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Piano Concerto - Forum pianoforte

Come Affrontare La Prima Sonata Di Mozart


carletto
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Volevo conoscere quale atteggiamento mentale e tecnico bisognerebbe avere per affrontare lo studio di Mozart, in particolare le sonate.

 

Io sto iniziando la KV279 e noto che aver studiato le sonatine di clementi mi sta aiutando ma non basterà, quindi chiedo a voi lumi.

 

Grazie anticipatamente a chi vorrà fornirmi il suo aiuto.

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Probabilmente saprai suonare la Sonata in do maggiore quando ne avrai studiate altre tre o quattro. Ogni nuovo scoglio tecnico o musicale ha bisogno di tempo per essere superato, ma, appunto, deve essere superato e non aggirato. Le Sonatine di Clementi sono ad un livello tecnico inferiore e, per questo motivo, «non ti basteranno». Ci vorrà un po' di pazienza, tutto lì. La Sonata in do maggiore è bella e divertente e ti piacerà, ma all'inizio sarà molto maggiore lo sconforto che la gioia di suonarla, lo so per esperienza. Ascolta alcune (non una sola!) buone interpetazioni per capire quale deve essere il tuo obiettivo musicale e per comprendere alcuni aspetti della scrittura mozartiana e vai tranquillo. Qui ti metto una bella esecuzione di Mitsuko Uchida, per cominciare.

 

http://www.youtube.com/watch?v=29JHhIHeTag&feature=results_video&playnext=1&list=PLCB016E5371F0F0CF

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Volevo conoscere quale atteggiamento mentale e tecnico bisognerebbe avere per affrontare lo studio di Mozart, in particolare le sonate.

Io approfondirei la conoscenza di JC Bache e J.Schobert, sono due autori fondamentali per capirne di più di Mozart perché entrò in contatto con loro rispettivamente a Londra Parigi e questi due autori hanno avuto modo di formare la personalità, inteso come approccio alla tastiera, di WAM.

Fra l’altro entrambi hanno scritto tantissime sonate sia cembalo e fortepiano (in particolare vedi l’op XIV, in particolare la n. 4 in re- di Schobert).

 

Per entrare meglio nell’ottica della personalità e gli idiomi di Mozart è il buon Rutini che WAM conobbe su consiglio di padre Martini durante il viaggio in Italia.

 

Detto questo, dovresti conoscere il trattato di C.P.E.Bach (saggio di un metodo per suonare uno strumento a tastiera) e ti può essere molto utile in generale anche per la diteggiatura, le articolazioni e gli abbellimenti per la musica della seconda metà del XVIII secolo.

Non so quanti lo conoscono, ma L. Mozart scrisse un trattato (per il violino) ...illuminante per quanto riguarda i fraseggi.

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tecnicamente parlando mi spaventano anche molto gli abbellimenti :wacko:

 

E fai bene! :)

 

Scherzi a parte, la padronanza degli abbellimenti e in particolare dei trilli secondo me è fondamentale e da curare molto. Pensa che per alcuni strumenti a tastiera la dizione di questi elementi è un fatto anche distintivo (mi riferisco alle tastiere antiche).

 

Mi capita di imbattermi in pianisti che vedono quasi insignificanti e fastidiosi questi aspetti e i trilli in particolare, ipotizzo io, perché la pesantezza delle tastiere dei moderni pianoforti rendono questi abbellimenti più un ostacolo che un piacere musicale e vengono trattati come puro esercizio meccanico all'interno di frasi musicali.

Per capire fino in fondo il mio discorso e fare propri dei concetti importanti per l’interpretazione di Mozart (che come ti muovi … muovi, sbagli) sarebbe ideale studiare queste opere su pianoforti di fine 800 o, per quei pochi privilegiati, Fortepiani dell’epoca di Mozart (vedi Stein) dove i fraseggi fluiscono che è una meraviglia e i trilli e gli altri abbellimenti che la musica richiede trovano la loro giusta collocazione.

