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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Sono d'accordo con questa ultima ipotesi. Secondo me bisogna imparare ad affidarsi al carattere del pezzo. Il nostro " sentire" fara' oscillare più o meno la scelta della velocità seppur entro certi limiti
  2. Non davi smontare nulla!Devi scaldare accuratamente l'satina senza bruciarla e contemporaneamente torcerla dolcemente. Rimani in torsione qualche secondo in modo che il legno si freddi. Con cura!
  3. Ho fatto un grave errore. Mi scuso. Avevo erroneamente inteso che il pianoforte era di quelli fabbricati da Tallone. Invece è solo stato venduto. Quindi pianoforte di altra marca. Tuttavia , il fatto che sia stato venduto da Tallone è un buon biglietto da visita
  4. Io direi che uno Steinway va sempre visto, anche se il piccolo S può essere limitato. Il C 5 è un ottimo strumento e offre anche una leva di tastiera più lunga. Sta a vedere lo stato di manutenzione dei due. Il C5 va sentito accordato ed intonato. Anche lo Steinway....ma dal 155 ci si deve aspettare una prestazione abbastanza limitata. Controllare bene quali interventi siano stati fatti sullo Yamaha...tipo rasatura martelli!!! e come questi interventi siano stati eseguiti. La forma degli stessi è importante che sia stata conservata..pur dopo la rasatura. Controllare anche lo stato della tavola e delle corde nonché la tenuta delle caviglie.Anche i test che suggerisce Andry sono fondamentali.
  5. E' un pezzo difficile e difficile da ricordare. Per ciò che riguarda la memoria, più si acquista consapevolezza e capacità di analisi, più può essere lungo il periodo di assimilazione. Ma è proprio vero, come dicono i francesi "par coeur", che quando sai una musica a memoria vuol dire che ti è entrata "nel cuore...e proviene dal cuore". Che bello!! La pagina finale è la più difficile. Conviene conoscerla bene separatamente. Pezzo meraviglioso. Attendiamo un tuo prossimo Post!!!!!
  6. Meraviglioso!!!! Vorrei veramente vederlo!!!!! Ce ne sono pochi in giro! Tallone è stato uno dei nostri più grandi artigiani e ci ha lasciato un numero limitatissimo di strumenti quasi tutti eccellenti. Ha collaborato per un po' di tempo con Michelangeli e abbiamo anche uno scherzoso audio dove il Maestro lo "appella" affettuosamente! Era un esperto e sceglieva congrua i legni dei suoi strumenti. Sei un fortunato a possederlo !!!! Va assolutamente salvato!!!! Complimenti
  7. Prima di pensare a sostituzioni, se deve tentare di ripristinare l'efficienza delle forcole. Verificare le guarnizioni in cachemire e dei fori. Poi si deve procedere alla sostituzione dei perni lavorando con alesatori dritti calibrati e cercando di capire bene come il nuovo perno dev essere ricevuto dalle guarnizioni( magari anche un po' indurite). Vanno fatte molte valutazioni complessive e interdipendenti
  8. Infatti hai determinato la causa del problema: gli eccessivi attriti dei perni delle forcole. Ora bisogna sostituirli e ciò , se non sei molto pratico, ti sconsiglio di farlo. Inoltre ci vuole un estrattore apposito e un alesatore apposito e un bel po' di esperienza. Comunque sei stato molto acuto nell'arrivare alla soluzione. Lubrificanti NULLA. Il panno che ospita il perno peggiorerebbe le cose. Non c'è altro che sostituire i perni.
