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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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  1. Benvenuto. Ho già detto tante volte che è difficile consigliare a distanza! Cerca di incaricare un tecnico che lo esamini e che ben ti circostanzi le ragioni perché dovresti comprarlo o non comprarlo. Comunque Essex è un discreto pianoforte. Non possiedo le matricole, purtroppo.
  2. Non mi sembra che Pleyel pubblichi le specifiche. Alcune regolazioni le ricava il tecnico rapportandosi al pianoforte e capendo come il pianista si approccia allo strumento. Per un bravo tecnico è abbastanza agevole ricavare una giusta proporzione delle distanze vedendo lo strumento
  3. La meccanica a baionetta è molto complessa. Non è facile sostituire i feltri degli smorzatoi che, peraltro si fa fatica a trovare. Bisogna vedere il tipo e soprattutto controllare tutti i perni, martelli, corde, tavola ecc. Non è un lavoro da "fai da te". Ci vuole un tecnico brava e devi accontentarti del risultato, nel senso che non smorzerà mai perfettamente. La mancanza degli smorzatoi nella parte acuta è presente in ogni pianoforte. Ora bisogna vedere se la meccanica "coperta" degli smorzatoi è completa, altrimenti vanno ricostruiti, ma non credo. Nel complesso , per questo tipo di strumenti bisogna vedere se vale la pena affrontare il costo del restauro, data l'esiguo valore aggiunto che guadagnano.
  4. Ma.... diciamo che è sempre meglio valutare dopo l'accordatura...ma la regolazione degli smorzatoi, ammesso che li si voglia regolare in modo differente dalla regolazione standard, fa i conti con l'acustica dell'ambiente e dal modo come il pianista usa pedalizzare. La perfetta accordatura in effetti rende il pianoforte un poco meno sonoro, comunque è tutto da verificare sul posto. L'insoddisfazione può dipendere anche proprio dal progetto e dalla carica della tavola. Alcuni strumento hanno un suono più "frenato" alcuni altri più ampio. In base a ciò si deve essere pronti a saper usare il pedale con più o meno parsimonia e decidere quando usare l'ordinario in battere o in levare e il sincopato ( anche il pedale vibrato o messo sui tempi deboli , magari in modo corto, può creare buoni risultati) Non ultimo il pedale tonale può essere usato, per esempio in musiche clavicembalistiche, in alternativa a quello di risonanza. Ascoltai un concerto "estivo" del pianista e amico Andrea Bacchetti. Suonava musiche italiane del 700 su di uno strumento pessimo. Ammirai la sapienza con la quale usò il pedale tonale che teneva le armonie dei bassi senza rinunciare alla chiarezza e l'articolazione del cantabile. Geniale!...Gli ho manifestato a voce, di persona la mia ammirazione per questa scelta.
  5. Hai l'inconveniente che cambiando il pedale, non tutti gli smorzi cadano sulle corde contemporaneamente. Possono essere però tutti anticipati o ritardati. (Ricordiamo che lo smorzatoio, in regolazione standard, deve alzarsi a metà corsa del martello.
