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Piano Concerto - Forum pianoforte

Zedef

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Tutto postato da Zedef

  1. Bene così ma i numeri forse sono un po' ingannanevoli.. il "segmento" (è quasi un ossimoro viste le proporzioni) non-classico sta trasferendosi sempre più sul download mentre il classico permane fisico per vari motivi (qualità di ascolto, ritorno al vinile, melomania, ecc..). Se la classica vende 7 e il non-classico 93, siamo al 7%; se il non-classico cala al 63 siamo al 10% (ma intanto quel 30 mancante forse è passato al download).
  2. Se trovi una Yamaha P-140 o P-155 non sono male.
  3. In ambito Conservatorio per me non è mai stato un problema. Con alcuni, oltre ai profili personali, abbiamo creato dei gruppi informativi e di divulgazione in cui tutti inseriamo materiale che riteniamo utile. Se poi uno usa Facebook in maniera non esibizionistica non vedo dove stia il problema. So comunque di amici, docenti alle superiori, che non accettano amicizie con propri studenti.
  4. Io penso che la Liedform non abbia nulla a che fare col Lied, per quello non capivo e, forse, non ci capiamo. Non sono d'accordo sul discorso dell'elaborazione motivica più congeniale al Lied (quale poi, la forma o il genere?). Il "materiale" (curioso, c'è una discussione aperta proprio su questo) si può elaborare più o meno in ogni forma: nel tempo "lento" i parametri sono un po' diversi (più breve, di solito, almeno a livello numerico di battute, con tutte le conseguenze del caso). Nel caso in questione, il secondo tema (batt.14) viene poi subito rivisitato contaminandolo col ritmo del primo (batt.18) e tutta l'esposizione (e quindi buona parte della ripresa) si basa sull'elaborazione del ritmo iniziale (l'unico elemento davvero differente sta nell'ultima codetta, con le terzine). Io pertanto non parlerei di pannelli, anzi: vedo una grande condotta stilistico-tecnica, attenta alla linea melodica e all'unitarietà degli elementi (che è forse una delle caratteristiche della Liedform), ma un'altrettanto chiara struttura di Forma-sonata che prende spunto proprio dall'elemento ritmico nuovo (terzine). In ogni caso, i termini a volte sono ingannevoli: Lied o Forma-sonata o Lied-sonata, l'importante è capire come è fatto il brano.
  5. Molti tempi "lenti" sono costruiti in una forma sonata spesso ridotta all'osso (lo sviluppo, a volte, consta di poche battute; addirittura, ma vado a memoria, c'è un caso sempre in Mozart di un solo accordo che fa diventare la forma quasi AB AB). Il mio maestro del tempo la chiamava lied-sonata, unendo quindi il concetto di lied (ABA) e forma-sonata (A=esposizione, suddivisa in tema-ponte-tema-codetta, B=sviluppo, A= ripresa). E' un po' come il rondò-lied, quasi mai codificato (anche qui a memoria, mi pare di aver letto il termine solo in Azzaroni, Canone infinito) ma invece presente nel repertorio.
  6. Complimenti Armando e Fiorella, lavoro monumentale.
  7. Io credo che basarsi sulla comprensione di un bugiardino (non è un problema capire la posologia quanto, a volte, trovarla in un mare di informazioni incomprensibili [e invisibili dato il carattere mignon] al 99% delle persone) o di un foglio di istruzioni (spesso tradotte male da una lingua straniera oppure corredate da disegni approssimativi) sia perlomeno pressappochista: si vede che all'OCSE non hanno di meglio da fare. La prima frase dell'articolo poi è emblematica: "Montare il sellino di una bici? Meglio da soli che seguendo le istruzioni". Forse sono proprio le istruzioni a essere "analfabete". Ah. Ho fatto un veloce test a mia madre, donna con la semplice licenza elementare: ha beccato subito la posologia (sapeva pure il termine tecnico) di 5 farmaci su 5. Un invito all'OCSE e ad altre decine di organizzazioni mondiali, continentali, statali e via dicendo: meno cene di gala e meno meeting in giro per il mondo. Milioni e milioni di euro buttati.
  8. Nel VII6 con due terze è corretto risolvere così per avere la triade completa e comunque storicamente quella è la risoluzione più frequente, specie se il canto è dato e sale alla terza dell'accordo di tonica. Spesso poi, se la distanza tra soprano e contralto è più ampia, il soprano scende di quinta (soluzione molto usata nella polifonia rinascimentale).
