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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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  1. Fino a :"regolazione paramartelli" è tutto ok. La deviazione della salita dei martelli è importante almeno su un arco di 50 cm di salita. Poi si corregge con la fiamma. Distanza martello -corda importante. Poi punti di scappamento e di caduta. Punto di parata. Molla. Va bene la fase delle centrature e allinementi di preregolazione. Controllare sempre gli attriti dei perni delle forcole. La forza della molla influisce sulla "docilità" della meccanica. Le molle non devono essere troppo caricate.
  2. Non si tratta di equidistanza dalla barra. I martelli dovrebbero essere incollati a 90° opp. 91-92°. Dipende come la casa ha stabilito. Importante è ricalcolare bene o copiare bene il punto di battuta che potrebbe non essere in linea retta , specie nei medio- acuti e negli acuti. Comunque, a scanso di equivoci, tieni da parte i vecchi martelli INCOLLATI SUI VECCHI STILETTI. Questo per avere una "storia" ed osservare eventuali errori o variazioni. In alcuni pianoforti il punto di battuta viene "compensato" dove il "bar" del telaio in ghisa potrebbe essere più o meno impreciso. Non si sa se queste tue osservazioni vengono originate dalla diversa forma o lunghezza dei martelli??????? Non si scollano mai, dico MAI i vecchi martelli dagli stiletti, ma si monta la nuova martelliera su stiletti nuovi. Infatti , se viene posta in futuro una questione su alcuni sospetti errori, non si può risalire alla situazione originaria!!!!!!!
  3. Se è un verticale, basta aprire la piccola copertura in cima e sganciare i fermi laterali interni. così si potrà rimuovere il pannello verticale. Il telefono potrebbe essere sui tasti dalla parte interna.
  4. Secondo me ogni costruttore ha le sue peculiarità e i suoi segreti. Renner fa dei martelli eccellenti ed è famoso in Europa e non solo. Anche Abel fa buoni martelli di misure diverse ed è attento alla riproduzione degli originali. La forma dei martelli, la loro compressione, la loro impregnazione danno il risultato. La forma dei martelli può variare. Si parla di forma " a uovo", " a diamante" ecc. e questa forma fa i conti col tipo di intonazione. La compressione e/o l'impregnatura sviluppa durezza e potenza al martello , specialmente nel "forte". Indubbiamente c'è una proporzione tra l'anima del martello e il feltro che gli sta intorno. Reazioni diverse all'impatto avvengono tra i bassi e gli acuti. Martelli troppo rasati possono perdere la loro "natura" e , a prescindere dalla vetustà del feltro ormai rigido, quasi sempre producono un suono "legnoso" e povero di armonici. La qualità del feltro è certamente importante, ma se inquadrata in un trattamento che quel tipo di martello esige.
  5. La caviglia gira .. ma si torce anche. Si tratta di sentire l'effettivo movimento per poi trovare , dolcemente, un punto di appoggio..da dove la caviglia non si muoverà più. Tanto è poco consistente la tenuta della caviglia, tanto più converrà accentuare questo "appoggio". Insistendo sulla chiave, la caviglia e quindi la corda non devono più muoversi. Se l'accordatura, nel tuo caso, è scesa notevolmente, può dipendere da molte ragioni. Bisogna vedere innanzi tutto di quanto l'accordatura era lontana dal 440. Può esserci stato un generale assestamento. La struttura, naturalmente reagisce ad un maggior carico, quindi prova ad accordare di nuovo con una accordatura "di conferma". Se il pianoforte sta giù più di un quarto di tono, conviene portarlo anche un po' al di sopra del diapason. In alcuni strumenti che lo permettono, si possono portare le corde ( specie se sostituite) anche 1/2 tono sopra, per poi attendere un definivo assestamento. Attenzione però nei vecchi strumenti! Specie se per molti anni sono stati, per esempio, mezzo tono sotto. Alcune corde, magari con un poco di ruggine, possono rompersi.La trattazione dovrebbe essere più complessa e confortata dalla pratica. Se sufficiente, fermiamoci qui. Buon lavoro
  6. La martelliera in mogano è la più leggera. Ma non è detto,oggi vengono usate molte essenze orientali che hanno diverse densità e che assomigliano ai legni da te citati. I numeri indicano la lunghezza totale dei bassi / e degli acuti . Il colore del sottofeltro è solo un look. La proporzione tra feltro e legno dipende da quello che la Casa vuole esprimere. Indubbiamente una martelliera con meno feltro risulta più dura , ma all'origine c'è sempre una proporzione tra i due materiali. Ovviamente il fatto di usare impregnanti cambia tutto. Tutti i confronti sono difficili in questa sede. Conviene comunque rispettare la martelliera originale( a patto che sia stata conservata). Pensavo di aver spedito questa risposta..... Giovanni mi ha preceduto e sono completamente d'accordo con le sue puntuali osservazioni.
