Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

"musica" Contemporanea


Vitrus
 Share

Recommended Posts

io dico solo una cosa... che mi renderà più antipatico a chi già mi considera antipatico, probabilmente :)

la cosa che mi stupisce di più delle discussioni sulla musica contemporanea è la quasi totale assenza di capacità argomentativa nella maggior parte dei detrattori. A dire il vero è una cosa che ritrovo in TUTTE le discussioni sulla musica, e probabilmente è la conseguenza del cattivo insegnamento di alcune materie (filosofia in primo luogo).

Cos'è l'argomentazione? E' la capacità di avvalorare, accreditare, portare prove a favore (o a sfavore) di una tesi. Dovrebbe essere la sorella "minore" della dimostrazione, che è un principio logico-matematico: si presuppone (spesso per assioma) che la dimostrazione porti alla verità; l'argomentazione, invece, aumenta soltanto la forza, la credibilità o la verosimiglianza di una tesi. Si può dire con certezza matematica che 1+1 fa 2, e lo si può dire per specifiche ragioni (ovvero che quella formulazione è coerente con l'assiomatizzazione dell'aritmetica di Peano). Si può argomentare con credibilità che le radiazioni sono dannose per la salute umana (per quanto non sia certo che tutti gli uomini reagiscano allo stesso modo all'esposizione radioattiva).

Argomentare è più difficile che dimostrare, visto che non si ha a che fare con assiomi o formalizzazioni logiche. E' per questo che chi lo vuole fare bene deve studiare, e chi lo fa bene è molto difficile da smentire...

Ora... Vitrus dice

 

[/font][/color]

 

Dove sta l'argomentazione?? Secondo quale ragione a me sconosciuta la ripetizione di un ascolto è in qualche modo legata al valore estetico di una composizione??? C'è scritto sull'Allorto? Sul grande libro della vita? Lo ha detto Sauron di Mordor? E' possibile che non vediate questi buchi argomentativi nelle vostre affermazioni? Io lo so che magari voi avete una vita e non ve ne frega granchè della forza logica delle vostre frasi :) però è frustrante... sforzatevi di avere ragione, catzarola!

 

 

trattasi della risposta a GazzJazz che dice:

 

"Mi fai pensare quando a scuola cercavo di svelare ai compagni che l'ascolto dei Genesis (solo un esempio) era per me molto piu piacevole di quello della maggiorparte della musica leggera propinata alla radio e che probabilmente lo sarebbe diventata anche per loro se avessero avuto la pazienza di ascoltarla una paio di volte in più... Non è solo questione di gusto, ma anche volontà d'ascolto e fiducia negli altri"

 

E poi, e' l'ascoltatore che da un valore estetico all'opera, o no?, magari dopo il primo ascolto o dopo ripetuti ascolti..o no?

Poi se un'opera lo fa ca..re sempre (tre ascolti credo siano sufficienti), beh...quello e' il valore che l'ascoltatore attribuisce a quell'opera. ;)

Link to comment
Condividi su altri siti

è piuttosto significativa... se non ti fossi documentato non ti saresti accorto che è un capolavoro, ma allora, siamo sicuri che lo sia? :rolleyes:

Invece mi sono documentato prorpio perchè avevo intravisto un grosso potenziale in quel brano ed ho sentito come mancanza l'aver ignorato in una vita un lavoro di questa portata.

Link to comment
Condividi su altri siti

E poi, e' l'ascoltatore che da un valore estetico all'opera, o no?, magari dopo il primo ascolto o dopo ripetuti ascolti..o no?

Poi se un'opera lo fa ca..re sempre (tre ascolti credo siano sufficienti), beh...quello e' il valore che l'ascoltatore attribuisce a quell'opera. ;)

L'estetica non penso la decida l'ascoltatore ma dipende da tanti fattori (storico - culturali); il compositore si esprime in quell'estetica ;)

 

Il valore che attribuisce l'ascoltatore penso sia di gusto, ci vuole qualcosa di più per arrivare ad attribuire un valore intellettuale. Ci ricordiamo tutti che stiamo parlando di musica colta? Molti si annoiano pure ascoltando una melodia gregoriana ... mi ricordo un topic su "Hildegard von Bingen"...eppure il liber usualis è un opera talmente complessa che 3 ascolti di un pezzettino sono una goccia nel mare.

