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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Nel caso di Piripillo trattasi di meccanica Millennium III, che , al di la' del nome altisonante, può presentare, a mio modesto avviso, per tantissime ragioni che non sto a dire, qualche problema di funzionamento. E' comunque tutto da vedere e verificare
  2. Secondo me, lascia il tempo che trova! Difendere un diritto su una cosa così opinabile è difficilissimo. E' molto difficile dimostrare una inefficienza, specie quando questa proviene da ragioni così "sottili", che, però, se sommate portano ad un problema di funzionamento. Il buon funzionamento e la messa a punto sonora del nostro strumento sta diventando sempre più oscura, anche perché richiede pazienza, competenza e intuizione delle più diverse esigenze del pianista. Quindi è poco praticabile confrontarsi per vie legali su di un terreno poco conosciuto. Tutto potrebbe, al di la di oggettivi "blocchi" del funzionamento ( tasto bloccato, parte meccanica rotta, ecc..), essere opinabile.
  3. Suppongo che questo pianoforte abbia problemi de attriti sulla meccanica, benché nuovo. Per rimetterlo a posto non chiamerei chi lo ha venduto.....poichè se avesse avvertito il problema sarebbe intervenuto. Intervenire , come dice Francesco, è cosa delicata, ma definitiva e tutto può cambiare radicalmente. L'importante è che si operi con professionalità (maggiorazione dei perni, alesatura con alesatori dritti ecc.) . Tutti i metodi pagliativi di lubrificazione sono da sconsigliare e a volte peggiorano le cose con danni irreversibili. Tutto può dipendere solo da una cattiva regolazione ( che comunque va fatta)....ma ne dubito. Come venditore, l'unica cosa che può fare il negozio è sostituire lo strumento...non lo inviterei ad intervenire sullo strumento! Fammi sapere
  4. Credo che un buon Maestro sia molto meglio. tuttavia, per la teoria on-line, puoi trovare aiuto, anche sui nostri tutorial. Anche il Maestro di strumento fornisce delle nozioni via via a ridosso dei metodi e dei libri di studio. Benvenuta
  5. Personalmente sono contrario al Silent. In quanto all'età, è tutto da vedere. Il prezzo sembra un po' basso per essere stato "rigenerato". E poi, l'intervento in cosa consiste? Quali pezzi? E' stata sostituita la martelliera? Guarnizioni tastiera? Perni di centro della meccanica? Smorzatoi? E' tutto da vedere ......e sentire
  6. a distanza è impossibile valutare! Comunque sono personalmente contrario alla rasatura, che, tra l'altro, spesso viene eseguita in modo errato, cioè tondeggiando troppo i martelli. Accorciando i martelli, inoltre, cambia la geometria della meccanica e il punto di battuta. Questa ultima modifica può aver generato qualche sgradevolezza all'ascolto anche di un singolo coro, specie sui medio-acuti. Bisogna considerare che il pianoforte è di modeste dimensioni e il minimo spostamento del punto di battuta può essere critico. Io consiglio la sostituzione della martelliera e.....mai più rasarla!
  7. Non sono preparato su questo fronte di ricerca. Confesso di essere più intuitivo sulla dinamica della meccanica, pur rispettando i principi fondamentali della Fisica. Quindi non vorrei avere la pretesa di addentrarmi in una trattazione scientifica della "leva" del tasto e delle sue dinamiche. Vanno comunque rispettate il più possibile le scelte della Casa costruttrice, pur sperimentando se si può migliorare qualcosa. Su alcuni strumenti ciò è possibile, analizzando la dinamica di "quello" strumento e ricavando una possibilità per migliorarne le prestazioni.
  8. tutto da vedere. Bisogna , innanzi tutto, vedere se la corda poggia bene sul ponticello. Consiglio di battere dolcemente la corda, magari con una barretta di ottone e metallo dolce per non intaccarla. in corrispondenza dei pin sul ponticello. Se il fenomeno scompare, ok. Potrebbe essere un errore del conficcamento del pin rispetto al taglio del ponticello. In questo caso, non c'è nulla da fare perché è come de vibrassero due lunghezza leggermente diverse: una che va dal capotasto (o aggraffe) al pin del ponticello e la stessa che va dal capotasto al taglio del ponticello...da cui il battimento. Altra causa potrebbe essere la ruggine sulla corda... ma poco probabile. Comunque in futuro posta le domande nelle opportune sezioni, grazie.
  9. credo che tu abbia detto già tutto. Non sono sicuro che Steinway, in Passato , adottasse la molla di richiamo sul cavalletto. Bisogna stare un po' attenti con il concetto di inerzia rispetto alla leva. Inerzia è una cosa e "resistenza", invece, è un concetto più complesso.
