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Piano Concerto - Forum pianoforte

Sviluppo della musica colta nella penisola scandinava


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Sono appena entrato al triennio accademico in conservatorio e, studiando storia della musica, mi sono incuriosito sul fatto che mai una volta venga nominata la penisola scandinava.

Vi fu uno sviluppo musicale o la musica colta crebbe solo nell'Europa "continentale"?

Gli unici scandinavi che conosco sono Grieg e Sibelius (metà ottocento +), questo significa che fino all'800 non vi fu "contagio musicale"? Fu solo dopo le infrastrutture semi-moderne (rapida comunicazione tra continente e penisola) che la musica colta arrivò sulla penisola? 

E' il caso di chiamare la musica scandinava precedente al 1800 musica etnica?

 

Grazie delle risposte

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Certo che vi fu contagio musicale, solo che la corte svedese era "periferica". Il maggior compositore barocco scandinavo è stato questo: https://it.wikipedia.org/wiki/Johan_Helmich_Roman

 

Inoltre, per la Svezia puoi dare un'occhiata a questo elenco: https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Compositori_svedesi

 

Per la Norvegia, prima di Grieg c'è Ole Bull: https://it.wikipedia.org/wiki/Ole_Bull

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La tua domanda merita sicuramente un approfondimento, diciamo che nell'ambito di quel periodo denominato "le giovani scuole nazionali", nell'area Scandinava: Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia, nella seconda metà dell’ottocento sviluppano una corrente musicale legata al folklore nazionale.

 

In Danimarca spicca il musicista Niels Wilhelm Gade (1817-1890), autore della cantata “La figlia del Re degli Elfi” (1854) ricca di temi popolari.
Carl August Nielsen (1865-1931) invece è un autore di musica pianistica, da camera, di concerti e sinfonie che presentano un linguaggio nuovo vicino alle nuove tendenze musicali del novecento europeo.

 

In Svezia si impone Franz Berwald (1796-1868) autore di quattro sinfonie scritte tra il 1842 e il 1845 che presentano sensibilità per determinati effetti orchestrali.

 

In Norvegia la personalità più significativa è quella di Edvard Grieg (1843-1907) di formazione musicale tedesca con gli studi presso il Conservatorio di Lipsia, mostra un vivo interesse per il folklore musicale del proprio paese e, in seguito all’incontro con il grande drammaturgo norvegese Henrik Ibsen (1828-1906), scrive le musiche di scena del Peer Gynt (si legge Gunt).
La sua produzione spazia dai Lieder (150) per pianoforte e voce, numerosi pezzi brevi per pianoforte compresi nelle dieci raccolte dei pezzi lirici (1867-1901).
Caratteristiche: linguaggio ricco di spontaneità melodica, raffinate armonie con l’evidente influsso di melodie popolari e di ritmi di danze norvegesi (vedi le Danze norvegesi op. 72) e il concerto per pianoforte e orchestra in la minore (1868) e sonate per violino e pianoforte.

 

In Finlandia il maggior esponente musicale di quel periodo è Jean Sibelius (1865-1957). Nelle sue composizioni sono presenti temi popolari nordici e spunti melodici di derivazione popolare. Le composizioni più significative sono i poemi sinfonici come “Una saga” (1892), Karelia (1895), “Finlandia” (1899) e sette sinfonie scritte tra il 1899 e il 1924.

 

Ma cosa sono le scuole nazionali?

 

Con la rivalutazione del canto popolare e delle identità nazionali i musicisti, che operano nel corso dell’ottocento, rivolgono sempre più la loro attenzione al patrimonio delle tradizioni popolari e utilizzano le risorse espressive tipiche di questo repertorio assimilandolo a quello “colto”. Il nazionalismo romantico dunque, pur conservando la sostanziale struttura musicale di tradizione occidentale, opera un rinnovamento profondo i cui effetti, al volgere del secolo, produrranno dei cambiamenti radicali. Nell’epoca romantica la ricerca e l’espressione dell’identità nazionale esercitano un ruolo determinante nello sviluppo artistico, specialmente in quei Paesi dell’Europa che avevano stabilito dei collegamenti con la cultura musicale italo-franco-tedesca.
Ciò avviene in modo particolare in Russia dove, in seguito alla vittoria sugli eserciti napoleonici, si consolida il patriottismo e la valorizzazione delle tradizioni culturali dei popoli di tradizione slava.
Il risveglio della coscienza nazionale favorisce, di conseguenza, l’emancipazione della musica dalle forme d’importazione occidentale attraverso la rivalutazione del patrimonio popolare e la valorizzazione delle diverse tradizioni storico/musicali. Nel teatro d’opera si manifestano tutti i caratteri nazionali con la scelta di argomenti storico/popolari, epico/leggendari o fantastici. Nella musica strumentale, sinfonica e cameristica vengono inseriti elementi esotici e folkloristici, motivi popolareschi e ritmi di danze popolari. Anche gli arcaismi armonico/modali e i raffinati ed esuberanti effetti orchestrali conferiscono alla musica un particolare “colore locale”. Si crea così uno stile capace di innalzare la musica della nazione e quella del canto popolare a lingua musicale d’arte infondendovi elementi nuovi e un autentico “carattere nazionale”. Tutto ciò avviene però nel rispetto e sulla scia dei modelli formali e stilistici segnati dalla cultura musicale occidentale innestandovi però tutti quegli elementi tipici delle singole realtà e tradizioni popolari.

