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Piano Concerto - Forum pianoforte

studiare 'studi' (etudes) di Czerny e Catarsi, altri studi contemporanei facili?


pianistamaggiorenneDi38
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Bé gli studi di Chopin e Brahms sono proprio un altro pianeta rispetto al gradus di Clementi. Il termine di paragone è pari a comparare l'università alle elementari...

 

Sono d'accordo con te....... in genere la musica del periodo classico non ha molto a che fare con quella del periodo romantico....da quello che ne so io, quella del periodo romantico e' in genere parecchio piu' complessa, ci sono abbellimenti che nella classica non usavano, accordi piu' sofisticati, modulazioni molto piu' remote, ecc....nella classica c'erano ancora molti residui del periodo barocco: parti piu' scalari, sequenze, ecc... piu' linearita' e prevedibilita'.Ma questo non significa che Chopin o Bhrams siano 'migliori', ma sono piu' complessi.

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Mi fa piacere sapere che a 2 anni dal diploma...uno è ancora alle elementari :(

 

secondo me, non ha nessun senso. Io suono sempre quello che mi piace, non quello che si ritiene sia piu' facile o difficile. Perche', se Clementi non e' Chopin, allora non vale nulla? Ma chi l'ha detto? Czerny lo suono perche' mi piace la musica....mi piacciono i suoi studi perche' li imparo in fretta eppure sto imparando sempre qualcosa, anche a livello compositivo (per me un punto molto importante, infatti per me suonare il piano viene dopo lo scrivere musica).

 

Se hai preso il diploma di pianoforte, invece di buttarti giu' dovresti essere contenta.....se riempi un bicchiere a meta', e' mezzo vuoto, o mezzo pieno? ;)

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Mi fa piacere sapere che a 2 anni dal diploma...uno è ancora alle elementari :(

 

Beh il mio messaggio era rivolto alla difficoltà tecnica e non all'ambito artistico che è soggettivo. Soggettivamente trovo molta più arte negli studi di Chopin che nel "Gradus ad parnassum" ma questa è una mia opinione, magari a qualcuno piace di più il gradus di Clementi. Non credo che quest'ultimo tecnicamente sia difficile. Era una croce per l'ottavo come dice TTW perché andavano portati 23 studi di cui uno estratto a sorte tra i numeri 2, 5, 9, 14, 15, 16, 17, 21, 26, 30, 32, 36, 44, 47, 58, 63, 65, 78, 86, 87, 88, 95, 96, che secondo chi li ha selezionati erano i più significativi, sia a livello tecnico che a livello artistico... Poi però nel quinto gruppo compaiono anche gli studi di Chopin.

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qualcuno mi sa dire in che ordine di difficolta' vengono TUTTI gli studi di Czerny? (voglio dire i vari opus, non i singoli esercizi, naturalmente) . Sto per lasciare l' op 599 in quanto ci sono troppi esercizi nella stessa tonalita', anche se per me e' stato molto utile quello che ho gia' fatto (che in verita' penso sia stato un po' troppo facile per me, ma volevo 'indietreggiare' un po' perche' ho saltato parecchie cose durante il mio apprendimento) e sto pensando di iniziare l'op 821, che a mio parere e' davvero grande, sono pezzi in miniatura (in realta' periodi e frasi di 8 battute, io direi che questo e' intermedio-avanzato (specie dopo i primi esercizi), qua c'e' un buon video copyright free, per dare un'idea. Penso che per un pezzo rimarro' con gli studi Czerny per la classica perche' mi piace davvero, secondo me non ha nulla da invidiare agli altri grandi. Chi mi sa dire se c'e' una raccolta di Czerny che sta FRA l'op599 e l'op 821 ? Grazie

 

http://www.youtube.com/watch?v=HPqCI-1NDSI

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La mia modesta opinione, fermo restando che gli studi di Czerny sono meravigliosi, è che non bisogna rimanere troppo sulla composizione "studio".

Lo studio, pur essendo utilissimo, insiste sulla rioetizione di una difficoltà tecnica, magari, sapientemente, "condita" da buona Musica. A volte come nel caso di Chopin, Listz e Debussy, gli studi divengono pezzi da concerto e obbligato "passaggio" pianistico. E' opportuno, però, cimentarsi presto in altre composizioni di forma strutturata o non, dove l'Autore mette in combinazione le varie figure ritmiche e melodiche, assortisce il ritmo, arricchisce le indicazioni agogiche ecc. Nel libro "principi di tecnica pianistica" di A. Cortot, alla fine, c'è una buona classificazione delle più famose composizioni pianistiche secondo le difficoltà e l'appartenenza alle sezioni in cui è diviso il libro del grande Autore e Pianista, allievo di un allievo di Chopin ( Matthias). Comunque, caro D38 londinese, tu avrai già forse fatto queste considerazioni. Ciao Paolo

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  • 2 weeks later...

