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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Infatti è proprio così, Giovanni !!!!!!! Gli americani , una volta regolata l'altezza del montante e la forza della molla, fanno una finale verifica che chiamano "roking the fly" ovvero col dito spingono sul nasetto del montante e devono sentire una leggera frizione mentre sfugge sotto il rullino. Naturalmente se la resistenza è troppa, il montante non ritorna perfettamente. Allora o la molla è debole ( controllare il netto movimento di rialzo del martello senza jump) o la leva di ripetizione è troppo esattamente livellata con il montante o addirittura al di sopra. E' giusto che non si riesca a trovare l'allineamento dei martelli a riposo, quando il dislivello tra i due elementi è eccessivo!
  2. Secondo me è troppo basso il montante rispetto alla leva di ripetizione. Quella leggera frizione che senti fa anche i conti con la forza della molla.Se il montante è troppo basso e la molla troppo carica( situazione limite), lasciando dolcemente il tasto si sente un colpetto sotto il dito. Ciò non deve accadere. Il paramartello non c'entra. Credo tu voglia dire questo.
  3. E mia opinione, e non solo mia , che i piombi ai paramartelli falsino un po' la misura reale. Si possono però usare per livellare eliminando le sfasature relativa. Il controllo finale deve essere fatto con il castelletto della meccanica. Ovvero con la meccanica montata con castelletto non avvitato. Così, avendo cura di piombare il castelletto stesso perché aderisca bene sulla sede di avvitamento, si potra facilmente rimuovere lo stesso ogni volta che dobbiamo levare un tasto per mettere la relativa cartina
  4. Non deve esserci poca differenza tra il punto di caduta e il massimo punto di parata. 12-15 mm va bene. L'importante è controllare il livello del montante di scappamento rispetto alla leva di ripetizione e rispetto alla parte interna dell'anima in legno del rullino, altrimenti il martello si inceppa prima di salire liberamente e la ripetizione è compromessa.
  5. Indubbiamente i pianoforti digitali sono pratici e meno costosi ( alcuni) degli acustici. Però c'è differenza tra digitale ed acustico. Io preferisco , per iniziare un piano acustico che possa fornire al bambino il giusto riferimento del tocco
  6. Steinway ha introdotto solo successivamente le barrette in questione
  7. .......E' come volare. La prima volta che si prende un aereo si è felici, curiosi, elettrizzati ecc. e tutto ciò non lascia spazio alla paura. Via via che si prendono aerei, si impara a conoscere tutte le manovre del pilota, e modi di atterraggio e decollo, il metodo di avvicinamento. In parole povere si aquista "più coscienza" di cio' che accade. Non credi che nella Musica sia la stessa cosa? Non dimentichiamo di "voler" volare e lasciamoci andare. Autorizziamoci addirittura ad essere fallibili e non stiamo lì a pensare che da un momento all'altro potremmo sbagliare. La Musica ci vuole disponibili e disponibili a rischiare. Solo dopo si vedrà cosa non è andato e perchè. Sei brava e ti puoi permettere di entrare nella Musica senza chiedere "permesso". Oggi rivedevo su SKY un concerto della Mutter con Andre' Previn, ormai settantacinquenne, al pianoforte. Grandissimi virtuosismi in una sonata di Mendelsohn. Eppure la tranquillità e la rilassatezza prevaleva e si trasformava in grandissima energia. Naturalmente non dico a te questo, Nancy. Tu sai ben gestire le tue possibilità tecniche. Lo dico, perchè mi dai l'occasione di generalizzare. Grazie e ciao
  8. Ma cara Nancy, è uno studio affatto facile!!!! Proprio perchè insiste incessantemente sullo stesso gesto pianistico dall'inizio alla fine. Non credo che Chopin lo abbia reso "dodicesimo" a caso! Io l'ho studiato, ma non eseguito. In passato l'ho voluto leggere, come tanti altri studi, per rendermi conto del tipo di difficoltà e di complessità. Devo dire che, naturalmente, come tu avrai già scoperto, l'equilibrio delle due spalle, dei due avambracci, delle due mani ecc.. è cosa fondamentale. Il fattaccio è che il corpo un poco oscilla per raggiungere la parte alta della tastiera e questo può portare fuori equilibrio. Studiarlo ad accordi sembra banale, ma, secondo me non lo è. Ognuno di noi ha diversa lunghezza delle dita e quindi ognuno di noi assume, con la mano, posizioni leggermente diverse suonando simultaneamente i tricordi. Il fatto è che, credo, sia fondamentale trovarsi su tutta la posizione sin dal momento che si suona la prima delle note dei "tricordi" stessi. Notavo che spostarsi con l'intera nuova posizione , senza ruotare minimamente il polso, ci aiuta a ripetere in avanti e indietro gli stessi gruppi di note, ripetendo la "stessa posizione" , la stessa medesima "cosa",senza l'idea di dover "girare" per cambiare la posizione stessa. Forse per te , magari, Nancy, dico una cosa banale, che hai già superato. Io ho appreso questo negli arpeggi finali della Wanderer di Schubert o semplicemente suonando gli arpeggi di semicrome del finale del terzo tempo del chiaro di luna di Beethoven. Finire l'arpeggio sino al 5° e poi spostarsi sulla nuova posizione e viceversa, come se si suonassero accordi "sciolti". Trovo ciò anche mentalmente più facile. In questo studio, questo tipo di trovata tecnica è inevitabile. Un po' come abbiamo detto nelle scale: non pollice sotto, ma pollice a fianco. Mai ruotare il polso. Ecco che tra il suonare il tricordo e il suonare le note in successione...la differenza di movimento è minimo, quasi impercettibile. Spero di non essere stato banale, altrimenti ad abundantiam! Buon mare!!!
