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Piano Concerto - Forum pianoforte

Composizione In Db Dorian - K1 -


modale
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  • 2 months later...

Una domanda che a chi conosce questo argomento può sembrare stupida, ma mi sento di farla:

 

come si può riconoscere un brano che non abbia un centro tonale, questo è possibile in alcuni casi anche in fase di composizione

relativamente all' utilizzo di cromatismi che esulano da ogni specifica tonaltià, comprese le scale armoniche e melodiche maggiori, e soprattuto come si stabilisce l' uso del bemolle anzichè del diesis in un determinato passaggio, se per esempio come nella partirura in questione non sembra esserci un legame trà "il moto degli intervalli"?

Questo tipo di scrittura potrebbe fare al caso mio riguardo alcuni pezzi ( ma questo è dovuto soprattutto ad un mio modo di concepire

la struttura di un pezzo, ed anche ad una attuale non capacità sintetica dello stesso, cosi come alla specifica mancanza di capacità di realizzare un adeguato sviluppo partendo da un motivo semplice e distintamente facente parte di una tonalità.

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Il brano in questione il centro tonale ce l'ha, è do# (secondo le note scritte) o re b (secondo il titolo del brano) e al suo interno ci sono passaggi che fanno chiaramente riferimento ad un preciso centro tonale, l'idea principale è proprio la sequenza do# mib mi, che altro non è che do# re# mi o reb mib fab, cioè I - II - III grado in modo minore. Ciò che rende modale questo brano non è l'eventuale mancanza di un centro tonale, ma l'utilizzo del modo dorico, cioè una scala minore col sesto grado maggiore oppure una scala minore melodica ascendente col settimo grado minore invece che maggiore, scegli tu, è la stessa cosa. Nella fattispecie trattasi del sib (o la#) in luogo del la naturale che fa sì che il modo sia dorico piuttosto che eolio (scala minore naturale). Nella partitura non sembrano esserci legami tra gli intervalli perchè le alterazioni sono messe alla rinfusa, ma volendolo scrivere con le giuste enarmonie i legami ci sarebbero eccome.

Non bisogna pensare alla modalità come qualcosa di totalmente estraneo alla tonalità e viceversa, la stessa tonalità si basa su una scala (la scala maggiore) che altro non è che un modo, il modo ionico, e quindi tutti i rapporti di gerarchia tra i gradi valgono ancora anche nel modale, solo che subiranno le sfumature e i colori derivanti delle alterazioni proprie di ogni singolo modo. Ecco perchè non sono d'accordo con questo approccio di contrapposizione del modale al tonale. Anche molti brani di musica pop sono modali, molti si basano sul modo dorico, il blues si basa sul modo misolidio, le melodie popolari napoletane sul modo lidio, ma non è che le consideriamo un mondo a parte rispetto alla tonalità.

I rapporti gerarchici tra i gradi non esistono più nel serialismo, non nel modale. E cmq rispondere alla tua domanda è molto semplice: per decidere se usare un diesis o un bemolle quando non ci sono rapporti intervallari si segue il moto delle parti, se il "tasto nero" deriva da un moto ascendente si usa il diesis (es. do - do# - re è preferibile a do - reb - re), se deriva da un moto discendente si usa il bemolle....

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E cmq rispondere alla tua domanda è molto semplice: per decidere se usare un diesis o un bemolle quando non ci sono rapporti intervallari si segue il moto delle parti, se il "tasto nero" deriva da un moto ascendente si usa il diesis (es. do - do# - re è preferibile a do - reb - re), se deriva da un moto discendente si usa il bemolle....

 

Ecco già è più chiaro cosi, una risposta concisa che mi chiarisce alcune cose, i dubbi li avevo perchè delle volte vedendo delle partiture di musica contemporanea ho pensato che dovessero ( o potessero, meglio ) esserci delle relazioni trà il movimento di una voce e la scelta dell' alterazione da applicargli, cosi è più chiaro.

Riguardo i modi, devo studiarli, con questa testa farmi rimanere le nozioni in memoria è un casino, probabilmente è più facile che si verifichi uno tsunami sull' everest che io ricordi tutto quello che leggo, comunque devo farlo perchè questo non significa altro che avere più libertà nello scrivere proprio perchè si sa come poter fare e soprattutto si sa quello che si fa, questa è libertà, mai provata fino a pochi mesi fa, e sono ancora all' inizio.

I dubbi relativi a questa partitura mi sono venuti proprio visionando le varie alterazioni e il moto delle parti, per questo ho deciso di chiedere informazioni, che hai chiarito, grazie.

