Ettore Postato Settembre 7, 2013 Report Share Postato Settembre 7, 2013 Dimenticavo, gli altri compaicenti di un grande pubblico sono: Kissin, Yuja Wang, Gilels, Valentina Lisitsa ... ne ho messi un po' vari, ma molto si misurano con questo grande compositore. Mi spiace per Mila, anche i ricchi piangono. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Talentuoso Postato Settembre 7, 2013 Report Share Postato Settembre 7, 2013 Questa è l'unica riga che Massimo Mila, nella sua "Breve storia della Musica" dedica a Rachmaninov: ...,sul macchinoso virtuosismo pianistico di Rachmaninoff (1873-1943). Non è un segreto, secondo me i musicologi sono la cosa più inutile della terra...del resto la musica la fanno i musicisti. Il fatto che le due parole (musicista e musicologo) inizino in modo uguale, non vuol dire automaticamente che facciano lo stesso mestiere. In effetti i musicologi che fanno? Oltre che chiacchierare del lavoro di altri? ...chi lo sa... A tal proposito posso solo girarti questo interessante scritto proposto da Frank a proposito della critica A proposito di critico... Il critico non può essere giusto nel senso comune della parola. E' solo sulle cose che non interessano, che si può dare un'opinione veramente imparziale, e questa è senza dubbio la ragione per cui un'opinione imparziale è sempre assolutamente priva di valore. L'uomo che vede ambo i lati di una questione è l'uomo che non vede assolutamente niente. L'arte è una passione, e in materia d'arte il pensiero è inevitabilmente colorato dall'emozione, ed è pertanto fluido piuttosto che fisso, e poiché dipende da fini umori e momenti squisiti, non lo si può restringere nella rigidità di una formula scientifica o di un dogma teologico. E' all'anima che l'arte parla, e l'anima può esser fatta prigioniera della mente così come del corpo. Naturalmente non si dovrebbero avere pregiudizi; ma come un grande francese osservò cento anni or sono, avere pregiudizi in tali questioni è un fatto personale, e quando si hanno preferenze si cessa di essere giusti. Solo il banditore delle aste può ammirare ugualmente e imparzialmente tutte le scuole artistiche. No: l'esser giusto non è fra le qualità del vero critico. Non è nemmeno una condizione della critica. Ogni forma d'arte con cui entriamo in contatto ci domina per il momento ad esclusione di ogni altra forma. Dobbiamo abbandonarci completamente all'opera in questione, qualunque essa sia, se vogliamo conquistarne il segreto. [Oscar Wilde - Il critico come artista, con alcune osservazioni sopra l'importanza di non fare niente] Qui c'è tutto il Thread: http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/2379-come-possiamo-parlare-di-musica/ ...onestamente io mi fido delle mie orecchie e dei miei studi in materia di composizione...appunto uno di coloro che permette alla musica di continuare ad esitere e che la alimenta veramente. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
ttw Postato Settembre 7, 2013 Report Share Postato Settembre 7, 2013 In effetti a me Rachmaninoff non fa sempre impazzire, però riconosco che è una questione di gusti...c'è un sacco di altra musica che non mi piace e di compositori più venerati... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Settembre 7, 2013 Report Share Postato Settembre 7, 2013 Questa è l'unica riga che Massimo Mila, nella sua "Breve storia della Musica" dedica a Rachmaninov: ...,sul macchinoso virtuosismo pianistico di Rachmaninoff (1873-1943). Io potrei trovare anche interessante questa affermazione, ma vorrei sapere cosa scrive prima...è possibile Mike per te riportare tutto il periodo completo. Non posseggo quel testo e non ho tempo di passare in biblioteca nei prossimi giorni. Nel frattempo un possibile excursus storico dei concerti per pianoforte e orchestra, chiaro tanti assenti ma sentirei di citare ad un certo punto il Rach2... J. S. Bach: Concerti in Re minore BWV 1052 e in Fa minore BWV 1056 F. J. Haydn: Concerto in Re maggiore Hob:VIII:11 W. A. Mozart: Concerti K271, K466, K467, K488, K491 L. van Beethoven: Concerti n. 1, 2, 3, 4 e 5 F. Chopin: nn. 1 e 2 E. Grieg: Concerto in la minore D. Kabalevsky: Concerto n. 3 S. Rachmaninov: Concerto n. 2 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
antares86 Postato Settembre 7, 2013 Report Share Postato Settembre 7, 2013 Schumann no? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