  9. Con l'occasione ti do il benvenuto. Usare liquidi lubrificanti è contro ogni buon senso. In questo caso la meccanica va revisionata e bisogna controllare dli attriti che i perni fanno negli "snodi "della meccanica, detti forcole. Probabibilmente il tasso di umidità relativa è troppo alto. E l'intervento passato, spero, non abbia contribuito a danneggiare ulteriormente. Infatti se il lavoro di precisione viene eseguito sostituendo i perni e alesando le guarnizioni , secondo, però, certe regole,il problema non dovrebbe ripresentarsi. Questo a meno che nell'ambiente non ci sia umidità eccessiva. L'uso di liquidi lubrificanti, col tempo, peggiora le cose. E' stato riscontrato che il Ballistol, liquido molto reclamizzato, col tempo, aciugandosi, crea maggior frizione. Bisogna vedere innanzi tutto se le guarnizioni sono state danneggiate. Di che pianoforte si tratta? Si può vedere qualche foto dello strumento, della meccanica e della martelliera in particolare? Se è un verticale, i perni sono nascosti e bisogna smontare a campione per verificare. Bisogna vedere, secondo lo stato dei martelli, se conviene cambiare i perni. Potrebbe essere necessario e conveniente cambiare martello, astina, noce e forcola. Un bravo tecnico saprà valutare il da farsi. Che tipo di "revisione " è stata fatta? P.S. anche un piccolo video dell'impedimento del movimento sarebbe utile
  10. l'avevo confusa! Comunque la realizzazione dell'abbellimento è giusta.
  11. superato il fatto che è appoggiatura, è giusta la realizzazione. Su valore puntato binario 2/3 del valore puntato stesso viene preso dall'appoggiatura, altrimenti diventa una acciaccatura in battere. Va bene croma fa e semicroma mi b seguita da semicroma si b ( mi pare che il pezzo sia in sol minore?)
  12. Io sono molto di più dalla parte di Nancy e di ttw. Non che quello che dice Simone non sia giusto. Infatti ognuno di noi ha i suoi tempi e le sue modalità. Mi fa pensare un po' all'approccio che i grandi oratori hanno quando vogliono far "presa" su chi ascolta. Alcuni politici e alcuni sindacalisti li ritengo grandi oratori. Non, naturalmente, per le corbellerie che dicono, ma per come sappiano arrivare progressivamente, iniziando "dal niente", al massimo dell'espressione e dell'intensità che sottolineano quello che vogliono affermare. Credo che nella Musica sia un po' la stessa cosa. Sedersi al pianoforte e suonare d'acchitto la polacca op. 44 di Chopin o un allegro barbaro di Bartok, non è "buona cosa" sia per chi suona, sia per chi ascolta. Forse iniziare con pezzo più tranquillo e cantabile potrebbe essere "una buona cosa". Invece di scaldare le mani al caminetto, contemporaneamente scaldare la nostra mente e il nostro cuore. Entrare "subito" nella Musica, in punta dei piedi, per poi chiedere a noi e ad Essa sempre di più. Tutto diviene naturale e niente è propedeudico. Tutto serve a tutto. Tecnica, Musica, Gesto, si compenetrano, senza peoccupazione di approccio. Se ci troveremo di fronte ad uno strumento che ci permetterà di esprimerci e di affidarci a lui, invece che sfidarlo, scopriremo forse che sin dall'inizio le nostre potenzialità muscolari sono addirittura esuberanti rispetto alle energie richieste. Via, via, come quell'oratore che vuole affermare ed interessare progressivamente chi ascolta, entreremo sempre di più nella Musica e tutto si farà sempre più intenso ed incisivo. Di converso, credo che "scaldarsi" una mezzoretta, possa "distaccarmi" da ciò che è l'inizio del "discorso", dal punto da cui devo muovere ...per arrivare . Sedersi. Concentrarsi. Aprire la porta della Musica. Suonare. Una "buona cosa" ritengo che sia ...pensare, prima dell'attacco del pezzo...alle prime note o alle prime battute del pezzo stesso. Ascoltarlo senza iniziare....come se iniziasse dentro di noi. Quando inizieremo..a suonare.......ci troveremo già nella Musica. Sicuramente molti di voi già fanno questo. Ma invito a farlo. I risultati saranno sorprendenti. Le prime volte passerà un po di tempo per .....aprire la porta, ma poi, in seguito, si potrà constatare che sono sufficienti pochi secondi di concentrazione per trovarsi già ..."dall'atra parte". Addirittura alcuni musicisti riescono ad attraversare questa "preparazione" prima di uscire in pubblico, così da iniziare appena seduti allo strumento. Naturalmente tutto questo è ........"secondo me" e rispetto qualsiasi altra modalità.
