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Piano Concerto - Forum pianoforte

geppino12575

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Tutto postato da geppino12575

  1. Utilissimo, attendo con entusiasmo, ma è un seminario diciamo autogestito in cui ognuno dà il proprio contributo o è condotto da te?
  2. Ho scritto questo brano per uno spot pubblicitario di una cucina a basso costo prodotta ad Haiti dove c'è una mia amica, che si chiama Laura, che lavora nelle associazioni non governative. Ho voluto condividerlo perchè tutto sommato è una cosa simpatica, un bluesettino di un minuto senza troppe pretese, funzionale allo scopo pubblicitario.... Finale2011, motore: kontakt5, librerie varie: East West, Zero G, West Africa, Ethno World 5, Passion Flute e altre....masterizzato con Ozone 5. s kitchen Master.wav
  3. Mah, io non sono per niente d'accordo col metodo di lavoro proposto, è un metodo complicato, che richiede più passaggi e che parte dall'audio per ricavarsi la partitura, io faccio esattamente il contrario, parto dalla partitura cercando di ricavarmi un audio che sia il più realistico possibile, sfruttando il fatto che con i parametri midi posso controllare gli attacchi, le durate delle note, le velocity e tutti i controller midi che rendono realistica un'esecuzione computerizzata. Inoltre nella partitura è possibile inserire delle indicazioni nascoste che saranno visibili all'operatore ma non verranno stampate nello score complessivo, senza bisogno di doverle editare una ad una. In Finale è possibile usare anche i mastering tools, come Ozone o simili, per cui non c'è neanche bisogno di lavorare a parte per l'audio delle tracce stereo. La cosa veramente utile invece è la trovata dei programmatori di Vienna e cioè che è possibile caricare tutte le articolazioni in una sola traccia per lo stesso strumento e switcharle al momento opportuno. Con la EW ciò si può ottenere con le patches KS, ma il più delle volte si ricorre a caricare tante articolazioni in altrettante tracce diverse, che confluiscono tutte nello stesso rigo musicale in Finale, col risultato di avere magari una decina di canali midi solo per i violini primi e ciò ingombra molto ed è piuttosto complicato da gestire, anche perchè se si varia un parametro midi, questo varrà solo per il canale midi selezionato al momento, non per tutti i canali midi che corrispondono a tutte le articolazioni dello stesso strumento.
  4. Sì, anche questo si può fare, in genere giocando sulla percussione, perchè nell'organico hai un timpanista e una percussione, non è specificata quale, per cui puoi sceglierne una diversa per ogni variazione, sempre nella logica che lo strumento deve avere un ruolo importante nell'economia del brano. Francamente, sconsiglierei il pianoforte, perchè al diploma si vuol saggiare più l'abilità orchestrativa e ci sono state già altre prove basate su questo strumento, una marimba, uno xilofono, un vibrafono o un'arpa possono andare più che bene.
  5. Sì, lo puoi variare leggermente, ma in modo funzionale, nel senso che è inutile inserire uno strumento nuovo per fargli suonare due note, deve avere una parte tale da giustificare l'ingresso di un nuovo strumento e cmq considera che si tratta di piccola orchestra, quindi non ti allargare troppo. Ad esempio che ne so, nella seconda variazione vuoi il corno inglese e allora sacrifica un oboista e dagli il corno inglese, ma poi 'sto corno inglese deve avere una parte rilevante, altrimenti ti esponi a una critica: che necessità c'era di inserire il corno inglese per poche note...? Un'altra cosa: attenzione alle estensioni e a tutte le tecniche esecutive dei vari strumenti, ai respiri negli strumenti a fiato, indica sempre se è a 1 o a 2, a 2 puoi fare tutti i raddoppi che vuoi, non ti preoccupare di eventuali problemi di intonazione negli unisoni, anche se nelle scritture moderne si preferisce usare i raddoppi con molta parsimonia; attento alle arcate negli archi e a non scrivere cose impossibili o molto rischiose da eseguire; infine se puoi, gioca con l'effettistica, butta un po' di fumo negli occhi, alle commissioni piacciono molto gli effetti, i glissati, i suoni frullati, gli armonici, ecc.....
