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Piano Concerto - Forum pianoforte

Gerardo

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Tutto postato da Gerardo

  1. Secondo me non aveva un accezione negativa, anzi, definisce quel modo come il "sound" beethoveniano. In sintesi, il suo bello. Probabilmente era un riferimento velato alla raffinatezza, che ovviamente è intrinseca nella scrittura di Mozart. Beethoven è tutto tranne che raffinato. A tal proposito, riferendomi al tuo commento su Mozart, parti dal presupposto che una cosa splendida sia anche utile. Il passaggio non è così scontato, comunque condivido la tua osservazione per la parte relativa a WAM
  2. ...bisognerebbe valutare anche quanto c'è di Mozart
  3. Mi spiace, in attesa di eventi cerca di non stare ferma. Puoi "approfittare" per un approfondimento teorico, magari anche orientato alla composizione o alla musicologia; almeno puoi tentare di tenere impegnata la testa (la peggior nemica in questi frangenti). Si sa mai che da cosa nacqua cosa ... In bocca al lupo!
  4. E in effetti RStrauss, come penso sia chiaro a tutti, la ricostruzione stilistica è solo una prima tappa per diventare autonomi, fra l'altro in conservatori tipo Milano esiste un corso nel triennio che si chiama "Tecniche tonali e modali" dove si può cogliere l'occasione per approfondire lo stile di un compositore a scelta. Perchè non Clementi? Ma anche Gesualdo? O Messiaen, Stravinsky, etc. Ognuno ha le sue predilizioni
  5. E' proprio questo il punto Daniele, siamo sicuri che è una relazione ancora valida quella fra Musica e Filosofia? Con estetica si, ma con filosofia non direi. Adesso però non mi parlate però del testo di Allevi
  6. Ok, tutto bello, ma questo 2 secoli fa. Qualcosa di più recente (discorso filosofia e musica), che ne so: - Filidei e ? - Bedrossian e ? - Part e ? - Bollani e ? Etc.
  7. Dal mio punto di vista non ci si è proprio capiti, un compositore non ha problemi ha scrivere con un linguaggio storicizzato perchè la sua formazione gli permette di scrivere come ne ha voglia, che fosse Bach, Vivaldi, Clementi o Beethoven. Per cui non è necessario un libro su Clementi per il semplice fatto che se uno è un compositore non ha nessuna difficoltà a cogliere gli elementi stilistici di un altro compositore ed "imitarli". Allora qualcuno potrebbe dire; "se uno non è ancora un compositore magari ha bisogno di un testo per scrivere come Clementi". No, i testi sono pensati e finalizzati a creare compositori, lo scrivere come Clementi è implicitamente compreso nel corso di composizione (in qualsiasi posto esso sia svolto). Di conseguenza qualcuno ha indicato dei percorsi di studio per diventare compositori, fra la'ltro si è sentito in dovere di ricordare che una delle prime cose che si affronta (in Italia) è proprio un linguaggio settecentesco. Tutto qui.
  8. Sei in miglioramento Antares, io inizierei ad abituarmi a scrivere su 4 righi, da un lato ti aiua a staccarti dal gesto pianistico, da un altro puoi tenere meglio sotto controllo il moto delle parti e da un altro ancora inizi ad aumentare il numero di righi da leggere contemporaneamente, capacità che ti aiuterà quando sarai più avanti e avrai qualche strumento im più al pf.
  9. Yamashita, la cosa più interessante è che la sesta napoletana ci pone di fronte ad un accordo maggiore costruito sul secondo grado abbassato di una tonalità minore. Quindi colore! Come sappiamo si può modulare per accordi comuni, per cui in la minore avrai un accordo di re fa sib (II6), si bemolle maggiore...che puoi trovare anche in tonalità diverse da la minore. Se ti può fare da ponte modulante, ben venga; ma la cosa va gestita. Per cui sib maggiore, per effetto della scala napoletana, pui trovarlo in la minore ma anche: - in sol minore o sib maggiore (2 circoli delle quinte) - in fa minore se consideri il IV maggiore (4circoli delle quinte) ma anche ai toni vicini tipo - in re minore, VI grado Etc. Ma in realtà, sesta napoletana o no, ragionando per accordi comuni puoi sempre modulare ...il problema è gestire il discorso tensivo e non piazzare accordi a casaccio; per cui in didattica l'uso più comune è il classico VI II6 (bII6) V e cadenza
  10. Non lo conosco, ma il primo volume di Gennaro Napoli è uno dei migliori a tale scopo.
  11. Molte restrizioni, bisogna accontentarsi Antares. Una cosa della quale sento la mancanza è la mancanza di "dialogo" fra pf e canto, più di tanto magari non si può visto il livello dell'esercizio, però almeno qualche piccola imitazione che lasci intravedere una relazione fra le 2 parti...non guasta.
  12. In effetti per battuta 11 non mi sembra male l'idea IV e poi V del II. Non sottovaluterei il fatto che nella parte finale di 11 Schumann toglie il pedale di risonanza.