  7. Sembrano macchie esistenti da tempo. C'è qualche segno di ruggine anche sulle corde. Bisogna misurare l'umidità relativa. La tavola è sporca e probabilmente piccole macchie che erano "latenti" sono divenute visibili con l'aumento dell'umidità. Non conosco l'età del pianoforte, ma forse è il caso di sostituire le corde, almeno della zona "cantabile. Va tutto tenuto sotto controllo. Con una tavola che vive in un ambiente con umidità relativa alta, tutto si modifica: efficienza della meccanica , superficie dei martelli, vibrazione ottimale della tavola stessa.
  8. Si tratta di un ambiente umido? L'aria deve circolare e il pianoforte deve essere aperto ogni tanto. Tutte supposizioni naturalmente. Potrebbe essere anche la lacca della tavola, cioè la verniciatura. Se le macchie sono sotto la lacca non c'è nulla da fare. Postare eventuali foto
  9. Se senti che è meglio per te, va bene. Non può esserci una regola precisa. Ricorda sempre che non è la ripetizione o la quantità degli esercizi, ma la qualità. Cioè cercare di capire quello che fa la tua mano e come la tua mano può risolvere la difficoltà. In questo è indispensabile il Maestro. Il Maestro deve sorvegliare la mano e il modo come l'allievo utilizzi le energie che , in quella fase di apprendimento, ha a disposizione. Niente può essere sostituito dal "vigile" occhio del Maestro. La soluzione non sta nel fare questo o quell'esercizio per un quarto d'ora o per venti minuti, ma come si fanno questi esercizi. Si scoprirà nel corso degli studi che la Musica stessa suggerisce la soluzione tecnica. E' evidente che all'inizio bisogna sviluppare un po' di abilità. Ad esempio, se si sta studiando un valzer di Chopin dove il trillo si presenta più volte, si studi quel passaggio tenendo conto di cosa la Musica esige, facendo attenzione alla mano, alla rilassatezza, alla spalla, al braccio ecc. Decidere se è meglio per noi 13131313 o 123123123 opp. 23232323. osservare, con l'obiettivo di ottenere il miglior risultato con la massima naturalezza. Rigidità, dolori, tensioni...sono indici di errore. Specie negli abbellimenti( qui abbiamo preso per esempio il trillo) sarà d'obbligo stabilire sin dall'inizio dello studio di quante note è composto, se è con o senza preparazione, se è con o senza risoluzione e PERCHE'. Così con gli arpeggi e le scale, essere a conoscenza , a memoria, di quali note l'elemento è composto. Le scale meriterebbero una trattazione a parte. Bisogna di esse fare uno studio ragionato e mentale. Sapere a menadito le alterazioni e le costruzioni di questa o quella scala. Indi mettersi davanti alla tastiera e suonare la scala di un fiato senza fermarsi , anche in caso di errori mentali o fisici. Solo alla fine si riconsidererà che cosa è successo, che ha impedito la buona riuscita. Tutto ciò prima per una ottava poi per due e poi per quattro. Chiarire da subito che cosa significa "pollice sotto" o "pollice sopra" ( a fianco) e tentare , in quelle ben acquisite, anche una certa velocità. Buon lavoro
