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Piano Concerto - Forum pianoforte

Dave

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  1. Forse mi sono spiegato male ma nel mio post ho scritto che ORE E ORE di Hanon e affini sono inutili, cioè non sono inutili nella loro utilità da "scioglidita" per modo di dire ovviamente, ... perchè, credo, che il lavoro TECNICO VERO E PROPRIO avviene suonando una composizione da cima a fondo! Ho imparato a non sostenere gli estremi, cioè, dire, che fare esercizi di tecnica e basta o fare solo musica e basta, sono utilissime e uniche per raggiungere un fine sia (nei limiti e nelle circostanze e da diversi altri fattori) falso! ... Ovvio che ci vuole sia l'una che l'altra ma con le giuste dosi, anche se poi è molto relativo e soggettivo. Comunque ognuno è libero di seguire la propria scuola di pensiero nulla di male come ha citato Paolo Volitare, ma siccome non sono una autorità in materia e posso esprimere solo la mia opinione e esperienza personale, le voglio rispondere con questi luminari: "La delicatezza della forma dinamica e agogica ... gioca un ruolo decisivo nella tecnica e perciò quest'ultima dipende sempre dai concetti musicali ... Solamente grandi compositori sono stati capaci di comporre Studi la cui finalità tecnica desse ispirazione ad una concezione che potesse essere perfettamente espressa da una data formula tecnica. Ma cosa accade se il concetto musicale e la formula non si fondano in un'unità organica, cioè se lo Studio è privo di qualsiasi valido contenuto musicale? Suonare questi studi è pericoloso perchè se la formula tecnica non esprime proprio nulla, li lavoro del pianista può essere solo meccanico, inutile, un mero esercizio muscolare delle dita." - József Gát, in The Techniques of Piano playing 1980 - E ancora sempre lui: "L'insegnamento tecnico deve render capace l'allievo di trovare - partendo dalla musica - la soluzione che corrisponde alla sua sensibilità. La musica non dev'esser forzata nel letto di Procuste da precostituiti modelli di movimento." - József Gát, in The Techniques of Piano playing 1980 - Inoltre: "Nel normale corso degli eventi, non tutti gli aspetti della tecnica pianistica si sviluppano equilbratamente e in progressione; le persone sono diverse e i loro modelli di sviluppo tecnico variano. Inoltre, la tastiera è in sè innaturale, i movimenti che richiede sono relativamente scomodi e le opere musicali che gli studenti di pianoforte di solito si trovano davanti sono solamente in relazione indiretta con un ordinato sviluppo tecnico. Gli esercizi tecnici 'standard' quali scale, accordi, arpeggi e studi, mentre sono molto efficaci per prendere familiarità con la tastiera, con gli stilemi classici, e con la teoria di base, non possono garantire uno sviluppo tecnico ben integrato. La probabilità di un sano sviluppo tecnico nei corsi elementari e medi di studio pianistico è certamente più bassa di quanto potrebbe e dovrebbe essere." - Seymour Fink, in Mastering Piano Tecniques 1992 - Un grande pianista scrisse, (e se lo dice lui ): "Io non ho mai eseguito esercizi tecnici. Sopratutto li considero interamente superflui. Una volta che lo scolaro ha imparato scale, arpeggi e simili elementi fondamentali della tecnica pianistica, egli la possiede! Perchè affaticare e annoiare le dita?" - Walter Gieseking in Metodo rapido di perfezionamento pianistico 1933 - "Poichè non crediamo nello studio ripetitivo e meccanico, raccomandiamo anzitutto di eliminare tutti quegli studi che hanno per oggetto la tecnica e non la musica (Hanon, Pischna, Czerny). Tutti gli esercizi e gli studi che utilizzano in modo ripetitivo determinate formule tecniche conducono fatalmente a un tipo di studio meccanico. E' molto più produttivo assimilare una data formula tecnica nella sua forma più semplice ed essenziale, e una volta appresa correttamente applicarla subito al repertorio ... la letteratura pianstica è così vasta (e c'è così tanto da imparare) che è assurdo perdere tempo con la cattiva musica una volta che gli stessi progressi tecnici possono essere ottenuti dedicandoci alla grande musica. ... Chopin e Liszt sono capolavori assoluti che meritano lo studio più attento." - Giorgy Sàndor in Come si suona il Pianoforte 1984 - Concludendo, ... il sopra non è vangelo ma ... "A proposito della tecnica. Quanto più chiaramente appare l'obbiettivo (contenuto, musica, perfezione dell'esecuzione) tanto più il mezzo di raggiungerlo si impone da sè. Il 'che' determina il 'come', benchè il 'come' condizioni il 'che'. Si tratta di una legge dialettica." - Heinrich Neuhaus, in L'Arte del Pianoforte 1971 - Mi scusi ma mi permetta, ... lei paragona la Medicina alla pari della Musica? Cioè nel campo dello scibile umano non credo che la Medicina si possa reputare come Arte, sono due campi uno opposto dell'altro rispetto alla Musica! "A rischio di sembrar vanitoso, dirò che la misura di un talento è inversamente proporzionale alla necessità di studiare". - Walter Gieseking - Ma poi mi domando: di chi è proprietà la Musica? Cordiali saluti.
