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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Sarebbe meglio sostituirle tutte e due perché il timbro, il tono, non è mai identico . Allora conviene tirare giù l'altra. Comunque segnalando la nota e le dimensioni, chi rifila le due corde avrà cura di controllarne la giusta dimensione
  2. Giovanni mi ha preceduto ed è stato preciso ed esauriente. Del resto deve valutare il Tecnico cosa fare e fin dove arrivare a seconda dei costi. Certo va messo in programma la sostituzione delle corde e caviglie nonché il controllo della carica della tavola. Come pure, credo, martelli, perni di centro e guarnizioni varie. Si potrebbe andare appunto intorno ai 6.000,00 €. Da verificare l'integrità del telaio e del somiere, che, però, come ha ben illustrato Giovanni , è stratificato incrociato ( 5 strati) e molto resistente.
  3. Si. E' l'abrasivo più leggero e lucidante. L'importante che non vi siano dentro altri componenti ...tipo alla cera o leganti. Polish leggero. Però è un lavoro da lucidatori e bisogna sapere come passarlo. E' comunque opportuno provare il prodotto su di una minima parte e non in vista. Ciao
  4. si puo' usare un polish per vernici se il pianoforte è lucidato a polyestere. Altrimenti per le lucidature a gommalacca, soltanto panno di tela dopo due giorni da quando sono state lasciate le impronte.
  5. Tutto quello che dici dipende dagli attriti e dalla perfetta regolazione. La tastiera scorrevole diventa tale quando ,eliminati gli eccessivi attriti, diminuisce il peso di abbassamento e aumenta quello di ritorno dei tasti. La percezione del perfetto affondo del tasto dipende dalla perfetta regolazione di tutta la meccanica e, non ultimo, dalla qualità dei mollettoni tondi che limitano la corsa del tasto. Aggiungo: naturalmente anche dallo stato della pelle della noce ( verticale) e dall'appiattimento del rullino ( coda)
  6. La rigenerazione di un pianoforte deve raggiungere le caratteristiche che aveva in origine. Probabilmente è stata errata l'intonazione della martelliera o, se nuova e non rasata, errata la scelta del "tipo" dei martelli. Poi tutto il resto influisce( regolazione, affondo ecc.). I martelli devono offrire un buon forte e fortissimo e devono essere in grado di suonare agevolmente il pianissimo. Anche lo stato della cordiera e la carica della tavola influiscono notevolmente sul suono. Tu, mi sembra, hai anche uno Schimmel, principe dei verticali, che costituisce una eccellenza per il progetto e per i materiali impiegati ! Quindi puoi ben fare il confronto! E' evidente che influisce molto lo stato di manutenzione e conservazione. Ciao
  7. Nessuno. Leggerezza nel senso che il peso del braccio e della spalla non deve impedire lo spostamento rapido delle posizioni della mano. Pensarlo come se fossero accordi che si ripetono do mi la do mi la do do. Prendere pratica spostandosi rapidamente ma senza rigidezza su queste posizioni, magari suonando solo il pollice come riferimento.
  8. ok. Studia il passaggio con leggerezza e rapidità avendo cura di badare al rapido spostamento della posizione della mano ...Senza "pollice sotto" ma "pollice a fianco". Ultima cosa: per non fallire il passaggio pensare sempre in anticipo dove "devi arrivare", anticipa mentalmente la nota finale ( il do nel primo lungo arpeggio e il sol nel secondo lungo arpeggio) Buono studio
  9. spero che la mia diteggiatura ti sia utile
  10. E' difficile dare una risposta. Diciamo che la velocità fa anche i conti con L'intensità espressiva richiesta. Dipende anche dalla capacità sviluppata nel gesto di rotazione, secondo me essenziale per realizzare agevolmente il tremolo senza generare stanchezza muscolare. Nella Wanderer di Schubert , nel finale, che puoi ascoltare da me suonata nella sezione AUdio ( La mia Wanderer) c'è un crescendo in forza e in intensità espressiva che rende molto difficile il lungo passaggio. A volte conviene addirittura pensarlo , invece che come equilibrata alternanza, appoggiando la parte esterna alla mano, alleggerendo l'appoggio del pollice ove possibile ( dipende dalla scansione dell'accentuazione) . Insomma da caso a caso deve essere risolto con gusto e senza arrivare al limite della stanchezza, facendo anche, per es in un crescendo, la partecipazione dei muscoli dell'avambraccio e della spalla ecc.
  11. Bhe, diciamo che i materiali usati oggi, ormai bandito giustamente l'avorio, sono di diversa qualità. Secondo me il buon livello dei ribattuti non possono dipendere dalla qualità della copertura della tastiera. Come pianista, anche io sento differenza tra una tastiera in avorio e una in materiale sintetico. Però,poi, bisogna non concentrarci su queste differenze e dobbiamo far sì che non costituiscano un problema determinante. Il tasto nero di ebano, poi, è veramente diventato una rarità. Il pianista impara a scegliere l'approccio più opportuno a seconda delle tastiere e delle condizioni di regolazione dei pianoforti. Purtroppo è nostra dannazione suonare sempre su pianoforti diversi e non conosciuti. Ciò è simile alle condizioni dell' uso della voce dell'attore a seconda dell'acustica del teatro. C'è una sorta di "psicoacustica" che vorrebbe avere il potere su di noi. Insomma cercare di non cercare ( un gioco di parole) la soluzione in questi dettagli. Ricercare, invece, il giusto "gesto pianistico di base" ( vedere anche i miei video tutorial sulla tecnica pianistica) che ci fa capire quale soluzione ottimale cercare e come lavorare durante lo studio. In questo, la vicinanza del Maestro è fondamentale. P.S. il CA 97 è un bellissimo digitale. Ho provato tutte le serie CA a Francoforte allo stand Kawai, durante la Musikmesse, e devo dire che sono rimasto molto soddisfatto!