 

Spero di non averti abbassato il morale, ma fare un buon lavoro su Mozart non è facile …. forse un po’ come per molti altri compositori ma come dicevo, quello di WAM mi sembra sempre un terreno minato.

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Ragazzi, siete troppo elevati per me...io sono proprio terra terra :angry:

 

Capisco che sei all'inizio ma:

 

Volevo conoscere quale atteggiamento mentale e tecnico bisognerebbe avere per affrontare lo studio di Mozart, in particolare le sonate.

Se chiedi così sembra che vuoi informarti in modo specifico di Mozart, se i problemi sono tecnicamente generici e ti aspettavi tipo: studia a mani separate, fai così ... fai cosà... forse la questione andava posta in altri termini.

 

Ma detto con tanta simpatia, eh :)

 

In fin dei conti, paura per gli abbellimenti a parte, qual'è il problema?

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Scherzi a parte, la padronanza degli abbellimenti e in particolare dei trilli secondo me è fondamentale e da curare molto. .

..sarebbe ideale studiare queste opere su pianoforti di fine 800 o, per quei pochi privilegiati, Fortepiani dell’epoca di Mozart (vedi Stein) dove i fraseggi fluiscono che è una meraviglia e i trilli e gli altri abbellimenti che la musica richiede trovano la loro giusta collocazione.

 

E' proprio quello che mi scoraggia in Mozart e nel repertorio barocco (Bach in primis). Trilli e mordenti mi vengono "loffi" (poco puliti) e troppo misurati!

Sulla spinetta (che possiedo oltre al pianoforte) l'esecuzione non mi riesce meglio e le cose migliorano (niente da paragonare con quanto si sente nei dischi) solo dopo ore di esercizio che mi consentono di "adeguarmi" alla tastiera del cembalo.

Forse bisogna articolare molto in sede di studio e poi cercare di dimenticarsi la metrica e cantare quando si esegue...

Avresti qualche consiglio per lo studio dei trilli, dei mordenti e degli abbellimenti in genere?

Mi interesserebbe molto.

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qualche consiglio per lo studio dei trilli, dei mordenti e degli abbellimenti in genere?

 

Gli abbellimenti meritano uno studio separato e dedicato, il fatto che ti vengano misurati è normale all'inizio, Il trucco è quello di cantarseli con libertà e seguire questa liberà con la mano.

 

Insomma, il trillo libero si sente e esegue a orecchio...quello misurato si fa a metronomo.

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E' proprio quello che mi scoraggia in Mozart e nel repertorio barocco (Bach in primis). Trilli e mordenti mi vengono "loffi" (poco puliti) e troppo misurati!

Sulla spinetta (che possiedo oltre al pianoforte) l'esecuzione non mi riesce meglio e le cose migliorano (niente da paragonare con quanto si sente nei dischi) solo dopo ore di esercizio che mi consentono di "adeguarmi" alla tastiera del cembalo.

Forse bisogna articolare molto in sede di studio e poi cercare di dimenticarsi la metrica e cantare quando si esegue...

Avresti qualche consiglio per lo studio dei trilli, dei mordenti e degli abbellimenti in genere?

Mi interesserebbe molto.

Non penso sia smarcabile un problema così ampio con un post, posso passarti qualche spunto.

Il primo è relativo al fatto che, seppur simili per forma (parlo della tastiera), gli strumenti da te citati sono molto differenti e richiedono tecniche diverse e non sempre compatibili. Migliorare sul cembalo può anche voler dire peggiorare sul pf.

 

Qualcuno diceva di seguire l’orecchio, io dico che l’orecchio deve essere anche formato a tale scopo, quindi una delle strade è sempre quella di ascoltare molto le gradi interpretazioni.

Può succedere e succede che la tecnica non riesca ad assecondare l’orecchio, per cui la mano ma diciamo più elegantemente i limiti tecnici fanno un po’ da zavorra.