Link to comment
Condividi su altri siti

...penso che dipenda dal fatto che si sta sostenendo una discussione e che a DrJellyFish interessi maggiormente altro che ...il mio iuuuhuu che bello, o il tuo "che palle".

 

... io in feedback includevo anche un giudizio di gusto (... non c'è solo Doc nella discussione :) ). Avevo pure fatto dei pronostici ... ma 2 pareri sono troppo pochi.

Link to comment
Condividi su altri siti

siamo sicuri che lo sia?

 

Non so se è una provocazione o meno, so che nel forum ci sono diversi frequentatori del genere per cui non vorrei che qualcuno si risentisse...visti i toni del discorso, parlo in generale e non mi riferisco a nessuna delle controparti.

 

Intanto è sicuramente una pietra miliare della letteratura della musica elettronica, è un lavoro rilevante ed è un fondamentale snodo.

Parliamo ormai di 30 anni fa, la velocità della tecnologia è supersonica, 30 anni sono tantissimi...pensate a cosa erano i sistemi negli anni '80 e come la tecnologia è massicciamente entrata nelle nostre case.

Che abbia valore non penso sia oggetto di discussione, come per la grande fuga di Beethoven, però se ne può parlare (per chi avesse dubbi e voglia).

Link to comment
Condividi su altri siti

Vorrei fare una precisazione sul termine avanguardia, che in senso semantico ha un significato ma nell'ambiente musicale generalmente è un termine per riferirsi alla musica di un certo periodo storico, ormai superato. La musica attuale (contemporanea) è distante anni luce da quell'estetica ;)

Per capirci, esiste anche il temine latino “nova”, abbinato alla parola arte ed espresso in latino “ars nova” si identifica la musica del XIV secolo e non di sicuro arte nuova in senso semantico … e cioè nuova e quindi di oggi.

In generale dobbiamo distinguere i conservatori dai conservatori in relazione a dove veramente andando la musica

 

Premesso questo, il mitico DrJellyFish chiede lumi sui criteri per valutare la musica contemporanea … che non è ne la dodecafonia, ne la serialità, ne lo strutturalismo, ne il minimalismo ;)

Torniamo al discorso tecnologico, alle relazioni della tecnologia alla vita di tutti giorni, alle diverse evoluzioni culturali … ripercorriamo la storia dell’ultimo secolo.

 

2 conflitti mondiali (mai esistiti prima), Auschwitz, L’elettricità, la psicoanalisi, etc. hanno portato a maturare estetiche diverse che sempre più progressivamente e freneticamente si sono mutate.

 

Oggi penso che quelli che maggiormente hanno portato avanti la tradizione, rinnovandola e codificandola continuamente, sono proprio i jazzisti.

Ma bisogna pure dire che ormai, ed è un po’ che è così, che siamo nella terza pratica, non si può fingere che non esista l’elettronica, per cui è un ambito che vi esorto a coltivare.

Ma non perché è un dovere, perché ormai la sentite ovunque … oggi non ci sono solo problemi legati al linguaggio, e un musicista penso che oggi ne debba capire e sapere.

Link to comment
Condividi su altri siti

Ultima cosa, anche io vorrei dare il mio feedback dopo il primo ascolto di quel brano (parlo di Harvey), mi è piaciuto al punto che, da compositore, ho avuto la tentazione di registrare il suono delle campane a morto del mio paese e scrivere il mio requiem.

Un po’ come quando Bach prende il soggetto di Legrenzi e crea la fuga Bach Legrenzi. Le campane sono il soggetto, lo sviluppo è sugli spettri, sulle formanti …, etc.

Mi fornì da subito un sacco di stimoli creativi, una sensazione che non so a che punto conosca (nella forma che intendo io e che, lo ammetto, difficile da spiegare razionalmente) un interprete … più che altro perché ci sono pure passato.