  9. Il dubbio c'era perché nelle molte foto non appare quasi mai quel neo alla tempia. L'ho trovato solo qui: http://davidhertzberg.wordpress.com/2013/01/17/arturo-toscanini-and-his-granddaughter-1939/
  10. Un saluto a tutti. Un amico mi chiede chi puo' essere il pianista ritratto nella foto. Qualcuno gli ha detto che potrebbe essere Benedetti Michelangeli.
  11. Credo che il reb ci sia anche in alto, è più in stile Faurè... tra l'altro nella versione in Fa di Imslp c'è Dob in entrambi.. il IV minore con 6 agg, o volendo la settima di III specie in I rivolto, è accordo caratteristico del tardoromanticismo ed è usato in "prestito" anche nel modo maggiore
  12. Un saluto a tutti. In generale vi sono alcune concatenazioni caratteristiche in Fauré (alcune anche in altri autori) legate a questi temi: - legame armonico tramite nota/e comune/i con possibile defunzionalizzazione dei singoli accordi - utilizzo di accordi con sesta aggiunta (specie sul IV) - relazioni V-II e II-IV (non così comuni in altri autori) - utilizzo di accordi derivanti da moti contrappuntistici (magari cromatici) - utilizzo di triade aumentata con significato "sospensivo" - cadenza caratteristica (avevo iniziato una discussione sul vecchio forum finita male...) e particolare interesse in generale verso le cadenze plagali, anche con varianti sia di stato sia di note aggiunte/cromatiche. Nell'opera in questione, rispetto a quanto già indicato da AleGozzo, io vedrei: - batt.7-10, una modulazione transitoria al III (si-) con armonie di VI=IV6 (b.7), I46, IV con sesta aggiunta che fa "cadenza di Fauré ammorbidita" (manca la sottotonica), I con appoggiatura 6-5 che poi torna al V di Sol - batt.11-13, linea interna Sol-Fa naturale-Mi che non provoca modulazioni, solo colore - a b.19 il cambio di modo con utilizzo del legame I-III (visto già in ottica di Fa maggiore è II-IV), che poi con la sesta aggiunta a b.22 diventa davvero IV di Fa maggiore con conseguente I46 alla b.23; il successivo cromatismo do-do# e relativa triade aumentata riporta verso il V di Sol - alla cadenza d'inganno a b.27 segue poi un momento di "bassi plagali" che porta alla 31-32 al Sol comune che lega gli accordi ben indicati da AleGozzo
  13. Il concetto di sincope armonica vale solo in certi contesti stilistici. Alcuni casi in cui viene superato possono essere gli incipit di corale (falsa anacrusi dovuta alla sillabazione del testo) e i brani per pianoforte - voce e pianoforte - strumento e pianoforte (specie negli "allungamenti" o nel "mantenimento" di alcuni passaggi armonici: vedi Mozart, sonate per pianoforte, e Schubert/Schumann, lieder). Poi si trova spesso nell'emiolia (a partire dalle composizioni in stile rinascimentale fino al tardo ottocento, Brahms ne è maestro) e in ogni caso in cui necessiti di uno spostamento dell'accento armonico-ritmico.
  14. Se partiamo dal presupposto che il coro che canterà è scarso, ovviamente meglio una triade in stato fondamentale. Se il terzo rivolto è troppo ardito, si può partire sulla dominante in stato fondamentale e dare la settima di passaggio. Per me ogni soluzione armonica, se la grammatica e la sintassi sono corrette, funziona. Poi subentrano altri parametri (contesto storico-stilistico, gusto, livello di difficoltà...).
