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Piano Concerto - Forum pianoforte

Analisi


DrJellyfish
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E' indispensabile conoscere bene l'armonia per essere un "Musicista" o non è indispensabile?

 

L'armonia è solo un dettaglio da conoscere, la musica (colta) è fatta anche di elettronica?

 

Passo questo perchè ce l'ho pronto

 

"Mortuos plango, vivos voco di Jonathan Harvey"

http://www.youtube.com/watch?v=nYdRzDx1_J4

 

Io non avrò la tua età Modale, ma non ho più vent'anni da un po'. Per me la modalità è solo una tappa di studio come lo è la dodecafonia o la tonalità...come lo sono le misture, etc. Tutto per dire che se uno non partecipa alla discussione magari è perchè forse ha valutato che non ne vale la pena soffermarsi troppo su quel dettaglio, del resto vorrei capire che tipo di analisi (modale? il centro del mondo che ti sei costruito e fai bene a portare avanti) faresti sul brano che ho postato.

Non è che chi ti sembra dubbioso è giovane, banalmente ha valutato che il mondo è andato avanti e se proprio devo sceglire una modalità...riscoprerei quella rinascimentale ... o meglio ancora, coltiverei i fiamminghi per fare un tutto nel passato?

 

Lo chiedo perchè i giovani è bene che sappiano che la musica del nostro tempo non è fatta solo di tonalità, modalità e tanto meno di sola modalità, un importante tappa storica.

 

Buon ascolto

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Parlavo di Armonia in senso lato, non modale o tonale o altro. Ognuno magari approfondisce l'aspetto della armonia in base alle sue scelte ma comunque ha conoscenze sufficienti anche in altri campi della armonia. Ma esistono musicisti che non sanno nulla o quasi della armonia, non credo siano tanti ma esistono. Vorrei che si parlasse di questo aspetto della cultura musicale indipendentemente da me o da altra persona, ma in generale.

Parlo di armonia nella sezione jazz di questo forum in quanto pare che sia l'unico luogo possibile, ma ciò non significa che non abbia allargato lo studio ad armonie modali di altra estrazione.Ho ascoltato il brano da te proposto, forse non è indispensabile conoscere l'armonia, almeno quella tradizionale, per comporre un brano di questo tipo e forse neanche lo studio almeno quello inteso in senso tradizionale, credo siano sufficienti un ottimo orecchio, un bel gusto, e tanta interiorità (e non è poco!). Va rivista la definizione di musicista?

Forse si.

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mmhm. Viste le prove di ammissione per musica elettronica, dubito non serva nulla. Certo, quanto sostiene Modale è sacrosanto...mah... il gusto si forma pure, per cui ... non so quanto sia lecito pensare che un musicista non conosca nulla di tradizionale...

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Ritengo che l'armonia vada conosciuta qualora ci si ponga in un contesto musicale ove occorra conoscerla. Conosco un Direttore di Orchestra che propone musiche di Mozart ed altri classici che di armonia conosce quasi nulla, eppure dirige una orchestra. Credo comunque sia una eccezione. Ritenete che un musicista che non conosca l'armonia possa proporsi come direttore di orchestra?

Ritengo che la musica come dice Frank debba partire da una sensualità innata del musicista, un vedere nei propri sensi, molti jazzisti non conoscono nulla di armonia, non sanno neanche leggere la musica, eppure suonano divinamente, suonano ad orecchio. Perchè no,Anche un direttore di orchestra può non conocere l'armonia, l'importante è che sappia leggere, eseguire, interpretare. L'orecchio musicale in tutti i tipi di musica, classica, jazz, elettronica.... è la prima cosa, come lo sono l'obiettivo e la capacità di esternare le proprie emozioni. Comunque vorrei dire che a parte i geni che ragiungono alti livelli senza aver studiato nè la musica nè l'armonia, in linea di massima lo studio della musica in generale e della armonia aiuta molto soprattutto i non geni come me e tanti altri. Secondo me il problema sta nel fatto che la crescita è aiutata dalle regole, dallo studio....ma poi ad un certo punto bisogna essere capaci di svincolarsi e di viaggiare per conto proprio, con la semplicità, vedi E Morricone, cominciò con musiche molto complesse armonicamente, poi tornò alla semplicità perche la semplicità è la soluzione della complessità. Vedi M.Davis che ad un certo punto cambiò genere passando intorno al 1954 al modale lineare, cioè la forma più semplice di modale, molti jazzisti restano ancorati al modello afroamericano, tale modello serve per imparare ma poi và superato, in fondo non appartiene alla nostra cultura, è cultura sovrapposta. La nostra vera cultura, di italiani, è quella medio orientale.

