Videoclip Postato Febbraio 13, 2014 Report Share Postato Febbraio 13, 2014 Francamente la questione della musica per immagini l'ho tirata fuori al primo post... http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/3092-end/ Sono relativamente d'accordo Micrologus, il tuo discorso funziona se a giustificare dei cambi radicali di linguaggio ci sono delle immagini...in tutti gli altri casi il brano risulta incoerente. Se in una scena lieta di un film ad un certo punto morisse il gato...allora ok, se si tratta di un brano di musica con un inizio e una fine...beh, allora la cosa cambia e non lo dico io, basta prendere qualsiasi brano scritto da grandi maestri (e mi riferisco anche a quelli di oggi). La coerenza è direttamente proporzionale alla capacità del compositore. . ..poco è cambiato, ho dovuto pure aprire un topic dedicato... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
micamahler Postato Febbraio 14, 2014 Report Share Postato Febbraio 14, 2014 Red non si stava riferendo alla musica per immagini ma a dei film di Lynch. E comunque grande Badalamenti che gli fa le colonne sonore! Sono OT ma quando penso a Lynch mi esalto quindi linko da youtube: Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
RedScharlach Postato Febbraio 14, 2014 Report Share Postato Febbraio 14, 2014 Red non si stava riferendo alla musica per immagini ma a dei film di Lynch. In effetti ... ora capisco come mai Thallo parlava di "analfabetismo di ritorno" Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Bianca Postato Febbraio 14, 2014 Autore Report Share Postato Febbraio 14, 2014 In questi giorni si sta parlando parecchio di coerenza, un termine che torna molto spesso, sembra una coincidenza, ma non tutti gli utenti sono d'accordo. Mi sono riletta il post e, se non ho travisato le tue intenzioni, credo di essere pienamente d’accordo. In sostanza dici che a prescindere dal fatto che si percepisca coerenza o incoerenza in un’opera (generica) la sensazione che ne deriva è indipendente, ovvero può essere sia positiva che negativa, o in altri termini si può giudicare bella o brutta (che piace o che non piace) un’opera a prescindere dal giudizio sulla sua coerenza. E questo in effetti credo che sia quello che succede alla maggioranza dei soggetti che fruiscono di un’opera. Nessun fruitore comune in genere si chiede a priori “ma quello che sto ascoltando/vedendo/leggendo è coerente o incoerente?” e poi sulla base della risposta che si dà decide se gli piace o meno. Piuttosto al contrario. In qualche modo un eventuale giudizio di coerenza o meno deriva dal fatto di aver giudicato l’opera positiva oppure no per se stesso. Ad essere del tutto sinceri probabilmente è quanto accaduto anche in questo forum a proposito del brano “incriminato”. Tant’è che non a tutti è parso incoerente, anche a quelli a cui può non essere ugualmente piaciuto. In sostanza, quello da cui ho cercato di mettere in guardia più volte, e da ultimo con l’utilizzo provocatorio del pezzo che ho proposto, non è la validità del concetto di coerenza, ma l’uso “facile” che talvolta se ne fa. Il concetto di coerenza infatti, se non fosse così importante, credo non solleverebbe tante questioni. Ma invece lo è e chi se lo sente “usare contro” è un po’ come si vedesse sottoposto ad un giudizio superiore inappellabile. Purtroppo, a mio avviso, questa abitudine deriva da una certa cultura musicale che ben conosciamo e che oltretutto ha grandi meriti, ma usata a volte in modo improprio anche se, in genere, in buona fede. Il fatto è che il cervello umano è molto confidente nei concetti di cui si è appropriato, che sono appunto diventati abitudine, e molto diffidente verso quello che non conosce. Per quanto mi riguarda, il concetto di coerenza, ha un estensione che va addirittura oltre il senso comune della parola, che poi altro non è che quello di “stare attaccato insieme” (a proposito, qualcuno ha mai sentito parlare di coerenza nella scultura?), un’estensione, dicevo, che probabilmente non è immediatamente chiara a coloro che non hanno competenze o cultura di carattere scientifico (e non c’è nulla di male in ciò), motivo per cui forse, quello che ho scritto precedentemente in questo post e altrove, non è risultato evidente. Perciò non penso certo, e lo ribadisco ancora