thallo Postato Giugno 7, 2012 Report Share Postato Giugno 7, 2012 Un mio articolo su cucina e musica. http://www.ilcorrieremusicale.it/gourmet-sonoro-quando-la-musica-entra-in-cucina-e-viceversa/ è un connubio che amate? 3 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thesimon Postato Giugno 7, 2012 Report Share Postato Giugno 7, 2012 Ho letto ma ho apprezzato molto di più questo tuo altro articolo... http://www.ilcorrieremusicale.it/analfabetismo-musicale-malattia-delle-elite-culturali/ 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Rotore Postato Giugno 8, 2012 Report Share Postato Giugno 8, 2012 ... due begli articoli è un connubio che amate? Lo chef penso faccia un lavoro molto creativo e quindi un link all'arte in generale c'è di sicuro Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Giugno 8, 2012 Report Share Postato Giugno 8, 2012 Thallo, quando ho letto il titolo del topic ho pensato ad un altro tipo di "Aria fritta" e mi è venuto in mente un certo Ranapo Leggendo l'articolo ho ritrovato un po' di elementi che disseminati qua e la ogni tanto fai emergere; letti in modo organico fanno comunque la loro porca figura. 2 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Chopin Postato Giugno 8, 2012 Report Share Postato Giugno 8, 2012 > "cucina e musica" ... io mi chiedo in base a quale parametro nel bar del conservatorio vengono associati i nomi dei compositori ai tipi di panino. Magari succede solo in pochi posti, ma quelli che ho girato io ... si Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Giugno 9, 2012 Autore Report Share Postato Giugno 9, 2012 quella sulle elite culturali è una mia battaglia personale da tempo, voi che mi conoscete da un po' probabilmente l'avrete già sentita... sui panini non so Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Melita Postato Giugno 16, 2012 Report Share Postato Giugno 16, 2012 Un mio articolo su cucina e musica. http://www.ilcorrier...na-e-viceversa/ è un connubio che amate? Assolutamente sì. Magari potevi sviluppare un po' di più il concetto della simbologia dei vari cibi (es. a un certo punti dici che "si parla più di vino che di salsicce"). Quanto all'articolo sull'analfabetismo musicale...beh, faccio parte di quell'84% che non segue corsi di laurea umanistici, però credo che non sia un problema dell'università. Se metti un modulo da 1 credito di storia della musica in un corso di laurea credimi che la cultura dei laureati non aumenta (lo dico per esperienza: degli esamini da 1 o 2 crediti che ho dovuto sostenere non ho capito un emerito niente, ho dimenticato tutto il giorno dopo l'esame...). Bisognerebbe partire dal basso a dare un'educazione musicale seria (quindi medie e licei). Mica solo gli umanisti devono essere messi nella condizione di conoscere e apprezzare la musica colta... 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
BackSpace Postato Giugno 16, 2012 Report Share Postato Giugno 16, 2012 Ma da poco a questa parte i corsi universitari per essere tali non devono dare almeno 6 crediti? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Melita Postato Giugno 16, 2012 Report Share Postato Giugno 16, 2012 I Corsi Integrati credo di sì, mi riferivo ai moduli che li compongono. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Giugno 17, 2012 Autore Report Share Postato Giugno 17, 2012 Fosse per me la storia della musica dovrebbero conoscerla tutti, a grandi linee. Io ho fatto il classico e amo la letteratura, ma considero distorto far studiare letteratura italiana per 8 anni, dalle medie al diploma, togliendo spazio ad altro, come la storia dell'arte, l'economia, la letteratura comparata (che è un oltraggio non studiare...). Ho preso l'esempio dell'università, però, perchè in teoria alla fine della formazione universitaria dovresti avere una preparazione accademica specifica e completa. Ovvero, fai il corso di laurea in linguistica e sei pronto per fare il linguista. Il discorso si estende ad altro, però. La musica classica dovrebbe essere tradizionalmente coltivata dalle classi "alte", quelle che danno valore alla cultura. Oggi queste classi alte non hanno formazione umanistica di nessun tipo (e infatti il problema non riguarda solo la musica colta ma tutto il comparto culturale), e questo è un problema di pari importanza rispetto all'educazione delle "masse". Sarò un po' di destra nel dirlo... ma piuttosto che fare storia della musica al liceo, io preferirei che si facesse all'università, almeno Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Melita Postato Giugno 17, 2012 Report Share Postato Giugno 17, 2012 Fosse per me la storia della musica dovrebbero conoscerla tutti, a grandi linee. Io ho fatto il classico e amo la letteratura, ma considero distorto far studiare letteratura italiana per 8 anni, dalle medie al diploma, togliendo spazio ad altro, come la storia dell'arte, l'economia, la letteratura comparata (che è un oltraggio non studiare...). Ho preso l'esempio dell'università, però, perchè in teoria alla fine della formazione universitaria dovresti avere una preparazione accademica specifica e completa. Ovvero, fai il corso di laurea in linguistica e sei pronto per fare il linguista. Il discorso si estende ad altro, però. La musica classica dovrebbe essere tradizionalmente coltivata dalle classi "alte", quelle che danno valore alla cultura. Oggi queste classi alte non hanno formazione umanistica di nessun tipo (e infatti il problema non riguarda solo la musica colta ma tutto il comparto culturale), e questo è un problema di pari importanza rispetto all'educazione delle "masse". Sarò un po' di destra nel dirlo... ma piuttosto che fare storia della musica al liceo, io preferirei che si facesse all'università, almeno Anch'io ho fatto il classico ma adesso sono iscritta a una facoltà scientifica. Comunque non seguo tanto il tuo ragionamento (e non vedo cosa ci sia di destra). Se le classi alte sono quelle che danno importanza alla cultura siamo d'accordo col fatto che queste non coincidano necessariamente con quelle più ricche (anche se è ovvio che per pensare alla cultura è indispensabile un certo benessere economico). Perchè secondo te non hanno una formazione umanistica? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Destroyed Postato Giugno 17, 2012 Report Share Postato Giugno 17, 2012 Scusate ma non ho capito bene come si inserisce la poltica in tutto il discorso Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Giugno 17, 2012 Autore Report Share Postato Giugno 17, 2012 Allora... tradizionalmente la fruizione della musica classica è legata al benessere economico. L'abbonamento alla Scala se lo possono permettere solo persone molto ricche, e in teoria, prima dell'avvento del CD, la musica classica era soprattutto in teatro. Ergo, se non avevi i soldi per andare agli spettacoli, quella musica non la conoscevi. La musica come bene comune è una "scoperta" abbastanza recente. I concerti gratis sono quasi solo di repertorio e pochi teatri fanno politiche serie di abbassamento dei prezzi. A tutt'oggi la musica classica dal vivo rimane un bene di lusso. Ed è qui che entra l'ideologia di destra, l'idea, cioè, che l'arte sia sostenuta dalle élite abbienti, che sono, nello specifico, il cardine mercantile su cui si è basata per secoli la produzione d'arte. Schematizzando: il Regio di Parma è in crisi, ho bisogno di vendere più biglietti. Su chi punto, sui ricchi o su tutti? Se la mia idea è "di sinistra", punto su tutti, perchè il teatro ha un valore didattico, e uso i soldi pubblici per assicurarlo come diritto; se la mia idea è "di destra", mi affido al mercato, e in regime di mercato la classica è un bene di lusso che pretende campagne pubblicitarie specificamente direzionati ai ricchi. Oggi la cultura "dominante" è di stampo scientifico-economico. I comparti che danno più ricchezza sono quelli produttivi, bancari, informatici. Questa è cultura ed è ricchezza. Ma non è "cultura umanistica", e men che meno cultura musicale. Cosa significa? Che i centinaia di direttori di banca di Milano, che una volta si sarebbero ammazzati per farsi vedere alla prima della Scala, oggi non sanno neppure dov'è la Scala. Questo è un primo problema, che nell'articolo non ho affrontato. Quello che ho affrontato è il problema delle élite culturali più specificamente umanistiche. Siamo un paese di laureati in lettere moderne. Alcuni di questi laureati lavorano e potrebbero dedicare parte dei loro introiti alla cultura. In generale non lo fanno, e per quanto riguarda la musica lo fanno solamente nel campo del pop (presumibilmente), non in quello della classica. Se sono il direttore artistico del teatro di Firenze, e so che nella mia città ci sono svariati amanti della letteratura, migliaia di laureati in materie umanistiche e artistiche, e centinaia di studenti stranieri che vengono a studiare arte (con budget non indifferenti), su chi punto nella prossima campagna pubblicitaria, su loro o sulle masse? Logica vorrebbe che i teatri inseriti in tessuti "culturali" più filo-umanistici prosperassero. Torino è tradizionalmente la città della FIAT, Roma la città del Colosseo. Ma il Regio di Torino sta messo meglio del Teatro dell'Opera di Roma. Il perchè, nessuno lo sa (cioè, in questo caso sono problemi di gestione... ma vabbè...). Ma è credibile pensare che il livello di cultura umanistica non incida abbastanza sulla fruizione di musica classica. Almeno questo è la mia analisi. E, dico io, se i nostri cari professori di liceo non sanno chi è Stravinskij, come faccio a istruire le masse su questo? Devo prima preoccuparmi dei docenti! Io sono fermamente convinto che le rivoluzioni culturali non si facciano dal basso ma dall'alto, intendendo per "alto" gli strati della società che abbiano un alto livello di scolarizzazione e di benessere (perchè se hai 3 lauree e nessun lavoro, come me, sei un'eccezione, e comunque non puoi permetterti di sostenere il mercato dell'arte). Se domani TUTTI i laureati in economia fossero costretti a fare un corso di economia dell'arte, probabilmente la percentuale di pubblico nei teatri aumenterebbe. Magari di poco, ma aumenterebbe. Ancora di più questa cosa dovrebbe essere vera se inserissimo corsi di musica classica nei percorsi di laurea umanistica. ... il discorso non sarebbe finito qui, poi ... quello che realmente mi sta a cuore, in realtà, è la poca influenza che le discipline musicologiche hanno sul mondo accademico umanistico. Chi studia Eco non studia Berio, ed è pazzesco. Siamo pieni di ricercatori di materie umanistiche, filosofiche, artistiche che continuano a considerare il sapere musicale come specialistico. E questa è una carenza degli studi superiori, non inferiori. 2 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
sisifo1987 Postato Giugno 17, 2012 Report Share Postato Giugno 17, 2012 Bella analisi la condivido, peccato che parlandone non si può cambiare granché. I modelli attuali ci indirizzano altrove e molti non riescono a vedere. Speriamo che le tue righe riescono a smuovere qualcuno che può ancora cambiare. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Tenore Postato Agosto 3, 2012 Report Share Postato Agosto 3, 2012 Facciamoci del male Strauss Schlagobers Ballet Op 70 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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