 

Il passo subito successivo fu fare l’analisi documentandomi ;)

 

... però io volevo anche i feedback di altri, perchè è un ambito che mi interessa e che Carlos si annoi per me è un dato importante. Insomma, vorrei andare oltre l'annosa diatriba ;)

Link to comment
Condividi su altri siti

Che abbia valore non penso sia oggetto di discussione, come per la grande fuga di Beethoven, però se ne può parlare (per chi avesse dubbi e voglia).

 

No, non era una provocazione, era una considerazione totalmente onesta. Partiamo da un dato di fatto, ovvero che io non avevo la minima idea di chi fosse Johnathan Harvey, né avevo mai sentito ovviamente quel pezzo. Dopo tre minuti mi sono stancato e ho spento, ma prima che diciate «ah beh! ma se non sapevi nemmeno chi fosse...» o cose così, vi fermo subito, perché penso di aver ascoltato abbastanza di tutto per non essere un neofita (tant'è che ho detto "noioso", non brutto o cose del genere - ormai dire "brutto" è passato di moda... :D).

Perché il valore del brano «non è oggetto di discussione»? Da cosa lo si deduce? Dall'effetto che ha sull'ascoltatore? Dalla portata storica? Dall'influenza sulla musica che è venuta dopo? Da tutte e tre le cose insieme? La prima volta che ho ascoltato la Grande Fuga (visto che stiamo parlando anche di quella) non ebbi dubbi sul fatto che mi trovavo di fronte a un capolavoro, anche se non la capii (avevo sedici anni, però...) e lo stesso successe quando ascoltai per la prima volta Pierrot Lunaire, che tutti sanno qui attorno come non mi piaccia per nulla - ma non c'entra niente: non è meno capolavoro perché non mi piace, né lo sarebbe di più se mi piacesse - ma non ebbi nemmeno in quel caso alcun dubbio: Pierrot Lunaire è un capolavoro, anche se non mi piace. Voglio dire che il parere soggettivo, il giudizio di gusto, non deve né può inficiare in un "addetto ai lavori" la considerazione oggettiva sul valore dell'opera, il ché significa che io posso tranquillamente dire che il pezzo di Harvey è noioso ma non potrò negare di trovarmi di fronte ad un capolavoro nel caso in cui me ne accorga. In questo caso, onestamente, faccio davvero fatica a considerare quel pezzo un capolavoro, ma non prendetevla a male... ;)

Link to comment
Condividi su altri siti

La prima volta che ho ascoltato la Grande Fuga (visto che stiamo parlando anche di quella) non ebbi dubbi sul fatto che mi trovavo di fronte a un capolavoro

...uno dei pochi, c'è chi sostiene che appunto Beethoven non sappia scrivere una fuga ;)

Il fatto che un individuo se ne accorga o meno è irrilevante, Chopin stesso si considerava un maestro di pianoforte ...e basta (ed era un genio ed ha scritto capolavori) ... senz aoffesa per nessuno, ma se può sbagliare lui ...

 

, ma non prendetevla a male... ;)

 

...se fosse un mio brano magari prenderebbe il sopravvento la permalosità, ma in sostanza è solo un problema tuo ;)

Link to comment
Condividi su altri siti

Premesso questo, il mitico DrJellyFish chiede lumi sui criteri per valutare la musica contemporanea … che non è ne la dodecafonia, ne la serialità, ne lo strutturalismo, ne il minimalismo ;)

 

...facevo solo degli esempi. Qui sembra che tutti sappiano qual'è la musica contemporanea ma nessuno che la sappia definire. Va beh!

Link to comment
Condividi su altri siti

Qui sembra che tutti sappiano qual'è la musica contemporanea ma nessuno che la sappia definire. Va beh!

 

... sarà che si definisce una cosa quando è consolidata e per definizione la contemporaneità è "live"...?

... sarà che la teoria arriva sempre dopo la pratica...?

Link to comment
Condividi su altri siti

La cosa più difficile è accorgersi e riconoscere, senza il senno del poi, la genialità ... ingrediente base per scrivere un capolavoro.

 

DIscorso troppo difficile per me.

 

A me la grande fuga non fa impazzire, trovo particolari e avolte inquietanti le atmosfere prodotte dal brano del 1980.

