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Piano Concerto - Forum pianoforte

Gran Coda Bechstein Del 1903


Francesco
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Cari amici,

vorrei discutere un po' su una marca di pianoforti in particolare, la Bechstein.

il motivo principale è che, dove vado a scuola, come molti di voi sanno, c'è un Bechstein a gran coda da concerto del 1903, restaurato da poche settimane ...

L'ho provato più di una volta, e mi sono sempre trovato molto bene: il suono è armonioso, elegante ed espressivo, la meccanica agile, leggera (il peso d'affondo, mi ha detto il restauratore, è tornato ai suoi 48 grammi di progetto originale) e pronta. mi metto a disposizione per chi volesse altre informazioni ...

Chi ha mai suonato su un Bechstein, può dirmi come si è trovato e i suoi pareri, consigli, considerazioni ?

Grazie mille.

Ciao!!! Francesco 1797

 

PS aspetto l'intervento di Paolo Ferrarelli, che sicuramente saprà dirci qualcosa di più, è tecnico ... :huh:

Grazie mille.

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Ciao Francesco, una volta ho suonato anche io su un Bechstein, il suono mi piaceva ma la mia tastiera non aveva di certo il peso di 48 Gr. penso qualcosina, anzi un bel po' di più. Mi sembra anche strano che il progetto originale del 1903 del bechstein sul quale suoni abbia il peso di abbassamento di 48 Gr. forse la nuova meccanica che è stata messa in questo pianoforte dal momento che mi sembra di aver capito che è stato interamente restaurato adotta questo peso. Come ti ripeto quello che ho provato io, a patto di una giusta regolazione (questo non te lo so dire perché l'ho suonato ma non l'ho di certo ispezionato) non aveva certo un peso di abbassamento di 48 grammi...

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Ok, grazie...

comunque, se non mi sbaglio :huh: , mi sembra che la meccanica non sia stata sostituita, ma solo regolata; i martelletti sono stati intonati (secondo l'archivio scolastico l'ultimo restauro in scuola era avvenuto nel novembre del 1978, l'unico restauro a parte questo era avvenuto nell'aprile - maggio del 1946 ... ;) mi chiedo proprio dove fosse questo pianoforte durante le due Guerre Mondiali... non a scuola, visto che è del 1972 ... ;) ) ed è stato accordato; sono sicuro, invece, che sia stata sostituita la tastiera, in quanto nel documento di appartenenza alla scuola del pianoforte si riporta una tastiera in avorio... quella attuale è in resina, se non sbaglio.

Aspetto altre notizie. grazie.

Ciao!! Francesco 1797

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Conosco benissimo questo tipo di strumento. Innanzitutto, mi dispiace molto che sia stata sostituta la copertura della tastiera!!!!!!!! Vorrei sapere che fine ha fatto l'avorio tolto!!!! Spero sia stata messa una copertura adeguata allo strumento.

 

Ora vorrei sapere se è stata sostituita la martelliera e che altro tipo di restauro sia stato fatto.

 

Lo strumento in questione è molto particolare. E' titolare del "suono romantico". Tavola armonica non molto caricata e martelli leggeri....ma attenzione se siano stati solo rasati e come. Preoccuparsi che negli acuti, la loro forma non sia tondeggiante. Bisogna comunque controllare se il feltro offre una buona elasticità e si presti all'intonazione. Il peso di abbassamento, sì, ma quello di ritorno? E poi l'intonazione e al regolazione?

 

Comunque mi sembra di capire che sei rimasto soddisfatto della prova....quindi....forse è tutto ok.

 

E' un grancoda? Modello D?

 

Il suono del Bechstein è pastoso e poco aggressivo. Suono romantico, abbiamo detto. Significa privileggiare il prolunganto del suono e l'addolcimento di quella "curvetta" di caduta dello stesso. Forse un po' meno "eclatante" sull'attacco. Comunque meraviglioso!!!

 

Anche il modello A 180 cm. e il Mod. B,203 cm sono belli. A volte succede che qualche modello abbia qualche rara imprecisione sul taglio del ponticello sui medio- acuti, a volte mi è capitato di constatarlo. Succede, in questi rari casi, che il perno del ponticello che determina la lunghezza della corda non sia stato conficcato perfettamente sul taglio del legno dello stesso. Sulla stessa corda si determinano due "lunghezze" vibranti originando quello che si chiama "falso battimento". Ma non ci fissiamo...sono rari casi!