nel caso non si fosse capito, che la coerenza non sia una categoria di riferimento fondamentale, tutt’altro (almeno per me). Ma dico che a volte sarebbe meglio spogliarsi delle proprie abitudini e cercare di usare in modo più critico il proprio giudizio. E per questo credo sia utile e fondamentale conoscere anche l’esegesi di un’opera, come tu dici. Il motivo, a mio parere non è diretto, ma correlato a quanto detto prima. Quando ascoltiamo un’opera nota, infatti, un’opera già passata nella cultura diciamo, potremmo anche supporre che la conoscenza dell’autore non sia così fondamentale: io ascolto qualcosa che mi può piacere o meno a prescindere dalla valutazione del suo autore. Ma facendo così, in realtà, noi stiamo solo “saltando”, o dimenticando, un passaggio già fatto in passato da qualcun altro al posto nostro. In effetti un’opera può essere giustamente scissa dal suo produttore (a parte la letteratura a riguardo, quello che mi viene in mente è la battuta “ogni volta che ascolto Wagner mi viene voglia di invadere la Polonia!”), ma solo se la si è in qualche modo già compresa. Se un’opera non è immediatamente comprensibile, non vuol dire automaticamente che non lo debba essere mai neppure in futuro (con tutti i distinguo del caso ovviamente) e la conoscenza delle motivazioni (altro discorso aperto in altra sede) e della sua storia possono certamente aprire prospettive nuove e a volte magari anche interessanti. D’altra parte è anche vero che i modi in cui un’opera viene conosciuta sono molteplici e non bastano certo le sue proprie caratteristiche (meno che mai quelle facilmente percepibili) a diffonderla. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Piccinesco Postato Febbraio 14, 2014 Report Share Postato Febbraio 14, 2014 Sono abbastanza d'accordo con te (Bianca), ma anche con Videoclip che ha usato delle frasi che ritengo ben azzeccate. Quello che mi piace comunque è il distaccarsi da quello che si conosce e si da per mezzo imprescindibile, e sforzarsi un pò di compredere proprio quello che c'è dietro, che può essere il nulla come un profondo disagio (come ad esempio succede a me). Se parto dal mio percorso "storico", vero che non sono certamente quello che ha studiato per 300 ore al giorno per anni (direi un'oretta ogni qualche mese, e prima che qualcuno inizi a storcere il naso pensando che sono le solite affermazioni che sottintendono chissà quale mania di grandezza, che assolutamente non c'è, anzi sono talmente critico con non sono quasi mai soddisfatto, e chi crede anche troppo a quello che fa, seppur non produce capolavori, lo dice in continuazione ed è convinto nonostante diversi pareri di cui dovrebbe tener conto), o ha avuto la possibilità di seguire delle lezioni in modo costante per un periodo ragionevole; al contrario è stato sempre tutto spezzettato e continua ad esserlo, e se a questo si aggiungono pesanti problemi che vengono da lontano, non è solamente un discorso di capacità o meno (che probabilmente, visto che ho 37 anni, non saprò mai quanto avrei potuto sviluppare o meno, visto che tutto questa elasticità mentale non ce l'ho), ma di tranquillità, serenità, fattori che condizionano non poco l'approccio allo studio e ai suoi "derivati". Con questo amico ieri parlavamo anche di possibili problemi cognitivi: lui fino ad una certà età (ora ha circa 40 anni, e mi parlava di quando andava alle superiori, e fino a qualche anno dopo) ha avuto un supporto assurdo a livello mnemonico, aveva una capacità di memorizzare quello che ascoltava talmente fine che le lezioni le comprendeva senza alcun problema, e spesso veniva incoraggiato ad aiutare chi rimaneva indietro (potevo essere benissimo io, ma non abbiamo fatto la scuola insieme), ora ha avuto una sorta di switch e la memoria è come andata, e io sto come lui, solo che sono così fin da piccolo, ricordo che non riuscivo a memorizzare quello che studiavo, e tutt'ora è la stessa cosa. Provate a leggere un testo (ad esempio di contrappunto, come ho fatto tempo fa, leggere, non proprio studiare, perchè studiare significa soffermarsi su ogni specifico punto che non è stato ben compreso, e fare esercizi per mettere in pratica quello che si è letto, o studiato) e a dimenticarvi dopo pochi secondi, non minuti, quello che avete letto, sia anche