  6. - le variazioni devono mantenere la medesima estensione metrica (lo stesso numero di battute) del tema dato? assolutamente no, o meglio potrebbe anche capitare, ma solo per una casualità, altrimenti non ha alcuna importanza. - bisogna mantenere la coerenza stilistica col tema dato oppure si può dare prova di sapersi destreggiare con linguaggi diversi (sia dal tema che tra di loro, nelle 3 variazioni) ? L'ideale sarebbe che le tre variazioni siano coerenti tra di loro, ma cmq considera che la prova viene valutata più dal punto di vista dell'orchestrazione che da quello dei contenuti. Sicuramente ti verrà dato un tema di un autore del '900 o al massimo fine '800, cerca di non andare troppo indietro nel tempo... - io pensavo, in linea di massima ad una graduale dilatazione delle variazioni: Ia var.: stesso numero di battute del tema; IIa var.: il doppio; IIIa var.: il triplo. si potrà? Non ti porre limiti o costrizioni dal punto di vista del numero di battute: in genere si procede in ordine crescente di complessità e di respiro complessivo del brano, ma senza stare a contare le battute. com'è stato il vostro esame di diploma, in tal senso? La prova delle variazioni è stata la più difficile dopo l'oratorio in 15 giorni. Ho organizzato così le mie tre variazioni: la prima allegra, la seconda una passacaglia, quindi in 3 con tempo lento e ingresso progressivo dei vari strumenti, la terza un finale brillante; non sono stato a contare le battute, il brano da variare era un brano dodecafonica di Schonberg per pianoforte. Le 36 ore mi sono servite tutte, più o meno la media di 12 ore per variazione, 12 ore lorde, considerando che bisogna mangiare, dormire almeno 2-3 ore, staccare per un paio d'ore, fare i bisogni fisiologici... In bocca al lupo...
  7. potresti esplicitare questo concetto...? Cosa hai da invidiarmi, tu hai uno stile che, a giudicare dai tuoi ultimi brani dei laboratori, sta prendendo una piega ben precisa e molto credibile, diciamo solo che in alcuni casi non ho paura di sporcarmi le mani con materiale pericoloso e "sputtanabile", ma non si vive di sole buone intenzioni e concetti aulici, lo sai meglio di me, o forse sono io che non ho ancora il coraggio o la cifra stilistica per farlo....
  8. Cmq ringrazio tutti per i commenti e l'interessamento, so bene che questo piccolo brano non è un capolavoro dal punto di vista compositivo, ho puntato più sulla timbrica e l'effettistica, è un campo che devo approfondire ancora molto e che mi affascina, forse un giorno arriverò anch'io a scrivere brani di soli effetti e allora magari m'incamminerò nel percorso di tanti compositori più o meno contemporanei....
  9. Rispondo ad AleGozzo: quei tom alla fine inizialmente li avevo pompati maledettamente, da soli suonavano una bellezza (la libreria è Drums of war della Cinesamples), ma poi nell'insieme degli strumenti distorcevano e saturavano, cioè oscuravano gli altri strumenti, non riuscivo ad evitare la distorsione in nessun modo se non abbassando un po' il livello delle singole note e usando un limiter e un maximizer. Alla fine non escono fuori come avrei voluto ma complessivamente mi sono accontentato. Inoltre hanno una grandissima escursione dinamica e tanti layer di velocity con effetti in playback diversissimi, per cui se cambiavo la velocity anche solo di 5 unità usciva un suono completamente diverso, mi hanno fatto davvero impazzire, alla fine li ho doppiati con i timpani e mi sono arreso.... Per quanto riguarda l'uso di Finale come sequencer penso che i risultati parlino da soli: questo brano sembra fatto con un sequencer o con un software di notazione...? Eppure vi assicuro che è il playback di Finale e da questo punto di vista non ci ho nemmeno smanettato più di tanto. Alla fine anche con Finale 2011 puoi usare tutte le librerie che vuoi, tutti gli effetti che vuoi, puoi gestire tutti i parametri che rendono umana un'esecuzione, l'unica cosa è che è più "analogico", non puoi intervenire su una curva dal punto di vista grafico, ma solo dal punto di vista numerico, ma come effetto finale non cambia niente e cmq con una scheda audio a bassa latenza puoi suonare e gestire in tempo reale i parametri come si farebbe con Cubase e simili. E' chiaro che l'abitudine ha un suo ruolo nella scelta e nell'ottimizzazione dell'uso di un software.
