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Piano Concerto - Forum pianoforte

Proposta nuove regole per la composizione


Shark
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Io proporrei che per i prossimi vent'anni siano banditi i tremoli di armonici artificiali, i gruppi oltre le 150 acciaccature, i gruppi irregolari sopra la settimina, e che vi sia l'obbligo di almeno UN intervallo di terza maggiore in ogni movimento.
E già che ci siamo, vieterei qualsiasi formato superiore all'A3.
Forse abolirei anche i titoli descrittivi e/o evocativi Ab Minchiam, e altri dettagli sui cui sono disponibile ad una blanda trattativa.
Poi, passati i vent'anni, ne riparliamo.

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Le nuove regole di una volta potevano essere:

- basta note nere (scossi dal madrigale cromatico)

- in ogni madrigale almeno un quarto modo ritmico (anapesto)

- Solo una mutazione di tono in semitono per brano (scossi dalla musica ficta)

- raccomandazione alle prolazioni

- etc.

 

Ho solo il dubbio su quanti segni di misura consentire, non vorrei appesantire la partitura

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Non hai neppure detto cos'è o di chi è la partitura che hai allegato. Il tuo rispetto nei confronti del lavoro altrui mi stupisce ogni volta.

E, a titolo di cronaca, si dice "AD" minchiam, non "AB" minchiam. Pure il tuo latino maccheronico lascia a desiderare...

 

Sempre per non essere off-topic, mi esprimo sull'idea delle "nuove regole per la composizione". Sono il parto di una mente frustrata. E non mi riferisco a Shark, per quanto sia ovvia l'ironia dietro alle mie parole, mi riferisco proprio alla natura delle regole. La smania di regolamentare è figlia di una frustrata mania di controllo. Tutti hanno, in parti variabili, la voglia di tenere sotto controllo le proprie percezioni, l'ignoto e l'inconoscibile mette ansia a chiunque. Avere a che fare con eventi in cui si riconosca una regolamentazione chiara ci calma, ancora di più ci calma avere a che fare con eventi che rispondono alla NOSTRA regolamentazione.

La smania di controllo e la rottura di ogni controllo sono due delle vie di sviluppo preferite dalle correnti artistiche di ogni tempo. E parlo di arte in genere, non solo di musica. Forse Shark non lo sa, ma istituire una regola inapplicabile è un assurdo "ironico" che sta alla base perfino della composizione sull'ombrello di cui abbiamo simpaticamente discusso altrove. L'arte concettuale, infatti, è l'ultimo stadio sia della linea della rottura del controllo (non mi servono regole quindi vado oltre la materia) sia della linea del controllo (mi sono imposto così tante regole che posso solo fare cose sbagliate). Il "gioco delle regole" è alla base di quasi tutte le opere d'arte umane, ma è sempre un gioco pericoloso che può partorire figli deformi. 

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E, a titolo di cronaca, si dice "AD" minchiam, non "AB" minchiam. Pure il tuo latino maccheronico lascia a desiderare...

 

A parte che il maccheronico aveva i suoi punti di interesse, non hai colto la modernità della cosa...incredibilmente tutti si ricordano le regole quando gli fa comodo. Anche la musica ha le sue...

 

 

Dimenticavo:

> L'arte concettuale

 

L'arte concettuale risale al 1910 circa ...pensa che invece a me interessa l' arte musicale :)

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Da un post scherzoso è nato qualcosa di serio

 

La smania di regolamentare è figlia di una frustrata mania di controllo. Tutti hanno, in parti variabili, la voglia di tenere sotto controllo le proprie percezioni, l'ignoto e l'inconoscibile mette ansia a chiunque. Avere a che fare con eventi in cui si riconosca una regolamentazione chiara ci calma, ancora di più ci calma avere a che fare con eventi che rispondono alla NOSTRA regolamentazione.

La smania di controllo e la rottura di ogni controllo sono due delle vie di sviluppo preferite dalle correnti artistiche di ogni tempo. E parlo di arte in genere, non solo di musica.

 

Il "gioco delle regole" è alla base di quasi tutte le opere d'arte umane, ma è sempre un gioco pericoloso che può partorire figli deformi. 

E' vero, ma è umano nonostante possa partorire figli deformi. Ma se fossimo al di fuori del campo umano, non trovi che la musica possa risultare "Aliena"?

 

Oddio, ho fatto una strana associazione mentale al brano Alien di GA

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Discorso interessante Thallo, domande in libertà:

 

> L'arte concettuale, infatti, è l'ultimo stadio sia della linea della rottura del controllo

Il concetto non è figlio di una griglia di regole? Probabilmente funziona proprio per questo

 

> sia della linea del controllo (mi sono imposto così tante regole che posso solo fare cose sbagliate).

E' un assurdo, ma tante regole fanno lo stesso solo un concetto

 

La musica diventa tale proprio quando riesce ad elevarsi dallo schema  ... che ne dici?

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A parte che il maccheronico aveva i suoi punti di interesse, non hai colto la modernità della cosa...incredibilmente tutti si ricordano le regole quando gli fa comodo. Anche la musica ha le sue...

 

 

Dimenticavo:

> L'arte concettuale

 

L'arte concettuale risale al 1910 circa ...pensa che invece a me interessa l' arte musicale :)

 

E allora mi chiedo perché ti ostini a parlare di altro. Il problema è quello, ci sono persone a cui non interessa solo l'arte musicale. Ci sono artisti a cui non interessa solo l'arte musicale. In realtà il '900 è pieno di artisti, interpreti e creatori, che hanno deliberatamente cercato di fare cose che erano musica e anche qualcos'altro, o erano qualcos'altro e anche musica, o non erano nulla di preciso. 