Gli abbellimenti e i trilli in particolare meritano uno studio separato (qui mi riferisco al pf); ci sono diverse varianti che si possono applicare. Quella base che da un ritorno abbastanza immediato è quella di studiare i trilli con il ribattuto.

Immagina un trillo su due tasti bianchi che si basi sulle dita 24. Con entrambi i tasti abbassati, parti con il 2 facendo 5 ribattuti, poi con il 4 facendo 5 ribattuti, poi 4, poi 3 poi 2 ribattuti sempre tenendo il dito che non lavora abbassato … in ultima istanza sciolto.

Chiaramente i tempi del ribattuto non sono tipo bradipo, lo stesso deve avvenire a velocità sostenuta.

Avere scioltezza nelle dita di aiuta ad assecondare quello che l’orecchio (dovutamente formato) cerca …

 

… so che è poco, ma a parte questo primo esercizio base che di sicuro non guasta, caso per caso si possono fare tanti lavori. Poi dipende anche dalle capacità e dalle caratteristiche di chi vuole approfondire l’argomento.

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Immagina un trillo su due tasti bianchi che si basi sulle dita 24.

 

:o mai fatto... non è una diteggiatura molto pianistica 24 su due tasti bianchi. Quella diteggiatura è molto comoda quando si tratta di un trillo con la nota inferiore su tasto nero e l'altra su tasto bianco, ma devono essere distanti, quindi mi bem-fa ad esempio. Se il tasto nero è molto vicino (do#-re ad es.) già funziona male ed è meglio 23 o, anche se parrà strano, 31 (sic!). Anche 35 non è male ma può risultare meno potente come combinazione, dipende da cosa è indicato. Su due tasti bianchi si usa con migliore esito la combinazione 13 (o 23, ma è meno efficace), anche se il non plus ultra, per quel che mi riguarda è 1323 etc. con l'alternanza di 1 e 2 sulla nota inferiore del trillo. ;)

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Ma guarda Carlos, io sono dell'idea che le dita devono viaggiare e le diteggiature in fase di studio devono essere affrontate tutte. Onestamente ho riscontrato più diffuso il problema dell'articolazione del pollice che del quarto dito, per cui 24 resta comunque una diteggiatura comoda anche a cavallo di due tasti bianchi ... chiaro che se ci fosse di mezzo un tasto nero le cose cambierebbero e certe scelte sarebbero più “obbligate”.

C'è chi è dell'idea che ogni x note del trillo debba cambiare diteggiatura per problemi di stanchezza e uno dei percorsi può essere 13, 24, 35, e anagrammi di combinazioni … polifonia permettendo magari eseguita da altre dita.

Tutto per dire che il mio esempio era base per esemplificare il concetto delle varianti (il fulcro del discorso) e comunque non disdegno 2-4 anche perché bisogna fare i conti con le dita del pianista e pollice e mignolo mediamente sono le dita più problematiche.

Non che i problemi non si debbano risolvere, però se uno non trova comodo 2 4 è l’occasione di esercitarsi.

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Vado per gradi. Non te la prendere...

 

Ma guarda Carlos, io sono dell'idea che le dita devono viaggiare e le diteggiature in fase di studio devono essere affrontate tutte.

 

Prima cosa: non è vero. Seconda cosa: se vanno affrontate tutte che facciamo? Un bel trillo do re do re 1 5 1 5??? Dài per piacere...

PS «non è vero» perché è come dire a un ballerino che "in fase di studio" deve imparare a camminare col piede sinistro insieme alla mano destra... perché bisogna provare tutto.

 

Onestamente ho riscontrato più diffuso il problema dell'articolazione del pollice che del quarto dito, per cui 24 resta comunque una diteggiatura comoda anche a cavallo di due tasti bianchi ... chiaro che se ci fosse di mezzo un tasto nero le cose cambierebbero e certe scelte sarebbero più “obbligate”.

