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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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  1. Quoto alto l'intervento di tgdigit. Qui non si tratta di distribuire importanza, come leggo nell'intervento ulimo di Compositor, tra lettura, tecnica, interpretazione, tocco, fraseggio analisi. Si deve farlo contemporaneamente. Ho già altre volte richamato l'attenzione su una teoria che mi sta a cuore. La teoria della Gestalt. La Gestalt è una scoperta non una invenzione. Della vasta teoria mi colpisce e mi accompagna il concetto : " Il tutto non è la somma delle parti".Il tutto è il tutto. E' più della somma delle parti pur non contenendo una quantità maggiore della somma delle parti. Credo che nella Musica, nel Teatro, nella Pittura ecc.... questa osservazione "disciplinare" sia di grande e fondamentale aiuto. Raggiungere il tutto significa compiere. A volte siamo molto attenti alla somma delle parti, talmente che non riusciamo più a raggiungere il tutto. Quasi non ci autorizziamo più ad accettare il tutto in una "gerarchia" delle parti. Nella musica (e non solo) e nello studio pianistico può esserci questo pericolo. Alcuni insegnamenti tendono talmente al particolare ( come se questo ci rendesse migliori in assoluto!) che disabituano completamente e definitivamente lo studente all'insieme. Naturalmente ora qualcuno starà dicendo: "Ma noooooo!!!"...Ma attenzione, il processo è occulto. La formazione e il processo mentale del perfezionismo tende a far giudicare errate le "amalgame" del suono e non solo, ricercando, a volte, soltanto e maniacalmente la distinzione e la definizione della precisione delle parti. ( questo può valere dal punto di vista sonoriale e dal punto di vista ritmico) Io vedo una prospettiva diversa. Prima di tutto, l'obiettivo, il tutto, va presto conosciuto, poi sì, scendiamo nei particolari di studio, non perdendo di vista il tutto. Anche nella Musica, come nella Pittura ci sono parti di primo piano e di sfondo, non che non si debbano sentire o vedere....ma di sfondo. La cosa più difficile è creare questi piani di lettura e di ascolto, specialmente nella Musica Romantica, ma anche nella "dizione" della musica polifonica Bachiana. Ecco che separare uno studio preparatorio dallo studio sul pezzo toglie tempo a volte, alla comprensione a alla crescita artistica. Se si dovesse scegliere come utilizzare un'ora di studio, questa , direi, di distribuirla con cinque minuti di orientamento ( eseguire alcuni passaggi separati sul pezzo, scalette, qualche arpeggio, ecc. e 55 minuti su un frammento, magari un frammento da "comprendere". Mettere su il pezzo musicalmente, secondo me, deve essere al primo posto, per poi tornare a volte ad esaminare più da vicino i passaggi che ci preoccupano. Questo si può fare anche sul Beyer o su uno studietto dei primi anni. Trovo ad esempio che gli studi di Heller( per il ritmo e l'espressione)siano fondamentali per un primo sviluppo musicale. Ribadisco: per me nessun Hanon ci prepara a diventare piccoli o grandi Musicisti. Auspico l'utilizzo del tempo a disposizione in modo più "musicale" Le due prospettive sono opposte: provarle tutte e due e sottoporre il risultato ad una terza persona...Attenzione ...ad una terza persona....che non sia coinvolta in una delle due prospettive. Infatti, come già detto, colui che maniacalmente si trova a seguire un dei due metodi, subisce anche una forte formazione circa la propria forma di giudizio. Ad esempio, potrebbe sentire sempre le parti di sfondo come confuse e "non ben lavorate" o potrebbe diventare troppo superficiale circa il ritmo e/o l'espressione. Potrebbe, al limite, non essere mai soddisfatto, se non da un suo "modello esecutivo virtuale" che non può fare i conti con la musica fatta dagli Uomini e nei luoghi costruiti dagli Uomini. Augurio: saper leggere e raggiungere il tutto,...anche se non perfettamente.