  10. Gli effetti sono tutti vst, sono librerie, il difficile è capire dove sta il limite tra il poco e il troppo, tra il "vuoto" e il ridondante. Per rispondere a Oracolo, penso che in questo caso l'ispirazione consiste più nella mescolanza dei timbri che non nella creazione di fraseggi o di periodi musicali in quanto il brano è una specie di lungo pedale, solo nella parte centrale si muove un po', ma neanche più di tanto. Per me una grande fonte di ispirazione sono i timbri stessi di queste librerie fantastiche, quando sento uno shaker o un palo della pioggia in cui senti proprio la sabbia scendere mi viene voglia di utilizzarli in una composizione, che alla fine può reggersi anche solo sull'effettistica, anche in considerazione dell'utilizzo che se ne deve fare. Volendo, con delle variazioni si poteva tirarlo molto più a lungo continuando a giocare sia sul pedale iniziale che sulla marcia finale, ma i tempi erano questi. Non ho frequentato nessun corso particolare se non le lezioni di composizione col mio maestro, che tra l'altro erano molto finalizzate al superamento degli esami; ritengo cmq che non sarei stato in grado di organizzare con facilità questo materiale sonoro senza le lezioni su armonia e contrappunto severo, senza sciropparmi doppi cori, fughe, romanze, quartetti, analisi, ascolti e quant'altro. In particolare una delle cose più utili per le composizioni orchestrali è l'ascolto con la partitura: prima di scrivere Flower's galop ho analizzato un bel po' di marce per orchestra, solitamente vado su imslp, prendo un autore che mi piace e mi scarico la partitura, poi vado su youtube e abbino l'analisi all'ascolto, è una pratica utilissima che, cosa che non guasta, non costa niente. In giro nella rete si trovano demo mostruose dal punto di vista sonoro ma che peccano proprio da quello compositivo, questo per dire che la bellezza di un piatto consiste nella preparazione, nelle guarnizioni ecc., ma poi dev'esserci anche la sostanza; è un insieme di cose, il risultato non sempre e non a tutti può piacere, però se c'è una poetica alla base sei credibile e, in un certo senso, "inattaccabile". Alla fine in questo piccolo brano, che è poco più di uno schizzo sonoro, confluiscono i miei ascolti, le mie influenze, i miei gusti e forse perchè no il mio stile, ammesso che ne abbia uno, e mentre il brano cresceva pensavo a Pat Metheny, a Ottorino Respighi, a Paolo Fresu, a Trilok Gurtu, a Chick Corea, a Tim Burton, a quella rompiballe della coreografa, a Fkt e chissà a quanti altri........
  11. Questo è il brano conclusivo del balletto Alice in wonderland di cui fa parte anche l'altro brano, Flower's galop. Anche qui ho avuto indicazioni ben precise: brano diviso in tre parti, la prima d'atmosfera, sospensiva (Alice è seduta per terra e i vari personaggi entrano e le girano intorno), la seconda più sentimentale (Alice si alza e incominica a interagire con i personaggi), la terza è una sorta di marcia trionfale per il gran finale; durata complessiva: 3 minuti. Come al solito il brano è realizzato con Finale 2011 (grazie a TheSimon....) e librerie varie, East West, Cinesamples, Tonehammer, Best Service e chi più ne ha più ne metta...., masterizzato con Ozone 5. Ci sono un paio di cose che non mi convincono ma dopo alcuni tentativi mi sono arreso e ho lasciato così... Che dite, si può usare Finale come un sequencer o no...? 04 - Artista sconosciuto - Titolo sconosciuto.mp3
  12. L'organo della sonokinetic che ho consigliato si chiama Toccata, gira su motore kontakt e ha anch'esso come l'hauptwerk la schermata con tutti i registri (una ventina in totale) che si possono attivare o meno come un organo vero. Costa solo 39,90 euro, iva esclusa...