Link to comment
Condividi su altri siti

...uno dei pochi, c'è chi sostiene che appunto Beethoven non sappia scrivere una fuga ;)

 

Beh, certo che non è ricordato nella storia della musica per le sue doti di sommo contrappuntista, che c'entra?

La Grande Fuga è un capolavoro non solo perché è una fuga, ma per l'enorme portata romantica e avanguardistica del suo messaggio musicale...

 

Il fatto che un individuo se ne accorga o meno è irrilevante

 

Sono d'accordo: l'ho detto anch'io nel mio post precedente.

 

Chopin stesso si considerava un maestro di pianoforte... e basta (ed era un genio ed ha scritto capolavori)

 

Questa ossrvazione non è pertinente. Trovami un compositore che scrivendo l'ultima nota di un pezzo abbia detto «questo è un capolavoro».

La maggiorparte dei capolavori della storia della musica sono stati scritti con tutt'altro scopo che restare nella storia. Non è una questione che riguardi solo Chopin.

 

... senz aoffesa per nessuno, ma se può sbagliare lui...

 

... possiamo sbagliare tutti, è vero. Tutti. B)

Link to comment
Condividi su altri siti

Mi spiace di aver dato l'impressione di ascoltone di musica commerciale alla radio..e qui caro GnazzzJazz è stato, forse, un tantino triste...

D'accordo che non è solo questione di gusto ma, al terzo ascolto, se il pezzo non cala, si tende al masochismo. Se un'opera necessita di ripetuti e approfonditi ascolti per provare ad accettarla, ovvero per elaborare un senso in cui ritrovarcisi beh, dubito oggettivamente e soggettivamente che sia tale, per lo meno nel campo della Musica e della sanità.....

 

Buon ascolto ;)

 

C'è un equivoco: non so' cosa ascolti e non faccio supposizioni in merito (e se proprio dovessi indovinare sarebbero ben diverse). Gli ascoltoni di musica commerciale (espressione sottovoce, che fin'ora è stata ignorata :ph34r:) erano i miei compagni di scuola, che comunque non criticavo per questo, semmai per l'approccio chiuso all'ascolto di tutto il resto. Le tue frasi, volutamente dure, mi hanno fatto ricordare questa situazione. Se proprio volessimo fare un parallelo, ma non era mia intenzione, dovremmo considerare le giuste proporzioni: ho citato i Genesis e non Bach, Schoemberg, Bartok, Stockhausen o Cage che pure ascoltavo)

L'ho riportata invece per introdurre la tematica dell'approccio all'ascolto che potrebbe avere un peso per determinare certi giudizi lapidari e globali sulla "musica contemporanea"

 

Riguardo Mortuos plango, vivos voco di Jonathan Harvey, debbo dire che l'evoluzione e l'elaborazione del dialogo e dell'intreccio tra voce bianca e campana non mi dispiace e non mi annoia, anche se a primo ascolto debbo dire che non mi fa impazzire; il materiale non mi sembra molto ricco, ma questo può essere anche un lato positivo; lo riascolterò sicuramente.

 

Penso che i discorsi sull'ascolto valgano anche per List e giu di lì, eccome! e che la preponderanza e il proliferare di certe osservazioni per la musica contemporanea è dovuto semplicemente ad un fatto culturale e di educazione in genere.

 

Per quanto riguarda 4'33" di Cage, lo trovo geniale ed emozionante; si potrebbero dire tante cose, non si pu' rispondere in due righe. Certo messo su un CD non ha senso, però ricrearlo a casa propria non è male...

per la cacca ci si puo' rivolgere a Freud, oppure mi pare che anche Roger Waters (o unoi di loro) abbia inciso qualcosa che ascoltiamo tutta la vita con ritmo circadiano... :D

 

Ne è stato già discusso, ma forse trattare la musica come sistema chiuso è limitativo specialmente nei tempi moderni, dove però paradossalmente lo applichiamo di più.

 

Dire di qualcosa e' bello è una provocazione proprio perché si enuncia l'oggettività (una questione di linguaggio) e la non possibilità del dissenso; lo si fa spesso in modo benevolo alla ricerca di piacevoli e altamente probabili consensi, ma a volte ci si rimane male... A volte è anche irritante sentirlo dire! La metterei più sullo statistico è direi per esempio che il bello (o il brutto) a probabilità 1 non esiste e che la distribuzione statistica è dipendente dal campione scelto e che qui entra il peso culturale...