  13. Anche se spesso contribuiscono a rendere più interessante le composizioni, le note di passaggio non vengono prese in considerazione durante l'individuazione delle strutture armoniche portanti. In passaggi dove l’armonia cambia ad ogni ottavo il pedale può portare confusione, sicuramente il pianista potrà usarlo come espediente tecnico per cambiare il suono e renderlo più morbido, ma sicuramente in quella battuta lo cambierà 4 volte, tanto più c'è l’indicazione di tempo da una mano in questo senso, non veloce (e quasi vocale). Per cui non centra il fatto che sia o meno modulante, ma proprio il passo armonico. Fra l’altro abusi un po’ troppo del termine modulazione. Quelle passeggere che durano un accordo al massimo sono tonicizzazioni; come hai potuto vedere quando arriva la modulazione, poi passa per i gradi fondamentali IV II V, etc. Questo chiarisce la natura di alcune tue domande ma vediamo: Battuta 7: mettendo le note del primo quarto in ordine di terza hai: fa# la# do# mi, siamo chiaramente su una settima di dominante di si, che è il V° grado di mi maggiore. Ecco che siamo su un V/V, appunto una tonicizzazione. Un II di mi non avrebbe avuto il la#, le alterazioni in chiave di mi maggiore sarebbero fa# do# sol# re#. Non c’è il la# Battuta 8: Ho capito, ma do#- è il sesto grado di mi maggiore, per cui non è una modulazione, semplicemente la tonicizzazione (in questo caso V/VI) de sesto grado. Non è che in 10 battute Schumann modula a 4 tonalità diverse. Come ti aveva premesso Eagle nella musica tonale ci sono dei centri, in questa parte del brano si parte dalla tonalità d’impianto per arrivare a quella del quinto grado. Il resto è una conseguenza. Se Schumann avesse voluto andare in do# minore l’avrebbe potuto sicuramente fare, ma non ha poi toccato ne il II, ne il V…per cui non fa sentire il centro tonale di do#-, ergo, non è una modulazione. Battuta 9: concordo, la presenza del la# chiaramente indica che quello è un V/V, vedi battuta 7. Per cui qui Eagle ha toppato. Non mi ero accorto, bravo. Vedo che capisci al volo
  14. A batttua 3 non indica il pedale, come noti Schumann è precisissimo. Per cui a battuta 3 direi I V24(con appoggiatura)/IV IV6 II56. Darei forma all'allusione
  15. Messa giù così Lidevosvuoaretutti27, penso proprio che ti serva un corso di composizione. Non a caso i grandi arrangiatori sono prima di tutto compositori. Ci sono libri che parlano di armonia, contrappunto, orchestrazione, etc.; purtroppo temo di non aver compreso appieno il senso di arrangiamento pianistico CLASSICO. Se ho capito bene, ma penso proprio di no, vorresti prendere una melodia e scrivere un accompagnamento "a la maniere de"? (nel caso specifico Clementi).
  16. Per l'arrangiamento forse conviene aprire un topic ad hoc, dove magari puoi spiegare meglio cosa intendi. Ti do volentieri il mio parere sulla questione, non affatto banale.
  17. Intendi il 17 dei 23 che preparavano solo i pianisti per l'ex-ottavo o il 17 dell'intera opera (appunto dei 100)?
  18. Allora prova a postare un motivetto e gli accordi (bastano le sigle)...in modo da contestualizzare le indicazioni. Già trascrivere il motivetto nelle misure ti darà delle difficoltà e questo può condizionare un eventuale armonizzaizone. Provare per credere.
  19. A parte quotare i precedenti interventi, Zazzi, da quanto ho capito vuoi restare nell'ambito della melodia/armonia. Un motivo effettivamente può avere diverse armonizzazioni ma non è detto che l'armonizzazione a volte influenzi la scelta della melodia.Cosa itnendo? Voglio dire che la scelta di un accordo più interessante può gernerare un cambio in corsa della melodia stessa, il tutto per ricavare qualcosa di più efficace. Chiaramente non è obbligatorio e piegare l'armonia alla melodia è una grande arte.
  20. Concordo, da Zarlino è possibile apprendere sia le tecniche del contrappunto che i precetti del «canto figurato», ovvero l'insieme di regole che governano tempi, prolazioni, proporzioni, sesquialtere, emiolie, meliole, annerimenti, legature, etc.
  21. E' più difficile perchè da un lato hai solo 2 parti (quelle estreme) e non si può "barare" nel senso che devono essere sempre belle per forza o si sentirebbe subito, dall'altro potendoti avvalere di soli bicordi la leva armonica si affievolisce. Chiaro, la fuga è una composizione contrappuntistica, ma l'armonia conta lo stesso ed avere ad esempio solo 2 voci e scrivere un pedale di dominante richiede uno sforzo aggiuntivo ... pensa solo a decidere ad un'articolazione che sia nello spirito di quella determinata fuga.
  22. E' una delle tradizioni didattiche che fa "coppia" con la Formenlehre
  23. No, si può e si studia anche a 2 voci, le entrate vengono gestite con le altezze...ecco che ritorna il fatto che sia una fuga teorica (se pensiamo alla vocalità) e in effetti sarebbe poi eseguibile solo dall'organo/pf o un paio di strumenti scelti ad hoc ... che ne so: fagotto e clarinetto Ovviamente le fughe a 2 e 3 voci sono le più difficile e in effetti non si capisce perchè didatticamente parlando uno prima fa quelle a 2 voci... va beh
  24. Concordo con Thallo ma c'è una contro indicazione: musica troppo difficile, troppe ore di lavoro per dargli giustizia...meglio un brano d'autore piuttosto che uno inedito.... Ecco che il compositore non va oltre il lab sopra il rigo (per i soprani)
  25. Eppoi pensandoci bene Classic, senza offesa, se lo scrivo è solo perchè spero di dare stimoli...tu stesso dici che il tuo maestro ti faceva notare dei problemi che ancora ti trascini e riconosci...mi sembra che poi tutti questi frutti non te n'abbia portati il gioco di "scrivi e abbandona". Il mio maestro lo diceva sempre: si impara meglio da 4 battute scritte bene che da 10 brani scritti "male"...con tutte le approssimazioni del caso. Tutto per dire che se uno crede in un progetto, come mi sembra di capire da Bianca, sono più propenso ad incoraggiare a perseverare che a dissuadere.
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