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Piano Concerto - Forum pianoforte

LaSingolarita

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  1. Secondo me potrebbe rivelarsi molto utile....se uno stesse pianificando di allenarsi a ghigliottinare svariati puffi o altre piccole creature del sottobosco... :-)
  2. Nel paragrafo sul legato non capisco però una cosa..se la frase da legare è piuttosto lunga ed è ascendente e discendente devo comunque partire basso e finire gradualmente in alto o nei cambi di direzione e nei passaggi del pollice devo risistemare il polso?
  3. Volentieri..per ora lo ritengo illuminante..
  4. Ritirato oggi il Sandor..ed è iniziato un lungo percorso di riprogrammazione..
  5. Sviatoslav mi indispone parecchio :-)
  6. Pianoexpert hai toccato diversi punti caldi della questione per quanto mi riguarda..io sono della parrocchia repetita iuvant.. è difficile per me arrivare a saturazione nello studio dello stesso pezzo soprattutto nei passaggi più ostici non arrivo quasi mai ad un punto di stallo per cui ritengo tecnicamente di non poterli implementare..al massimo si tratta di un intossicazione mentale ma in tal caso cambio velocità di esecuzione introduco varianti ritmiche separo o unisco le mani insomma credo possa rivelarsi produttivo..almeno per me insistere per superare eventuali scogli rispetto al alternare l'oggetto dello studio..avevo letto in libro di Neuhaus che ripartire il lavoro abbandonando la difficoltà quando si presenta a volte sia come cercare di fare bollire l'acqua della pasta spegnendo il fuoco ogni qualvolta si scaldi per riaccenderlo una volta fredda..e la metafora,ribadendo la soggettività dell'esperienza, la ritengo molto calzante..
  7. È probabile non mi riposi abbastanza :-)
  8. Perdono a priori per il titolo poco chiarificatore.. Supponiamo abbiate una serie di studi da preparare o una sonata, fate voi, a vostro parere ed esperienza risulta più produttivo dedicare ad esempio una giornata intera a ciascun studio o movimento, oppure frazionale il tempo a disposizione in ogni singola giornata per tutti i pezzi? Consapevole che sia molto soggettiva la cosa mi interessava una condivisione delle vostre abitudini e capire se può riuscire vincente spaccarsi la testa per ore sullo stesso pezzo con lo svantaggio dell'alienazione da ripetitività o lasciare più spazio alla eterogenia con il rischio di diventare magari più dispersivi.. W la musica
  9. Dimenticavo una cosa.. Un sistema che ho inventato ma che magari esiste già per il trillo libero è quello di allenarmi anche facendo il trillo misurato con la destra sempre alla stessa velocità e variare quella della sinistra ad esempio con un basso albertino..sembra una cavolata ma mi ha dato grandi benefici perché anche se in termini assoluti la destra rimane costante in relazione alla sinistra cambia continuamente rapidità..
  10. Vorrei aggiungere un parere da ultimo arrivato :-) Il trillo migliore è quello che suona meglio e la fisionomia della mano non permette di fare discorsi assolutistici..cmq il trillo 23 personalmente mi permette di sfruttare il ritorno del tasto se tengo la mano sufficientemente rilassata cosa non pensabile con 13..quindi, trillo di thalberg a parte che non mi ha mai convinto del tutto soprattutto per via della risoluzione se si esegue libero, in Mozart e nei trilli a bassa dinamica prediligo 23 in bach 13..e ribadisco che senza mano rilassata il risultato sarà sempre mediocre..
  11. Riconosco di non aver descritto in modo preciso il punto di vista... parlando di virtuosismo ho omesso un termine che in effetti rende contradditorio il tutto..ovvero sterile..che spesso si tramuta in esibizionismo..nel senso che sicuramente una buona fetta del repertorio musicale , soprattutto quello contemporaneo, richiede un alta padronanza tecnica..ma il mio punto di vista mi porta a riconoscere l'abilita in un "suonatore" più se mi trasmette qualcosa piuttosto che se si prodighi in scale di 128esimi ma senza alcun tipo di sentimento..quindi facendo una scala di valori ascendente prima metterei chi ha una grande padronanza tecnica poi chi riesce a comunicare il linguaggio musicale in modo espressivo anche se non completamante formato tecnicamente e infine chi possiede entrambe le capacità..
  12. Cercavo di rimanere sul tema della discussione, ovvero saper suonare, le scelte del compositore andranno interpretate dall' esecutore fedelmente o meno a seconda della personalità artistica. Saper emozionare chi non ama un genere con lo stesso genere a mio modesto parere e sintomantico di un grande talento e penso ad un Gould che reinventa Bach e ammalia anche un rapper :-).. poi magari non ho afferrato la tua precisazione oracolo..
  13. A mio parere deve essere presente un denominatore comune di padronanza tecnica che permetta di eseguire una buona parte se non la totalità della musica scritta per il suo strumento..quanto tempo si impiega a preparare un pezzo..e infine quanto si riesce a trasmettere alll'ascoltatore soprattutto non amante del genere che stai suonando..mentre virtuosismo estremo e lettura a prima vista non rientrano nel mio canone di un musicista che sappia suonare..poi si potrebbe estendere il discorso all'improvvisazione ma ci si allontana dall' argomento..
  14. Cavolo faccio come rubinstein e non lo sapevo :-) mi trovavo molto bene nel fare scivolare fuori il pollice ma pensavo a Michelangeli che si rivoltava nella tomba..già che ho suonato Great balls of fire sul suo steinway a casa di Damerini non volevo arrivasse di notte a tirarmi i piedi o ancor peggio le dita..
  15. È molto interessante questo topic e vi chiedo se questo testo di Sandor fornisca le informazioni necessarie allo studio della tecnica del pollice sopra..per quanto mi riguarda però trovo più difficoltà nella realizzazione di un suono omogeneo durante l'esecuzione di scale ascendenti per la sinistra e discendenti per la destra.Spiegando più nel dettaglio l'arrivo della mano dopo il pollice mi crea problemi di allineamento della stessa quando diteggio 1-4 passando da un bianco ad un nero con un intervallo di un tono.lo spazio di un tasto che intercorre tra i due mi porta ad orientare il palmo verso la direzione che sto percorrendo per mantenere il legato e se cerco di tenere la mano più perpendicolare al piano della tastiera il pollice si appoggia al lato del tasto alzato precedente al nero che devo prendere con l'anulare (es. Se scendo con la dx in una scala di fa magg tra il do con il primo e il sib con il quarto scontro contro il si naturale).Risultato mantengo la mano orientata verso la direzione della scala nei passaggi rapidi per evitare tutto questo ma mi secca non poco..suggerimenti please?.. il mio maestro mi dice di concentrarmi sul suono ma a me vedere questa mano "sbilenca" mi urta abbastanza..ciao e grazie..
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