 

grazie a tutti per gli ascolti proposti!

Link to comment
Condividi su altri siti

Iannis Xenakis - La Legende d'Eer :

 

Piuttosto complesso, a quanto ho capito Xenakis compone in base a formule matematiche (correggetemi se sbaglio!), di conseguenza per apprezzare appieno il brano non mi è sufficiente il solo ascolto, dovrei capire il procedimento compositivo. Tuttavia questo tipo di scrittura, anche se può sortire dei risultati interessanti, mi sembra un po' meccanico. Diciamo che la mia impressione è che l'idea di fondo sia più interessante dei risultati stessi.

 

Franco Donatoni - LEM :

 

Interessante, lo trovo comunque un pezzo abbastanza canonico. Da analizzare.

 

György Ligeti, varie

 

Al cuore non si comanda :-)

 

Iannis Xenakis - Mélanges :

 

Idem come sopra, anche se personalmente mi piace più del precedente.

 

Krzysztof Penderecki, varie

 

Forte impatto emotivo, mi piace. P.S. i video di chi sono?

 

Jonathan Harvey - Mortuos Plango, Vivos Voco :

 

Non mi dispiace, non so quante altre volte la ascolterei, necessita di un qualche studio (parlo per me).

Link to comment
Condividi su altri siti

A me non stai affatto antipatico e condivido molte delle tue argomentazioni, però devo farti un appunto: quando dici "Se guardi un piatto di pasta e vuoi trovarci il "bello", allora ce lo trovi" non rispondi alla mia domanda riguardo i parametri di valutazione della musica e della musica contemporanea in particolar modo. E' vero che è bello ciò che piace, ma a questo punto viene meno qualsiasi genere di valutazione, un oggetto d'arte (o anche no) vale l'altro, è soggettivo. E dubito anche che sia un fatto quantitativo, se no Michael Jackson è più "artista" di Andriessen o di Fontana.

 

La discussione sta diventando densissima, ma torno a questo messaggio.

Non ho risposto ancora a questa domanda semplicemente perchè non mi ero accorto che c'era :-) ogni vostro messaggio è pieno di spunti e allora giocoforza si fa una scelta :)

 

I parametri di valutazione della musica sono sempre gli stessi, di qualsiasi tipo di musica si parli. Cambiano rispetto al tipo di valutazione che vuoi fare e, quindi, al "ruolo" che decidi di ricoprire rispetto a quella musica.

Vuoi fare l'ascoltatore? Allora valuti il pezzo secondo criteri di gusto soggettivo. E lì i parametri sono soggettivi e variabilissimi... quando Carlos dice che non è riuscito ad andare dopo il terzo minuto di quel pezzo (neanch'io sono impazzito ascoltandolo... ma è interessante) da un giudizio di gusto soggettivo. Quindi, per quanto sia un ascoltatore informatissimo, valuta tendenzialmente le proprie preferenze.

Tutto quello che non è valutazione da ascoltatore-e-basta diventa molto più complicata. Io credo che non esista un unico livello tecnico-musicale. Cioè, tornando a Carlos, non penso che un musicista possa dare valutazioni tecniche su tutto, e non credo che tutte le valutazioni tecniche siano dello stesso tipo. Un cantante valuterà un'opera in modo diverso da un direttore d'orchestra, e non parlo di termini di gusto, parlo di termini tecnici. Le opere di Donizetti sono un esempio lampante, bellissime dal punto di vista melodico-vocale, banali dal punto di vista armonico-orchestrale.

In questo senso, la valutazione di una composizione deve cercare, secondo me, di essere il più possibile legata a criteri precisi. Se si vuol dire che una composizione è "noiosa" lo si dovrebbe dire parlando di qualcosa di preciso. Non so, della struttura formale, dei suoni, o di quello che è. Perchè una cosa è annoiarsi per DATI PRECISI, una cosa è annoiarsi perchè non si è trovato la giusta modalità d'ascolto. Ovvero, Bruckner può annoiare, ma non per ragioni tecniche.