  2. Grazie Paolo! Si in effetti è vero c'è sempre la tendenza (pure io) di separare la tecnica dalla musica quando invece sono la stessa cosa. In parole povere quello che dici potrebbe essere spiegato così se non erro: se per esempio, devo suonare uno spartito in cui la mano sinistra arpeggia con DO-SOL-DO e la destra esegue delle ottave in DO-MI-SI, ecco che io devo sapere come si eseguono gli arpeggi a 3 note con la sinistra e le ottave con la destra ma il tutto nel contesto musicale e non con un meccanismo ripetitivo come gli esercizi, cioè conosco come si esegue il movimento per eseguire la musica, non il contrario. Io ho letto anche di alcuni pianisti, non ricordo il nome mi sembra il Sandor, che secondo la sua scuola di pensiero Hanon, Pischna, Czerny, Cramer ecc... sono tutti da cestinare e che secondo lui bisogna studiare direttamente il brano dei grandi compositori come Chopin, Bach, ecc... perchè la tecnica si trova dentro queste composizioni. Che poi, credo, a volte ci facciamo impressionare dai grandi pianisti con i loro virtuosismi tecnici di scale super-veloci, arpeggi ecc... e pensiamo che per raggiungere quei livelli bisogna fare solo esercizi, quando invece credo che la tecnica inizia semplicemente con il premere un tasto con un dito, perchè ci possono essere diversi modi di premere un tasto con un dito ma qual'è quello giusto? Solo che a volte ci possono essere delle "regole obbligatorie" per eseguire un certo movimento a volta invece ognuno può seguire la propria anatomia naturale della mano, spalla, braccio ecc.... per risolvere un passaggio.
  3. Beh credo che lo scopo sia più che altro scaldarsi prima di inziare a suonare a freddo, per poi inziare lo studio vero e proprio della tecnica. Io all'inizio tutti i giorni studiavo un esercizio dell'Hanon per poi passare alle scale agli arpeggi e infine i brani. Ora ho cambiato metodo, un giorno studio gli studi del Duvernoy op. 276 scuola preparatoria della velocità il giorno dopo studio i 19 pezzi facili di Bach poi sempre scale e arpeggi, e infine i brani, ma ripeto credo che sia importante scaldarsi all'inizio in base a quello che si deve fare. Credo che nessun pianista al mondo appena si siede al pianoforte si può mettere a suonare la terza sonata di Beethoven No. 14 Op. 27 No. 2. Poi ci possono essere delle componenti anche fisiologiche e anatomiche che non fanno la regola, per esempio ho letto che Walter Gieseking non aveva mai studiato nessun tipo di esercizio tecnico solo ed esclusivamente le scale e gli arpeggi perchè secondo lui gli esercizi tecnici erano una perdita di tempo.
  4. Ciao! Spero sia la sezione giusta volevo condividere con voi questo video che mi ha molto toccato e fa molto riflettere che cosa sia la musica, ... non aggiungo altro perchè il video si commenta da solo appena premerete play. http://www.youtube.com/watch?v=VbhW_K3NvmQ#
  5. Grazie Paolo sei gentilissimo! Non sapevo questa cosa della memoria cinetica infatti mi è capitato moltissime volte che studiando un brano, all'inizio a mani separate e poi dopo unite le mani, non riuscissi più a separarle strano ma vero, e come se una mano dipendesse dall'altra avevo bisogno del riferimento della destra o sinistra per continuare.
  6. Caspita ho visto il video, .... che bello questo piano ha una infinità di effetti e basi.
  7. Uau che bello Simone questo che scrivi, ... quindi riassumendo il "tuo" metodo: 1) Ascoltare diversi pianisti 2) Ragionare sull'armonia e le modulazioni 3) Studiare frase per frase memorizzando Però adesso voglio sapere come fa Paolo a fotografare lo spartito nota per nota a memoria. E' una suo talento naturale o c'è una tecnica o è l'insieme delle due cose?