 

Il trillo 13 si esegue con un movimento misto articolatorio/rotatorio. La comodità sta proprio in quello: il movimento rotatorio garantisce anche una certa potenza, per questo è preferibile a 23 e a 12. Il trillo 24 su due tasti bianchi consecutivi è pianisticamente una strxxxata, con buona pace tua. Secondo me non l'hai mai provato e se l'hai fatto ti è pure venuto male. Sui libri non si impara a fare i trilli ;)

 

C'è chi è dell'idea che ogni x note del trillo debba cambiare diteggiatura per problemi di stanchezza e uno dei percorsi può essere 13, 24, 35, e anagrammi di combinazioni … polifonia permettendo magari eseguita da altre dita.

 

«C'è chi è dell'idea», «ho riscontrato»... Frank: io il pianoforte lo so suonare ok? Quindi se mi permetto di scrivere che le tue diteggiature non funzionano, verosimilmente, ho ragione io...

PS il cambio dito generalmente prevede che una delle due dita resti invariata, sennò in velocità non si riesce, quindi i cambi che tu suggerisci non funzionano per due motivi: quello che ho detto e, il secondo, che 24 e 35 non sono diteggiature valide su due tasti bianchi consecutivi, come ho già detto..

 

Tutto per dire che il mio esempio era base per esemplificare il concetto delle varianti (il fulcro del discorso) e comunque non disdegno 2-4 anche perché bisogna fare i conti con le dita del pianista e pollice e mignolo mediamente sono le dita più problematiche.

Non che i problemi non si debbano risolvere, però se uno non trova comodo 2 4 è l’occasione di esercitarsi.

 

24 non funziona su due tasti bianchi consecutivi (repetita iuvant!), se tu vuoi perdere tempo ad esercitarti, fallo, ma non suggerirlo a chi chiede suggerimenti per risolvere problemi tecnici che tu stesso non riesci a risolvere. Non c'è motivo di esercitarsi con quella diteggiatura. Si possono usare le altre che ho indicato io, che avendo suonato un bel po' di repertorio pianistico penso di poter dire la mia senza bisogno di zio Frank che tira sempre fuori qualche "variante" o qualche trattato ad hoc. Con questo chiudo. :)

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Certo Carlos, quando si parla di orchestrazione bisogna aver letto da qualche parte...su qualche trattato. Quando si parla di diteggiatura... magari antica visto il repertorio... (si parlava di brani nati per cembalo) ... meglio la pratica...eheh, comoda la vita.

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Mah, io 2-4 la uso anche sui tasti bianchi...comodissima ed efficace.

 

Quando si parla di diteggiatura... magari antica visto il repertorio... (si parlava di brani nati per cembalo)

 

Non ho capito a quali trattati si fa cenno, CPE Bach?

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Ho una curisità, esiste sempre è solo una diteggiatura per ogni passaggio?

Avevo inteso che non esisteva una diteggiatura valida in assoluto...ma forse avevo capito male.

 

Hai inteso bene, non esiste il giusto in assoluto, dipende dal passaggio e da quello che uno vuole ottenere come effetto.

 

Gould suonava con una posizione della mano a dir poco discutibile, inutile dire che i risultati ci sono ... per cui...

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Certo Carlos, quando si parla di orchestrazione bisogna aver letto da qualche parte...su qualche trattato. Quando si parla di diteggiatura... magari antica visto il repertorio... (si parlava di brani nati per cembalo) ... meglio la pratica...eheh, comoda la vita.