  2. All'inizio è fondamentale l'insegnante. E' l'nsegnante che deve curare l'impianto e deve avere le idee chiare. Ciò non vuol dire che usi un metodo o l'altro. Deve essere capace di capire cosa fa l'allievo. Compito difficile. E' molto più difficile insegnare ai principianti che allo stato avanzato. Poche regole ma sane è l'adagio che mi piace seguire. Lasciare la massima naturalezza, corretta dai principi del gesto e della posizione. In effetti, il libro, all'inizio, può aiutare poco. Un "buon" Insegnante è tutto. Buono studio
  3. Credo di dover prendere una posizione su ciò che è stato detto in modo più o meno colorito. Non posso prendere posizione senza affermare, ancora una volta, quali siano le mie idee sul metodo di studio. Cercherò di essere chiaro e di esplicitare serenamente quelle che sono le mie convizioni. Premessa: sono d'accordo nell'affermare che esistono allievi più dotati e meno dotati. Premessa: sono d'accordo nell'affermare che a volte i bravi non arrivano e che i cogl...., a volte hanno il posto che non meritano. ( per fortuna, a volte ce la fanno anche i bravi, grazie a Dio) Premessa: sono d'accordo nell'affermare che poi alcuni cogl....generano una propria scuola di altri cogl.., che, non è detto che ottengsno grandi risultati. Premessa: sono d'accordo che piuttosto che studiare in modo sbagliato e soprattutto "pericoloso", non è detto che non sia meglio...non studiare affatto. Premessa:sono d'accordo sul fatto che nessuno di noi possiede la verità e neanche l'onnipotenza di scagliarsi contro questa o quella categoria, anche se il mio vissuto me ne ha fatte vedere delle belle a proposito di potere nei Conservatori o di giochetti "privatista o non privatista"....il nervo è un po' infiammato e quindi, alla minima sollecitazione ....soffre. La legge, ultimamente ha messo la ciliegina sulla torta: Fuori i privatisti dal Conservatorio. "Quelli che fanno la Musica siamo noi...voi tutti siete fuori, Allievi e Insegnanti". Credo sia una cosa che non può essere commentata. L'università è libera, la Musica no!!! Questo tende, inoltre ad incoraggiare " le forze interne" a sentenziare. Non capisco bene se il nostro iscritto Compositor sia un Collega interno al Conservatorio.....o scusa per il Collega, mi sono distratto, non vorrei aver mancato di rispetto. Mi premerebbe saperlo. Sottolineo che sono completamente contrario al metodo di studio descritto, ma, diceva un Grande: "Sono contrario alle tue idee, ma le difenderò fino alla morte". Ciò naturalmente sottintende che gli "opposti" servono a dare , al resto,ragione di esistere. Se Hanon non esistesse, non saremmo qui ad opporre le nostre convinzioni. Non è necessario che io disquisisca sull'utilità più o meno del testo o del metodo descritto. Altri ben altri insigni studiosi Concertisti e insegnanti famosi, si esprimono per iscritto sui loro testi a proposito di ciò. Vorrei solo esprimere il mio rammarico e la mia amarezza perchè quando vedo una convinzione che non viene dal confronto e dalla sperimentazione, sento il retrogusto del preconcetto, che non mi piace. Provare Hanon e provare altre strade va bene. Sostenere che è efficace e basta non va bene. Non sono d'accordo nei metodi basati sull'adestramento motorio, anche se bisogna riconoscere che facendo muovere lo stesso muscolo per due ore, sembra che tutto funzioni meglio. Ma non ho sentito parlare di "tecnica". Poi ho sentito parlare di Bach. La sua musica richiede una comprensione profonda, mentale, spirituale, cerebrale. ..Forse la "tecnica" quella impropriamente addestrativa non conta molto. L'ammasso di note viene proprio dal fatto che l'allievo non impara a dare un senso al tessuto musicale e non perché non riesca a suonare perfettamente tutte le note. Sta andando su Sky la favolosa registrazione delle Suites Francesi suonate in concerto a LIpsia, credo, da Andras Schiff. Sembra quasi che il pianista pensi soltanto. I suoi movimenti sono minimi e potrebbero essere perfetti senza nessun "addestramento". Quello che è dentro la Musica è al di sopra di tutto e solo la Musica ci suggerisce come suonarla. Bisognerebbe "allevare" l'allievo con questa mentalità senza imporgli di fare 2 ore di Hanon o tutte le scale e fargli comprendere tutto ciò che è dietro e dentro la Musica. Troppo poco si parla di Musica. La tecnica, cioè il modo di come eseguirla non può prescindere dalla comprensione e dalla "maturazione musicale". Basta .Troppe parole. Desidererei, nella mia permanenza in questo Forum, come collaboratore e Moderator, di non sentire frasi di parte, allusive, categoriche, anche offensive. E' invece gradita ogni forma di confronto anche "forte" sulle diversità di opinione...Siamo qui per questo. Quindi inviterei il Collega...( scusami, non perdo il vizio....) il nostro Iscritto Compositor a rivedere un po' il modo di sprimere verso gl allievi meno fortunati, privatisti o non, meno fortunati nel talento e ...nell'Insegnante che si sono scelto...o che gli è capitato. Spero di essere stato esauriente e chiaro e soprattutti non offensivo. Grazie a tutti
  4. Libro fondamentale. Ho conosciuto personalmente il grande Righini ormai, allora, all'età di 80 anni. E' stato un grande sostenitore dell'acustica e ha scritto questo libro proprio per noi. Lo ricordo con molto piacere
  5. l'imporante che siano i suoi e quando sono rifeltrati, Abel è moto attento alla riproduzione degli originali. L'importante è che suonino bene e così mi sembra.