  8. Oopss ... scusami Simone ho mal interpretato il tuo commento. Ma quindi vorrei sapere, in base al "metodo" che ho messo all'inizio che poi vabbè .... ho usato solo poche volte anche perchè ci vuole un mese per fare un'analisi del genere sempre che sia corretta come metodo, dicevo, per unire l'utile al dilettevole, intendo suonare sì OK ma non premere tasti come fossero quelli della tastiera che ci sono stampate le lettere e buonanotte chi si è visto si è visto, come dire: questo è un FA# lo pigio e punto, ma studiare con una consapevolezza anche teorica o armonica o come si possa chiamare non saprei, che metodo si potrebbe usare secondo te? Però solfeggio a parte, anche se quello è importantissimo concordo con te è da mettere al primo posto. Sempre nel libro del Sandor (scusate se insisto con sto Sandor ma il libro è molto bello) lui scrive che la conoscenza armonica, delle modulazioni, delle dinamiche, degli abbellimenti ecc... aiuta molto anche l'esecuzione, però è una lavoro da amanuense benedettino , in poche parole la botte piena e la moglie ubriaca voglio, una via di mezzo ci sarà, ... o no?
  9. Ah OK, vorrei dire ho capito tutto ma tutto è un parolone, posso dire mi è più chiaro il tutto ... c'è un mare di cose che devo imparare e questo grazie a voi!
  10. Grazie Paolo mi è un pò più chiaro tranne una cosa ... scusami ... cosa intendi per quinte parallele?
  11. Simone quindi credi che sia più importante il solfeggio indipendentemente dalla conoscenza armonica e teorica di un brano? Cioè basta l'essenziale senza entrare troppo nella struttura di un brano? Però ho letto nel libro di Giorgy Sandor che inevitabilmente tutti i pianisti, in una certa percentuale, dipendono dalla memoria di mano, (credo che intendesse quando suonano senza spartito davanti) ma l'importante è non dipendere esclusivamente solo da quella perchè è molto pericoloso e che bisogna affiancare altri tipi di memoria come quella visiva o uditiva, e che, sempre secondo lui, la più efficace è la memoria musicale, e abbinata alla memoria di mano diventa molto più sicura, ... però forse qui usciamo dal tema della discussione che ho aperto.
  12. Ciao Paolo! Purtroppo ho la sindorme del filologo ... ... scherzi a parte è verissimo quello che dici però personalmente trovo che sapere perchè quella nota è scritta sul pentagramma in quella posizione precisa, non per caso, ma perchè è parte di tutto l'ingranaggio dell'orologio compositivo insieme a tutte le altre note ti fa apprezzare maggiormente l'opera che suoni e ti aiuta con la memoria come dici anche tu.
  13. Ciao Andrea! Si in effetti è molto laborioso come metodo e impegnativo, però anche quello che dici tu di concentrarsi solo su alcune battute è interessante e più sbrigativo, è una bella idea devo provare. Che cosa intendi con "crearti dei riferimenti" potresti spiegarmelo? Volevo precisare, perchè forse mi sono spiegato male, che il fine non è di sapere tutte le note a memoria di uno spartito, ma di "aiutare" la memoria di mano con altri tipi di memoria, cioè unire l'armonia con il diteggio in un certo senso sempre nella consapevolezza di quello che si sta eseguendo perchè credo sia importante e utile.
  14. Ciao! Apro questo thread perchè volevo condividere un metodo di studio che in questo periodo sto adottando studiando Pianoforte. Leggnedo vari libri, tipo quello di Sandor e quello di Chang, ho notato che il mio metodo di studio si basava molto sulla memoria di mano, a causa della mia lettura a prima vista molto superficiale, le note in chiave di FA e SOL le conosco ma il solfeggio è molto acerbo e quindi sto cercando di rimediare studiando le composizioni nota per nota, cioè anche a livello armonico, cercando di capire cosa sto suonando e perchè lo sto suonando e devo dire che ho notato un leggero miglioramento quando eseguo un accordo o una nota sul piano non è più il solo premere a memoria un tasto come quello dell'ascensore ... Certo è un lavoro molto minuzioso e paziente prendere spartito e matita e mettersi ad analizzare magari 5 o 6 o più pagine, ma se si ama la musica non ci sono scuse, almeno come la vedo io. Ovviamente vorrei sapere dai più esperti se utilizzo il metodo giusto e se ci sono altri metodi. Per iniziare come testi uso il Manuale di armonia di Schonberg che ho letto tutto capendoci molto poco, il Pedron che sto studiando, e La Modulazione di Mario Cicogna. Ho iniziato con i primi 3 minuetti dei 19 pezzi facili di Bach e il primo arabesco di Debussy. Quindi io procedo così: 1) Identificare la tonalità del brano se minore o maggiore facendo attenzione alle note differenziali 2) Segnare tutte le note che non sono in chiave e analizzare se sono di passaggio, cromatiche ecc... 3) Analizzare solo la chiave di FA arpeggi, accordi ecc ... e identificare cosa sono cioè minori, maggiori di settima, diminuiti ecc... 4) Analizzare le cadenze sempre solo in chiave di FA 5) Analizzare la chiave di SOL e, esclusi gli accordi, la melodia che relazione ha con l'armonia, cioè se una nota o più note in chiave di SOL hanno relazione con una accordo o arpeggio in chiave di FA e che tipo di relazione c'è 6) Analizzare se ci sono delle modulazioni di che tipo sono, e cosa assai ardua, il perchè di quella modulazione in quell' punto della composizione
  15. Grazie Paolo lo terrò presente insieme al tuo utilissimo video tutorial ... Se posso chiederti cosa ne pensi come marca di Pianoforte?