  15. Per me è fattibile. E' una soluzione che si trova anche in Bach (Aus tiefer Noth, Herzlich thut mich verlangen)
  16. Se può servire: http://www.rodoni.ch/busoni/vlad/vlad1.html A un certo punto Vlad scrive: Egli pensò, allora, di sistematizzare la numerazione delle sue opere e con i Zwei altdeutsche Lieder op. 18 (Due Lieder su antichi testi tedeschi) per canto e pianoforte pubblicati dall'editore Kistner a Lipsia, intraprese di colmare i numeri mancanti nel suo catalogo, arrivando a realizzare questo intento nel 1890 con la I Sonata op. 29 per violino e pianoforte. Riconsiderando i lavori del suo periodo "infantile", e particolarmente quelli contraddistinti con i numeri da 30 a 40, Busoni si avvide dello scarto qualitativo che l'evolversi della sua arte aveva ingenerato tra questi ultimi lavori e le musiche composte e pubblicate più tardi, ma che, per le ragioni su esposte, portavano i numeri d'opera da venti a trenta. Non volendo che le musiche "infantili" potessero apparire come poste al seguito di quelle più mature, Busoni pensò di ovviare a questo possibile inconveniente scrivendo una nuova serie di opere distinte dal numero trenta e da quelli successivi, ma con l'aggiunta di una "a". Solo le composizioni giovanili intitolate rispettivamente 24 Préludes op. 37 per pianoforte (1879-1881) e Le Quattro Stagioni op. 40, quattro poesie liriche di Dall'Ongaro per voci maschili e orchestra (1882) furono considerate da Busoni «di sufficiente valore » per non aver bisogno d'una sostituzione. Per l'opera 39 (il Concerto per pianoforte, orchestra e coro) Busoni usò l'indicazione in cifre romane invece che arabe. Dall'opera 41 (la «Turandot»-Suite) la numerazione avrebbe potuto poi procedere regolarmente. La confusione di questa numerazione plurima, fu aumentata però notevolmente dal fatto che, non sappiamo per qual genere di errori, il numero 25 figura accanto a due lavori, e precisamente accanto alla Gavotta per pianoforte del 1878 e accanto alla Suite Sinfonica del 1888 (dedicata a Hans Richter) [18]. Così anche il numero 38 ricorre due volte nel catalogo: una prima volta esso contraddistingue il Lied der Klage (Canto del lamento) su parole di O. von Kapff (scritto nel 1878 e pubblicato l'anno dopo a Vienna) e una seconda volta designa la Lustspielouverture (Ouverture per una commedia) per orchestra, composta nel 1897 e rivista nel 1904. In questo secondo caso, il fatto che invece del numero d'opera 38a sia stato usato il solo 38 deve ascriversi ad una dimenticanza o ad un mero errore materiale. Comunque sia, il pasticcio di queste numerazioni era tale the Busoni preferì pubblicare le Elegie per pianoforte e buona parte delle sue composizioni successive senza numeri d'opera. Dalla Berceuse élégiaque (1910) in poi, alla quale diede il numero d'opera 42, egli tornò però a numerare sporadicamente talune musiche lasciando altre senza numeri d'opera, secondo un criterio che ci sfugge, ma che non è da mettersi certamente in relazione con l'importanza che Busoni doveva attribuire alle opere in questione, giacché furono pubblicate senza numero d'opera non solo quel singolarissimo capolavoro che è la Fantasia contrappunfistica, e le preziosissime Sonatine per pianoforte, ma anche le quattro opere teatrali alle quali Busoni attribuiva indubbiamente un'importanza capitale nel quadro d'insieme della sua creatività. Nello stesso sito (Rodoni) c'è anche http://www.rodoni.ch/busoni/kindermann.html
  17. Io ho spesso pensato che molti compositori pre ottocento in realtà fossero donne che per motivi di opportunità (sociale, storica, ecc..) utilizzassero un'identità maschile :-)
  18. Ciao ScalaQuaranta. - attualmente è ancora possibile frequentare il corso di jazz (nella fattispecie, pianoforte) del vecchio ordinamento (2 anni) oppure dovrei iscrivermi al 3+2 ? Perché dici vecchio ordinamento? Quello era di 3 anni e non esiste più. Il biennio, anche se formalmente ancora sperimentale, fa già parte del nuovo ordinamento e vi puoi accedere con un diploma v.o. o un triennio di I livello (musicale e non). Devi però superare un esame di ammissione che varia di conservatorio in conservatorio. - i miei titoli di studio mi consentono di avere dei crediti e/o dispense dalla frequenza? Certo, però dipende dal piano di studi del tuo conservatorio. Al momento dell'iscrizione presenterai tutti i tuoi titoli e le richieste di accreditamento. - secondo voi sarei anagraficamente troppo in là rispetto ai miei ipotetici "compagni di classe" L'età media dei jazzisti in conservatorio non è molto bassa, va tranquillo.
  19. Scusa, ma Pro Tools è della Avid come Sibelius: che c'è di nuovo? Vedo però che in PT11 hanno implementato un editor Sibelius e un salvataggio in formato Sibelius.
  20. Oltre ai classici fisarmonica-harmonium-armonica a bocca elencati anche su wikipedia ( https://it.wikipedia.org/wiki/Aerofoni ) ci sono molti strumenti etnici come lo scacciapensieri, l'hulusi, lo sho, lo sheng...
  21. Crema da qui è a 2 ore.. io vengo.
  22. Per fortuna io uso anche Sibelius il mio amico Mario no...
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