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Riguardo i modi, devo studiarli, con questa testa farmi rimanere le nozioni in memoria è un casino, probabilmente è più facile che si verifichi uno tsunami sull' everest che io ricordi tutto quello che leggo.

 

Non buttarti giù, Piccinesco: a giudicare la musica che fai, ti ricordi bene quello che serve per esprimerti in modo veramente originale, e scusa se è poco... Prendi nota piuttosto, così lo spieghi cortesemente anche a me: quando leggo dorian anziché dorico mi viene l'orticaria e non riesco ad approfondire nulla.

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Non farmi troppi complimenti, ti basta sentire l' altra invenzione per pentirti di avermi spronato :) , i modi qualche tempo fa li stavo visionando su internet, mi interessano perchè qualche mese fa, guarda caso provai a fare l' analisi di un corale di Bach, il maestro mi disse che avevo beccato proprio uno di quello in cui Bach utilizzo uno di questi modi, per cui avevo fatto non pochi macelli.

Però a prescindere da quest' esperienza da un lato infausta, dall' altro preziosa, l' interesse c'è perchè queste informazioni, se mi permetti il termine, sono una serie infinita di strade percorribili per scrivere, e per comprendere, ( forse sarebbe meglio invertire questi due termini ), e sempre di più è la consapevolezza che sto utilizzando l' 1% di tutto questo, ne sono pienamente convinto, mi ci vorrebbe qualcuno che mi prendesse a fibbiate sulle mani, perchè 5 minuti mi applico, i rimanenti 50 li perdo in improvvisazioni che non portano a nulla, o comunque a poco, il tempo scorre e quello che si apprende in 30 giorni lo si potrebbe apprendere in 1 ora, da praticamente un anno non mi vedo con il maestro di composizione, sta talmente incartato che non riesce a scrivermi a volte, e lo capisco, anche se da una parte va bene, è positivo il fatto che stia suonando questo periodo, e chissà quanto durerà, dall' altra non va bene perchè ancora devo studiare le progressioni, pensa dove sto ancora.

Ci sarebbero delle cose che deve spiegarmi di persona ma ancora non riusciamo a incontrarci, comunque devo sentirlo e vediamo se prima di agosto si riesce a combinare un incontro, è passato troppo tempo.

Cosi al volo dei modi ricordo ( non esattamente la loro funzione, ma i termini ):

dorico, lidio, misolidio, eolio, gli altri non mi vengono in mente, lo so che faccio una figura del cavolo, però sto dicendo la verità, cosi al volo, senza andare a vedere da alcuna parte questi mi vengono in mente, vediamo se arriverò al punto di dovermi nascondere sotto la sabbia, altro che solo la testa, il modo misolidio mi sembra di ricordare che fosse il modo sul 5° grado, per cui si dovrebbe basare sulla successione di gradi come se stessimo in sol?

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Suggerirei un approccio diverso dal solito nella memorizzazione dei modi: invece di riferirli ai gradi della scala di do maggiore su cui si formano i relativi modi (I ionico, II dorico, III frigio, IV lidio, V misolidio, VI eolio, VII locrio), è più proficuo scriverli o memorizzarli tutti a partire dallo stesso suono, così saltano all'occhio e all'orecchio le differenze tra le sfumature proprie di ognuno di essi, quindi se facciamo partire tutti i modi dal do avremo:

ionico: do re mi fa sol la si (scala maggiore);

lidio: do re mi fa# sol la si (scala maggiore con la quarta eccedente, scala napoletana);

misolidio: do re mi fa sol la sib do (scala maggiore con la settima minore);

dorico: do re mib fa sol la sib (scala minore naturale con la sesta maggiore);

eolio: do re mib fa sol lab sib (scala minore naturale);

frigio: do reb mib fa sol lab sib (scala minore naturale col secondo grado abbassato);

locrio: do reb mib fa solb lab sib (scala minore naturale col secondo e quinto grado abbassati).

In questo modo salta all'occhio anche la differenza tra quali e quanti modi sono maggiori e quanti minori.

E' possibile inoltre ottenere altri modi mettendo insieme in un'unica scala le aterazioni di due modi, ad esempio si può ottenere il modo lidio misolidio (do re mi fa# sol la sib) e tante altre combinazioni, esiste un modo ulteriormente alterato che si chiama superlocrio, ecc....

