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Piano Concerto - Forum pianoforte

Il Mio Pianoforte è Scordato ?


Guest Pianotuning
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Guest Pianotuning

Cari amici del forum,

 

molte persone prima di farmi accordare il loro Pianoforte, mi pongono la fatidica domanda : " IL MIO PIANOFORTE E' DA ACCORDARE ? "

 

Vorrei poter dare il mio umile contributo a questo forum rispondendo alla domanda.

 

La stragrande maggioranza dei Pianisti ascolta il suono del Pianoforte accompagnato da una lieve ( spesso anche abbondante ! ) ma cronica scordatura. Se si ascolta

invece un brano eseguito su uno strumento appena accordato con cura , il brano assume un altro senso rispetto a prima.

Scompaiono tutte le dissonanze, tutti gli armonici coincidono e i suoni si sommano diventando chiari e decisi. Purtroppo questa perfezione acustica SVANISCE NEL GIRO DI POCHE ESECUZIONI E IL PIANISTA PRENDE PER BUONO TUTTO QUELLO CHE VIENE DOPO, ABITUANDOSI ALLE STONATURE CHE INESORABILI AUMENTANO GIORNO DOPO GIORNO !!

 

Pianotuning

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Sacrosante parole... E' verissimo ! Per effettuare la prova basta anche solo munirsi di un accordatore cromatico (che non funziona per accordare) ma che per la singola nota può misurare la variazione in frequenza da un giorno all'altro o anche dopo poche ore di utilizzo. Le note scendono dopo solo un giorno di almeno 1-2 cents (Chi più chi meno). Tutto ciò è ovviamente dato dall'assestamento delle corde al nuovo "tiraggio", la differenza di sezione poi ne determina la quantità di scordatura. Ecco perchè i pianoforti per un concerto si accordano solo qualche ora prima del concerto, spesso si finisce prima che entri il pubblico (si veda ad esempio Horowitz che si portava sempre dietro il suo fedele accordatore Franz Mohr).

 

Un saluto

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Sono d'accordo.

 

Del resto non si può tenere il proprio pianoforte sempre perfettamente scordato.

 

Teniamo presente che un pianoforte ben accordato, con una accordatura ben stabilizzata.....dura!!!!! Se lo strumento tiene bene, il progetto della cordiera è buono....l'accordatore è buono....allora l'accordatura dovrebbe scendere gradualmente senza eccessive cadute.

 

Un professionista che lavora con il suo strumento dovrebbe far controllare spesso l'accordatura e non solo. Sono d'accordo.

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  • 4 months later...

Perchè si afferma che un accordatore cromatico non funziona per accordare anche se tutti i modelli (compresi quelli da 12 euro e quelli per chitarra non cromatici che accordano solo le 6 corde) sono in ogni caso già tarati per il temperamento equabile?

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Perché gli accordatori cromatici accordano per comparazione di frequenze. Registrano la frequenza in ascolto comparandola con quella in loro possesso. Se è superiore suggeriscono di abbassare, se inferiore di alzare. Per questo motivo non tengono conto della disarmonicità delle corde che varia da pianoforte in pianoforte e di corda in corda... Ecco perché l'orecchio è insostituibile, perché fa affidamento a determinati accordi per ascoltarne i battimenti. In questo caso si parla di relazioni tra armonici ed il conteggio dei battimenti tiene già conto della disarmonicità. Pianoforte ed accordatori cromatici non vanno d'accordo. Prova ad accordare un pianoforte con un accordatore cromatico, a lavoro finito, suonandolo, lo sentirai spento.

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Grazie TheSimon per la risposta, prima accordavo solo "a orecchio".

Ora però quando mi fa comodo uso anche un software per accordare (ascoltare i battimenti su certe porzioni di tastiera mi resta un po' faticoso e in ogni caso impiego troppo tempo).

Il programma che uso, più che un comparatore di frequenze, è un frequenzimetro che invece di visualizzare la frequenza in esame, indica con il classico scorrimento di led (tipo accordatore Yamaha professionale).