  16. Posso fare una domanda? Siccome sto studiando il Corso d'Armonia del Pedron in cui nel capitolo 2 se non ricordo male dice nel moto delle parti che 2 quinte e ottave sono vietate ma non ho mai capito il motivo di questo "divieto", mi potresti spiegare Paolo?
  17. Ciao Ho trovato questa occasione uno Yamaha G3 mezza coda il proprietario mi ha detto che il piano a 10 anni e che è stato usato solo da un maestro di conservatorio perchè si trovava in un ristorante ed è in ottime condizioni, e ora lo vende per cambio gestione ecc... Ovviamente lo proverò ma vorrei sapere qualche info su questo modello e pensate che 10 anni non siano troppi? Grazie
  18. Grazie Simone gentilissimo come sempre proverò come dici tu poi in settimana posterò il video.
  19. Ciao a tutti sono stato un pò assente in questo periodo per vari impegni e problemi, ma non ho mai smesso di seguirvi anche se molto rapidamente causa impegni e doveri quotidiani. Ho studiato in questo periodo l'Arabesco L66 di Debussy e da quel giorno mi sono innamorato di questo compositore, e anche Il Chiaro di Luna che mi ha strappato l'anima al primo ascolto. L'ho finita di studiare ma ho un problema nella parte centrale quando la mano sinistra arpeggia con le terze sul 4° e 5° dito e trovo questo passaggio molto ostico anche perchè deve essere eseguito abbastanza veloce e ciò mi crea problemi, io ero tentato di eseguire l'arpeggio senza le terze cioè facilitandolo suonando solo la nota più bassa ma non mi piace facilitare le cose amo le sfide sono cocciuto ... Mi potete dare qualche suggerimento per come studiare questo passaggio? Grazie. Vi posto la foto delle battute in questione.
  20. Mi associo pure io 1000 grazie al Sig. Paolo e Simone per questi splendide e utilissime lezioni!
  21. Buonaaaaaaaaaaaa la matricianaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa !!!! Grazie Paolo.
  22. Il mio accordatore vuole 80€ solo per accordare.
  23. Che bello!!! Mi piace molto, è vero ricorda Satie ...
  24. Camy sono d'accordo in parte, generalizzare dicendo "la gente è pigra" non tiene conto di diverse circostanze esterne ed interne di una persona! Verissimo il 99,8% abbiamo una società, vista in tutti i suoi aspetti sia culturali, d'informazione ecc... che non stimola o orienta verso quel'"impegno mentale", ma io sostengo che poi l'input deve partire da noi. I metodi d'insegnamento validi e innovativi, come dice Simon, ben vengano, per la formazione delle nuove generazioni sopratutto oggi che siamo nell'era del Total-Web e che in futuro influenzerà ancora maggiormente e, a mio parere, soppianterà anche gli attuali mezzi di comunicazione "obsoleti" come TV, radio ecc.... E' ovvio che la pubblicità non è assolutamente un mezzo di educazione/istruzione non possiamo pretendere l'oro da chi ci propina le carote. L'aspirazione di Francesco di vedere in una pubblicità i crediti di una musica credo che non avverrà mai, perchè non deve distrarre dal prodotto, ogni interferenza al messaggio pubblicitario deve essere ridotta al minimo l'uso della musica in questo settore serve solo per focalizzare su quel prodotto, punto. E' per questo che associano determinate musiche scelte a tavolino dalle aziende abbinandole al prodotto, per creare nel "subconscio" un sorta di memoria al prodotto non alla musica: la musica è solo un potentissimo tramite. La responsabilità parte dalle famiglie per primo e dagli organi d'istruzione che devono già in tenera età, ad esempio dalle elementari, porre delle basi che orientino e formino verso quella forma d'arte, poi come a colto Francesco se sentirà la musica o ascolterà la musica dipende sempre da quella molla che ti scatta dentro e da diversi altri fattori.
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