da affrontare o ci si può dedicare senza prerequisiti particolari? come affrontare questo studio al meglio? Ciao Dalla mia pochissima esperienza posso dirti che per prima cosa, prima dello studio delle scale, ci vuole una certa indipendenza delle dita, raggiunta tale si inzia con degli esercizi per il passaggio del pollice, io ho iniziato con il Beyer l'Hanon ma ho trovato molto utile quelli dello Schmitt (Aloys Scmitt) arrivano fino al 5° dito. Poi si inizia lo studio su una ottava poi due ottave tre ottave e quattro, partendo da duine, terzine, quartine ecc... Io uso come testo l'Hanon e quello di Vincenzo Mannino in cui ci sono anche quelle a moto contrario dalla 3a e dalla 6a. Una cosa molto importante che mi disse il mio maestro, oltre all'inevitabile studio lento, fare attenzione al "gradino" e cioè quando il pollice passa sotto le altre dita non si deve percepire discontinuità ma deve essere un passaggio omogeneo, cioè come se ci fosse una piccolissima, ma percettibile, pausa durante quel passaggio, quindi è importante studiare lentamente. Altra cosa la mano deve essere rilassata e non solo la mano, e poi c'è la nota scuola di pensiero di Chopin che la scala più difficile da studiare è quella di DO maggiore, infatti lui faceva studiare le scale partendo da quella di REb maggiore perchè le dita suonando sui tasti neri non interferisconodurante il passaggio del pollice essendo rialzate rispetto i tasti bianchi, e devo ammettere che aveva perfettamente ragione. Le scale secondo Gieseking sono meglio degli esercizi meccanici infatti scrisse: "Io non eseguo mai esercizi tecnici. Sopratutto io li considero quasi interamente superflui. Una volta che lo scolaro ha imparato scale, arpeggi e simili elementi fondamentali della tecnica pianistica, egli la possiede! Perchè affaticare e annoiare le dita?" Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Joesecondo Postato Luglio 24, 2011 Autore Report Share Postato Luglio 24, 2011 Esatto! infatti io sto iniziando con la scala di si maggiore, con 7 diesis praticamente i tasti sono quasi tutti neri, ed è comodo! Usando l'Hanon ho fatto prima di affrontare le scale gli esercizi preparatori, che sarebbero ottave ascendenti e discendenti solo su tasti bianchi però, l'es 38 per intenderci. Secondo te qual'è l'ordine migliore? dopo il si maggiore o re b cosa faccio? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thesimon Postato Luglio 25, 2011 Report Share Postato Luglio 25, 2011 Bellissima la citazione di Gieseking ! ehehe @JoesecondoAttenzione, Si maggiore ha 5# e non 7 ! Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Luglio 25, 2011 Report Share Postato Luglio 25, 2011 Carissimi, Ho già anticipato quasi una risposta nella discossione "quante ore al giorno" La frase di Gieseking è sapiente. Allora, come ho detto già, bisogna conoscere alcune strutture tecniche di base. Le scale sono una di queste. E' vero, come dice il grande pianista, che basta far bene scale e arpeggi...ma come? Innanzi tuttu bisogna conoscere le scale come "tonalita". Bisogna conoscere come "il pater nostro" quati diesis o quanti bemolli ha quella scala e immaginarla sulla tastiera. Capire la diteggiatura che,attenzione, non è rigorosa! ( infatti in alcune sonate conviene cambiarla per trovarsi ..magari alla fine con un determinato dito...vedi la K545 di Mozart o il terzo tempo della k 521 a 4 mani) ...vedete ancora non stiamo parlando di suonarle!!!!! Mettersi al pianoforte ....pensare a tutto quello che sappiamo su quella scala..... quando decidiamo .. iniziamo con il moto contrario per una ottava. Senza interromperci. Valuteremo solo alla fine i nostri errori. Difficoltà unica e .."controversa"..( anche "perversa"): la posizione del pollice!!!!!!!! Domanda: il pollice deve passare sotto le altre dita??Sì? No? E perché Domanda: Quanto il pollice determina l'uguaglianza di una scala????? (Continua dopo eventuali risposte) A presto Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Joesecondo Postato Luglio 25, 2011 Autore Report Share Postato Luglio 25, 2011 E' vero! Do# ne ha 7! spero di non essere bandito dal forum per questo errore Per rispondere al maestro direi (da mia umilissima esperienza) che il passaggio del pollice sotto le dita potrebbe dipendere da come avviene il passaggio, cioè se dopo il secondo, terzo dito e via dicendo..o dalla scala che si esegue...per quanto riguarda il suo ruolo nel determinare l'uguaglianza di una scala direi che è sicuramente essenziale ma non è l'unico, perchè anche 3° 4° e 5° devono lavorare bene, infatti inizialmente mi capita di non controllarli al meglio e l'esecuzione ne risente..magari il pollice determina anche la velocità.. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