Proverò in futuro ad accordare solo a orecchio o solo con il pc cercando di percepire le differenze.

 

E tu Pianotuning che passi la vita con la chiave in mano, che ne pensi?

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Guest Pianoaccordatore

ciao sergio,

 

personalmente, accordo i pianoforti ad orecchio in modo tradizionale perche l'orecchio umano è da sempre il miglior accordatore che conosco!!.

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Perchè si afferma che un accordatore cromatico non funziona per accordare anche se tutti i modelli (compresi quelli da 12 euro e quelli per chitarra non cromatici che accordano solo le 6 corde) sono in ogni caso già tarati per il temperamento equabile?

La domanda sorge spontanea e secondo me merita risposta esauriente, perché chi non è del mestiere, ma comunque curioso, non riesce a capirlo, nemmeno leggendo i vari manuali e ora i vari tutorial presenti su internet. Vedo che TheSimon ha già fatto un passo e probabilmente ha dato la risposta, ma in un modo ancora poco chiaro per il neofita. Perciò voglio esporre quello che può essere un punto di vista di chi non capisce e tentare di dare una risposta "dal basso", senza avere la pretesa di interpretare i dubbi degli altri.

La domanda più semplice è:

Tutto quello che si legge nei manuali d'accordatura, riguardo il temperamento equabile, i battimenti etc. sarà sicuramente riproducibile tramite un accordatore cromatico elettronico, magari già da fabbrica; cioè una volta stabilite le frequenze tenendo conto di quanto spiegato nei manuali dovrei essere a posto, o no?!

La risposta è no! Bene, allora bisogna capire il perché.

E' forse un problema di sensibilià? Possibile che non siamo in grado di costruire uno strumento, per quanto costoso, che abbia una sensibilità sufficiente da fissare le frequenze in modo soddisfacente?!

La risposta dovrebbe essere: certo che si può! A questo punto, se la risposta giusta risulta sbagliata, vuol dire che è sbagliata la domanda!

Credo che bisogna allora spostarsi nel campo della percezione, sia dell'orecchio, che dello strumento elettronico e credo che il diavoletto qui sia la non linearità del sistema uditivo e anche del sistema "corda reale".

 

Se lo strumento elettronico fosse affidabile nell'estrarre dal suono di ciascuna corda vibrante una portante e contestualmente l'orecchio fosse soddisfatto di avere le portanti di tutte le corde fissate a precise frequenze di manuale, non avremmo problemi.

 

Il problema è quindi forse che l'orecchio non cerca la portante e nemmeno il semplice rapporto tra le portanti, bensì la percezione di un altezza di un suono complesso prodotto da una corda "reale" e ancor più i rapporti tra suoni complessi. L'intelligenza dell'orecchio, ancor prima del cervello non è riducibile a una semplice FFT, che può fare uno strumento per quanto sofisticato. L'altezza percepita non sarebbe dunque quella consigliata dallo strumento e può essere senz'altro diversa da un pianoforte all'altro.

 

Quindi tra un pianoforte e l'altro l'errore prodotto dallo strumento elettronico varia certamente.

Nemmeno si può pensare che l'errore prodotto dallo strumento sia costante nel tempo e quindi "fotografabile" dallo strumento per un suo riutilizzo, perché ovviamente le caratteristiche fisiche del pianoforte variano nel tempo.

 

A questo punto rimarrebbe da chiedersi: quanto l'accordatura può essere soggettiva e quanto invece la strampalata finezza dell'orecchio è riproducibile da un essere umano all'altro?!

Per esperienza personale mi pare che sia molto riproducibile e quindi penso anche che la "distanza" da un orecchio all'altro sia tipicamente ben inferiore a quella tra un orecchio e uno strumento elettronico.

 

Perdonate la lunghezza del mio tentativo, ma percepisco e condivido il bisogno di una risposta!

cari saluti

 

p.s. probabilmente, da ignorante, ho anche sottovalutato il funzionamento di strumenti professionali, ma credo che la sostanza non cambi.