  12. Sicuramente bisogna sostituire le guarnizioni in cachemir delle asole( mortase) anteriori dei tasti e forse anche di quelle centrali. Il prezzo dipende dalla qualità del cachemir che deve essere buono e dalla modalità di intervento. Questo intervento deve essere eseguito con cauls (spessori che tengono l'incollaggio delle nuove guarnizioni) a caldo, come il procedimento di fabbrica. Questo comporta il vantaggio di avere le pareti guarnite perfettamente parallele e avere la massima scorrevolezza col minimo gioco. Anche la qualità del cachemire influisce sul risultato e soprattutto sulla durata.
  13. ti posso solo dire che è un pianoforte dei primi 900 (85 note) . Esteticamente è un bel mobile. Bisogna vedere cosa c'è dentro, che tipo di meccanica è, se è a corde incrociate, se tiene l'accordatura ecc.. Guarda il mio video tutorial sull'acquisto di un pianoforte usato. Spero potrà esserti utile. Ciao Paolo
  14. non so se sui video c'è un errore. Non so. Ma è 43,45,47cm. 10 mm affondo va bene. La barra poggia martelli va arretrata o avvicinata togliendo spessore sulla parte mobile della stessa opp.addirittura togliendo gli spessori in feltro( se ci sono) in corrispondenza delle viti che fissano la stessa. Livellare la tastiera non è lavoro facile. E' necessario avere appositi piombi di livellazione e si agisce sulle rosette di carta dei perni centrali. Bisogna rispettare le altezze che suggerisce la Casa onde non rendere il livello generale eccessivamente alto. La "mollezza" della tastiera può dipendere da molte cose e non può essere valutata a distanza. Comunque ogni "appesantimento" della tastiera con piombi nella parte posteriore è contro ogni buon senso. Bisognerebbe ricontrollare tutti gli attriti, come già detto, e trovare una regolazione ottimale. Bisogna tener presente che nel pianoforte sussistono delle scelte e delle regolazioni interdipendenti che, spesso, non si rifanno ad una semplice applicazione delle misure da osservare.
  15. Ancora errato! 9 mm troppo poco e 5,30 cm è pochissimo!!!!!! Ovviamente la giusta regolazione ottimizza la "geometria della meccanica e dovrebbe ristabilire anche il giusto tocco alla tastiera. Però bisogna controllare prima gli attriti dei perni che devono essere "giusti". Poi si deve osservare se in pianoforte così datato sia stata rasata troppo o con forma errata la martelliera. Ciò, anche, influisce sulla geometria e sulla risposta della meccanica nonché sul peso di abbassamento al tasto. Alla fine si verficherà la ragione di questa "non consistenza" al tocco. Bisogna anche controllare i feltri dei talloni dei cavalletti e l'efficienza delle mollette dei montanti di scappamento. Anche l'usura della pelle della noce del cavalletto influisce. come pure la pelle dei nasetti e i feltri duri verdi dei paramartelli. Controllare anche l'efficienza degli smorzatoi e delle rispettive molle ( che non siano eccessivamente dure o molli). Andrebbero controllati anche i feltri delle leve degli smorzatoi che ricevono il cucciaino. Questo, a volte, col tempo crea una "buchetta che impedisce il movimento del cavalletto. Naturalmente tutto ciò non è cosa del "fai da te", ma competenza di un "bravo" tecnico, almeno all'inizio quando si scoprono molte cose! Pretendere, come sempre dico, che chi interviene illustri e circostanzi i dettagli dell'intervento che sta mettendo o che vorrebbe mettere in atto sullo strumento. Buona Musica e buon lavoro
  16. Mi sembra di leggere misure sballate. L'affondo non può essere 7 cm e la distanza martello corda non può essere 9 cm!
  17. E' molto difficile valutare senza averli provati. Se il lavoro è stato eseguito bene, il C5 dovrebbe risultare più "docile". Sono comunque due buoni strumenti.
  18. Bene! Ho ascoltato il tuo valzer e l'esecuzione corrisponde alle tue scelte. La mano è molto naturale e ciò va bene. Un po' più legato non guasterebbe e meno presenza della sinistra. Lo strumento scordato e non intonato non aiuta l'espressione. Quindi anche difficile tirar fuori le intenzioni. Bravo
  19. Io li controllerei. Stoppare con l'aiuto di un feltro diverse zone della cordiera e cercare di individuare da dove viene la risonanza. Evitare di toccare le corde con le mani.
  20. Potrebbe essere uno smorzatoio che non smorza bene e lascia andare in risonanza un armonico. Cerca di individuare quale suono fa generare( L'ottava,La terza, la quinta ecc.)
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