  10. Bisogna essere pazienti. Il tuo Maestro saprà suggerirti un programma. Per gli studi consiglio i volumi della Czernyana, cioè una scelta di tutti gli studi di Czerny. Arrivare a suonare quelli dell'op. 740 è un buon traguardo. I 60 di Cramer ti faranno scoprire molte cose. Non trascurerei gli studi di Heller per il ritmo e l'espressione. Affronterei, dopo le sei famose sonatine, le sonate di Clementi e le più facili di Mozart. Non conosco il tuo livello. Anche i preludi ed esercizi di Clementi sono molto utili. Insomma non si può consigliare a distanza. L'importante è contestualizzare le progressive difficoltà tecniche e non lasciarle nella ripetizione sterile dei "formulari" dei cosiddetti "libri di tecnica". Il Maestro deve soprattutto dedicare un terzo della lezione nell'illustrare le singole difficoltà e suggerire come risolverle, con quali movimenti, con quali "gesti". Suggerire e far sperimentare la compartecipazione dei muscoli più grandi con quelli più piccoli. La gravitazione. La rilassatezza. l'articolazione. La pressione. La rotazione...ecc...ma ,subito, scegliere un piccolo pezzo o uno studio dove l'Autore ha utilizzato tali elementi per costruire un pezzo musicale. Ciò non si può trovare nel Jazz o nella musica leggera( anche se Oscar Peterson ha scritto un trattato in più volumi, bellissimo, sulla pratica dell'improvvisazione e sulle formule armoniche tonali e modali del Jazz!!). Là, il pianista deve possedere, oltre alla padronanza dell'armonia, già una certa abilità tecnica al servizio della fantasia e dell'improvvisazione. Quindi dedicare attenzione agli studi classici non è "tempo perso"!!!!! Per qualche anno, anche da adulto bisogna praticare i grandi Autori e le musiche che hanno fatto la storia del nostro strumento. Sono sicuro che tu già lo stai facendo. Quindi buono studio
  11. Ardua risposta. Il Maestro deve decidere come e quanto tempo dedicare alla "tecnica". Secondo me non esiste una regola precisa. E' invece importante scegliere alcuni studi in modo assortito, in modo che si possano sviluppare le "abilità"specifiche dell'una o dell'altra peculiarità tecnica. Ad esempio affrontare una studio basato sugli arpeggi, poi uno sulle note ribattute, poi uno sulle ottave ecc.... Io ho sempre pensato che i "libri di tecnica" costituiscano un formulario. Un modo per conoscere questa o quella difficoltà tecnica e come affrontarla, cioè con quale "gesto fondamentale di base" ( rotazione, articolazione, caduta ecc..). Il ripetere giornalmente il formulario a mo' di esercizio ginnico potrebbe essere sterile. E' invece utile affrontare da subito questa o quella difficoltà inserita nel contesto musicale.Per questo esistono gli "studi", che hanno il merito di inserire in modo "insistente" il pianista nella ripetività della formula tecnica , ma applicata al pezzo musicale. Sono personalmente contrario ad Hanon. Trovo invece i corsi di Rossomandi, di Longo e del grande Alfred Cortot validissimo ed esaurienti.
  12. Giovanni mi hai preceduto. Va bene. Sono d'accordo. Una giusta regolazione prima di tutto. Non sembra anche a me che i martelli siano stati rasati. Osservo l'allineamento montante - parte interna rullino che è sulla stessa retta!
  13. Intanto, se vuoi allega qualche foto. Bisogna vedere cosa è stato fatto e se è stata alterata la piombatura della tastiera. La rasatura e la martelliera non originale è tutto da vedere.