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Ascoltiamo un pf accordato ad orecchio e poi lo stesso pf accordato elettronicamente. Noteremo delle differenze.

Queste differenze sono a mio avviso estremamente piccole; relativamente maggiori invece sono le variazioni in frequenza causate dal tempo, (anche un' ora) temperatura, umidità relativa, tensioni sul telaio allungamento delle corde successivo all' aumento di trazione, microscopiche rotazioni antiorarie delle caviglie ecc..

Spero che mi sono sbagliato così mi metto l'anima in pace e torno a contare i battimenti.

 

Ho visto alcuni accordatori e liutai accordare pf solo con dispositivi elettronici per i singoli cori e tutto il resto.

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Scusami ma da neofita avevo letto quello che ha scritto Simone e credevo di aver capito ma quando ho finito di leggere il tuo sono rientrato nella confusione...

Che significa che se lo strumento elettronico fosse in grado di estrarre dal suono di ciascuna corda vibrante una portante ? Come può esistere una portante su un'unica corda vibrante ? Per portante intendi quella che genera il battimento ?

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ah ah,

mi scuso, ma non volevo generare confusione (o forse sì...) :) ,

in realtà per portante volevo intendere la vibrazione fondamentale, più lenta e inizialmente più intensa, alla quale pensiamo generalmente di riferire l'altezza della nota

 

comunque il mio è solo un tentativo di spiegazione, quindi non farci troppo affidamento... :ph34r:

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  • 3 months later...

Ma se il pianista suona sempre su uno strumento scordato, come può il suo orecchio perfezionarsi? L'orecchio di un pianista sarà quindi sempre svantaggiato rispetto ad esempio a un musicista che suona uno strumento a fiato e che quindi mantiene sempre la stessa intonazione? E' così, oppure mi sbaglio? E, suonando ad esempio 3/4 ore al giorno, ogni quanto tempo sarebbe consigliabile far accordare il pianoforte? In verità, suonare con uno strumento che non è mai accordato, è una sofferenza. E i cambi di stagione, o meglio i cambi di temperatura, non contribuiscono a peggiorare ulteriormente l'intonazione?

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Un professionista che lavora con il suo strumento dovrebbe far controllare spesso l'accordatura e non solo.

Paolo, cosa significa che bisogna far controllare altro oltre all'accordatura? Quali sono le operazioni che bisogna chiedere periodicamente al tecnico, oltre all'accordatura, per evitare che qualcosa nel tempo venga trascurato, specialmente quando un tecnico ha a che fare con semplici studenti come me che non ne capiamo granché?
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Guest Pianoaccordatore

Ciao Gianfranco, le domande che hai posto sono tutte intelligenti.

 

In America, i pianisti hanno un controllo maniacale del proprio strumento. Controllo inteso come mantenere sempre il proprio pianoforte accordato ed efficiente meccanicamente.

In Italia non è cosi. Molti pianisti ricorrono a chiamare un tecnico accordatore soltanto quando il pianoforte è inascoltabile!!! e come giustamente hai detto tu, ci si abitua giorno dopo giorno a una scordatura cronica che diventa abitudine e si finisce per prendere tutto per buono.

 

Un professionista ma anche uno studente che studia e lavora sul pianoforte alcune ore al giorno tutti i giorni, e vuole tenere il proprio strumento davvero "in ordine", dovrebbe farlo accordare ogni 2 mesi.

Per quanto riguarda l'intonazione di uno strumento, è molto importante l'ambiente dove viene collocato il pianoforte; lontano da repentini sbalzi di temperatura ma soprattutto di umidità.

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Ciao Gianfranco, le domande che hai posto sono tutte intelligenti.

 

In America, i pianisti hanno un controllo maniacale del proprio strumento. Controllo inteso come mantenere sempre il proprio pianoforte accordato ed efficiente meccanicamente.

In Italia non è cosi. Molti pianisti ricorrono a chiamare un tecnico accordatore soltanto quando il pianoforte è inascoltabile!!! e come giustamente hai detto tu, ci si abitua giorno dopo giorno a una scordatura cronica che diventa abitudine e si finisce per prendere tutto per buono.