lorbell Postato Luglio 29, 2011 Report Share Postato Luglio 29, 2011 Ciao a tutti, mi permetto di dare una mia umile opinione!! Come è già stato detto, prima di iniziare lo studio delle scale è importante lo studio dei fondamenti della tecnica. Posizione della mano, delle dita , l'utilizzo del peso stesso del braccio quale forza per pigiare i tasti unitamente all'articolazione delle dita. Esercizi preparatori delle scale servono ad abituare il passaggio del pollice sotto le altre dita. Quando lo si fà, tutta la mano deve essere rilassata soprattutto il pollice (denominato, non ricordo da chi) "il nano maledetto". Gli esercizi vanno fatti lentamente pensando al movimento delle dita che suonano e controllando nota per nota il rilassamento di quelle che non suonano. L'articolazione è importantissima: il dito che sta per suonare va alzato il piu' possibile senza che la mano si irrigidisca (va controllato il tutto passo dopo passo eseguendo gli esercizi a mani separate). Altro consiglio che mi dava il mio maestro era quello di far sì che fosse il pollice a cercare la nota senza ruotare troppo il polso. Dimenticavo... il mignolo sempre giu', al livello delle altre dita! Questo è quanto so. Un salutone a tutti voi del forum da Lorenzo Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Luglio 29, 2011 Report Share Postato Luglio 29, 2011 Ho qualche dubbio sul modo di passare il pollice. Vedere il libro G. Sandor: come si suona il pianoforte. Sandor, grande pianista, è completamente contrario a far passare il pollice "sotto" le altre dita. Credo anche io che sia il caso di abituarsi a far suonare il pollice senza costringerlo ad un "impedimento". Inoltre con il "pollice sotto" non si arriverà mai alla velocità. Invece conviene spostare il gomito e leggermente l'avambraccio per permettere al pollice di raggiungere la posizione. Il discorso è un po' più complesso, ma l'uguaglianza della scala dipende in maggior parte da questa acquisizione. Alzare le dita....purchè non dia stanchezza e irrigidimento. Puntare sempre sul coordinamento dei movimenti piuttosto che sulla forza. Questa è la mia opinione e non solo la mia. Ma va bene discuterne. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
camy86 Postato Luglio 29, 2011 Report Share Postato Luglio 29, 2011 Concordo con Paolo che il pollice sopra sia la tecnica ideale: provare per credere. Si crea tensione nel tendine dell'avambraccio perché si tende a chiudere come quando si richiude a pugno praticando il pollice sotto. Lo stesso Liszt che ha avuto come insegnante Czerny, fermo sostenitore del pollice sotto, non era soddisfatto della propria tecnica e ha passato un anno per perferzionarsi su tale tecnica che non comprende solo il pollice sopra, ma anche una certa rotazione del polso con conseguente rilassamento: è una tecnica che va perfezionata negli anni. Comunque le scale io le studio così: 1- mani separate e faccio due ottave per quartine studiando tutte le varie posizioni e tutti i passaggi 2- mani unite, sempre due ottave per verificare la coordinazione Cerco anche di renderle musicali dando dellle dinamiche ad esempio quando nel moto ascendente vado in crescendo e nel discendente vado in diminuendo. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Luglio 30, 2011 Report Share Postato Luglio 30, 2011 Bene. Vorrei anche sottolineare l'efficacia dell'esecuzione per moto contrario. E' molto difficile controllare, nel moto parallelo, contemporaneamente, il "passaggio del pollice "dopo" le altre dita, mentre l'altra mano passa le dita "sopra" al pollice. Invece nel moto contrario si può esaminere, all'andata, il comportamento del primo di movimento e a ritorno il comportamento del secondo tipo. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Joesecondo Postato Luglio 30, 2011 Autore Report Share Postato Luglio 30, 2011 quindi il pollice passando "sopra" non si troverebbe più ad essere un impedimento, è comunque più complicato il processo di apprendimento di tale tecnica? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Luglio 30, 2011 Report Share Postato Luglio 30, 2011 Assolutamente no!!!! Nulla di più naturale!!!!....Ma allora perche ci insegnano il contrario? (sento già questa domanda).........Risposta: non so! P.S. Tutto ciò che viene descritto, nella tecnica, come complicato e soprattutto come "non naturale" è falso. Gli strumenti musicali sono stati creati per l'uomo e per la nostra anatomia. Forse,col tempo, molte opinoni contrastanti sul comportamento corporeo hanno creato confusione. Non credi? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