  10. Leggo solo ora la risposta di Frank che condivido in pieno. Converrebbe sentire un saggio di questa o quella scuola. Fu la mia esperienza. Da giovanissimo, fino ad una certa età, non riuscivo per niente a capire i principi di base e non "andavo avanti". Cambiavo continuamente maestro. Mi dicevano tutti pochissimo o addirittura ascoltavano e basta! Fortuna volle, non per lei, che mia nonna si ruppe una gamba. Andò a finire in camera, al CTO, con una signora attempata, madre di una pianista. La pianista fece un saggio dei suoi allievi in un piccolo auditorio a via Teulada a Roma. Io non mancai di andarci. Caspita! Suonavano tutti bene....anche i meno bravi (concetto espresso da Frank). Quella sconosciuta pianista, ormai quasi cinquantenne, era stata allieva del grande Bajardi e , in seguito, di Carlo Zecchi e Alfredo Casella. Fu la mia insegnante fino al diploma. Nel ricordo di Lei, Le devo tutto! Fu durissima ( ma buonissima al tempo stesso!) e fece bene, perchè io credevo di saper fare molte cose...che invece non sapevo fare! Molte volte mi mandò a casa con il libro sotto il braccio! Pochi giorni prima di andarsene, mi chiamò a casa sua e mi regalò, con una dedica, l'opera omnia di Chopin che contiene i segni rossi e blu della matita di Zecchi sulla sonata op. 58 in si minore. La sonata che fu una pietra miliare della sua vita di studio!
  11. Non esiste una tipologia di maestro. Quello giusto è quello che va bene per te. Molti anche bravi pianisti possono non avere una preparazione didattica. Insegnanti si diventa. Il buon maestro deve sempre esemplificare e circostanziare quello che suggerisce. I principi, come in tutte le pratiche e le Arti sono pochi, ma sembrano così difficili e innaturali. Quando si è "avanti" e ci si guarda indietro, si osserva come sia necessario fare poche cose . Per esempio suonare "fuori tensione" non è facile. Sfruttare la compartecipazione dei diversi muscoli nemmeno. Anche gli sport sono basati su pochi e sani principi. Quando si osserva un bravo pianista o un bravo sportivo....sembra che non faccia niente. In realtà lui impara a "destrutturare" e abbandonare il credere che il corpo, le braccia, le mani siano solo schiavi dell'allenamento. La concentrazione e le risoluzioni delle difficoltà attraverso la comprensione del "gesto" mettono in condizione l'artista, lo sportivo ecc. di crescere sempre di più in un micromondo fatto di attenzioni, micromovimenti e rapide piccole decisioni. Ecco perché credo che non serva "far muscoli", ma sapere come risolvere una volta per tutte quel passaggio. Certo, non è conveniente non studiare per lunghi periodi, perchè i muscoli piccoli e grandi perdono un po' la capacità del coordinamento nei micromovimenti e non solo e quindi l'energia che devono sviluppare senza tensione. Anche il "cantabile" , cosa più difficile da realizzare sul nostro strumento, ne soffrirà. Quella proporzione, naturale, tra intensità e durata del suono ( che realizza il cantabile legato ) si dovrà ritrovare. Però tutto ciò che si è tecnicamente compreso a fondo sarà ritrovato in poco tempo. Il maestro deve sorvegliare e sviluppare tutto questo e non solo, in ragione, si capisce, alla capacità e al talento dell'allievo
  12. Mi trovo pienamente d'accordo con Frank. Il maestro di strumento deve essere vicino all'allievo. L'osservazione e il suggerimento devono essere fatti con la presenza dell'allievo e l'allievo, suonando, deve avere la presenza del maestro. Inoltre l'ascolto on line è scadente e non educa al suono! Se ci mettiamo, un pianoforte che non funziona, un maestro-virtuale lontano e suono non buono, possiamo chiaramente immaginare quali risultati si possano ottenere. Il maestro deve avere anche la possibilità di fare esempi sul pianoforte sul quale l'allievo suona, anche per valutare la qualità dello strumento e riscontrare se ci possono essere "compensazioni" che l'allievo mette in atto nel caso lo strumento non funzioni bene. l'auditivo, il visivo e il cinestetico devono essere realizzati e proposti dal vivo. Questi mezzi di comunicazione, se on-line, sono molto "nascosti" e, a volte, addirittura alterati.