 

Complimenti per poter suonare su un tale strumento. Sarebbe per me interessante vederlo e provarlo.

 

Saluti Paolo

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Grazie Paolo, mi informerò su tutto quello che riguarda il restauro di questo pianoforte il prima possibile, poi risponderò e ti darò ulteriori chiarimenti.

Sai, anch'io sono curioso di sapere che fine ha fatto la copertura della tastiera in avorio ...

Comunque posso dirti con certezza che:

- la meccanica non è stata sostituita, ma solo regolata e i martelletti intonati.

- sono state sostituite le ultime 4 corde filate, le più gravi, e le e le ultime 5 corde acute;

- è previsto ancora il restauro della tavola armonica e della copertura del pianoforte;

 

Sarò felice di poter fornire ulteriori dati.

Grazie ancora!

Ciao!! Francesco 1797

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Sì, scusa Paolo, probabilmente intendevo pulitura ... non avrebbe avuto senso montare le corde per poi doverle smontare per restaurare la cassa armonica ...

Per "copertura del pianoforte" intendo la cassa in cui è contenuto lo strumento ... "la scatola nera di legno" (il mio vocabolario tecnico pianistico non è certo il tuo ... ;) ... scusa, non posso esprimermi diversamente. grazie)

Infine, colgo l'occasione per chiederti come influisce sul suono il ... "coperchio" ;) ... chiuso, aperto o semiaperto ?

Ti ringrazio per la pazienza che stai dedicando a questa discussione e con cui sopporti i miei termini ... "inadeguati".

Grazie mille. Ciao!!!

Francesco 1797

 

PS Appena ho altre informazioni vi faccio sapere. Ciao! :huh:

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Cari amici,

eccomi di nuovo qui. Allora, ieri ho di nuovo suonato su questo Pianoforte... ogni volta non riesco più ad alzarmi e ad andare via... è assolutamente magnifico!!

Ma questa volta, sono stato un po' preoccupato, prima di tutto perchè il Pianoforte si trova nel teatro di una scuola primaria, e i bambini spesso lo toccano, se è aperto anche le corde, cosa che mi ha fatto inorridire... ;) ) .. in fondo, non possono capire che tipo di strumento sia quello!!! ho infatti richiesto al restauratore di sistemare la chiusura a chiave al più presto possibile, in modo da tenerlo chiuso alle mani un po' curiose! ;) e poi perchè... il Mi b della terza ottava fa uno strano sibilo metallico quando si preme il tasto ... :huh: Sono preoccupato, cosa devo fare?

Poi... per pianoexpert: sì, è un modello D, fatto a Berlino come sai nel 1903, ma il numero (D 208, D 216...) non riesco a leggerlo... è un po' sbiadito... dove posso leggerlo oltre che sul telaio? ho anche un'ottima notizia: la copertura in avorio non è stata tolta definitivamente... quella che c'è ora in resina è provvisoria, in attesa che quella in avorio venga restaurata, fatto che richiederà alcuni mesi poiché la restaura una società un po' distante da Torino ... Per non tenere un Pianoforte funzionante senza tastiera, è stata messa questa.

Come ti ho detto, la meccanica è stata regolata ... ma - scusa se le mie fonti sono un po' instabili - forse è stata anche sostituita, dovrebbe essere stata montata una Renner più "giovane" del Pianoforte...

In ogni caso, ti confermo il peso di abbassamento di 48 grammi, che ho potuto misurare anch'io grazie ai tuoi preziosi video tutorial.

Grazie mille a ancora complimenti ... sono davvero soddisfatto di essermi iscritto sul vostro sito!

Ciao!! Francesco 1797 ;)

 

PS:Infine, colgo l'occasione per richiederti come influisce sul suono il ... "coperchio" ;) ... chiuso, aperto o semiaperto ? Grazie! Ciao!!!

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Mai sentito che per restaurare una copertura in avorio si debba smontare. Sarebbe interessante sapere perché sia stata smontata. Per smontarla bisogna usare il calore e molto spesso viene deformata. Inoltre credo che quando è montata si può restaurare meglio. L'avorio soffre il buio e con l'uso, per molti anni, può divenire poroso e l'uso lo può "scavare". A volte alcuni usano acqua ossigenata a 180 volumi che " se lo mangia". La cosa migliore, secondo me, è "spianare" l'avorio con tela smeriglio 1000 e se possibile 2000 , 3000. Poi pasta per lucidare. Infine lucidare con disco di tela e Tripoli finissimo ( sorta di pasta secca che pare gesso). Comunque sarà interessante sapere come abbiano fatto.