camy86 Postato Luglio 30, 2011 Report Share Postato Luglio 30, 2011 Forse si insegna perchè è quello che in un primo momento, dal punto di vista intuitivo, permette di legare due note successive senza stacco a velocità tranquille: il problema poi però si crea quando si accelera creando tensione. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Joesecondo Postato Luglio 31, 2011 Autore Report Share Postato Luglio 31, 2011 E la diteggiatura? rimane invariata con questa tecnica? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Luglio 31, 2011 Report Share Postato Luglio 31, 2011 Diteggiatura invariata. Nessuna tensione. Bisogna imparare da subito ad essere in equilibrio. Apparentemente sembra che lentamente, passare il pollice sotto sia l'unica modo per legare. Ma non credo sia così. Un piccolo movimento di abbassamento del polso aiuta ( come dice Sandor). Il pollice sotto, comunque, viene costretto alla "prigionia". Provare anche lentamente e "senza stacco". Provare. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
camy86 Postato Luglio 31, 2011 Report Share Postato Luglio 31, 2011 Per imparare la tecnica del pollice sopra io consiglio di inclinare leggermente o anche abbastanza pronunciato l'avambraccio (dipende soggettivamente) nella direzione opposta a cui ci si sta muovendo: faccio un esempio. In re bemolle maggiore si studi l'ascesa della mano destra con l'avambraccio inclinato (si ruoti parallelamente ad un piano circa parallelo alla tastiera) verso le note gravi della tastiera. Naturalmente sempre in condizioni di massimo rilassamento. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
lorbell Postato Luglio 31, 2011 Report Share Postato Luglio 31, 2011 Ho qualche dubbio sul modo di passare il pollice. Vedere il libro G. Sandor: come si suona il pianoforte. Sandor, grande pianista, è completamente contrario a far passare il pollice "sotto" le altre dita. Credo anche io che sia il caso di abituarsi a far suonare il pollice senza costringerlo ad un "impedimento". Inoltre con il "pollice sotto" non si arriverà mai alla velocità. Invece conviene spostare il gomito e leggermente l'avambraccio per permettere al pollice di raggiungere la posizione. Il discorso è un po' più complesso, ma l'uguaglianza della scala dipende in maggior parte da questa acquisizione. Alzare le dita....purchè non dia stanchezza e irrigidimento. Puntare sempre sul coordinamento dei movimenti piuttosto che sulla forza. Questa è la mia opinione e non solo la mia. Ma va bene discuterne. Questa del pollice mi interessa!! Ma tengo a precisare che l'esercizio l'ho eseguito in quel modo solo all'inizio poi col tempo ed aumentando la velocità una leggera rotazione del polso l'ho adoperata! Volevo chiederle una cosa a riguardo di alzare le dita come esercizio primordiale: lo vede superfluo?? Naturalmente vorrei anche sapere se la tecnica che mi è stata insegnata è valida o no? Io ho sempre suonato utilizzando il peso del braccio, in modo che quest'ultimo sia rilassato unitamente alle spalle. Naturalmente quanto piu' l'esecuzione richiede velocità piu' il peso va idealmente spostato verso il gomito alleggerendo le dita. Sto avendo una crisi di identità!! Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
lorbell Postato Agosto 1, 2011 Report Share Postato Agosto 1, 2011 Dimenticavo... libro di Sandor ordinato!! Non vedo l'ora di leggerlo! Grazie PIANOEXPERT Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Agosto 1, 2011 Report Share Postato Agosto 1, 2011 Leggere il libro e poi ne riparliamo tutti!!! Bene, buona esperienza!!! P.S. Non sempre quello che abbiamo appreso o che ci hanno insegnato, anche se non proprio giusto e/o non efficace, deve essere condannato. "il travaglio del negativo" porta verso una crescita ( purchè in una una direzione giusta!) Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