mezza pagina, è assurdo no? Per questo parlo di problemi cognitivi, che vanno al di là delle problematiche relative al disagio e ad altri fattori. Quello che mi dispiace è notare (in ogni contesto) molta freddezza da quest punto di vista, gli unici (ad esempio) che non hanno preso la ghigliottina e hanno detto "non me ne frega un C***o" (detto letteralmente, ma è ovvio che si usano termini per girarci attorno) sono stati Frank e CromaDiBrera, con cui comunico anche tramite e mail, insomma se ancora non si è consapevoli di qualcosa, e nello stesso tempo si hanno determinate difficoltà, non penso si possa parlare di persona che vive serenamente e per la quale ogni cosa che pensa, dice e fa deve essere assolutamente scissa dalla sua personalità, non funziona così (per me, e preciso che non è una scusa, perchè io stesso so bene di essere al momento limitato, questo non significa che non voglia migliorare, magari non potrò mai riuscire perchè sono deficiente, non ci arrivo proprio, ma è difficile saperlo cominciano un pò tardi, e non serenamente, per cui il mio essere a volte "aggressivo", per chi se lo è chiesto (solo pochi secondi, questo posso capirlo) dipende da motivi molto seri, e non da arroganza e sicurezza, quella la lascio a chi, appunto, ha avuto un percorso differente e senza troppi intoppi, magari agevolato e stimolato, e lì certamente si può parlare di vera arroganza, oltretutto non giustificata (se proprio vogliamo usare questo termine), perchè è un pò paradossale vedere una persona che fa quello che (magari) gli piace, è oltretutto il suo lavoro, incazzarsi e rispondere in modo oltremodo sicuro, anche lì ci vuole il senso del limite. Vi faccio un ultimo esempio sulla coerenza: giorni fa ho inviato degli spartiti per clavicembalo/pianoforte a due clavicembaliste, la prima è una interprete, la seconda ha studiato anche composizione: è successa una cosa strana (non per quello che poi non è avvenuto, ma per le modalità, che non sto adesso a spiegare), insomma la prima li registrerebbe con piacere, la seconda si è proprio rifiutata mettendo una scusa che (ho capito) mi è sembrata molto, troppo rigorosa, e riguarda proprio lei, come persona, e non "solamenente" la coerenza. Riguardo il pezzo di Bianca, per me non è incoerente, ognuno sente le cose a modo suo, ipotizzo che la parte centrale, eseguita a quella velocità, senza controllo sull'agogica, sulle dinamiche, "peggiori" la percezione in chi ha "sentito" il pezzo in quel modo; però a me non ha fatto questo effetto, e un disegno anche minimamente ragionato ce lo vedo, lo dico oggi ma l'ho pensato l'altro ieri, per cui non mi sto allisciando o arruffianando. Anzi, per come lo hai fatto, lo vedrei anche più "allungato", elaborandolo ulteriormente, perchè da la sensazione che finisca troppo presto. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Bianca Postato Febbraio 14, 2014 Autore Report Share Postato Febbraio 14, 2014 Riguardo il pezzo di Bianca, per me non è incoerente, ognuno sente le cose a modo suo, ipotizzo che la parte centrale, eseguita a quella velocità, senza controllo sull'agogica, sulle dinamiche, "peggiori" la percezione in chi ha "sentito" il pezzo in quel modo; però a me non ha fatto questo effetto, e un disegno anche minimamente ragionato ce lo vedo, lo dico oggi ma l'ho pensato l'altro ieri, per cui non mi sto allisciando o arruffianando. Anzi, per come lo hai fatto, lo vedrei anche più "allungato", elaborandolo ulteriormente, perchè da la sensazione che finisca troppo presto. Ti ringrazio per quello che hai scritto. Io sono relativamente "nuova" in questo forum, per cui purtroppo non ho conoscenza delle cose che riporti a tuo riguardo. Però credo di capire quello che dici e quello che "provi". Credo anche, per mia esperienza, che l'arroganza di alcuni non derivi sempre dalla sicurezza nei propri talenti, ma al contrario, spesso dalla consapevolezza di non meritare quello che si è ottenuto. A maggior ragione ho detto quello che ho detto. Riguardo al mio pezzo, come noti andrebbe anche "allungato", ed effettivamente questo è un piccolo estratto di un lavoro più esteso, un estratto che mi serviva semplicemente come pretesto. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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