  13. Allora, io ho usato la GPO4 ma ce ne sono di enormemente migliori, ad esempio c'è un organo della Tonehammer, che si chiama Lakeside organ o un altro della Sonokinetics o quelli della Hauptwerk virtual organ che suggeriva Dies irae. La cosa simpatica dell'organo della Tonehammer è che ha anche tanti rumori ambientali, il rumore delle pagine che vengono voltate, scricchiolii vari della panca dell'organo ecc.... In Finale si possono usare registri diversi sullo stesso rigo, la GPO4 non possiede i keyswitch, quindi bisogna caricare i vari registri su canali midi diversi e usare un'espressione creata ad hoc che abbia come effetto in playback il cambio di canale midi, per cui sullo stesso rigo puoi richiamare strumenti diversi, caricati in canali midi diversi, io ho fatto così a suo tempo quando negli stretti della fuga entrava il ripieno e ho fatto così anche per una fuga di Frank, che aveva 4-5 registri diversi, non c'è bisogno di un rigo per ogni strumento.
  14. E allora perchè c'è più letteratura che si basa sulla scala maggiore che non sul modo lidio? E' mai possibile che un genio come Mozart fosse così insensibile da non capire l'imperfezione della scala maggiore rispetto alla presunta perfezione del modo lidio...? E' mai possibile che la scala maggiore si sia cristallizzata nel tempo come scala di riferimento nella concezione armonica solo per "pigrizia" intellettuale o per ottusaggine dei compositori o per una mera consuetudine? Io dico solo che non c'è nessuna presunta imperfezione e nessuna presunta perfezione, che il nostro temperamento è solo uno dei possibili e che è tutto una convenzione, a partire dal nome delle note all'ampiezza degli intervalli alle scale, ecc e i fenomeni musicali naturali, come il fenomeno dei suoni armonici non sono una giustificazione sufficiente per perorare l'una o l'altra causa, per cui, posto che è tutta una grande convenzione, anche il linguaggio in cui parliamo, ognuno si esprime come meglio crede purchè il linguaggio sia condiviso, senza necessariamente dover rimarcare una più o meno presunta libertà rispetto a una gabbia, perchè qui è tutta una grande gabbia, nella quale chi è bravo sa muoversi meglio di chi non lo è. Ripeto il punto fondamentale: l'evidenza della quantità e qualità della produzione musicale basata sulla scala maggiore non è scalfita dalle argomentazioni teoriche a favore della teoria lidia, se sento la messa in si minore di Bach penso che sia perfetta così, infischiandomene del modo lidio, perchè forse gli elementi che rendono grandiosa una musica non risiedono solo nel concetto armonico che c'è di fondo, ma anche in altri elementi, di cui parlavo prima: originalità dei materiali e dei contenuti, importanza degli sviluppi, coerenza delle forme e delle proporzioni, ecc... Preferisco una cattedrale sonora ionica che uno schizzo lidio....anche perchè ormai le sensazioni dei singoli modi le conosco bene, non mi sorprendono più se sono l'unico elemento degno di nota.
