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Piano Concerto - Forum pianoforte

gpr

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  1. Anche se con un certo ritardo rispetto agli altri post... intervengo per ringraziare Simone. Mi è piaciuto come ha interpretato questo mio pezzo (al quale tengo molto), anche se lo sentirei meglio riducendo giusto "na 'nticchia" la velocità. Domenica gli ho regalato una raccolta di miei pezzi (alcuni dei quali appunto sono stati eseguiti quel pomeriggio), e lui mi ha detto, indicando il primo preludio, "OK, questo te lo registro". E' vero che non è un pezzo di alto virtuosismo, ma non pensavo che in soli due giorni lo avrebbe fatto così bene! Siccome sono consapevole dei miei limiti tecnici, ho provato più volte ad "affibbiare" spartiti di miei pezzi a musicisti di un certo livello, Purtroppo, fino ad oggi non ci sono stati molti riscontri... però non mi arrendo! Se qualche amico del forum vuole cimentarsi, volentieri gli fornisco le stampe. Oltre ai pezzi per pianoforte (e quelli a quattro mani), ho un bel po' di musica da camera (sonate ed altri pezzi per pianoforte ed altri strumenti, quartetti per archi, ecc.), ed anche alcuni pezzi semplici ad uso didattico (quattro mani, violoncello e pianoforte, ecc.) Grazie a tutti comunque per l'apprezzamento! Gino
  2. Stavo per mettere io un breve post, ma ho visto che Simone (stanotte) mi ha preceduto... e naturalmente lo ringrazio! Spero che qualche amico romano del forum possa partecipare, e spero naturalmente di non annoiarvi. A presto Gino
  3. Per quanto ne so, passando da una tonalità con i diesis a una con i bemolli (o viceversa) è uso comune mettere i segni di bequadro dove prima erano le alterazioni in chiave, quindi scrivere le nuove. Lo stesso vale se si passa da una tonalità ad un'altra con un minor numero di diesis (o bemolli). Ad esempio, da la b maggiore a si b maggiore si scriverà in chiave si b - mi b - la bequadro - re bequadro. Ciao Gino
  4. Questa storia non è affatto nuova; diversi anni fa, fu Giorgio Taboga (professore veneziano, a quanto mi risulta conoscitore di musica e musicologia ma non musicologo di professione) ad affermare non solo che Luchesi avrebbe avuto una grande importanza nella formazione del giovane LVB, ma addirittura che ci sarebbe stato un complotto per cancellare ogni traccia di questo importante autore italiano a favore della "Scuola di Vienna". Il suddetto pubblicò anche alcuni libri, tesi a smontare la figura "mitica" di Mozart, nel tentativo di "dimostrare" (così almeno sosteneva) non solo la vera dinamica della sua morte (una questione di corna...) ma anche che molte delle più celebri opere di Mozart sarebbero state in realtà scritte da Luchesi e vendute a Mozart, e lo stesso sarebbe vero per molte composizioni di Haydn. La questione è stata lungamente trattata anche in alcuni forum di musica; la polemica si è improvvisamente interrotta alla scomparsa del prof. Taboga (ottobre 2010); non mi pare di aver sentito ulteriori sviluppi della faccenda, anche se il figlio Agostino appare nel programma di una lezione-concerto organizzata nel 2012 dall'associazione Sergio Gaggia: in tale occasione egli viene presentato come "il massimo esperto del compositore veneto" (cioè Luchesi). Concordo con quanto affermato nella risposta precedente: è giusto rivalutare musicisti per qualche motivo dimenticati (e Luchesi non è certo l'unico), ma la tesi della diffusione delle proprie opere sotto altri nomi mi pare un po' azzardata: tutto si fonderebbe sul "Fondo Estense", cioè una raccolta di manoscritti musicali conservati a Modena, giunti lì da Bonn (da dove erano stati frettolosamente trasportati in occasione di un'invasione): Taboga sosteneva ad esempio che certe sinfonie di Mozart si trovavano lì prima della data "ufficiale" di composizione, e la "prova" di ciò sarebbe la carta usata che è antecedente. Però è impossibile stabilire l'esatta datazione di questi manoscritti, che potrebbero benissimo essere copie fatte su carta acquistata molto prima (visto che all'epoca non esisteva IMSLP, l'unico modo per avere una copia di un'opera non stampata era procurarsene un manoscritto e mettere qualche copista a lavorare...) Ciao Gino