mike Postato Settembre 8, 2013 Report Share Postato Settembre 8, 2013 Io potrei trovare anche interessante questa affermazione, ma vorrei sapere cosa scrive prima...è possibile Mike per te riportare tutto il periodo completo. Non posseggo quel testo e non ho tempo di passare in biblioteca nei prossimi giorni. Nel frattempo un possibile excursus storico dei concerti per pianoforte e orchestra, chiaro tanti assenti ma sentirei di citare ad un certo punto il Rach2... J. S. Bach: Concerti in Re minore BWV 1052 e in Fa minore BWV 1056 F. J. Haydn: Concerto in Re maggiore Hob:VIII:11 W. A. Mozart: Concerti K271, K466, K467, K488, K491 L. van Beethoven: Concerti n. 1, 2, 3, 4 e 5 F. Chopin: nn. 1 e 2 E. Grieg: Concerto in la minore D. Kabalevsky: Concerto n. 3 S. Rachmaninov: Concerto n. 2 Questo è il contesto dove Massimo Mila, nella sua "Breve storia della Musica", parla di Rachmaninoff: Capitolo XX - Le scuole nazionali. I Russi ............. Di gran lunga il maggiore degli occidentalizzati fu Chaichovskij (1840-93), sorta di Turghenev della musica, buon costruttore d'architetture sinfoniche, orchestratore brillante e garbato, melodista patetico ed eloquente, che aspira all'eroismo beethoveniano ma lo stempera in una sensibilità febbrile e perpetuamente commossa d'anima oppressa e concitata, vibrante fra i poli d'un'esultanza appassionata e di un languore melanconico. Forma con Dvorak la coppia dei pincipali epigoni del sinfonismo ottocentesco, e si eleva di molto sull'eclettismo accademico e professorale di Glazunov (1836-1936), sul pittoresco manierismo salottiero di Arenskij (1861-1906), e su quello sentimentale e romantico di Grecaninov (1864- 1956), sul macchinoso virtuosismo pianistico di Rachmaninov (1873-1943). ........... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
mike Postato Settembre 8, 2013 Report Share Postato Settembre 8, 2013 Ah, ok. Se lo dice Mila.... Quindi non è una tua valutazione ... è di Mila. La tua idea qual'è? Vedi, finchè si tratta di gusti...ognuno può dire di tutto, quando lo si mette sull'oggettivo, un minimo bisogna argomentare...anche se ti chiami Mila. Chi sa cosa avrà scritto di Liszt.... Premesso che le mie idee sono necessariamente frutto dei libri che ho letto, della musica che ascolto e suono, del contesto sociale in cui vivo, provo tuttavia ad esprimere quello che oggettivamente penso della musica di Rachmaninoff: Sento una certa artificiosità, non la trovo spontanea, e soprattutto non sopporto quelle melodie depresse, quel continuo piangersi addosso, certo la musica deve esprimere anche il dolore, ma di ben altra natura sono i canti di dolore di Bach, di Beethoven, di Chopin... Di Liszt, ne scrive bene, ma più come "Apostolo del romanticismo" che come compositore, trascrivo in piccolo inciso: ....per lui si può ripetere la frase di Baldini a proposito Victor Hugo: "Giocava tutti i sabati una quaterna di mille franchi sulle rote insieme del Sublime e del Banale". Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
SammyChopin Postato Settembre 9, 2013 Autore Report Share Postato Settembre 9, 2013 e Ciaikovsky e Listz penso io abbiano grande importanza nel campo dei concerti per piano e orch. Cmq io metterei il terzo di Rachmaninov, o mi sbaglio? Quale preferite o pensate sia di gran lunga più importante dei conerti di Rach? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
SammyChopin Postato Settembre 9, 2013 Autore Report Share Postato Settembre 9, 2013 *concerti Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Settembre 15, 2013 Report Share Postato Settembre 15, 2013 Questo è il contesto dove Massimo Mila, nella sua "Breve storia della Musica", parla di Rachmaninoff: Capitolo XX - Le scuole nazionali. I Russi ............. Di gran lunga il maggiore degli occidentalizzati fu Chaichovskij (1840-93), sorta di Turghenev della musica, buon costruttore d'architetture sinfoniche, orchestratore brillante e garbato, melodista patetico ed eloquente, che aspira all'eroismo beethoveniano ma lo stempera in una sensibilità febbrile e perpetuamente commossa d'anima oppressa e concitata, vibrante fra i poli d'un'esultanza appassionata e di un languore melanconico. Forma con Dvorak la coppia dei pincipali epigoni del sinfonismo ottocentesco, e si eleva di molto sull'eclettismo accademico e professorale di Glazunov (1836-1936), sul pittoresco manierismo salottiero di Arenskij (1861-1906), e su quello sentimentale e romantico di Grecaninov (1864- 1956), sul macchinoso virtuosismo pianistico di Rachmaninov (1873-1943). ........... Grazie Mike, mi ero perso il tuo intervento... il fatto che Mila parli solo di pianoforte fa coppia con quanto scrivevo qui: www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/2244-rachmaninov-140 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Settembre 15, 2013 Report Share Postato Settembre 15, 2013 Schumann no? Ma si, tutti quelli che vogliamo...era solo per dire che "alla fine" non si può annoverare anche lui...no? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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