  15. Tutta la speculazione di Russell nasce da dei presupposti teorici più o meno discutibili: la scala lidia sarebbe più rispondente alla normale disposizione dei suoni rispetto alla scala maggiore perchè negli armonici di do c'è il fa# e non il fa e perchè nel circolo delle quinte se si mette il fa# al posto del fa si conclude meglio il ciclo che parte dal do, perchè il fa# sarà a distanza di quinta giusta rispetto al si, mentre il fa naturale sarebbe a distanza di quinta diminuita e quindi romperebbe la regolarità del circolo delle quinte. Questo è il presupposto di base per riconsiderare un nuovo approccio alla concezione tonale, che non parta dalla scala maggiore ma dal modo lidio. Ora questa teoria è stata formulata negli anni '50 quando già c'erano stati non solo i grandi compositori del barocco, del periodo classico, del romanticismo e tutta la rivoluzione del primo '900, ma anche il jazz tonale cominciava ad affermarsi. Allora mi chiedo: può mai reggere il confronto questa teoria con tanti secoli di musica che sono andati avanti anche brillantemente senza il lydian concept ma con il quarto grado naturale...? il mondo stava aspettando proprio Russell per fare musica, dopo che già c'erano stati Bach, Mozart, Haydn, Beethoven, Chopin e tutti i romantici, Strawinsky, Schonberg e i suoi seguaci? Mi pare che il confronto sia improponibile, per cui porre la teoria di Russell in antitesi ai secoli di produzione musicale che c'erano già stati sarebbe come paragonare una formica a tanti giganti. Ora ognuno è libero di farsi piacere quello che vuole e di percorrere la strada che vuole, anche quella di buttare le mani su una scala perchè tanto "qualsiasi nota prendo va sempre bene" basta che faccia parte della scala così la posso giustificare secondo la logica modale, poi magari quando mi sono scocciato riporto il frammento in altra tonalità e vado avanti così, dicendo che quello è il mio modo di comporre, chiunque con un po' di musicalità saprebbe farlo, così si diventa un compositore estemporaneo, fregandosene dei concetti di forma, genere, proporzioni del brano, sviluppo coerente, scrittura, ecc...va bene tutto, però non tutti hanno l'anello al naso, per cui alla fine se sotto c'è una pochezza di contenuti inesorabilmente viene fuori, soprattutto se dall'altra parte c'è gente che fa musica da 30 anni e quindi di furbizie ne conosce abbastanza anche lui.... Per carità, uno si può costruire anche una carriera in questo modo, la gente è assetata di fumo negli occhi, basta però non spacciarlo per un modo nuovo di fare musica, per una rivoluzione musicale, per l'abbattimento delle gabbie o amenità simili o almeno misurarsi la palla quando queste cose vengono affermate in un contesto frequentato anche da altri musicisti. Per me è molto più "avanti" Schonberg con la teoria della dodecafonia che non Russell e mi pare che la storia abbia dato il riconoscimento che meritavano all'importanza delle rispettive teorie.
  16. Scusami, partendo dal presupposto che per me do maggiore ha una tonica, che è do, cmq se ammettiamo che do maggiore (o C ionian, che fa più figo...) abbia due toniche, do e fa, allora anche do lidio ha due toniche, do e sol, perchè il IV grado innalzato può fungere da sensibile dal V, si sposta solo la sequenza di toni e semitoni, ma se il mi è sensibile di fa in do maggiore, perchè fa# non può essere sensibile di sol in do lidio...?. Al tempo stesso: se tu dici che il dorico non è una "stazione tonale" (il cui concetto dovresti chiarire, visto che nel mio percorso di compositore non ho mai sentito questo termine....), allora perchè siamo tutti concordi nel dire che il tuo brano è in C#? Se non c'è la stazione tonale dovremmo avere delle difficoltà a determinare il centro di gravitazione armonico. Inoltre io penso che la cosa che caratterizza di più il brano è la sequenza do# re# mi, che è del tutto analoga alla scaletta che riportava già Bach per indicare i brani di modo minore: egli infatti assimilava i brani di modo maggiore alla sequenza do re mi e quelli di modo minore alla sequenza re mi fa, nè più e nè meno di quello che avviene nel tuo brano, per cui io tutta questa ventata di novità, tutta questa complicazione di concetti sulla "vera armonia modale", tutta questa dicotomia con l'armonia tonale non ce la vedo. Io francamente continuo a rimanere perplesso, nella speranza di poter capire dove si vuole andare a parare. Dico solo che nel mio brano Flower's galop, che è presente in questa sezione del forum c'è una scala: mib fa sol la sib do reb, che è l'insieme del modo lidio e misolidio, però per me quella parte è in mib maggiore, perchè cmq il terzo grado è a distanza di terza maggiore dal I grado, il fatto che ci siano delle alterazioni nella scala che utilizzo fa parte di quella serie di colori e sfumature a disposizione dell'autore, ma senza che ciò debba essere in opposizione alla logica tonale.