 

Un professionista ma anche uno studente che studia e lavora sul pianoforte alcune ore al giorno tutti i giorni, e vuole tenere il proprio strumento davvero "in ordine", dovrebbe farlo accordare ogni 2 mesi.

Per quanto riguarda l'intonazione di uno strumento, è molto importante l'ambiente dove viene collocato il pianoforte; lontano da repentini sbalzi di temperatura ma soprattutto di umidità.

Mi hanno detto (non qui a pianoconcerto.it) di far accordare il pianoforte una volta l'anno, oppure ogni sei mesi, ma che senso ha suonare uno strumento scordato? Me l'hanno detto i due accordatori del negozio dove ho acquistato il pianoforte. Persino io che studio il pianoforte da pochissimo tempo, esattamente da un anno, trovo fastidioso suonare uno strumento che non è accordato, danneggiando inoltre il mio orecchio perché non lo educo al suono intonato. Che senso ha dire alle persone che una accordatura all'anno è sufficiente? Pianoaccordatore, condivido ciò che hai scritto, anche se ovviamente far accordare il pianoforte ogni due mesi è una bella spesa, ma se si sceglie di studiare il pianoforte bisogna metterlo nel conto. E Beethoven, Chopin, e tutti gli altri, chissà ogni quanto tempo facevano accordare i loro pianoforti di casa.
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Guest Pianoaccordatore

Chi ti ha detto che potrebbe sufficiente accordare 1 volta l'anno il pianoforte potrebbe aver ragione.

 

Infatti, l'accordatura di un piano dipende dalle sue condizioni, dall'ambiente in cui è situato e dalle esigenze musicali del proprietario.

 

Un pianoforte usato come pezzo d'arredamento non avrà bisogno di essere accordato più di 1 volta l'anno. Un piano che viene suonato regolarmente ed è in buone condizioni, potrebbe farcela con 2 accordature l'anno; un pianoforte che viene suonato per studio giornaliero da studente o musicista professionista, potrebbe aver bisogno di essere accordato ogni 2 mesi. (in questo caso, in genere, i tecnici accordatori offrono dei pacchetti convenienza)

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Chi ti ha detto che potrebbe sufficiente accordare 1 volta l'anno il pianoforte potrebbe aver ragione.

 

Infatti, l'accordatura di un piano dipende dalle sue condizioni, dall'ambiente in cui è situato e dalle esigenze musicali del proprietario.

 

Un pianoforte usato come pezzo d'arredamento non avrà bisogno di essere accordato più di 1 volta l'anno. Un piano che viene suonato regolarmente ed è in buone condizioni, potrebbe farcela con 2 accordature l'anno; un pianoforte che viene suonato per studio giornaliero da studente o musicista professionista, potrebbe aver bisogno di essere accordato ogni 2 mesi. (in questo caso, in genere, i tecnici accordatori offrono dei pacchetti convenienza)

Solitamente io suono il pianoforte quattro ore al giorno, il mio strumento è ottimo, cioè è nuovo, ed è tra i più costosi in commercio. Certo, ha un bel suono, però non lo sento sempre perfettamente intonato. L'ultima volta l'ho fatto accordare lo scorso inverno, ma il tecnico, appunto, come l'altro dell'accordatura precedente, mi ha detto che, sì, va bene, se proprio vuoi, lo puoi far accordare anche ogni sei mesi, ma è esagerato. Significa quindi che il pianista deve rassegnarsi a una accordatura non perfetta, che in realtà non esiste?
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Solitamente io suono il pianoforte quattro ore al giorno, il mio strumento è ottimo, cioè è nuovo, ed è tra i più costosi in commercio. Certo, ha un bel suono, però non lo sento sempre perfettamente intonato. L'ultima volta l'ho fatto accordare lo scorso inverno, ma il tecnico, appunto, come l'altro dell'accordatura precedente, mi ha detto che, sì, va bene, se proprio vuoi, lo puoi far accordare anche ogni sei mesi, ma è esagerato. Significa quindi che il pianista deve rassegnarsi a una accordatura non perfetta, che in realtà non esiste?