  6. I cori a 4 corde vengono percossi dal martello. Nel sistema Aliquot, la quarta corda è di risonanza.
  7. Beh!!!! Che dire? Un classico dei classici!! garzie Gennarino....come è buono lei!!!!!! Con il nuovo Anno Il muzzicologo Gennarino intensificherà il SUO LAVORO...regalandoci chissà quali PERLE...magari perle Napoletane....rare....antiche.......perché no? Sta già cominciando ad organizzarsi con la lampada da minatore e casco per entrare nella sua stanza piena di musica cartacea!!!!!!! Guarda un po' sotto a tutto!!!!!!Proprio là...ecco là dovrebbero esserci quelle vecchie e rare canzoni napoletane...ormai ritenute romanze classiche........Bravo!!!!!!( che fatica !!!!!) AUGURI A TUTTI
  8. Sicuramente la serie S è la migliore della Yamaha. La serie b, non vorrei sbagliare, viene assemblata...non da Yamaha....mi sembra una serie più economica.La misura 121 è senz'altro da peferire. Però i pianoforti vanno provati e provati dopo essere stati "preparati". Tutto dipende poi dalla "tasca". Comunque Yamaha è molto commerciale e ti potrebbe permettere, in seguito, di fare "un passo avanti, se ne sentissi le esigenze, rivendendo bene. Auguri e Complimenti.
  9. Grazie. sto preparando la terza lezione sulla tecnica pianistica. Sarà una lezione chiave. Non la perdere. Credo di poterla realizzare nei primi giorni dell'anno nuovo. Auguri e grazie
  10. benvenuta rita 62. Il pianoforte ti aprirà il meraviglioso mondo della musica, al quale anche tu ora appartieni
  11. Caro Luciano, Benvenuto. Il C5 è un ottimo strumento, con tanta voce!!! Ben accordato e soprattutto "intonato", suona benissimo. Facci sentire qualcosa suonato da te. Ciao
  12. benvenuto, Gigicat. Scambieremo insieme molte opinioni sul pianoforte.Ciao
  13. E' un pianoforte di Lipsia. Casa costituita nel 1884. I modelli sono molto migliorati, specialmente i modelli alti, per i verticali. Anche alcune code suonano bene. E' sicuramente una buona marca. Non so dirti di più. In passato, quando da ragazzo volevo scoprire il bel suono e sognavo di avere un buon pianoforte, i Zimmerman mi sembravano un po' aspri e non molto "armonici". Amavo il suono del verticale Ibach ed ero molto ammirato dai Bluthner. Uno Zimmerman datato potrebbe essere quello appartenente ad un buon periodo( Non tutti mi piacciono). Non vorrei sbagliare, ma negli anni 60-70 credo che esisteva anche una fabbrica nella Germania DDR.
  14. Mi associo a Gennarino in pieno!!!!!.
  15. Il "chiodino" non lo usare. Caso mai degli aghi. Potrebbe anche dipendere dall'intonazione dei martelli. Se i solchi sugli stessi sono molto evidenti il suono può essere diventato talmente aspro da essere "metallico". QUindi bisogna che un tecnico "competente" veda di controllare l'intonazione, come tu hai intuito. Inoltre la vibrazione potrebbe venire da un non buono contatto delle corde sul ponticello. QUi puoi anche intervenire tu. Usa una barretta di ottone e batti le corde dolcemente con un martelletto in corrispondenza del ponticello. La vibrazione potrebbe scomparire. Attenzione però a trattare i martelli. L'intonazione è un intervento difficile e dai risultati irreversibili.