  14. Assolutamente nessuna lubrificazione!!!!!! Puoi smontare un martello e vedere se la forcola cade lentamente ed uniformemente sotto il peso della propria vite. Quello ti da' l'attrito giusto (3-6 gr. circa) . Controlla così anche le forcole dei cavalletti. I montanti di scappamento devono, una volta disinserita la molla, cadere con il loro peso. Se è tutto a posto, la sensazione avvertita dipende dalla mancanza di regolazione. Le guarnizioni della tastiera sono centrali e anteriori. Potrebbero creare qualche impedimento se usurate o troppo strette. Un tecnico "esperto" saprà valutare tutte queste interdipendenze e farà funzionare meglio il tuo strumento. P.S. La forza della molla deve essere tale che, lasciato il tasto dopo che il martello è stato parato dal paramertello, fa salire lo stesso in modo netto ma senza farlo saltare. Ciò, però, fa i conti con l'attrito della forcola del martello stesso, che, se eccessivo, richiede più forza alla molla ecc....
  15. Grazie Anna e benvenuta tra noi
  16. Quando gli attriti aumentano, diminuisce il ritorno e aumenta l'abbassamento. Io direi che siamo nei limiti. Il Kaway non è molto docile e dipende tutto anche dalla lunghezza della leva del tasto. Consiglio di controllare la regolazione della meccanica ed eventualmente non esagerare con la forza delle molle. Cercare di ridurre, specie negli acuti, la distanza martello - corda di un 2 -3 mm.Senza alterare la regolazione standard , si può mettere una striscia di cartoncino leggero (0,30 mm circa) sotto il feltro di riposo dei martelli, nella lunghezza senza colla. La meccanica sembrerà più "agevole" , anche se diminuirà un poco l'energia di attacco del martello. Tutto fa i conti con la regolazione, con l'accordatura e con l'intonazione dei martelli. Controllare anche la "agevolezza "laterale delle guarnizioni della tastiera.
  17. Caro gigio, hai un buon intuito! In genere questo tipo di rumore dipende proprio dalla non aderenza della filatura di rame. Si può allentare la corda e girare, nel senso dell'avvolgimento, il rame alle estremità. Se il rumore non scompare bisogna sostituire la corda o tutte e due se sono a coppia. Prima di fare questo, bisogna controllare se dipenda dal martello troppo duro, che può essere intonato. Il tecnico deve perderci tempo e procedere con cautela. Essere capace, prima di tutto, di capire se dipenda veramente dalla corda. Attenzione anche se si produca un rumore dovuto al ferro dello smorzatoio, che, toppo vicino, vibra , sfiorato dalla "pancia" della corda messa in vibrazione sul "forte" e sul " fortissimo".
  18. Non credo che tu possa intervenire, se non hai il feltro giusto da passare nel foro e l'alesatore per ricostituire il foro. Naturalmente , tirando giu' gli smorzatoi, sarà il caso di controllare lo stato di usura dei feltri degli smorzatoi.I fori devono essere guarniti con speciale feltro di cachemire con trama bianca interna . Puoi intanto provare a passare una piccola striscetta di feltro , fermandola alla fine dell'inserimento con un filino di colla. Se l'astina non scorre liberamente, lima la stessa in punta in modo da creare l'alesatore che ti serve per allargare il foro guarnito
  19. Non darei un valore a tre palette di avorio. Tanto più che alcune misure sono diverse sia di larghezza che di lunghezza. Il colore, poi, è sicuramente diverso.
  20. Sempre magnifico Prokofiev. Uno dei miei autori preferiti. conobbi la sua musica quando ero ragazzo e ascoltai per la prima volta la sonata n. 2 per pianoforte. Bellissima. Ho usato in Teatro la sua sinfonia "classica". Grazie Frank
  21. Puoi certamente provare ad accordarlo. Sta a vedere cosa le fessurazioni producano. Bisogna controllare anche la carica della tavola e vedere come stanno i ponticelli rispetto alla tavola stessa.La meccanica sembra in buono stato. Va sempre controllata come efficienza ( attriti, ecc). Anche i martelli devono essere controllati dopo l'accordatura ( intonazione dei martelli)
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