Grazie Paolo delle interessanti considerazioni, e scusami ma ho visto la tua risposta solo oggi. Il libro di Cortot ricordo che l'hai menzionato spesso ma non lo conosco, quindi provvedero' a trovarlo, molto interessante la classificazione delle piu' famose composizioni pianistiche secondo le difficolta', in effetti da quasi totale autodidatta, spesso scelgo nuovi pezzi da imparare solo in base all'impatto dell'ascolto della melodia e dell'armonia, senza tenere troppo conto del grado di difficolta', cosi' che alcuni risultano molto piu' facili, altri molto piu' difficili.

 

Si' in un certo senso capisco cosa vuoi dire circa il fatto che gli studi ,comunque mancano di cose che si trovano solo in strutture piu' su larga scala, immagino che tu ti riferisca specie alle sezioni 'di sviluppo' che nel contesto di pezzi piu' estesi, necessitano di contrasti piu' 'remoti', modulazioni piu' lontane, ecc.

 

In realta' sto comunque iniziando a praticare anche pezzi che non siano studi, gli studi per me sono un po' come la 'pozione magica' per andare oltre il livello insomma di principiante-intermedio.

 

Curiosamente.....Vivo in Inghilterra da un bel po' e qua ci sono sistemi abbastanza precisi per 'verificare' il livello di un pianista, ad esempio il sistema ABRSM, si parte dal grado 1 fino al grado 8, il massimo (poi dopo penso che venga il livello di pianista da concerto, non ne sono sicuro. Purtroppo non so come funziona in Italia).

 

Be' due anni fa decisi di prendere lezioni in una scuola, per la prima volta perche' in effetti facendo da solo penso di aver fatto tutto quello che potevo. Incredibilmente, all'audizione, suonando meta' del rondo' alla turca di Mozart, mi fecero passare al grado 6. Non ci potevo credere :blink:

 

Questo pezzo fu il primo pezzo che iniziai a imparare (ho fatto tutto al rovescio :D ), ma la parte finale non la sapevo nemmeno suonare. Penso che rimasero colpiti dal fatto che la prima meta' del pezzo la suonavo abbastanza bene :D

 

Per dire.....per me il grado 6 e' completamente immeritato, mi sento si' e no nel 4. Penso che dovro' scrivere un nuovo topic al riguardo. Grazie Paolo dei tuoi buoni consigli e grazie comunque a tutti. W la musica

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Caro PianistamaggiorenneDi38,

Paolo ha detto una cosa importante riguardo gli studi. Salvo l'esibizione nei concerti, nei quali la precisione, specialmente negli studi, è un "Must", nel caso della tecnica pianistica lo studio anche se d'autore non deve rubare al pianista più di qualche settimana. Se si desidera poi presentare uno studio in particolare in concerto, allora certamente bisogna riprenderlo e rimettersi sotto per pulire tutti i passaggi. Credo che sia cerebralmente importante ai fini della tecnica pianistica "capire" lo studio ed il particolare gesto annesso a quel tipo di studio.

 

Riguardo la scuola di Londra, io me la ricordo parecchi anni fa, avevo circa 13 anni, quando andai a Ealing Broadway (a 40 minuti circa da Londra) a casa di parenti di un mio carissimo amico. Due delle sue cugine studiavano pianoforte da qualche anno più di me e mi parlarono anche loro di questo metodo a gradi. Ricordo che dopo essersi esibite mi misi al pianoforte e lasciai solo macerie nelle loro coscienze al punto che non vollero più suonare. Non perché fossi un fenomeno ma perché il loro livello era veramente scarsino... Non ricordo se stessero al grado 5 forse.

Io non credo molto in questa scala a livelli, della serie: "Se suoni questo sei promosso al livello x se suoni quest'altro sei al livello y, se passi l'ultimo livello sei un pianista".

Credo invece nel cammino all'interno di un percorso musicale, che parta dalle basi e che faccia conoscere la maggior parte degli autori più significativi della storia della musica, che valorizzi il musicista e che lo faccia crescere pari passo con il suo pensiero musicale. Sono per una preparazione più profonda di quella dei traguardi. Sono contento per te, che hai deciso di vivere la musica prescindendo da quelle regole lì a Londra che a me non piacciono affatto e che ritengo persino fuorvianti.

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