 

Può darsi che l'oscillazione della corda rivestita in rame sfiori il ferro verticale dello smorzatoio. Forse!!??

 

Con il coperto alzato il suono è più forte e pieno. Il pianista sente di meno, il pubblico di più. Viceversa col coperchio semichiuso.

 

Sarebbe importante sapere chi lo ha restaurato e il peso di "ritorno" dei tasti.

 

Ciao Paolo

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Caro Paolo,

grazie per la velocità con cui hai risposto.

Allora ... come sai non sono esperto, ma mi informerò sul perchè sia stata smontata la copertura dei tasti per restaurarla. Per quanto riguarda il sibilo ... vedere se il ferro dello smorzatoio tocca la corda è una cosa che posso fare io (a patto che non tocchi niente)?

Infine, accolgo la tua proposta: manderò delle foto, in modo che tutti possano vederle.

Per ora,... Ciao e grazie mille!!!

Francesco 1797

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Intanto guarda se è quello e fammi una foto. Quando suono fortissimo, la vibrazione dovrebbe aumentare. Però potrebbe anche dipendere dalla tavola o da microscollamenti del ponticello.

Ok Paolo, provo a fare come hai detto tu. Appena ho possibilità di fare delle foto, le metto qui. Grazie ancora. Ciao!! Francesco 1797

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Allora ... Eccomi ad aggiornare. Per prima cosa: speravo di poter postare qui delle foto del pianoforte, ma non mi è permesso farle :lol: ... dalla segreteria della scuola.

In ogni caso, ieri ho di nuovo suonato sul Bechstein, per ben due ore e mezza :lol: ... continuo ad apprezzare l'espressività di questo strumento, anche se, come ha detto Paolo, è tutto, meno che aggressivo.

Tuttavia ieri ho riscontrato alcuni fattori nella meccanica del pianoforte che mi hanno lasciato perplesso...

in primo luogo, mi sono accorto che lo scappamento, che dovrebbe permettermi di ribattere la nota senza che il tasto sia tornato completamente alla posizione di riposo, quasi ... NON ESISTE! O meglio, quando vado per ribattere il colpo, il martelletto si rialza, ma non con tale slancio da arrivare a colpire la corda. Questo "difetto" è presente soprattutto nella regione acuta della tastiera. Probabilmente la meccanica (e in particolare lo scappamento) sono da ri - regolare. :)

Inoltre, pensavo che la copertura dei tasti in avorio (originale del 1903) fosse stata solo "portata a restaurare"... E' STATA TOLTA! La tastiera attuale (in resina o peggio in plastica) non è proprio "scorrevole": se alzo gli smorzatori dal pedale di durata e suono, alcuni tasti non tornano completamente su! :):)

Non so perchè prima non mi sono accorto di questi difetti di restauro ... probabilmente sono cose che "saltano all'occhio" ...o alle dita" ( :) ) solo suonando un bel po' ... possibile?

Insomma, se fino a un mesetto fa ero soddisfatto del restauro, beh, ora ... credo che si potesse fare molto meglio, visto il livello del pianoforte...

Mah... per non parlare dei microscollamenti del ponticello ... come dici tu, Paolo. ho provato a suonare, nel frattempo un mio amico (con i guanti, su mia richiesta) teneva una mano sul ponticello, esercitando una leggera pressione... il ronzio metallico non si sentiva più! Ora io finisco la terza media (merc prossimo ... esami scritti :D !), perciò (se tutto va bene) l'anno prossimo non sarò più in questa scuola. Comunque, credo che tornerò da questo pianoforte, sia per assicurarmi delle sue condizioni, sia magari per poterlo risuonare... Comunque, credo che se avrò occasione di risuonarlo entro la fine dell'anno, ricontatterò il restauratore...

Per ora è tutto. Ciao! Francesco 1797 Paris

 

PS mi scuso ancora se non mi è stato possibile postare delle foto...

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  • 2 weeks later...