  9. Nulla. E' bene comunque tenere sotto controllo il grado di umidità relativa dell'ambiente nonché la temperatura.
  10. La tua esecuzione mi è piaciuta molto. Questa è una delle mazurche più importanti e strutturate e una delle mie preferite, anche se non l'ho mai suonata in concerto. E anche una di quelle mazurche che ci dicono quanto Chopin amasse la polifonia. Forse non tutti sanno che conosceva benissimo il "clavicembalo" di Bach e che eseguiva a memoria dieci o dodici preludi e fughe. La parte modulante finale ci porta "in cielo", alle vette dell'espressione pianistica. Mi sia consentita qualche osservazione del tutto amichevole e solo personale, di fronte ad una buonissima esecuzione tecnica ed interpretativa. Il rubato è ottimo e ben si sente che conosci questo aspetto chopiniano fondamentale . Io addirittura lo azzarderei ancora, liberandomi un poco della schiavitù del "tempo" La dizione, la pronuncia: Lo "scampanìo" tra la destra e la sinistra , tanto cara a Michelangeli, è personale e comunque adeguato. Io personalmente non preferisco che sia un elemento costante durante tutta l'esecuzione. Nonostante ciò, tu lo rendi piacevole e del tutto naturale! Il fraseggio è chiaro e le idee ben definite, tue. Questo denota un grande valore artistico. Se l'avesse ascoltata Rubinstein, che ben ho conosciuto, avrebbe consigliato una maggiore "eloquenza" della mano destra rispetto alla sinistra. Questo maggiore sbilanciamento rende anche le frasi nel p molto espressive e cantabili e " sincere". Vedere Rubinstein suonare era di grande insegnamento. Lui suonava mezzoforte anche le frasi in piano. IL suo trucco, per così dire, era rendere tutto nella destra per poi venir fuori con la sinistra nel forte. Questo catturava l'ascoltatore e inchiodava la sua attenzione sulla parte cantabile. Forse non era sempre giusto, ma nelle Mazurche funziona. Insomma esecuzione bellissima ed interessantissima la tua. Troppe parole, le mie Complimenti Paolo
  11. Chiariamo subito che il colore del sottofeltro è solo una identità e non cambia la qualità e il suono dei martelli. Invece è importante come i martelli vengono costruiti. Alcuni sono durissimi e anche impregnati, per essere poi pre-intonati e intonati sullo strumento. Yamaha e Steinway fanno questo. Quindi pressatura estrema e a caldo.All'altro estremo abbiamo martelli meno compressi e più leggeri. L'intonazione NON E' un semplice punzecchiamento!!!!! Bisogna saper portare l'energia del martello verso l'apice, che pur restando solido e compatto, deve ricevere l'impatto alle corde e reagire appoggiandosi sulle "spalle laterali" più elastiche. Questo in due parole, ma il processo è complesso. La "tecnica laterale" consiste proprio in questo, ma in genere va eseguita dalla Casa. Quando si cambia una martelliera, si deve saper scegliere quella adatta a quello o questo strumento e poi saper praticare quella tecnica di intonazione ( detta anche "radiale"). Non è che se scelgo una martelliera Steinway, questa sia adatta per un pianoforte Kaway!!! Una tecnica di intonazione sbagliata può danneggiare il martello IRREVERSIBILMENTE. Si deve evitare il punzecchiamento profondo in testa. Si fa solo per creare il cosiddetto "cuscinetto del pianissimo"(che poi però deve essere ricompattato). Il fatto che il martello rimanga lanoso in cima non va bene!!! Le fibre vanno rimosse e gli acuti battuti e compattati...insomma le favole del giorno dopo o di alcuni giorni dopo fanno sorridere. Comunque è meglio una intonazione superficiale che una "a fondo " ed errata! Non è consigliabile "tradire" il suono che la Casa ha voluto. Non potremo mai a trasformare un Kaway o uno Yamaha i avere un pianoforte con un suono morbido. Quel tipo di strumento è stato progettato per avere "quel tipo di suono" e snaturandolo troppo si finirebbe per renderlo inespressivo. Quindi la scelta della martelliera è importante e deve essere fatta con esperienza e competenza. Da alcune Case costruttrici di martelli, si possono avere delle compressioni differenziate, ma bisogna sapere cosa ordinare!!! Una cosa sulla rasatura. Sono personalmente contrario alla rasatura dei martelli. I martelli dovrebbero comunque rasati RISPETTANDO la forma originaria e non arrotondando gli acuti come spesso si vede! Allora tutta la "geometria" della meccanica cambia per il fatto che il martello diviene più piccolo e quindi viene spostato il punto di foratura e...il punto di battuta!!! Per quello che riguarda il martello in se: va reintonato da capo!!!! Pero' questa volta lavoreremo con meno feltro sulle spalle e sull'apice( suono comunque più aspro e legnoso)!!!!!! Buona Musica
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