  17. Scusami, ma di tutto quello che dici nei tuoi brani non c'è traccia, tu suoni i modi nella loro concezione tonale, questo brano è in C# minore con qualche la# buttato dentro...e poi continuo a non capire dove stanno le due toniche nella scala ionica rispetto all'unica tonica della scala lidia, potresti esplicitare questo concetto? Non capisco neanche quando dici che "il modo è l'espressione di uno stato d'animo", in quanto anche la musica tonale esprime stati d'animo, non solo quella modale, ammesso che al giorno d'oggi questa differenza sia reale.... Tu dici che "nella organizzazione lydian la scala mixolydian è sul secondo grado e quindi è assente la tendenza cadenziale verso la triade di tonica", io potrei ribattere che questa tendenza cadenzale si ha verso la triade di dominante. Se dobbiamo avere come riferimento il modo lidio invece del modo ionico vediamo quali modi nasceranno su quali gradi: I lidio, II misolidio, III eolio, IV locrio, V ionico, VI dorico, VII frigio. Appurato questo, cosa cambia come approccio? Se tutto il ragionamento che facevo sul I grado lo traspongo sul V ottengo gli stessi effetti sonori ma in un'altra tonalità, alla dominante... Potresti spiegare meglio questo approccio modale dal tuo punto di vista...?
  18. Potresti spiegare perchè il dorico e il lidio non hanno centro tonale..? Lo scrivi come se fosse un dogma ma ci sono tanti brani che usano questi modi in cui è riconoscibilissimo il centro tonale: il brano So what, emblema del cool jazz, è in re dorico, ma è chiaramente in re, a parte le 8 battute della B in cui va in mib dorico, ma anche lì il centro tonale c'è eccome, lo stesso dicasi per tutte quelle tarantelle che si rifanno al modo lidio. Tu stesso prima dici che il modo dorico non ha un centro tonale e poi dici che il tuo brano è in do#....non capisco, ho un'altra visione dei modi.... Non sono neanche d'accordo sul fatto che il dorico sia un modo che esprime tristezza e oblio, So what di Miles Davis è un brano rilassato, è cool jazz, jazz "freddo"...il dorico è un modo minore, forse perciò può ingenerare sentimenti di riflessione o tristezza, ma non per il sesto grado maggiore, anche perchè è ben noto che gli intervalli maggiori sono più "aperti", "solari", "ridenti" dei rispettivi minori, quindi perchè una sesta maggiore dovrebbe essere triste?