Comunque grazie mille, Pianoaccordatore, per le tue gentili risposte. Avrei un'altra domanda da farti: "Cosa si può usare per pulire i tasti del pianoforte dal grasso delle mani?".
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Guest Pianoaccordatore

Se il tuo pianoforte è "moderno" e quindi ha tasti con copertura in resina, confrontandomi anche con altri tecnici, consiglio il Vetril con ammoniaca passato ovviamente non direttamente sui tasti ma sul panno.

 

. . . l'accordatura perfetta esiste caro Gianfranco, il problema è che suonando 4 ore al giorno, l'accordatura "perfetta" durerà solo pochi giorni, non perchè il tuo tecnico è incompetente ma bensi la ripetuta percussione dei martelli sulle corde provoca su quest'ultime un rilassamento non uniforme. Quindi in casi come il tuo, o si accorda davvero spesso per tenere sempre l'accordatura perfetta oppure si deve essere tolleranti e accettare un pianoforte che inesorabilmente tende a scordarsi.

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Se il tuo pianoforte è "moderno" e quindi ha tasti con copertura in resina, confrontandomi anche con altri tecnici, consiglio il Vetril con ammoniaca passato ovviamente non direttamente sui tasti ma sul panno.

 

. . . l'accordatura perfetta esiste caro Gianfranco, il problema è che suonando 4 ore al giorno, l'accordatura "perfetta" durerà solo pochi giorni, non perchè il tuo tecnico è incompetente ma bensi la ripetuta percussione dei martelli sulle corde provoca su quest'ultime un rilassamento non uniforme. Quindi in casi come il tuo, o si accorda davvero spesso per tenere sempre l'accordatura perfetta oppure si deve essere tolleranti e accettare un pianoforte che inesorabilmente tende a scordarsi.

Grazie mille, sei molto gentile.
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Tardo a rispondere e mi scuso. Comunque concordo con Pianoaccordatore. Diciamo che un pianoforte ben accordato e che non presenti problemi di tenuta di accordatura si scorda gradualmente e uniformemente. E' molto importante come l'accordatore muove e stabilizza le caviglie. Concordo sui tempi. Anche tempi lunghi dovrebbero soddisfare il Musicista se lo strumento si "muove" uniformemente. Il mio "non solo" stava a significare che è necessario controllare anche l'intonazione dei martelli, possibilmente senza intervenire troppo "a fondo", modificando troppo la timbrica generale. Altra attenzione si deve porre ovviamente alle brusche variazioni di temperatura e soprattutto di umidità relativa. Queste contribuiscono a "scordare" e a modificare, se considerevoli, l'intonazione dei martelli. Ad esempio, martelli che abbiano assorbito molta umidità nell'ambiente possono modificare molto il suono. Una leggera stiratura con ferro caldo può rimuovere questa umidità eccessiva e ridonare ai martelli stessi quella fisiologica elasticità di un tempo. E' comunque un intervento che deve essere eseguito con cautela e solo se necessario. Insomma, poi ci siamo noi....oggi il nostro pianoforte è sordo...oggi il mio pianoforte è aspro....Una giornata molto piovosa può farci innervosire ....due ore nel traffico possono aver messo a dura prova il nostro orecchio...ecc. Quindi il suono pianistico e musicale in genere fa i conti con la messa a punto del nostro strumento, ma anche con le condizioni di ambiente e con le nostre condizioni psicoacustiche. Suggerisco di riposare e chiudere gli occhi in silenzio per 15 minuti prima di avvicinarsi allo strumento e studiare. Il giorno dopo ripetere l'esperimento senza questo piccolo periodo di "meditazione". Credo ci sarà differenza nella percezione del suono.Che ne pensate?

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Guest Pianoaccordatore

Sono d'accordo Paolo.

Credo che la Musica nasca dal silenzio e nel silenzio faccia ritorno, quindi anche nell'ascolto del nostro caro amico pianoforte spesso trascuriamo sfumature timbriche e sonore.

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