  6. Caso mai..."mi corriggerete" , come disse Giovanni Paolo II!!!!! E' giusto quello che dici, Musik. Per Pio: Non possiamo fare comparazioni, possiamo solo capire quale è il suono che il Costruttore vuole. Con una coraggiosa intonazione si può modificare il suono , ma bisogna rispettare quello che la Casa ha voluto. Nella mia ricerca pluriennale ho constatato che ci sono Steinway che non suonano per aver utilizzato martelliere errate e/o originali ma non impregnate. Ogni Casa abbraccia un procedimento che comprende diverse variabili. Diciamo che il sottofeltro potendo essere differentemente compresso può creare un buon "intermediario " tra feltro- martello e anima in legno, ma non è detto che ciò sia sempre rigorosamente necessario. Una cosa può essere a favore del sottofeltro, ed è quella che nella rasatura e nell'avvicinamento all'anima del legno, lo sbalzo timbrico è meno evidente, più "accompagnato". Questo penso. Buona Musica
  7. La regolazione si modifica per lo schiacciamento di alcuni feltri. Sicuramente non vi è più il giusto rapporto tra affondo del tasto e distanza martello-corda. Evitare la rasatura che deve essere eseguita da esperti....conservare la forma dei martelli ,specie negli acuti...che non devono essere tondeggianti!!!!!! Se troppo solcati, conviene sostituirli
  8. La differenza viene fatta dalla diversa compressione. In passato il sottofeltro faceva una leggera differenza, ma oggi si può richiedere diverse compressioni e le Case scelgono i martelli che la loro"filosofia" di costruzione del suono detta. Il colore è solo di tradizione per riconoscere l'originialità. il viola di Steinway è riconoscibile, ma può essere imitato,come pure tutti gli altri colori. Il colore non fa differenza. La compressione!!!! E...la giusta intonazione!!!!!! Ciò che Musik sente che non va,dipende dalla intonazione e dal tipo di struttura dei martelli richiesti. Tuttavia un martello di moderna fattura, non può essere uguale ad uno del remoto passato, costruito, per scelta e per tecnologia, in modo diverso, a meno che il costruttore di oggi sia in grado e voglia "copiare" perfettamente la struttura di quei martelli. Per esempio il vecchio Bechstein ( possiamo vederli ancora oggi su qualche strumento storico) non aveva sottofeltro. Eppure il suono di quegli strumenti è dolce. Il suono cosiddetto " romantico" , come ben definiva il grande e compianto Tecnico Daniel Magne, con il quale ho studiato negli anni 70 a Parigi, differisce dal suono moderno. Il suono è cambiato...noi siamo cambiati. Il primo ottenuto con martelli meno spessi, meno compressi, tavole di risonanza meno caricate, transiente di attacco meno aggressivo, meno decadimento del suono....un po' meno chiarezza nei rapidi passaggi. Esige pedalazioni precise.Pedale usato prevalentemente in battere ( si vedano assolutamente i pedali di Chopin, specie sui valzer e sulle Mazurche!!!!! Pedale non "cambiato" ma "messo" quasi sempre sugli accenti forti e sul primo tempo, per essere tolto nel terzo....anche oggi il pedale in battere è molto usato con successo e precisione) Il secondo ( suono "moderno") è destinato alle grandi sale: martelli compressi e impregnati , tavole più caricate ( a volte troppo!!), maggior decadimento del suono dopo il transiente di attacco che risulta "eclatante" ( anche questo un termine di Magne). Maggiore chiarezza nei rapidi passaggi. Più facile pedalizzare. ( Questo in serrata sintesi...ma bisognerebbe sviluppare l'argomento) Insomma, il suono è un fatto acustico ma anche "culturale" . Gli Steinway di Amburgo sono preparati in modo da soddisfare la nostra cultura europea. Un po' differente è quello di New York di suono un poco più aggressivo. La cultura americana è sicuramente differente da quella europea... non ci dilunghiamo in questa sede.... Bisogna quindi operare molte scelte prima di sostituire una martelliera, specie nei pianoforti datati! Poi il suono va preparato a seconda dell'ambiente di ascolto e seconda delle aspettative del pianista. Nel vederlo suonare, il tecnico dovrebbe comprendere quale "immagine personale del suono" lui stia cercando e avvicinarsi ai suoi "desideri sonori". La vecchia martelliera NON VA MAI GETTATA VIA!!!! E' un prezioso testimone di come il suono era stato costruito su quello strumento!!!! NON FINIRO' MAI DI RIBADIRLO Buona Musica a tutti
  9. sarebbe stato meglio grafite!!!! L'altro problema dipende dalla regolazione. Comunque togli un minimo spessore tondo di carta da sotto i due tasti nella parte anteriore e rimetti a posto i mollettoni verdi tondi. I tasti avranno più affondo e cesserà il problema. Comunque un bravo tecnico valuterà se aumentare l'affondo generale dei tasti in rapporto alla distanza martello-corda