 

Hehehe, ma "orchestrazione" non è un accorgimento tecnico: è la definizione di una pratica e pertanto deve essere istituzionalizzata, non la si può inventare come hai fatto tu. Non si può dire «io scrivo con in testa l'orchestra quindi "orchestrazione" vuol dire quello che penso io», mentre per quel che riguarda le diteggiature, per quanto non si possa parlare in assoluto di diteggiature giuste o sbagliate, la pratica ha un'importanza decisiva. Il fatto che si parlasse di brani nati per clavicembalo conta poco: chi ha iniziato la discussione suona questa sonata sul pianoforte e la diteggiatura cambia in questo caso, a causa della meccanica differente. I clavicembalisti, ad esempio, raramente usano il primo dito, soprattutto per suonare le scale. Cosa facciamo? Non lo usiamo più nemmeno noi se suoniamo un pezzo «nato per cembalo»?

 

PS per ttw: tu usi 24 per trillare su due tasti bianchi consecutivi?

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Ho una curisità, esiste sempre è solo una diteggiatura per ogni passaggio?

Avevo inteso che non esisteva una diteggiatura valida in assoluto...ma forse avevo capito male.

 

Hai inteso benissimo, ma ci sono, per ogni passaggio, diteggiature più o meno favorevoli, diciamo così... Dipende sempre e comunque, come ti è stato detto, da cosa vuoi ottenere, musicalmente e tecnicamente, da ciascun passaggio. Io ho solo detto che, di tutte le diteggiature possibili per eseguire un trillo su due tasti bianchi, la meno consigliabile è 24 (io non l'avrei mai suggerita, almeno), però se vogliono convincerti che è la migliore diteggiatura del mondo, non hai che da provarle tutte (io ne ho scritte un paio) e vedere quale ti riesce meglio... ;)

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Il fatto che si parlasse di brani nati per clavicembalo conta poco: chi ha iniziato la discussione suona questa sonata sul pianoforte e la diteggiatura cambia in questo caso, a causa della meccanica differente.

...sai che avevo inteso un altro discorso, sembrava si parlasse di evocare sonorità "lontane" ... vedi cembali, spinetta, etc.

 

PS per ttw: tu usi 24 per trillare su due tasti bianchi consecutivi?

Interessante specifica, nel primo intervento hai dato per scontato che ci siferisse a 2 tasti cosecutivi.

Per me vale il valido principio didatico ;) che mi sembra fosse nella richiesta di Pestatasti

 

 

Avresti qualche consiglio per lo studio dei trilli, dei mordenti e degli abbellimenti in genere?

Mi interesserebbe molto.

 

Effettivamente non si chiede una diteggiatura specifica ...ma come imprare a realizzarla.

 

Almeno questo capisco io :unsure:

 

Tu come insegneresti a uno che non riesce ad applicare la diteggiatura da te suggerita (1-3)? Insomma il metodo, più che il numero delle dita?

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Grazie, allora avevo capito bene :)

 

se vogliono convincerti che è la migliore diteggiatura del mondo

 

A me sembra di aver letto che era un esempino per spiegare la variante del ribattuto...non ho trovato scritto che 2-4 è la migliore combinazione del mondo.

 

Visto che ci siamo, se il pollice fosse impegnato a tenere una voce...ammettiamo in Bach per via di un'altra voce, dopo 1-3 quale sarebbe la migliore combinazione...fatto fuori il pollice?

Se ho capito bene 3-5. Forse però è meglio avere sotto mano un passaggio vero, magari provo a vedere fra i brani che mi piacciono e vorò studiare..e ve lo sottopongo.

Grazie ancora

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Interessante specifica, nel primo intervento hai dato per scontato che ci siferisse a 2 tasti cosecutivi.

 

L'ho specificato adesso perché volevo essere sicuri che si parlasse della stessa cosa. Ma non sarebbe stato necessario, visto che parlavamo di un trillo (e non di un tremolo).

 

Tu come insegneresti a uno che non riesce ad applicare la diteggiatura da te suggerita (1-3)? Insomma il metodo, più che il numero delle dita?

 

Non credo di essere in grado di dare lezioni di pianoforte via blog, quindi mi astengo.

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