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Piano Concerto - Forum pianoforte

Charles Ives


Terenzio
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  • 3 weeks later...

Penso che sia più giusto dire che (forse) Ives fu il primo ad usare l'atonalità. La Dodecafonia fu invece frutto inventivo sicuramente di Schoenberg.

Per atonalità si intende un brano musicale privo di tonalità e fu un termine coniato nei primi anni del 900 ed è riferito alla fase creativa di rottura precedente l'adozione della dodecafonia. Schoenberg rifiutò per la sua musica la definizione di atonale: "Atonale può significare soltanto qualcosa che non corrisponde alla natura del suono". Non dobbiamo dimenticare che Ton in tedesco significa suono. Egli preferì definire la sua musica "pantonale", cioè a dire: libera relazione di tutti i suoni.

Sulla figura di Ives si è indubbiamente creato un mito: colui che ha inventato l'atonalità prima di Shoenberg ma, su questa affermazione, non tutti concordano. "Maynard Solomon scrisse che Ives aveva retrodatato le sue partiture nel tentativo di dimostrare la precedenza nella corsa verso l'atonalità. Gayle Sherwood replico dimostrando che il compositore aveva sperimentato con armonie inconsuete fin dal 1898". (Alex Ross)

Quel che sicuramente è certo è che Ives sull'argomento si pronunciò così: "Non riesco  a capire perché la tonalità in quanto tale dovrebbe venir abbandonata. Non riesco a capire neppure perché dovrebbe essere sempre presente."

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Una piccola precisazione sulle datazioni delle composizioni di Ives.

Ives aveva l'abitudine di costruire le sue composizioni per accumulo di idee che si sviluppavano anche per diversi anni.

Appuntava le idee che gli venivano in mente, nei posti più disparati: tre battute a margine di un'altra partitura alla quale stava lavorando, una serie di accordi sul retro di un calendario e così via. Vedi qui un elenco: http://www.flaminioonline.it/Biografie/Ives-frammenti.html

Ogni tanto ripescava queste idee, le cuciva insieme, poi le abbandonava nuovamente e dopo qualche tempo le riprendeva aggiungendo altro materiale.

Quando le composizioni erano complete le riprendeva nuovamente cucendo insieme tre o quattro partiture per creare dei Set orchestrali.

Inoltre era un uomo di disordine assoluto e lui stesso non ricordava più le date dei suoi lavori.

Tutti i suoi tentativi mettere ordine nel suo lavoro non hanno fatto altro che creare confusione. I suoi diari per esempio contengono le stesse composizioni in date differenti.

Da quanto sopra si deduce che è assolutamente impossibile stabile una seria datazione delle composizioni di Charles Ives.

Tutto questo è meglio spiegato da James Sinclair nell'introduzione del suo catalogo di Charles Ives ed è consultabile sulla apposita pagina della Yale University.

http://drs.library.yale.edu/HLTransformer/HLTransServlet?stylename=yul.ead2002.xhtml.xsl&pid=music:mss.0014.1&query=&clear-stylesheet-cache=yes&hlon=yes&big=y&adv=&filter=&hitPageStart=&sortFields=&view=over#did

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MOLTO INTERESSANTE.

La a-tonalità è un concetto abbastanza vago, la dodecafonia è invece una regola ferrea.

Il musicologo di cui non ricordo il nome, voleva evidenziare che Ives utilizzasse le serie dodecafoniche di 12 suoni molto tempo prima di Shoenberg, ma da quanto si evince dalle vostre riflessioni, stabilire il prima e il dopo in un autore portato al disordine, è impresa ardua.

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Se proprio vogliamo indicare Ives precursore di qualcosa, direi del collage...pratica molto cara a compositori come Berio (Sinfonia), giusto per citarne uno dei primi.

Permettimi una osservazione un po' sarcastica. In un contesto in cui il materiale musicale è a-tonale, la pratica del collage è, come dire, "agevolata".

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MOLTO INTERESSANTE.

la dodecafonia è invece una regola ferrea.

Ferrea agli albori, ma moltissimi compositori ci hanno mostrato che poi così ferrea non è. O meglio, può essere vista ferrea non meno di altri linguaggi (volendo anche II V I è una gabbia molto stringente).

 

Parafrasando Natan, diciamo che se un brano di Ives fosse dodecafonico dovresti capirlo dalle prime 12 note, senza troppi voli pindarici.

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Permettimi una osservazione un po' sarcastica. In un contesto in cui il materiale musicale è a-tonale, la pratica del collage è, come dire, "agevolata".

Non direi, se analizzi il lavoro che ha fatto Berio in Sinfonia - intendo a livello macro forma - nella tonalità sarebbe semplicissimo. Se guardiamo la microforma e ovviamente il terzo movimento, se fossimo in un contesto tonale,la selezione si baserebbe su altri frammenti ma è possibile senza troppi problemi e può avere anche senso.

Scrivi un capriccio in sol-? Sai quanti frammenti d'autore potresti usare con facilità e che puoi cucire su un "II V I"

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