  13. certo Giovanni. Diciamo che nell'intervento di intonazione, un serio tecnico controlla il livello e la planearità delle corde.
  14. IO credo che sia ancora un problema di intonazione. comunque è giusto controllare l'aderenza delle corde al ponticello. Il tappeto mi sembra una sciocchezza. risparmia i soldi. Naturalmente, un'altra causa è appunto la solcatura del martello che, oltre a rendere il suono più aspro e duro, lo produce, man mano che ci avviciniamo alla zona medio acuta, un "suono sporco". Bisogna vedere lo stato dei martelli, rifare l'accordatura e rivedere l'intonazione. Anche controllare, in sede di intonazione, la planearità delle corde di ogni coro, che devono essere colpite simultaneamente dal martello
  15. Secondo me il discorso è più complesso. Cercherò di argomentare sinceramente e apertamente ( spero anche chiaramente) la mia opinione. Io credo innanzi tutto che ognuno di noi può essere al tempo stesso maestro e allievo. Risparmio l'approfondimento di tale concetto. Il Diploma e gli "esami" di Conservatorio non devono essere intesi come punto di arrivo, ma come punto di partenza. Tuttavia sono prove, obiettivi ecc. che ci obbligano ad intravedere un traguardo e superare uno step. Può essere vero che non sempre sostenere esami faccia crescere, come può essere vero che invece siano un toccasana. Il prima, il durante e il dopo il Diploma è governato dalla nostra disponibilità ad ascoltare e far proprie le esperienze e le conoscenze di altri musicisti. Nella mia modesta vita musicale e di "discontinuo insegnante" ho incontrato diverse tipologie di allievi o di altri musicisti che mi hanno chiesto una opinione tecnico-musicale( Questo quando mi sono trovato in posizione di maestro e non di allievo). Alcuni si abbandonano per un periodo all'insegnamento e prendono per unica strada quello che il docente suggerisce, o meglio, quello che il docente suggerisce di non fare. Alcuni con "tempi propri" fanno più o meno "proprie" certe nozioni e le interiorizzano. Alcuni altri fanno magari un po' di fatica nel comunicare e quindi nell'apprendere in profondità i suggerimenti del maestro. Alcuni altri, di indubbia intelligenza e capacità, ascoltano, filtrano, selezionano le "informazioni" e o coscientemente o inconsciamente concludono che, in fondo, quello che loro pensano è più giusto. Insomma tra una netta divisione di chi può avere Maestri e chi non ha e non ha mai avuto Maestri, c'è anche una tipologia di Musicisti che , con umiltà, si guarda intorno. Da allievo, ho incontrato, in età giovanile, diversi Maestri che dicevano cose che non erano "nelle mie corde", ma poi, dovetti constatare che ...le "mie corde" erano ancora troppo poche e..corte per poter vibrare in risonanza con quei concetti. Quindi, al di là del fatto che il discorso andrebbe approfondito, sviluppato,dibattuto, quoto la frase di Fabio: " Sarebbe bello trovare nuovamente un buon maestro....". Invito anche a rileggere il pensiero di Horowitz , postato da Frank. Mi piace molto P.S.Per la pittura e per il disegno ( magari per quest'ultimo di meno) il discorso è diverso. Io posso trovarmi di fronte ad un paesaggio e "interpretarlo" , in sintesi, con due o tre macchie di colore.E ciò può essere giudicato estroso, personale ed eccellente nella "libera interpretazione".Nell'esecuzione di una ballata di Chopin e di un capriccio di Paganini bisogna, invece, rispettare certe regole, anche se flessibili, e certe abilità che permettono la buona rappresentazione dell'opera.
  16. Se è più stretta deve essere così. Dalla foto sembra giusta anche in relazione all'altezza del martello stesso. A vedere la foto non mi sembra ci sia molto spazio tra un martello e il suo vicino . Comunque è tutto da vedere.