  5. Sono anch'io d'accordo sulla velocità nella sezione centrale. Se ci sembra troppo lenta è perché molti direttori (anche grandissimi) la fanno un po' troppo veloce. Ciao Gino
  6. Io ci sarò; e spero di incontrare qualche romano del forum. Ciao! Gino
  7. Io ho partecipato a questo concorso, proponendo un paio di pezzi da camera più vecchi (già inviati per concorsi precedenti) ed una breve "Suite Orchestrale" scritta per l'occasione (una faticaccia, perché ho utilizzato una grande orchestra). Non sono arrivato al podio, ma ho ricevuto un attestato di partecipazione con un lusinghiero giudizio, il che naturalmente mi ha fatto piacere. Che dire? Secondo me questa è un'ulteriore dimostrazione di quanto il giudizio possa essere aleatorio, e legato essenzialmente ai gusti ed alle aspettative della commissione (ciascuno può vedere questo in senso positivo o negativo...); appena noti i risultati, ho provato a cercare su internet qualche notizia sui vincitori, ma ho trovato pochissimo. Ne ho dedotto che si sono voluti premiare compositori poco conosciuti, o comunque al di fuori di certi linguaggi "moderni" che spesso rendono la musica ben poco ascoltabile. Questo pezzo di Malk ad esempio è carino, ma è strano che in un concorso del 2015 venga premiato un pezzo che si rifà ad uno stile antico (ne so qualcosa...). Perciò, rimane il dilemma: come dobbiamo comportarci in occasione di un concorso? Essere comunque noi stessi e fregarcene del giudizio e dell'esito del concorso? Oppure adattare il nostro linguaggio immaginando ciò che potrebbe piacere o non piacere alla giuria? Ciao Gino (da Roma)
  8. Piccolo commento. Rispetto a certa cosiddetta "musica contemporanea" di oggi , fatta solo di rumori ed effetti sonori che di musicale non hanno proprio nulla, questo è un pezzo senz'altro ascoltabile e godibile. Solo vorrei fare una piccola osservazione di orchestrazione (senza la pretesa di insegnare nulla a nessuno, per carità...): una fisarmonica non è un pianoforte, purtroppo nei confronti di un'intera orchestra (anche se solo d'archi e percussioni) inevitabilmente soccombe, a meno che l'orchestrazione non sia molto "leggera" e lasci il dovuto spazio al solista. Questo non vuol dire che non si possano scrivere pezzi per un solista di non grande sonorità ed un'orchestra anche grande, ma le sonorità vanno dosate opportunamente, magari tornando ad utilizzare anche il vecchio schema dell'alternanza tra "solo" e "tutti" (un esempio: il concerto per arpa e orchestra di Nino Rota). Ciao Gino
  9. Salve ai forumisti e soprattutto agli utilizzatori di Finale. Mi sono imbattuto in un problema inatteso: estraendo la parte di uno strumento da un quartetto, il file viene generato correttamente, ma poi viene visto bene soltanto in visualizzazione "lineare", mentre in "Page View" mancano alcune battute. Cosa può essere successo? Preciso che non ho cancellato per errore dalla parte estratta le due battute incriminate, perché la numerazione non è stata alterata: semplicemente le due battute si vedono in un modo e non si vedono nell'altro modo. Ho provato ad estrarre nuovamente la parte, ma è successa la stessa cosa. Qualcuno sa come aiutarmi? Ciao Gino
  10. Molto interessante. Solo una cosa non mi è chiara. Occorre inviare un mp3 anche "approssimativo" della colonna sonora, che poi verrà eseguita dal vivo? Oppure occorre inviare il video con la colonna sonora, realizzando un audio di qualità, con opportuni strumenti informatici? Oppure...? Ciao Gino
  11. Molto carino... di recente l'ha eseguito anche l'orchestra nella quale suona il mio piccoletto, al Lido di Ostia. Ciao Gino
  12. Me lo sono perso un'altra volta, causa la concomitanza con un altro impegno... Come è andata? Ciao Gino
  13. Grazie, ora cercherò di esplorare le varie funzioni che mi hai indicato. Comunque, mi pare di aver capito che occorre sempre lavorare con diverse partiture, il che è una bella seccatura in caso di correzione (a meno che appunto non ci sia un modo per "sincronizzare" i file in modo che la correzione fatta su uno venga riportata anche negli altri. Grazie comunque per l'aiuto! G.