  19. Suggerirei un approccio diverso dal solito nella memorizzazione dei modi: invece di riferirli ai gradi della scala di do maggiore su cui si formano i relativi modi (I ionico, II dorico, III frigio, IV lidio, V misolidio, VI eolio, VII locrio), è più proficuo scriverli o memorizzarli tutti a partire dallo stesso suono, così saltano all'occhio e all'orecchio le differenze tra le sfumature proprie di ognuno di essi, quindi se facciamo partire tutti i modi dal do avremo: ionico: do re mi fa sol la si (scala maggiore); lidio: do re mi fa# sol la si (scala maggiore con la quarta eccedente, scala napoletana); misolidio: do re mi fa sol la sib do (scala maggiore con la settima minore); dorico: do re mib fa sol la sib (scala minore naturale con la sesta maggiore); eolio: do re mib fa sol lab sib (scala minore naturale); frigio: do reb mib fa sol lab sib (scala minore naturale col secondo grado abbassato); locrio: do reb mib fa solb lab sib (scala minore naturale col secondo e quinto grado abbassati). In questo modo salta all'occhio anche la differenza tra quali e quanti modi sono maggiori e quanti minori. E' possibile inoltre ottenere altri modi mettendo insieme in un'unica scala le aterazioni di due modi, ad esempio si può ottenere il modo lidio misolidio (do re mi fa# sol la sib) e tante altre combinazioni, esiste un modo ulteriormente alterato che si chiama superlocrio, ecc.... Questo approccio per me è più semplice che non l'altro che fa partire ogni modo da una nota diversa della scala di do maggiore, in quanto quest'ultimo sistema rende i vari modi che si formano lontani tra di loro perchè aventi toniche diverse e quindi sono difficilmente paragonabili.
  20. Invece io ritengo che un maestro coscienzioso possa e debba anche dire se una tipologia di scrittura o di gestione generale del brano da tutti i punti di vista sia vecchia, non c'è da offendersi. Se entro in un negozio e chiedo di vestirmi come Luigi XIV con parrucca, bastone e quant'altro mi diranno che quel modo di vestire è "vecchio", è ridicolo, non ci si veste più così da 500 anni, allora perchè se scrivo una cosa alla Vivaldi (brutta copia, s'intende.....) nessuno può essere autorizzato a dire che è un modo di scrivere vecchio? Un brano del genere può essere credibile solo come ricostruzione filologica, come esercizio di stile, quindi gli allievi la smettano di fare i giudici dei maestri, questa è la degenerazione che deriva dal buonismo imperante e superficiale in cui è caduta la scuola, in cui gli alunni sono i "clienti" di un negozio e in quanto tali hanno sempre ragione e se non studiano è perchè il maestro non è buono, non sa spiegare o altro....Se un maestro arriva a dire che la tonalità è defunta bisognerebbe chiedergli perchè afferma questo, non dirgli di cambiare mestiere, e cmq la risposta è semplice, basta analizzare i brani che vincono i concorsi di composizione, oppure la produzione dei compositori contemporanei, se quasi tutti scrivono allontanandosi dalla tonalità forse ci sarà un motivo, forse è l'estetica di questi secoli, in attesa che magari qualcuno alzi l'asticella verso nuove mete musicali, ma non credo che ciò avverrà con un valzerino alla Chopin (sempre brutta copia) o con un brano col basso continuo...quindi invece di offendervi, se il maestro vi dice che scrivete "vecchio" magari ha ragione lui....
  21. Il brano in questione il centro tonale ce l'ha, è do# (secondo le note scritte) o re b (secondo il titolo del brano) e al suo interno ci sono passaggi che fanno chiaramente riferimento ad un preciso centro tonale, l'idea principale è proprio la sequenza do# mib mi, che altro non è che do# re# mi o reb mib fab, cioè I - II - III grado in modo minore. Ciò che rende modale questo brano non è l'eventuale mancanza di un centro tonale, ma l'utilizzo del modo dorico, cioè una scala minore col sesto grado maggiore oppure una scala minore melodica ascendente col settimo grado minore invece che maggiore, scegli tu, è la stessa cosa. Nella fattispecie trattasi del sib (o la#) in luogo del la naturale che fa sì che il modo sia dorico piuttosto che eolio (scala minore naturale). Nella partitura non sembrano esserci legami tra gli intervalli perchè le alterazioni sono messe alla rinfusa, ma volendolo scrivere con le giuste enarmonie i legami ci sarebbero eccome. Non bisogna pensare alla modalità come qualcosa di totalmente estraneo alla tonalità e viceversa, la stessa tonalità si basa su una scala (la scala maggiore) che altro non è che un modo, il modo ionico, e quindi tutti i rapporti di gerarchia tra i gradi valgono ancora anche nel modale, solo che subiranno le sfumature e i colori derivanti delle alterazioni proprie di ogni singolo modo. Ecco perchè non sono d'accordo con questo approccio di contrapposizione del modale al tonale. Anche molti brani di musica pop sono modali, molti si basano sul modo dorico, il blues si basa sul modo misolidio, le melodie popolari napoletane sul modo lidio, ma non è che le consideriamo un mondo a parte rispetto alla tonalità. I rapporti gerarchici tra i gradi non esistono più nel serialismo, non nel modale. E cmq rispondere alla tua domanda è molto semplice: per decidere se usare un diesis o un bemolle quando non ci sono rapporti intervallari si segue il moto delle parti, se il "tasto nero" deriva da un moto ascendente si usa il diesis (es. do - do# - re è preferibile a do - reb - re), se deriva da un moto discendente si usa il bemolle....
