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Piano Concerto - Forum pianoforte

Diminuendo E Crescendo


Gennarino
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Mi sembra d'aver capito che la melodia dovrebbe assecondare la dinamica, per cui se voglio ottenere un diminuendo efficace dovrei scendere con la linea melodica e viceversa se voglio ottenere un crescendo dovrei salire.

 

Per capirci, altezza e intensità sono direttamente proporzionali.

 

Non è un po' scontata sta cosa, nel senso che un ascoltatore magari sa già dove vuoi andare a parare...no?

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Dipende, nel caso in cui ci fosse un climax verso il fortissimo dove si vede ampliare massicciamente l'estensione a fronte di un moto ascendente della parte a cuta e discendente della parte grave...in entrambi i casi ci sarebbe un crescendo e la parte grave scenderebbe (magari rinforzata).

 

Per cui dipende dal contesto ;)

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Mi sembra d'aver capito che la melodia dovrebbe assecondare la dinamica, per cui se voglio ottenere un diminuendo efficace dovrei scendere con la linea melodica e viceversa se voglio ottenere un crescendo dovrei salire.

 

Per capirci, altezza e intensità sono direttamente proporzionali.

 

Ma chi te l'ha detto??? :lol:

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Dipende, nel caso in cui ci fosse un climax verso il fortissimo dove si vede ampliare massicciamente l'estensione a fronte di un moto ascendente della parte a cuta e discendente della parte grave...in entrambi i casi ci sarebbe un crescendo e la parte grave scenderebbe (magari rinforzata).

 

Per cui dipende dal contesto ;)

Ok, ho capito l'esempio, ma restringendo il campo...nei cantabili e non nei climax "esplosivi" per dinamica...?

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Qualche esempino lampante che veda una melodia discendente in crescendo o viceversa una melodia ascendente in diminuendo?

 

Dunque, naturalmente la tua domanda mi ha messo nella famosa condizione del «millepiedi di Schönberg», la sapete? Un millepiedi cui chiesero come facesse a coordinare tutte le zampette, al momento di pensarci, divenne incapace di camminare... :unsure: Ovviamente in questo momento non mi vengono in mente se non esempi di trattazione idiomatica della melodia, che è tipica soprattutto del repertorio ottocentesco. «All'armi!» non lo sentiremo mai con direzione melodica discendente, ad esempio, ma qualche eccezione c'è (ci deve essere... :rolleyes:) e mi viene in mente la fine di «Celeste Aida» («Un trono vicino al sol...») che termina morendo su un si bemolle acuto (che poi nessun tenore lo canti così perché è difficilissimo è un altro paio di maniche...). Forse si deve andare a spulciare sul repertorio tardo ottocentesco, impressionista e decadente, per trovare esempi adatti. Debussy dovrebbe/potrebbe essere «the one», ma adesso non ho tempo di verificarlo. Darò un'occhiata alla partitura di Pelléas et Mélisande. Quello che intendevo dire col mio «chi te l'ha detto» è che non è una regola (quella di assecondare crescendi e diminuendi con ascese e discese della melodia) e che il fatto che molta parte del repertorio (soprattutto romantico) utilizzi questo espediente (lo ribadisco: in maniera quasi «idiomatica») non ne fa una regola. Mi riscatterò, lo giuuuuuuuuuuuuuuuuro! (questa era in crescendo, ma non so se era ascendente... :P)

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Il punto è che se lo usavano vuol dire che funzionava, diciamo una regola di buon gusto...poi tutto si può sempre fare, bisogna però vedere i risultati ;)

 

Sicuramente in una ricostruzione stilistica (ottocentesca, che ne so, una romanza) è un parametro da tenere ben presente

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Un esempio lampante la Ballata 4 di Chopin più o meno verso la 3/4^ pagina, quando riappare il tema arricchito alla destra, la sinistra ha delle scale/arpeggi discendenti di ottave che si eseguono in forte crescendo ... tanto per citare un esempio famosissimo ...

 

che poi dipenda dallo strumento come dice Valchiria è assodato ... fare un crescendo con una linea musicale discendente è praticamente impossibile con il flauto e con l'oboe ... probabilmente gli ottoni sono più a loro agio, ma qui ci vorrebbe il supporto di qualche strumentista.

 

discorso a parte merita l'organo che ha i registri da poter aggiungere.

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