  10. Potrebbe essere qualche perno , specie quelli dei montanti di scappamento. Bisogna anche controllare tutti i punti di contatto, ma mai usare lubrificanti al di fuori della micropolvere di Teflon. Il verticale ha diverse molle che potrebbero generare cigolii. Escludere via via elementi della meccanica , come suggerisce Gia, è una buona strada
  11. All'inizio bisogna cercare di evitare le tensioni e il "voler fare"..a tutti i costi. Il fatto dell'alzata dell'indice denuncia un irrigidimento e una preoccupazione. Ogni mano ha la sua postura, entro certi limiti, naturalmente. Niente deve essere innaturale e il Maestro deve seguire questo principio. La rilassatezza ti permetterà di gravitare sui tasti e insegnare alla tua mano a sentire in fondo del tasto. All'inizio il suono risulterà un poco forte, ma non fa niente. Pian piano si imparerà che non solo le dita suonano e non solo i piccoli muscoli lavorano. Il coordinamento tra i piccoli muscoli ( delle dita e della mano)e i grandi ( dell'avambraccio, del braccio e della spalla) non viene percepito subito dal cervello. Non bisogna, inoltre osservare la posizione della mano come fine a se stessa. Ogni pianista "assume "la sua postura a seconda della propria statura e della conformazione della mano. In ultimo: si è pensato per molti anni che le dita dovessero rigorosamente essere tenute non distese per avere più energia. Non sempre, anzi spesso non è così. Il polpastrello, al posto della punta.Si possono osservare anche i grandi come Michelangeli, specie in un video ripreso negli ultimi anni della sua vita. Dice anche Sandor , nel suo splendido "manuale" " come si suona il pianoforte", che più che lo sviluppo muscolare, ciò che fa raggiungere l'uguaglianza tra le dita, è una questione cerebrale. Anche se il 5° dito non sarà mai forte come il 3°, per esempio, il cervello imparerà a trattare il primo con diversa energia , anche nella ricerca della postura ottimale. Quindi: controllo sì, ma non farsene, all'inizio, un motivo di "totale" distrazione. L'attenzione alla Musica e all'espressione, aiutera' sicuramente la mano a mettersi in condizione di risolvere i momenti tecnici più difficili, offrendo un sicuro motivo di crescita. Buono studio Paolo
  12. Benvenuto Dott. Mauro...e anche un saluto dai miei cani Lapo ( golden retriver, "scatenato" di tre anni) e Gaia ( dolce e sensibile maremmana abbruzzese)...anche loro amano la musica!
  13. E' vero, non ti abbiamo dato spiegazioni...perché abbiamo letto che hai risolto. Probabilmente lo zirlo , cruccio e dannazione degli accordatori, tecnici...e non solo, era dovuto alla posizione dello strumento o,meglio, è scomparso muovendolo perché nella struttura si sono messe in tensione e/o compressione altre determinate forze che non hanno più favorito la fastidiosa vibrazione
  14. Dalla prima ottava sol diesis si avverte la scordatura!
  15. Il pianoforte è molto scordato!!!! Ma molto! Non è facile accordare questo tipo di pianoforte . E' piuttosto disarmonico. Ma ciò non toglie che si possa raggiungere una accordatura soddisfacente. Bisogna dedicarci un po' di tempo e di attenzione...anche l'esperienza è determinante. Se si pensa di accardare questo tipo di strumente con un accordatore elettronico, secondo me , è tempo perso. Poi sta a vedere quanto possa reggere nel tempo l'accordatura( ammesso che si siano posizionate bene le caviglie) . Già dalla p
  16. i programmi del colcolo cordiere è scaricabile gratuitamente dal sito del mio caro amico Bettin, valido tecnico, http://www.giovannibettin.it
  17. e allora devi misurarti ogni coro e applicare la formula di calcolo
  18. Lo conosco. ho la versione corta per regolare le viti di caduta dei martelli
  19. Rilevando la misura della lunghezza delle corde si risale al diametro . Comunque dovresti trovare dei numeri stampati sul ponticello
  20. l'unica cosa è rivolgersi al rivenditore. Nel piano digitale tutto è simulato e niente si può paragonare all'acustico, cioè ad un pianoforte verticale o a coda. Pertanto qualsiasi insoddisfazione deve fare i conti con quello che il progetto, anche abbastanza occulto, può dare. Tutti i consigli e gli interventi adatti al pianoforte acustico non valgono per il digitale.
  21. Non credo molto alla funzione di questi deumidificatori. Meglio, secondo me, mettere un deumidificatore di ambiente
  22. mi dispiace , ma e' la prima volta che vedo questa meccanica!
  23. Tutto giusto! Vedo che ti sei ben attrezzato!
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