  13. Ciò che dice Francesco è giusto. La non discesa ( parliamo del coda) può dipendere: perni della meccanica opp sede di ferri troppo stretta opp. piombi della meccanica degli smorzatoi che si sono ossidati, gonfiati e si toccano tra loro. E' comunque opportuno controllare tutta la meccanica e tutti i perni della meccanica. A volte ci abituiamo ad una tastiera dura e non controlliamo lo stato degli attriti fino a che questi impediscono definitivamente il movimento delle parti. Il fatto che gli smorzatoi lavorino male è un sintomo. Con eccesso di attriti, ricordo, il peso di abbassamento dei tasti diventa eccessivo (sensazione di durezza) e quello di ritorno ( ancora più importante) diventa troppo basso impedendoci di eseguire con facilità passaggi veloci, note ribatture, abbellimenti, ecc.. Bisogna verificare e misurare gli attriti ed eventualmente sostituire i perni delle forcole, avendo cura di alesare leggermente le guarnizioni ( rigorosamente con alesatori dritti e non conici!!!) e maggiorare di una misura i perni stessi. Valori: forcole dei martelli 3-5-gr. Forcole dei cavalletti 3-7 gr. Montanti di scappamento: liberati della molla devono cadere, muoversi sotto il proprio peso (1-2 gr.) Per gli smorzatoi valgono i valori 3-7 gr. La meccanica tornerà a nuova vita. P.S. volevo aggiungere , anche per Bosendorfer, che la micropolvere di teflon, come del resto la grafite, aiuta a migliorare, ma non libera il movimento che, se impedito, non tornerà ad essere regolare anche applicando lubrificanti secchi. Quindi prima ripristinare la "salute della meccanica" e poi, caso mai, migliorare con grafitaggi e polvere di teflon ( sempre moderatamente)
  14. In genere lo studio si divide in mezzore. vedi te quanto riposare. Più che un riposo, è un "distogliersi" dalla ripetitività e dalla perdita di concentrazione. Sapere costantemente quello che si sta facendo è fondamentale. Mai mandare avanti le "cose" ..intanto poi vengono! Meglio studiare piccole frasi complete per poi cucirle assieme. E' come sapere di percorrere molti chilometri in un sentiero. Intanto incamminiamoci senza la frenesia di arrivare. E soprattutto senza avere l'impressione che capire con consapevolezza è "perdere tempo". In un mondo accelerato come quello di oggi, dove "tutto è subito", si può soffrire questo. Capire bene quello che si sta facendo è un buon investimento. Lo studio con fermata ci permette di osservare, senza perdere la continuità, quello che facciamo IN VELOCITA' tra un accento e l'altro. Richiede appunto molta concentrazione ed è stancante. Dopo una mezzora fatta bene, una pausa. E poi non c'è una regola precisa. ognuno troverà i giusti tempi. Se dopo poco tempo non ci sono risultati vuol dire che qualcosa non è stato osservato male
  15. Si pensa che quelle "rugosità" possano parare meglio sul paramartello. Ma non sempre è così. Contribuisce invece a consumare molto la pelle dei paramartelli stessi. Poi ogni pianoforte ha una sua martelliera adatta. non si possono confrontare tra loro. Bisogna prima individuare e capire cosa la Casa vuole ottenere sul suono. Indubbiamente le martelliere occidentali sono di migliore qualità e fattura.
  16. Lo conosco solo di nome e so, per sentito dire, che è un otttimo sistema.
  17. Bisogna saper regolare il pedale e la partenza degli smorzatoi. Anche l'accordatura e l'intonazione dei martelli contribuisce alla "compattezza" del suono
  18. come fare a restaurare un pianoforte? Questa è una domanda che equivale a "come smontare un motore e revisionarlo?" Non è con pochi suggerimenti che si può guidare a distanza un restauro. Si rischia di suggerire e incoraggiare interventi che potrebbero più danneggiare che altro. Per esempio una astina va scollata, tagliata a misura e il martello reincollato con colla naturale a caldo nella giusta inclinazione. Le bretelline vanno incollate sempre con la medesima colla, possibilmente all'interno del gambo del nasetto. Le corde hanno un diametro progressivo e bisogna vedere se sono quelle per strumenti d'epoca con più percentuale di carbonio. Bisogna controllare la tenuta delle caviglie ecc...Visto lo stato del pianoforte, bisogna anche vedere se conviene "imbarcarsi" in un ricondizionamento dello strumento. Tra l'altro mi sembra di scorgere corde non incrociate e ciò potrebbe voler dire pessima tenuta dell'accordatura......insomma
  19. probabilmente trattasi di una meccanica a scappamento semplice, cioè senza leva di ripetizione ...anche detta " a spillo"
  20. Bhe...prima di intonare ( caso mai con intonatore a tre aghi..) e coprire il difetto, conviene verificare l'avvolgimento della corda e anche il ferro dello smorzatoio. Potrebbe, quest'ultimo, venire sfiorato quando la corda crea la sua "pancia". Poi intonare...( ma non più di tanto i contrabbassi!!)
  21. Si intende tutta la meccanica. La martelliera bisogna vederla. Ad esempio Bluthner, per alcuni pianoforti , monta meccanica RENNER e martelliera ABEL. Comunque il PETROF è un buon pianoforte. Mi risulta che nella nuova Fabbrica, PETROF monta tutta meccanica RENNER compresa martelliera
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