Ciao Francesco, leggendo questa discussione, leggendo la descrizione che fai del pianoforte, un Bechstein addirittura del 1903, viene voglia di suonarlo: immagino che sia molto affascinante suonare uno strumento costruito più di un secolo fa. Com'è il suono? Fantasticando cerco di immaginarlo. Non è infatti da tutti suonare uno strumento talmente antico. E come sarà suonare un pianoforte ancora più antico, ad esempio uno del 1800, o addirittura del 1700, uno dei primi modelli costruiti da Bartolomeo Cristofori? Mi vengono i brividi a pensarci, brividi di piacere, ovviamente. Ritieniti fortunato Francesco perchè non è da tutti suonare un simile strumento. Mi ha talmente affascinato tutto questo che su Google immagini sono andato alla ricerca di fotografie di pianoforti antichi e guarda cosa ho trovato, proprio un pianoforte costruito da Bartolomeo Cristofori. Francesco, so che non è facile, ma perchè non provi a descriverci il suono che ha il Bechstein di cui ci hai parlato in questa discussione? (Scusa la domanda, a cui non è facile dare una risposta, più o meno è come ad esempio tentare di descrivere il sapore di una fragola a chi non l'ha mai mangiata).

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Francesco, so che non è facile, ma perchè non provi a descriverci il suono che ha il Bechstein di cui ci hai parlato in questa discussione? (Scusa la domanda, a cui non è facile dare una risposta, più o meno è come ad esempio tentare di descrivere il sapore di una fragola a chi non l'ha mai mangiata).

D'accordo, ci provo.

Allora, credo che per rispondere a questa domanda debba risalire alla prima volta che ho suonato questo magnifico pianoforte... circa tre o quattro anni fa, non ricordo con precisione, ma facevo le elementari... non era ancora restaurato... aveva ancora tutto il suo fascino e la sua purezza (sotto spiego perchè "aveva").

Aprii il coperchio della tastiera e vidi una magnifica tastiera in avorio, piacevolmente ingiallita dal tempo. Ricordo ancora che in alcuni tasti l'avorio si muoveva un po'... si alzava leggermente. Provai a far qualche accordo... cominciai con il Mi b maggiore, lo ricordo ancora ... chissà come! Suonai con la mano destra un accordo di Mi b maggiore, con la sinistra una doppia ottava di Mi b. Fatto solo quell'accordo, chiesi al mio maestro che in quel momento era lì di darmi una mano ad alzare il coperchio della cassa armonica , per dare una voce ancora migliore al magnifico strumento.

Fatto ciò continuai a suonare... forse per mezz'ora. Era ... scordatissimo, la meccanica lenta e scricchiolante, un po' rigida e il suono assolutamente... incantevole: per quanto fossero pessime le condizioni in cui si trovava, già mi ero innamorato del suo suono... dolce, espressivo... non saprei come descriverlo bene. La regione acuta era caratterizzata da note brillanti (anche se scordate), cantabili, lievi ma allo stesso tempo espressive. Rimasi anche molto colpito dalla "morbidezza", - concedetemi questo termine - delle note gravi: erano sì un sostegno ritmico e melodico, ma erano tanto "controllabili" che un accordo suonato nella regione abbastanza grave non dava fastidio all'orecchio, come a volte capita anche su ottimi pianoforti verticali... le note gravi si fondevano alle acute in un'armonia vibrante tanto bella che un solo accordo era piacevolissimo da ascoltare... Mi sembrava che suonando mano destra e sinistra insieme le note acute cantassero, e allo stesso tempo le gravi le seguissero e le sostenessero... una meraviglia, in poche parole. Non avevo mai suonato su un pianoforte tanto ... simile a me. So che può sembrare da "matto" paragonarsi a un pianoforte (oltretutto, teoricamente avrei 108 anni!!!), ma assomigliava terribilmente a me: quieto ma espressivo, ... timido, anche se generalmente non si usa questo aggettivo per gli strumenti e incapace solo di una cosa: essere aggressivo. Non c'era verso, quel pianoforte non voleva far l'aggressivo... Paolo poi mi ha confermato ciò spiegandomi che è un pianoforte dal tipico suono romantico.

Quando chiusi il pianoforte il pensiero che l'avrei risuonato non era una speranza. Era una certezza.