http://armoniamodale...E-MODAL+HARMONY)

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Probabilmente tu hai più la visione dell'esecutore, io in questo caso ho un approccio più didattico quindi seguo dei percorsi di base. Sicuramente la sensibilità musicale e il talento sono le cose più importanti, ma non si possono insegnare, tuttalpiù si possono stimolare. Da principio la mia scelta è quella di dare agli allievi una visione chiara dell'armonia etc. partendo da cose elementari e possibilmente vicine al loro background culturale, per poi via via passare a cose più complesse, in modo da fornire loro delle solide (spero) basi dalle quali possano poi sviluppare autonomamente un loro percorso musicale.

Ti sembrerà strano ma, per quanto io per mestiere insegni proprio queste cose, ho sempre sostenuto che il Jazz non si può insegnare (!).

Può sembrare una contraddizione, e forse lo è, però il fatto è che qui non ci sono le condizioni per vivere immersi nella musica e nell'ambiente culturale in cui è cresciuto un Charlie Parker o un John Coltrane, per cui cerco di fornire agli studenti tutte le armi necessarie per poter in futuro trovare una loro collocazione in questa musica (e, cosa ben più difficile, caratteristica di rarissimi grandi didatti, far maturare in loro delle forti motivazioni, una passione e un grande interesse), ma è assolutamente indispensabile che trovino da soli la loro strada e una loro cifra stilistica.

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Ti sembrerà strano ma, per quanto io per mestiere insegni proprio queste cose, ho sempre sostenuto che il Jazz non si può insegnare (!).

 

Scusa, perchè?

 

Anche Mozart andava a lezione ed è certo che sapesse improvvisare...mi sa più di leggenda che altro sto discorso sul non insegnare. Leggevo proprio qui che passare dalla carta, e quindi dallo studio analitico, alza la tacca della qualità dei lavori prodotti, o comunque innalza i propri limiti...per cui, concettualmente studiare il Jazz con un approccio più classico non può che giovare.

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Certo, era un po' un paradosso. Di fatto per un americano (in particolare un nero, in determinati periodi storici) il Jazz faceva parte del normale background culturale, e si aveva la possibilità di praticarlo, di immergersi dentro, di respirarlo. Per un europeo nostro contemporaneo c'è sì la possibilità di ascoltare dei CD o qualche concerto, ma rimane sempre un approccio meno intenso. In questa ottica penso che sia lecito avere dei testi e delle linee guida che ci forniscano delle basi, ma l'improvvisazione in senso stretto, in particolare la pronuncia o il fraseggio, si imparano suonando. Perlomeno è un idea che ho maturato nel tempo.

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Io, da Europea, prenderei tulla la grinta del Jazz ... per il resto farei a modo nostro ;)

 

Quanto conta la pronuncia di un dialetto? Molto dico io, però alla fine conta l'Italiano per capirsi veramente.

 

Sì, ma il dialetto lo devi praticare se lo vuoi parlare. Poi in effetti messa così parrebbe che la musica colta europea sia una lingua e il Jazz un dialetto...

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Obiezione accolta, intendevo dire che stando in Europa è bene che si preservi la nostra identità e che all'interno della stessa alla fine perchè parlare un altra lingua?...o meglio, anche. La contaminazione secondo è la strada giusta, imitare non è mai interessante.

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Sì sono d'accordo, al limite l'imitazione può essere uno stadio del processo. Alla fine appunto è come imparare un'altra lingua. All'inizio imiti la pronuncia di quelli di madrelingua. Poi naturalmente i contenuti e gli sviluppi dovranno essere farina del tuo sacco.

Per quanto riguarda la contaminazione il discorso è un po' diverso: se vuoi eseguire un brano be-bop "filologicamente" è necessario che impari quel determinato linguaggio, un po' come faresti per la musica barocca e via dicendo, se vuoi portare avanti un discorso stilistico personale dovrai esplorare nuovi territori... ;-)

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