  14. Reduce da una dura fatica (un pezzo per grande orchestra scritto per un concorso), vorrei fare alcune osservazioni e chiedere un parere da chi ne sa più di me per l'estrazione delle parti staccate dei vari strumenti. Mi sembra che la funzione di estrazione delle parti in Finale 2012 (non so se sia cambiato qualcosa con la versione più recente) sia alquanto carente sotto diversi aspetti. Intendo dire che Finale si limita ad estrarre la parte, ma poi è necessario un lungo editing per sistemare le varie cose che non quadrano. La prima osservazione riguarda le "Multimeasure Rests", cioè le pause di due o più battute. Non so se ci sia un modo per indicare preventivamente come scrivere e raggruppare queste pause (ad esempio, non più di otto consecutive), ma già questa è un'operazione che mi ha fatto perdere un po' di tempo. Inoltre, vedo che nella parte estratta diverse cose vengono piuttosto male: note che si spostano (nel senso che gli spazi si allargano o si restringono), indicazioni dinamiche troppo in alto o troppo in basso (quando nella partitura originale erano messe bene), forcelle relative a una parte che si spostano in quella sotto, e così via. Non ho mai provato la funzione "Smart page turns", ma pure questo è un problema serio: nel redigere la parte per un singolo strumento occorre infatti considerare che l'esecutore deve avere il tempo di girare le pagine, perciò occorre approfittare in modo adeguato delle pause ed eventualmente cambiare impaginazione se necessario. Ma ciò che fa perdere più tempo è l'estrazione di una singola parte quando sullo stesso pentagramma ci sono le parti di due strumenti simili. Il problema non si pone se ad esempio le parti dei due clarinetti sono scritte su pentagrammi diversi (questo si rende necessario ad esempio se il secondo deve alternare il normale clarinetto con quello basso). Se però ad esempio i due fagotti sono scritti sullo stesso rigo, sappiamo che è uso comune scrivere le due parti sullo stesso "layer" quando il ritmo è lo stesso, e si usano layer diversi quando sono effettivamente due voci. Quando però si estrae la parte, Finale seleziona semplicemente il rigo, e poi occorre mettersi lì con santa pazienza per scrivere solo la parte dello strumento che interessa (un gran lavoraccio!); a meno che non ci sia un modo per abbreviare e io non l'ho ancora scoperto... Un ulteriore problema riguarda le note guida, problema che però ho risolto salvando il file con altro nome e lavorando su quello. Mi chiedo per quale motivo i programmatori di Finale non abbiano pensato che le note guida, aggiunte nella parte di uno strumento per dare un punto di riferimento all'esecutore dopo una lunga pausa, dovrebbero essere note mute, cioè solo scritte ma non suonate. Invece le note vengono copiate nel layer 4 dello strumento in questione, col risultato che poi il file audio comprende pure quelle (con effetto ridicolo se si inseriscono nella parte dei timpani le note del flauto...). Non ho trovato altra soluzione che duplicare il file, generare le "Cue notes" dove opportuno, quindi utilizzare questo file per generare le parti staccate. C'è un modo semplice per risolvere questi problemi? Così la prossima volta non impazzisco... Altri software di notazione musicale sono migliori da questo punto di vista, o sono problemi comuni? Un saluto a voi tutti Gino
  15. L'ho ascoltato, ma si interrompe a 9'33", mentre sta parlando della "Jupiter" che secondo molti fa da modello... (e poi?) Comunque, per quello che ho potuto ascoltare, direi che mi piace come analisi. Sono d'accordo anch'io sul fatto che la prima sinfonia sia ricca di novità (più della seconda) rispetto ai modelli precedenti che comunque Beethoven ha certamente tenuto in considerazione. Certo ancora nulla rispetto al "punto di svolta" rappresentato dall'Eroica: quella credo sia la sinfonia che apre un nuovo modo di concepire il genere della sinfonia. Ciao Gino
  16. Quello che dici è vero per la maggior parte delle mie composizioni (anche il "lied" che hai citato era un semplice pezzo scritto per partecipare ad un laboratorio di composizione in un altro forum). In questi ultimi anni però qualche volta mi sono avventurato in territori (per me) poco esplorati, tentando linguaggi più moderni. Già, ma... qual è il linguaggio attuale? Forse tutti e nessuno; difficile parlare di "un" linguaggio, perché la musica attuale mi sembra piuttosto una "torre di Babele", in cui ognuno parla la sua lingua e nessuno capisce gli altri. Se non sbaglio l'ho già raccontato da qualche altra parte in questo forum: ho partecipato alla prima edizione del concorso "Florence String Quartet" nel 2013 (ho lasciato perdere