Questo approccio per me è più semplice che non l'altro che fa partire ogni modo da una nota diversa della scala di do maggiore, in quanto quest'ultimo sistema rende i vari modi che si formano lontani tra di loro perchè aventi toniche diverse e quindi sono difficilmente paragonabili.

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Anche qui, non potevo rispondere dal telefono, è strano ma non trovo sul display il link per la connessione.

Comunque vorrei fare una domanda ( ringraziando anticipatamente Geppino per la precisazione, molto utile ):

mettiamo di essere sul modo lidio, per cui 4° grado alterato e rapporto intervallare con la fondamentale 4a eccedente

( o aumentata ), presupponendo che sullo spartito non sia presente il fa# relativo a sol maggiore in chiave, per sincerarmi

di trovarmi di fronte a questo modo, devo poter rilevare in modo costante questa alterazione sullo spartito, ed avendo delle succesioni

di gradi in cui si evince che la fondamentale in effetti non è sol ma in questo caso do ( analogamente, se avessi questo modo su un altro grado, ad esempio la, invece di avere sol# con funzione di sensibile, avrei re#, 4° grado alterato, dico bene ? )?

Sto menzionando il termine "fondamentale" e non tonica proprio perchè penso ( e vediamo se dico bene o sbaglio )che in questi

casi non si possa parlare di tonalità definita anche per il fatto che non ci sono alterazioni in chiave, giusto?

Un' altra cosa, ditemi se è esatto, essendo modi, e non scale, che soprattutto nel modo minore sappiamo avere delle "gerarchie" relativamente all' alterazione di determinati gradi, come il 6° ed il 7° nella scala melodica ascendente e il ritorno allo stato naturale in quella discendente, con l' eccezione di quella di Bach in cui i gradi 6° e 7° rimangono alterati, anche qui avviene qualcosa che può essere "paragonato" alla scala melodica di Bach, proprio perchè non c'è una vera e propria sensibile, oppure il si continua ad avere il suo ruolo?

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COMPOSIZIONE IN Db DORIAN - K1 -

 

 

Il modo Dorian è caratterizzato da un andamento incerto in quanto non è un centro tonale. La capacità di essere centri tonali è dei modi: PHRYGIAN, AEOLIAN, MIXOLYDIAN E IONIAN. I modi: Lydian, Dorian e Locrian non hanno la capacità di essere centri tonali per cui quando si suona su tali modi c'è una incertezza tonale di fondo dovuta alla costituzione del modo stesso. Il modo Dorian esprime sentimenti di tristezza, oblio, da non confondere con i sentimenti di romanticismo, passione che sono più propriamente espressi dal modo Aeolian. Il modo Dorian a differenza del modo Aeolian "regge" meglio la cromatizzazione in quanto come già detto non ha potenza tonale. Come dire che un individuo che ha una personalità debole è più influenzabile di uno che ha una forte personalità .

 

Consigli sul modo in cui va letta ed eseguita la partitura.

 

1) Le alterazioni delle note sono valide solo per la battuta in corso.

 

2) L'alterazione vale solo per la medesima nota. Cioè se trovi un Mib sul quinto spazio, tale

alterazione non vale per altri Mib situati altrove sul pentagramma e di conseguenza sulla

tastiera.

 

3) Le alterazioni sulla chiave di violino e quelle sulla chiave di basso sono completamente

indipendenti.

 

4) La velocità metronomica di riferimento e circa 80

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Il "modo" non va visto come un insieme di note. La "scala modale" è un insieme di note, quest'ultima si adopera nella armonia tonale per identificare lo spelling di una data scala e faclitare il compito del musicista.

Il "modo" è l'espressione di uno stato d'animo.

Alla base della armonia tonale c'è una organizzazione ionica, cioè i modi si costruiscono sulla scala ionica.

Alla base della armonia modale c'è una organizzazione lydia e cioè i modi si costruiscono sulla scala lydia perchè solo essa è depositaria del "pure major sound", in quanto possiede una sola tonica e non due toniche come la scala ionian.

Nella organizzazione ionica il V grado è una scala mixolydian che funzionalmente ha una notevole tendenza cadenziale verso la triade di tonica.

Nella organizzazione lydian la scala mixolydian è sul secondo grado e quindi è assente la tendenza cadenziale verso la triade di tonica.

Suonare modale significa liberare le scale modali dal loro ruolo funzionale che possiedono nella armonica tonale e per fare questo bisogna concepirle in un altro sistema tonale e cioè farle nascere DAI GRADI DI UNA SCALA LYDIA e non di una scala ionian.

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