  16. Caro tgdigit, Giustissima la tua osservazione, ma anche volutamente, mi sono riservato di parlare di "leve" quando, nella terza lezione, introdurrò il concetto di "gesti fondamentali di base". Mi interessa focalizzare la differenza tra "elementi " della tecnica pianistica e "gesti" della tecnica pianistica. E' evidente che per ogni elemento da risolvere, mettiamo in atto diversi gesti e quindi mettiamo in movimento le " leve" che tu poni in questione. Non faremo forse sempre rifrimento all'aspetto anatomico, perché non vorrei che la troppa "scienza" faccia allontanare lo studente e lo studioso dall'intuizione. L'assimilazione del giusto movimento dovrebbe avvenire anche in modo induttivo, lasciando poi alla riflessione scientifica lo spazio che merita. A volte, attenzione, ci si perde in una cervellotica analisi: " da quando muovo il polso così....da quando articolo le dita....da quando uso l'avambraccio......" sono frasi che ho sentito spesso da qualche allievo che, scoprendo nuovi movimenti corporei, si fissa un po' sulla utilità esclusiva di questa o quella parte del proprio corpo. Sapere e anche un po' dimenicare significa essere coscienti del movimento, ma guardate all'obiettivo della naturalizzazione. Bene ...troppe parole A presto..con il terzo video ( Forse primi giorni dell'anno)
  17. l'F110, pur essendo uno strumento abbastanza economico, è ottimo. Secondo me suona bene, anche se il campione mi sembra ancora un po' troppo "suono confezionato". Preferisco l'FP 4 e l'FP 7. Comunque se si vuole spendere meno è buono. Direi che in futore dovresti riavvicinarti al Foster, che è un grande strumento. Spero tu possa farlo seguire anche nella messa a punto. Buona musica Paolo
  18. E basta infilare in grande foglio di carta entrando dalla parte dei bassi. Per altri comparti sempre carta infilata di fianco alle traverse del telaio. Va bene la 0, ma non esagerare a pulire.....in fondo la pulitura altera, anche se minimamente, il calibro delle corde.
  19. Si è constatato che i pianoforti a corde dritte calano con grande facilità. L'incrocio favorisce l'uniforme reazione del telaio e dei ponticelli. Addirittura in pianoforti a corde incrociate, quando viene accordato elevando di circa un semitono, la reazione della struttura fa ricalare il livello di accordatura, specialmente sugli acuti. Tanto che bisogna angare sopra il 440 per poi stabilizzare. Evidentemente nelle corde dritte la reazione e il movimento della struttura avviene in una sola direzione, quella delle corde (parallele). L'incrocio favorisce una sorta di compensazione delle forze, che agiscono in direzioni diverse. La buona tenuta, ovviamente, dipende anche dal buon dimensionamento delle corde. Nel calcolo, la Casa tiene conto di incontrare un compromesso tra disarmonicità e trazione. La maggiore uniformità e la graduale progressività di trazione favorisce la tenuta. Un maggiore dimensionamento aumenta, però, la disarmonicità. Anche la carica della tavola è importante e, ovviamente, anche la tenuta delle caviglie. Spero di essere stato abbastanza chiaro. Nel coda il fenomeno è un po' meno evidente.
  20. I martelli mi sembrano comunque di buona qualità. Bisogna vedere il peso e la compressione. Bisogna anche vedere la forma. Tutto deve essere pressoché identico agli originali. Gli originali ci sono?
  21. Non usare ASSOLUTAMENTE alcun prodotto, specialmente sul rame. Le corde filate possono"assordarsi". Solo paglietta d'acciaio superfina. Con pazienza.
  22. Sembra roba orientale forse tokiwa. Non sono sicuro. Comunque, mai gettare via i vecchi pezzi. Ci giurerei che è stato fatto!!! Come va il pianoforte?
  23. Si può conservare, ma riscardandola di nuovo perde forza. Se ne può usare poca per volta. Se la sera prima si metteno a bagno con poca acqua a freddo, le perle assorbono acqua e diventano morbibe. Messe al calore, poche per volta, si sciolgono subito
  24. Nun reggono l'accordatura. Nell'incrocio c'è una compensazione della spinta delle corde. Tutta la struttura reagisce meglio.
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