Eppure son passati diversi anni prima che potessi farlo. Tre, o forse quattro. Quando seppi che era stato restaurato. inizialmente provai una gioia incontenibile, come un sogno che si realizzava. Lo provai per una mezz'ora, e fu come ritrovarsi di fronte a un vecchio amico che non si vede da tanto ma al quale si è molto affezionati.

Poi, di volta in volta che lo andavo a suonare (da maggio di quest'anno in poi circa una settimana sì e una no, per circa un'ora o due) ho iniziato a preoccuparmi... la tastiera, che inizialmente credevo fosse solo stata portata a restaurare, è stata rimpiazzata con una di resina... o peggio, in plastica, non lo so con certezza. Alcune corde sono state sostituite... ma la maggior parte è rimasta quella originale... motivo per cui il suono è sempre lo stesso, forse migliorato e... ora accordato...! Anche la meccanica è rimasta la stessa, originale del 1903...(Per fortuna)... Tuttavia, il restauro si poteva far meglio. Il ponticello vibra un po', forse non è ben fisso...

 

Ma da qui in poi, la storia la conoscete... Ciao!

 

PS:... Scusa Gian... rileggendo mi sono accorto che più che rispondere alla tua domanda ho fatto una storia della mia conoscenza del pianoforte... se tu avessi altre domande più mirate, non ti preoccupare, io son qui...

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No Francesco, non ho altre domande da farti, perchè il racconto che hai fatto, di persona che ama lo strumento non come oggetto, ma come "entità vivente", è talmente affascinante che, lo dico sinceramente, è un incanto leggerti. Non è da matti paragonarsi a un pianoforte, anzi ciò dimostra il tuo animo nobile, perchè un musicista che ama lo strumento da lui suonato è una persona sensibile, una persona che certamente quando suona dà il massimo di se stesso, una persona quindi in grado certamente di trasportare l'ascoltatore in quelle dimensioni dello spirito che solo la musica è tra le attività umane in grado di raggiungere, meglio pure della preghiera, anzi "la musica è preghiera" (questa affermazione virgolettata non è però mia, la dice i Veda). Leggendoti, Francesco, ho pensato al fascino dello strumento, all'amore che se ne può provare, per una entità vivente, come ho scritto sopra, e non come "macchina" musicale, un'espressione poco romantica che usa un amico mio per parlare del pianoforte. Non è così! Io Francesco ti capisco perchè anche io sono una persona romantica capace di provare sentimenti d'amore per una "macchina musicale", quindi paragonarsi a un pianoforte è un sentimento nobile; anzi (e qui ora voglio dire una cattiveria), visto quello che è il mondo, visto ciò che in realtà è l'umanità, c'è invece da essere matti a definirsi uomini, uomini come li conosciamo noi, privi di umanità, privi di buoni sentimenti, malati di egoismo, di ipocrisia.

 

 

Francesco, ti ho parlato della musica come preghiera, voglio perciò aggiungere questo link del Gayatri Mantra che è, sembra, la più antica preghiera esistente, la cui origine, vedica, si perde nei millenni passati (i "Veda" sono la letteratura filosofica più antica dell'India su cui si basa tutta la loro cultura, anzi su cui si basa tutta la cultura spirituale del mondo).

 

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Francesco, nel post precedente ho parlato dell'India, un Paese che io amo tanto, pur essendo io italiano. Dell'India mi piace la sua spiritualità, molto diversa dal materialismo Occidentale. Mi piace la sua saggezza, il suo fascino "magico", voglio perciò aggiungere un altro link che parla un po' di queste cose che mi affascinano.

 

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La spiritualità che ci sembra così lontana e difficile da praticare è presente nella Musica. In tutta la Musica. Quando eseguiamo una composizione che ci è entrata nel profondo di noi, diveniamo un filtro di messaggi divini. Una sorta di smaterializzazione del corpo avviene. La prova è che quando abbiamo finito, non ricordiamo nolto della nostra corporalità. Abbiamo fatto invece, in esecuzione, specialmente in pubblico, una sorta di esperienza veramente spirituale e lontano dal corpo. Sembra quasi di andare a cercare "altrove" quei messaggi che la musica ci suggerisce, che noi riusciamo a comprendere, interpretare, mettere da parte in un luogo segreto, accessibile solo a noi. Tutto è magico. Non esiste più materialità. A me è successo molte volte, in concerto, di sentirmi, pur nella concentrazione, accompagnato " a passeggio" e di respirare un'aria fresca e leggera. Assenza di peso e grande leggerezza di colore e di linee.