 

Per cui prima c'era un grande folklore

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Grazie delle risposte, sono riuscito ad ascoltarli e ho scoperto pezzi molto interessanti e musicalmente belli, vorrei aggiungere alcuni altri nomi che ho scoperto per completezza:

 

- Kurt Atterberg, di cui ho trovato interessante la sua sinfonia n. 6

- Adolf Wiklund con il suo piano concerto no. 1

- Wilhelm Peterson-Berger con la sua raccolta di piccoli pezzi pianistici "Frosoblomster"

 

Ho apprezzato particolarmente anche le sinfonie di Berwald (terza in do maggiore) e Nielsen (seconda e quarta); le altre devo ancora ascoltarle  :P  ma sono sicuro che saranno altrettanto valide!

 

Grazie delle risposte!

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Cristian IV di Danimarca, Re del regno di Danimarca-Norvegia che comprendeva, appunto, Danimarca, Norvegia, ma anche Islanda e Isole Far-Oer, fu uno degli iniziatori di una sorta di "rinascita" musicale scandinava. Siamo tra gli ultimi anni del '500 e i primi del '600. Alla sua corte rimase per un po' di anni John Dowland, il più famoso liutista e compositore di songs del periodo elisabettiano, ma soprattutto avvenne una delle cose più particolari del rinascimento musicale: si scelsero alcuni strumentisti danesi e si mandarono in modo più o meno ufficiale a studiare da Giovanni Gabrieli a Venezia. Tra i prescelti, Mogens Pedersøn, di cui rimangono madrigali, messe, salmi e mottetti

 

 

e questo è un salmo luterano e, quindi, in DANESE :-) 

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  • 2 months later...

http://ettoregarzia.blogspot.it/2010/05/la-musica-classica-nordica.html

 

Consiglio di leggere l'articolo linkato sopra. Ne viene fuori un centro musicale che poggia principalmente sui paesi scandinavi. Si tratta di compositori che svilupperanno nel corso del Novecento un linguaggio molto preciso e riconoscibile. Il tutto affonda le radici nell'Ottocento quando i primi compositori scandinavi apportano novità alla musica del tardo romanticismo, novità che segneranno l'inizio di una scuola.

Vi fu una vera e propria emancipazione dei compositori scandinavi rispetto a quelli tedeschi e francesi. Tanto è vero che sia l'atonalità che il serialismo verranno declinati all'interno di una struttura compositiva preesistente.

Ovvero questi compositori useranno le serie per scopi più ampi. La atonalità (e quindi anche l'uso di serie) diventa una sorta di tecnica che deve servire ad uno scopo superiore.
Non si tratta quindi di esperimenti fini a se stessi ma di composizioni che utilizzano nuove tecniche compositive.

Possiamo dire che i compositori scandinavi inglobano l'atonalità (anche seriale) all'interno di un progetto preesistente e più ampio.

Penso che l'ascolto  (sistematico) di questi compositori, a partire da Grieg e passando per Sibelius, possa portare all'ascolto della  musica dei giorni nostri.
C'è una linearità e una parallela evoluzione che si avverte ascoltando questi compositori che si susseguono nel tempo, fino ad oggi.
In questo modo il Novecento non appare più come un secolo frammentato ma come qualcosa di compiuto.

Così come si parte da Bach, Scarlatti, Vivaldi per arrivare a Beethoven, allo stesso modo si può partire da Grieg, Sibelius per arrivare a Kalevi Aho e altri.

Il Novecento si è appena concluso e solo oggi con la giusta distanza possiamo capire quegli sviluppi che hanno avuto successo.
Si tratta così di un Novecento da dovere ascoltare con piacere e non solo un Novecento da dover leggere per poi ascoltare e rifiutare.

Molti di quelli che rifiutano il Novecento è perché non hanno avuto la fortuna di approcciare i compositori scandinavi ma i soliti Ravel, Debussy, Schoenberg ecc.
Quindi, consiglio, a tutti coloro che hanno bisogno di "ascoltare con piacere" il Novecento, questi compositori scandinavi che si tramandano tecniche compositive ed estetica senza soluzione di continuità e arrivando fino ai nostri giorni.

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