LaSingolarita Postato Settembre 24, 2012 Report Share Postato Settembre 24, 2012 È molto interessante questo topic e vi chiedo se questo testo di Sandor fornisca le informazioni necessarie allo studio della tecnica del pollice sopra..per quanto mi riguarda però trovo più difficoltà nella realizzazione di un suono omogeneo durante l'esecuzione di scale ascendenti per la sinistra e discendenti per la destra.Spiegando più nel dettaglio l'arrivo della mano dopo il pollice mi crea problemi di allineamento della stessa quando diteggio 1-4 passando da un bianco ad un nero con un intervallo di un tono.lo spazio di un tasto che intercorre tra i due mi porta ad orientare il palmo verso la direzione che sto percorrendo per mantenere il legato e se cerco di tenere la mano più perpendicolare al piano della tastiera il pollice si appoggia al lato del tasto alzato precedente al nero che devo prendere con l'anulare (es. Se scendo con la dx in una scala di fa magg tra il do con il primo e il sib con il quarto scontro contro il si naturale).Risultato mantengo la mano orientata verso la direzione della scala nei passaggi rapidi per evitare tutto questo ma mi secca non poco..suggerimenti please?.. il mio maestro mi dice di concentrarmi sul suono ma a me vedere questa mano "sbilenca" mi urta abbastanza..ciao e grazie.. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Settembre 24, 2012 Report Share Postato Settembre 24, 2012 Quando, da ragazzo, frequentavo molti concerti dei Grandi della tastiera, ero un fan di Rubinstein, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente e di poterci parlare più volte. Non si riusciva mai a trovare un posto nelle prime file, ma alla fine del concerto, durante i bis, il pubblico poteva avvicinarsi al palco per vedere il grande pianista suonare da vicino. Mi ricordo un 1° Maggio all'Aula Magna dell'Università di Roma; il pubblico aveva invaso la zona palco ed era intorno a lui, che non smetteva di suonare. In particolare rimasi incuriosito da come realizzava il passaggio del pollice. Si poteva ben vedere questo quando il palco era alto e mi potevo trovare in una posizione tale da osservare le mani da sotto. Lui lasciava semplicemente "scivolare fuori" il pollice dalla tastiera per permettere al 4° o al 3° dito di proseguire la successione senza "scavalcare". Un movimento del tutto naturale che non costringeva la sua mano ad "orientarsi" nell'uno o nell'altro verso lungo la tastiera. Realizzava quello che si chiama "spostamento" e che esclude il "passaggio "del pollice "sotto" o delle dita "sopra". Ora, bisogna imparare a governare la mano nel suo equilibrio sia nelle scale che negli arpeggi, dove questa realizzazione è un poco più ardua. Ne ho già molto parlato in molti post e faccio un esempio nel Tutorial dedicato alla sonata di Mozart K330, dove sono presenti diversi ipi di scale. Lo studio delle scale deve essere soprattutto "mentale". Sono stati stampati centinaia di libri sulle scale, come se ogni volta si potesse dire una qualcosa di "diverso". Incredibile! In realtà lo studio muove dalla conoscienza delle tonalità e dalla consapevolezza della diteggiatura da usare. Mettersi quindi di fronte alla tastiera e pensare alla scala, alle sue alterazioni e cercare di visualizzare la diteggiatura da usare. Iniziare con le scale in moto contrario per due ottave. Decidere se fermarsi dopo una ottava o eseguire le due di seguito Quindi, quando siamo pronti, prendere un bel respiro ed ESEGUIRE LA SCALA SENZA NESSUNA INTERRUZIONE DI SORTA....VENISSE IL TERREMOTO! Solo alla fine valuteremo gli errori e il perché di essi. Correzione e riesecuzione. Provare. Non è facile P.S: ovviamente si passerà alle quattro ottave e al moto retto, non appena ....avremo le idee chiare. Buono studio 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
LaSingolarita Postato Settembre 24, 2012 Report Share Postato Settembre 24, 2012 Cavolo faccio come rubinstein e non lo sapevo :-) mi trovavo molto bene nel fare scivolare fuori il pollice ma pensavo a Michelangeli che si rivoltava nella tomba..già che ho suonato Great balls of fire sul suo steinway a casa di Damerini non volevo arrivasse di notte a tirarmi i piedi o ancor peggio le dita.. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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