 

Sembra strano e poetico, ma, pur essendo coscenti e concentrati sulla composizione da eseguire, ci si sente lontani dalla realtà.

 

Mi è molto piaciuto vedere questi video e credo che l'India e la sua Cultura possano suggerirci percorsi interessanti.

Grazie

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La spiritualità che ci sembra così lontana e difficile da praticare è presente nella Musica. In tutta la Musica. Quando eseguiamo una composizione che ci è entrata nel profondo di noi, diveniamo un filtro di messaggi divini. Una sorta di smaterializzazione del corpo avviene. La prova è che quando abbiamo finito, non ricordiamo nolto della nostra corporalità. Abbiamo fatto invece, in esecuzione, specialmente in pubblico, una sorta di esperienza veramente spirituale e lontano dal corpo. Sembra quasi di andare a cercare "altrove" quei messaggi che la musica ci suggerisce, che noi riusciamo a comprendere, interpretare, mettere da parte in un luogo segreto, accessibile solo a noi. Tutto è magico. Non esiste più materialità. A me è successo molte volte, in concerto, di sentirmi, pur nella concentrazione, accompagnato " a passeggio" e di respirare un'aria fresca e leggera. Assenza di peso e grande leggerezza di colore e di linee.

 

Sembra strano e poetico, ma, pur essendo coscenti e concentrati sulla composizione da eseguire, ci si sente lontani dalla realtà.

 

Mi è molto piaciuto vedere questi video e credo che l'India e la sua Cultura possano suggerirci percorsi interessanti.

Grazie

Potremmo definire la musica come "stato naturale alterato di coscienza", nel senso che per mezzo di essa, sia l'ascoltatore sia l'esecutore, possono raggiungere livelli sublimi di coscienza, come gettare uno sguardo nel Paradiso, nel Nirvana, per intenderci. La musica è un canale tra questa e altre dimensioni, o mondi superiori. Il musicista, in particolare il "compositore", sono antenne che captano da quelle dimensioni quella musica che Dio ha creato per metterci in contatto con lui, in modo diretto, senza l'ipocrisia della parola: se parliamo di Dio in questi termini riesco a "capirlo" e ad accettarlo, diversamente non ci riesco. Adoro l'India per quella sua indecifrabile particolarità che ti fa sentire uno con l'Infinito: calpestare quella terra, respirare quell'aria, produce gli stessi effetti che produce la musica. Dio è grande, ma anche noi lo siamo, se sappiamo rilassarci e ascoltare. Gesù del resto nella Bibbia dice: "Beati quelli che hanno occhi per vedere e orecchie per sentire". Beh, in India di gente così ce n'è tanta, ma anche da noi, nell'Occidente materialista.

 

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Ciao,sono Giuseppe (un amico di Francesco)e ho sempre accompagnato lui a suonare questo magnifico Bechstein.Dato che io suono spesso un pianoforte verticale di marca Steinbach,devo dire che il suono di quest'ultimo è più sintetico e meno armonico.Anche la tastiera è decisamente diversa,sia come materiale(resina)sia come morbidezza e agilità.Sono rimasto anch'io sorpreso dal restauro del Bechstein.Intanto devo aggiungere che,anche alcuni pezzi esteriori di esso sono stati confusi,e non è stato completato. Innanzitutto è da restaurare la copertura del pianoforte ed anche la pedaliera che bisogna regolare.Il suono prodotto mi sembra molto buono,completamente differente da un qualunque pianoforte verticale :lol: .

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  • 1 month later...

Beh, non esageriamo... :lol:;) ... Il restauro non l'ho pagato io, (ma neanche la scuola...)... Comunque vi aggiornerò sulle sue condizioni... in particolare con Paolo prima delle vacanze stavo osservando i "difettini" della leva di ripetizione (o meglio... montante :) )... avevo la sensazione che scattasse troppo tardi, e che dunque il secondo colpo (quello ribattuto) non fosse proprio perfetto... nelle note acute è quasi impercettibile! Sembra che non ci sia proprio la leva di ripetizione...

Va be', vi aggiorno appena ho occasione di rivederlo, forse con il mio amico Giuseppe, anche lui iscritto al Forum. Ciao!

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