Tra le valutazioni tecniche, quella che secondo me rimane LA valutazione tecnica per eccellenza è quella storica (non quella compositiva). Una composizione è di alto valore se 1) è stata considerata di alto valore dal pubblico coevo 2) è sopravvissuta ai tempi 3) ha influito in qualche modo (anche per converso) sugli sviluppi della storia e della storia delle arti. Ovviamente, non ha senso dare valutazioni storiche che siano "semplicistiche"... cioè, J.S. Bach ha un grande valore storico, ma diverso da quello che ha avuto Telemann (solito confronto). Non maggiore nè minore, ma diverso. Dire che Bach è stato il più grande compositore dell'epoca barocca non è una valutazione tecnica, è una frase fatta.

 

Essendo più o meno appassionato di musica contemporanea, mi sono trovato più di una volta ad elaborare giudizi o valutazioni su composizioni di cui non sapevo nulla. Scrivendo recensioni per L'Opera, mi è capitato di farlo anche in modo il più possibile professionale... Mi sono costruito una serie di metodi, allora.

Il primo criterio, per me, è sempre e comunque quello del "successo", che vuol dire numero di rappresentazioni-esecuzioni. E' un fattore legato anche al nome del compositore, ma una composizione contemporanea suonata spesso diventa de facto una composizione importante. Allevi è storicamente importante. Io sono uno di quelli che leggerebbe un saggio serio su Allevi, perchè Allevi è il presente. Può non piacerci, ma la valutazione STORICA ha a che fare anche con la storia delle cose brutte.

Secondo criterio, piacevolezza. Ovvero, giudizio di gusto soggettivo :) io sono dalla parte della soggettività, e si è visto. Credo che i tecnici siano persone, che debbano firmarsi con nome e cognome e che, quindi, debbano rassegnarsi all'idea che ogni loro opinione "tecnica" sia, in realtà, pienissima di preconcetti personali. E' qui che entra in gioco l'argomentazione (di cui ho già lungamente parlato). La differenza tra un'opinione inutile e un'opinione interessante sta nell'argomentazione, nelle ragioni dietro all'opinione.

Terzo criterio, storia (magari di genere). Io cerco sempre di introdurre le opere in un sistema di generi, che magari non c'è, ma che aiuta a istituire delle relazioni. Dire che Lucio Dalla è più semplice di Berio è ovvio, ma Dalla scrive canzoni e in quella tradizione va inserito... questo presuppone conoscenze :) se non sai cosa ha fatto Harvey nella sua vita, non puoi fino in fondo inserirlo in un'estetica...

Link to comment
Condividi su altri siti

trattasi della risposta a GazzJazz che dice:

 

"Mi fai pensare quando a scuola cercavo di svelare ai compagni che l'ascolto dei Genesis (solo un esempio) era per me molto piu piacevole di quello della maggiorparte della musica leggera propinata alla radio e che probabilmente lo sarebbe diventata anche per loro se avessero avuto la pazienza di ascoltarla una paio di volte in più... Non è solo questione di gusto, ma anche volontà d'ascolto e fiducia negli altri"

 

E poi, e' l'ascoltatore che da un valore estetico all'opera, o no?, magari dopo il primo ascolto o dopo ripetuti ascolti..o no?

Poi se un'opera lo fa ca..re sempre (tre ascolti credo siano sufficienti), beh...quello e' il valore che l'ascoltatore attribuisce a quell'opera. ;)

 

Messa così è molto diversa da come l'hai messa la prima volta. Questo è un giudizio di gusto personale. Tu, secondo te, a modo tuo, se dopo 3 ascolti non ti piace, allora non ti piace :)

Link to comment
Condividi su altri siti

Messa così è molto diversa da come l'hai messa la prima volta. Questo è un giudizio di gusto personale. Tu, secondo te, a modo tuo, se dopo 3 ascolti non ti piace, allora non ti piace :)

 

...beh, questo e' cio' che ognuno di noi puo' limitarsi a fare, ovvero dare un proprio giudizio (che ha il suo valore)..il reale valore dell'opera lo conosce, forse, solo il compositore

Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...