la seconda). Pensavo di aver fatto qualcosa di "molto moderno"... che naturalmente non è stato considerato. Quando poi ho ascoltato la diretta del concerto dei finalisti... posso dire di non aver sentito altro che rumori ed "effetti speciali", ma niente musica? in questa occasione ho tentato qualcosa di simile: forma classica, qualche elemento diciamo "melodico" riconoscibile, un ritmo ben preciso, ma totale assenza di riferimenti all'armonia in senso classico. Dissonanze però, non rumori. Troppo poco? Forse sì... ecco perché dico che è questi impossibile sapere cosa vuole la giuria. Il bello è che oggi diversi compositori si rendono conto che per decenni i compositori contemporanei non si sono preoccupati dell'ascoltabilità dei propri brani, lo stesso Davide Anzaghi (di cui ho ascoltato alcuni pezzi ed anche un'intervista sull'argomento) dice che certe partiture sono "belle a vedersi" ma assolutamente prive di musica. E allora, mi chiedo, in base a che cosa vengono giudicati i pezzi inviati per un concorso? Ecco perché dico che sarei curioso di sapere quali sono le opere selezionate: se ne trovassi qualcuna di "vera musica", scritta veramente con grande perizia e con capacità di trattamento degli strumenti, tanto di cappello. Se invece smontano gli strumenti e ci soffiano dentro?... per carità, non dico che non bisogna in assoluto cercare effetti sonori "nuovi", ma se la "musica" si riduce solo a quello? Ciao Gino
  17. Che dire? Il risultato è il solito (proprio stasera ho visto l'email degli organizzatori che comunicavano le composizioni scelte). Ovviamente mi piacerebbe ascoltare qualcuna delle opere selezionate, ma tanto già so che sarebbe piuttosto inutile, perché ciò che era apprezzato in questo concorso potrebbe non esserlo in un altro, e viceversa... Il bello è che proprio oggi ho incontrato un amico compositore che mi ha sconsigliato di partecipare ai concorsi... forse non ha tutti i torti! Ciao a tutti Gino
  18. Una domanda ai "superesperti" beethoveniani. Proprio poco fa ho inserito nella sezione "Segnalazioni" l'avviso di un concerto che si svolgerà sabato 6, in occasione della "Notte dei musei" a Roma. Un violista e un violoncellista eseguiranno alcuni pezzi (in parte originali, in parte trascritti). Tra questi pezzi, mi ha incuriosito questo: Duo per viola e violoncello "con due paia di occhiali obbligati", WoO 32 Qualcuno sa dirmi qualcosa su questo pezzo e sul suo singolare sottotitolo? Ciao Gino (da Roma)
  19. Oltre all'appuntamento di sabato 6 a Montecompatri, segnalo ai romani un'altra occasione... serale - notturna (!) In occasione della "Notte dei Musei", vi sarà la possibilità di ascoltare il duo costituito dalla prima viola e dal primo violoncello della Roma Tre Orchestra. Sabato, 6 dicembre 2014 Musei in Musica Casa di Goethe, Roma Via del Corso 18, 00186 Roma Ingresso al museo (comprende anche i concerti) 1,00 Euro ore 21.00 / 22.30 / 0.00 Roma Tre Orchestra Ensemble Lorenzo Rundo, viola Marco Simonacci, violoncello A. Vivaldi: Sonata n. 5 in mi minore per violoncello (nella versione per viola e violoncello) RV 40 L. v. Beethoven: Duo per clarinetto e fagotto n. 1 in do maggiore (nella versione per viola e violoncello) Wo27 W. A. Mozart: Sonata in si maggiore per fagotto e violoncello (nella versione per viola e violoncello) K. 292 L. v. Beethoven: Duo per viola e violoncello "con due paia di occhiali obbligati", WoO 32 Ciao a tutti! Gino
  20. Be'... Ravel l'ha fatto in modo diretto, nella frase conclusiva del Bolero: dopo tante ossessive ripetizioni del tema, sempre in do maggiore (pure l'idea secondaria sembra andare sul fa minore, ma in fondo converge sempre a do maggiore), improvvisamente arriva inattesa una "liberatoria" modulazione a mi maggiore (al secondo rivolto). Volendo rimanere nell'ambito dei passaggi "permessi" in armonia classica... visto che mi minore è un "tono vicino" a do maggiore, si può far finta di modulare a mi minore, per poi inserire il sol#. Magari utilizzando l'accordo del Vi grado che è in comune alle due tonalità. Ad esempio: do sol mi do la la mi do si fa# re# la mi mi (unisono) mi sol#, oppure mi (basso) mi mi sol#, oppure ancora, per non triplicare il mi, l'ultimo accordo può essere mi sol# si sol# (in tal caso il re# non risolve sul mi: eccezione "di Bach") oppure: do sol mi do la la mi do la (legato al precedente) fa# re# si sol# mi mi si Ciao! Gino
  21. Bravi!!! Gino (purtroppo lo sciopero degli autobus mi ha impedito di muovermi... sarebbe stato un problema tornare a casa!)
  22. Ci penso... compatibilmente con gli impegni di lavoro. Grazie delle spiegazioni G.
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