  22. Geniale Bollani, che rende magica ogni nota, ogni suono....
  23. Secondo me leggere una partitura simile è perfettamente inutile, perchè il brano non nasce per essere scritto e l'autore stesso se volesse leggerlo non ne sarebbe in grado, è un po' come leggere il Kohln concert di Jarrett (con i dovuti paragoni), è un'operazione senza senso perchè se lo stesso Jarrett lo risuonasse 10 volte lo risuonerebbe 10 volte diversamente. Ha molto più senso partire dall'audio per cercare di coglierne gli aspetti salienti senza cercare per altro di riprodurlo pedissequamente. Inoltre sicuramente il pc non tiene conto dei rubati e di altre sfumature ritmiche, infatti per ovviare al problema in questa partitura le stanghette spezzabattute sono state aggiunte a mano, per la serie: io suono, metto un metronomo, vediamo cosa mi scrive il pc e quello che esce lo chiamo "partitura"....non è un approccio serio alla scrittura, per cui non necessita di un approccio rigoroso di lettura....
  24. La risposta dev'essere al tenore o al soprano, non al basso, perchè essendo la risposta alla dominante risulterà in un registro scomodo per il basso; inoltre nella fuga la entrate sono quasi sempre con voci non corrispondenti, quindi al contralto non risponde il basso e viceversa e al soprano non risponde il tenore e viceversa. Per questo tema è più comodo far rispondere il tenore, che avrebbe un po' più di facilità nell'eseguire il salto d'ottava fa# -fa# che si crea nella risposta rispetto al soprano, in questo caso il soprano è meglio farlo entrare per ultimo, quando già ci sono altre 3 voci.
  25. Da come parli, si evince che sei rimasto un po' indietro con i campionamenti, che hanno raggiunto un tale livello di specificità, settorialità e perfezione da permetterti di fare ore di assemblaggi senza che si ripeta un unico loop. Ci sono campioni di canti di uccelli organizzati per famiglie, generi e specie, in cui il singolo campione dura minuti, non secondi, senza loop. Lo stesso dicasi per le balene e cose simili. Poi lancio la provocazione dal lato opposto: secondo te un ascoltatore se sa che quel campione delle voci del mercato l'hai raccolto tu col tuo bel microfonino è più contento rispetto a un campionamento preesistente e meglio realizzato, senza troppi fastidi e interferenze di fondo? Io penso che attualmente la qualità dei campioni sia importante, per cui bisogna valutare la soluzione migliore, il "fai da te" non è necessariamente migliore a priori di un campione precostituito in virtù del fatto che l'ho cercato e campionato personalmente, così come un'esecuzione live non è necessariamente sempre meglio di una con suoni campionati. Mi ricordo che a un laboratorio un partecipante fece suonare dal vivo a un quartetto di fiati il suo brano, ma erano così stonati che francamente preferivo la mia esecuzione computerizzata... Attualmente con la perfezione raggiunta dai vst, nel bilancio costi/benefici, comodità/scomodità, vale quasi la pena di usare un ottimo pianoforte campionato che uno vero, per registrare il quale ci vogliono le attrezzature e le competenze adatte.
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