L'arte concettuale non è puntiforme nel tempo... dire che risale al 1910, sottointendendo che è vecchia, sarebbe come dire che la pasta al sugo risale al 1800 e allora non la deve più cucinare nessuno... 

 

 

E' vero, ma è umano nonostante possa partorire figli deformi. Ma se fossimo al di fuori del campo umano, non trovi che la musica possa risultare "Aliena"?

 

Oddio, ho fatto una strana associazione mentale al brano Alien di GA

 

Con "figli deformi" volevo proprio mettere in campo una specie di assurdo, qualcosa che sia contemporaneamente frutto delle regole ma fuori dalle regole.

Le regole, soprattutto in un'arte formalizzata come la musica, tendono a mantenere lo status quo, ad assicurare un equilibrio, sia esso formale, eufonico, concettuale o non so che. Io decido che il pezzo segue la logica tonale, imponendo delle regole, e lo faccio perché così suona bene, o perché voglio fare un pezzo in stile. Ma se seguo ostinatamente il gioco delle regole l'equilibrio si può trasformare in costrizione. Posso decidere di seguire la logica tonale "in stile", e fare un pezzo del '700, o posso decidere di seguire ossessivamente alcune regole tonali, facendo un pezzo circolare, non so, con un'infinita progressione cadenzale, posso portare l'ossessione all'altro estremo, un pezzo fatto di quinte parallele. Questa ossessione per il tonalismo era tipica del minimalismo delle origini ma era, a suo modo, un mezzo per rompere il sistema tonale dall'interno, saturandolo, seguendo in modo ossessivo alcune sue regole.

Ed è assolutamente umano, direi quasi istintivo. 

Io sono molto per il post-moderno, il superamento della regola come fattore precostituito. Ma imporsi delle regole è normale, anche delle regole del tutto insensate, eccessive, inapplicabili. I bambini lo fanno spesso, provano a parlare con una sola vocale, provano per mezz'ora a fingersi ciechi, a tenere aperto un ombrello con la stessa mano con cui suonano. 

 

 

> L'arte concettuale, infatti, è l'ultimo stadio sia della linea della rottura del controllo

Il concetto non è figlio di una griglia di regole? Probabilmente funziona proprio per questo

 

> sia della linea del controllo (mi sono imposto così tante regole che posso solo fare cose sbagliate).

E' un assurdo, ma tante regole fanno lo stesso solo un concetto

 

La musica diventa tale proprio quando riesce ad elevarsi dallo schema  ... che ne dici?

 

1) Sì, ed è per questo che considero l'arte concettuale come figlia delle regole. Secondo me è la post-modernità che va oltre le regole, proprio perché le usa un po' sì e un po' no, senza considerarle fondanti. Ma rimane un discorso complesso e improbabile. Ci sono decine di tipi di arte concettuale diversi, migliaia di artisti che hanno seguito il loro proprio "stile" elaborando concetti, esperienze estetiche e oggetti più o meno collegati. C'è differenza tra il concerto per mano sinistra e ombrello e una composizione verbale, in cui sullo spartito hai scritto "disegna una linea dritta e seguila" (una delle Composition 1960 di La Monte Young) o una performance di body art di Marina Abramovich.

2) Tante regole fanno solo un concetto... non capisco fino in fondo cosa vuoi dire. Io ti dico che istituire delle regole non significa prevedere un risultato. L'arte concettuale, o comunque molte delle correnti d'arte contemporanea, vivono del processo artistico, insieme creativo e fruizionale. E' un'aleatorietà figlia di regole, quella per cui, non so, posso suonare cellule melodiche di 7 suoni seguite da accordi di 6 suoni seguiti a loro volta da altre cellule di 5 e poi accordi di 4 e poi cellule di 3 e poi bicordi e poi suoni lunghi. Ho inventato a caso delle regole stringenti, ma anche quando la regola è così ben congegnata da sembrare "matematica", bisogna ricordare che nella musica e nell'arte in genere la formula non corrisponde al risultato.

3) "La musica diventa tale solo quando riesce ad elevarsi dallo schema"... come sopra, penso che nessuna musica possa essere confusa col proprio schema. L'esecuzione è sempre diversa. Qui lo dico in modo un po' dogmatico, ma fidatevi, anche nelle composizioni più minimali, l'esecuzione riserva sempre delle sorprese. Per il resto, credo comunque che la tua frase sia troppo vaga per farmi dire "ok, sono d'accordo" :-) e allo stesso tempo, non posso che essere d'accordo con te! Ma, ti rivelo, quando ascoltavo Glass per la tesi, mi mettevo spesso al pianoforte a suonare una scala di Do maggiore seguita da una scala di Do minore. Io ci sentivo molte cose dentro, anche se non oserei mai dire che quella fosse una composizione bella "in sé". Qui sta tutta l'arte concettuale, credo. Se chi la fruisce è abbastanza stupido da credere alle stupidaggini di chi la crea, allora è stupenda. Io sono abbastanza stupido da farmi piacere quasi tutto.

 

beh, anche "ab minchia" (ablativo) potrebbe starci :)

 

però "ad minchiam" è un complemento di modo, "a minchia" sarebbe di moto da luogo, non ha senso...

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