  17. Grazie Nancy dell'aiuto! Sono stato troppo "sommario"......o forse troppo complicato. Insomma proprio quell'arco "descritto" di cui tu parli, Nancy, vorrebbe suggerire di muovere dalla spalla e far si che la mano e le dita siano le ultime a lasciare la tastiera per spostarsi.( vedere anche le foto del libro di Sandor) In questa maniera si crea anche un "modo di legare"efficace, magari, per tratti di spostamento più brevi. Trovo giusto ed intuitivo il suggerimento delle dita che "contrastano la caduta per gravità". All'inizio molte cose sembrano difficili...ma poi divengono naturali...come parlare e camminare. Non ti rammaricare , Fulvio, a proposito della scelta del brano. Va benissimo. Non è eccessivamente difficile. Però si tratta di Chopin. Non vorrei averti complicato le cose...a distanza. L'ultima cosa che voglio dire è "osservarsi". Quando i movimenti non sono naturali e rilassati...qualcosa non va. Il Maestro vigilerà su questo e non solo.
  18. Deve essere montata una martelliera pressoché identica. Forse in carpino o noce....dipende dal peso che non deve alterare quasi di niente il bilanciamento fatto dalla Casa. Le code devono essere limate perpendicolarmente allo stiletto. Questo per evitare che durante la parata del martello si stressi il perno di centro...ma questi sono dettagli che vedrà il tecnico. La larghezza dei martelli dipende dal distanziamento delle corde. Quasi sempre su un grancoda è minimo 11-11,5, ma può essere anche 12mm. La coda non è asimmetrica.
  19. Mi colpisce l'osservazione di Nancy e da là vorrei partire. Non che le osservazioni di Simone non siano giuste, anzi, come ben vediamo, ha postato anche alcuni video molto utili. Vorrei raggirare l'ostacolo, non per sfuggirlo bensì per cogliere l'occasione di generalizzare. Il fatto di non crearsi troppe preoccupazioni , di non teorizzare troppo, a volte è utile. Nel caso dell'apprendimento da adulto, subentra un grande spirito critico inconscio. L'adulto è mentalmente "strutturato" e per lui sarà molto più difficile imparare a sciare, a giocare a tennis, a suonare il pianoforte abbandonandosi al semplice "fare". Partire dalla rilassatezza e basta è un buon inizio. Se subentra rigidezza e tensione in un accompagnamento della sinistra che richiede pochissimo, vuol dire che c'è sotto una elaborazione mentale critica. Anche cambiare pezzo non è male. L'attenzione del Maestro sarà la migliore guida. Guarda anche i miei video tutorials sulla tecnica pianistica. Qualche giorno di riposo e poi iniziare di nuovo. In un mio tutorial spiego ed esemplifico come , pur tenendo salde la punta delle dita, posso tenere i muscoli del braccio e dell'avambraccio fuori tensione. L'impulso di cui parla Simone è giusto, ma secondo me può essere naturalizzato in una fase avanzata. All'inizio l'allievo può solo agire sulla gravitazione e sul rilassamento.( postura molto naturale della mano, senza immagini "rattrappite") Nel pezzo in questione, allora, come spostare il braccio e la mano da una parte all'altra della tastiera? Si provi lentamente a fare questo movimento come se tutto il braccio fosse pendente dalla spalla, rilassando tutti ...dico tutti i muscoli del braccio e dell'avambraccio. La sensazione che si deve cogliere è quella di un "braccio morto". Questo concetto della mobilità delle spalle servirà in futuro a sviluppare il pp, il p, il mf, il f. RIcordo di aver ascoltato e visto a distanza ravvicinatissima W. Bachaus suonare come bis Warum di Schumann tratto dai fantasiestuck. Le sue spalle erano molto mobili e le braccia dolcemente comandate da questa rilassata sospensione, che in un attimo poteva divenire appoggio massimo. Mille colori uscivano dalla tastiera e le voci cantavano in una timbrica differenziata. Non lo dimenticherò. Quindi per ora poche regole ma sane. Pochi movimenti, ma giusti. Più rilassatezza. P.S. in questo brano vale la pena suonare, caso mai, con più gravitazione la mano destra che diverrà molto cantabile. La sinistra fa e deve fare molto poco, se non scandire il dolce e lento tempo di valzer. Buono studio
  20. Giovanni mi ha ben preceduto. Ho fatto qualche giorno di vacanza. Sono in linea anche io con lo scambio di opinioni e sono d'accordo con Giovanni che non si può dire di più senza vedere da vicino la martelliera. Sicuramente una sostituzione con martelli nuovi e appropriati valorizzarebbe il suono dello strumento e non solo. La forma dei martelli, come già detto, è molto importante , come importante la giusta foratura e il giusto "punto di percussione".
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