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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Non è il caso di fare polemiche. Infatti, nei laboratori si usano convincentemente diversi metodi tramandati da artigiani del passato. Ricordo da ragazzo di aver visto in diversi laboratori dei pianoforti americani che arivavano via mare e venivano restaurati. La meccanica SEMBRAVA NUOVA. Io ero affascinato dal pianoforte e dai lavori su di lui praticati. Chiesi al vecchio artigiano e lui mi disse che venivano sabbiate!!!!! Poi vidi, in un altro laboratorio delle code perfettamente riverniciate e chiesi come venissero trattate ( poiché avevo un vecchio Bechstein e mi sarebbe piaciuto possederlo lucido!! ). Mi risposero che veniva fatto da un carroziere che metteva il pianoforte al forno!!!!. In un altro laboratorio vidi cambiare le corde ad una coda. Fantastico era la prima volta che vedevo quel magico lavoro. Avevo sentito dire che i diversi "pacchetti" di filo d'acciaio contenevano ognuno filo d'acciaio di diverso diametro. Vedendo il tecnico che usava a caso i pacchetti chiesi se fosse a conoscenza dei diametri delle vecchie corde già tolte. Mi ricordo che alzò le spalle e mi rispose : " ..e che fa? Intanto...." Ho saputo anche che usavano acqua ossigenata per sbiancare l'avorio e andai a vedere il lavoro, fingendo di far credere che avrei commissionato quell'intervento sul mio pianoforte. Corrosione, carta vetrata e un po' di pasta abrasiva da carrozziere. Dell'avorio ne era rimasto un "velo di cipolla" e la superficie era tutt'altro che lucida ( ..che poi...lucida...se troppo lucida le dita attaccano..se troppo satinata ....le dita sporcano........importante è non renderlo "morto" e poroso) Adesso non me ne volere per questo racconto, ti prego. Non è il caso dei laboratori che hai frequentato tu. ....però le storielle che ho raccontato sono vere!
  2. lettura molto interessante, anche se in qualcosa ricalca idee superate dai moderni studi
  3. attenzione all'acqua ossigenata. E poi mi permetto di suggerire un disco di tela al posto del feltro. L'avorio è bene che non si scaldi troppo, pena "bruciarsi". Ovvero, muore la parte superficiale. L'acqua ossigenata può essere corrosiva. Comunque sono dell'avviso che meno prodotti si usano e meglio è. In Tanzania, quando ancora era permessa la lavorazione, Ho visto i neri lucidare al villaggio statuine d'avorio con un lungo straccio di tela e con il BRASSO, sorta di pasta abrasiva finissima. Tutto a mano, tirando il lungo straccio da una parte all'altra in due persone. ...Potrei avere anche una vechia diapositiva....ma non garantisco il reperimento tra i miei "ricordi" d'Africa.
  4. Si può provare, ma sono scettico sul risultato. Il mal funzionamento può dipendere dalla curvatura dei perni o dal rigonfiamento di legno e Kasimir. In tutti e due i casi il perno deve essere sostituito e maggiorato. E' invece qualche volta efficace tirarlo fuori da un lato e scaldarlo. Poi reinserirlo e così dall'altra parte.
  5. pianoexpert

    Presentazione

    Benvenuta Joanna. Sta entrando nel nostro Forum anche una grande cantante. Spero avrà il tempo di postare presto. Il canto ci sta molto a cuore e vorremmo che se ne parlasse di più in questa sede. Benvenuti i cantanti, dai quali dobbiamo prendere esempio per sviluppare il nostro difficile "cantabile"
  6. Documento molto interessante. Mi sembra di essere stato molto vicino alle specifiche indicate dal documento. Ripeto: in presenza di rasatura dei martelli bisogna alterare qualche misura e anche regolare bene le molle. Insomma non si può dare una indicazione a distanza. La chasse è la distanza martello-corda col martelo in posizione di riposo. Ovviamente non essendo in presenza di leva di ripetizione del cavalletto, si deve regolare il montante di scappamento come in un piano verticale. Attrap: parata del martello. Escappement: distanza alla quale il martello deve scappare dalla corda. Chute: la caduta dopo lo scappamento. Più che dalle misure di specifica esatte, il buon funzionamento dipenderà dalla sensibilità di chi regola la meccanica
  7. Complimenti a te per il Pleyel!!!!!!! Se pensiamo che Chopin è morto nel 1849 , il tuo pianoforte è nato poco dopo!!!!! Complimenti.Peccato che siamo lontani, mi piacerebbe proprio vederlo dal vero. Comunque dalle foto vedo un bellissimo strumento!!!!! La geometria della meccanica è un po' alterata dalla rasatura dei martelli...che vedo un po' troppo rotondi sugli acuti....ma del resto, lasciando gli originali, non si può pretendere di recuperare la forma più appuntita. Quindi "attenuanti" per il bravoTecnico che ha avuto l'onore di toccare lo strumento. Diciamo che la distanza martello - corda potrebbe essere sui 45 mm e l'affondo dei bianchi circa 10 mm. .8 per i neri. Parata ordinaria a 12-15 mm I martelli devono "scappare" dalla corda: Nei bassi ad una distanza pari allo spessore della corda. Nei medi e acuti circa 1,5mm-2 mm. La caduta di ulteriore 1,5. La molla deve essere poco carica. Il martello deve risalire, dalla parata, nettamente, ma senza saltare. Credo che non possa consigliare altri valori. Ben regolato dovrebbe funzionare bene! Auguri e complimenti ancora
  8. Le sonatine di Clementi le ritengo un capolavoro. La mia preferita: la terza. Ancora più interessanti le sue sonate. Nota è la disputa Clementi- Mozart. La cosa più significativa e cattiva che può aver detto Mozart di Clementi: "suona come tutti gli Italiani...senza sentimento". Questo ci deve far pensare e deve cancellarein noi il pregiudizio che suonare Mozart espressivo sia fuori stile. Non gode certo di espressione romantica, ma è espressivo. Lo è sempre di più, diventata la sua musica. La fantasia in do minore che il nostro Simone ha interpretato oggi nel suo concerto è un esempio di questa massima espressione. Che dire del rondò in la minore? Provate a suonare le prime battute!!!!!! Anche il tempo può diventare un poco flessibile, specialmente quando il Grande ripete di seguito le stesse formule ritmiche e melodiche ( fantasia , fine seconda pagina, prima dell'andantino).
  9. Amici, Il concerto del nostro Simone si è concluso verso le 19,30. Grande successo. Tantissimi applausi. Richieste di bis: 1) Sogno d'amore di Listz e Allegro barbaro di Bartok. Srepitoso. Chiederemo al M° di editare qualche passaggio saliente dell'Evento. Complimenti Simone
  10. Non è una novità. Molti magnificano il proprio pianoforte dicendo anche cose banali del tipo...." ha il telaio in ghisa..opp in legno!!!!!
  11. Per ora continueremo con i video sulla tecnica pianistica....ma con richiami e correlazioni al funzionamento dello strumento: Questa vuole essere la novità: Pianista -tecnica- strumento- ascoltatore . La catena di ascolto!!!!!! L'mmagine complessiva del suono.....il tutto....ecc....
  12. Più siamo meglio stiamo.......molti, ma buoni!!!!!E di entusiasmo come voi!!!!!!! Benvenuto Gorino!!!!!!Stai dando a tutti un bel pizzico di entusiasmo!!!!
  13. Non voleva essere una esortazione aggressiva. Ma solo un "sentito" suggerimento, che spero sia stato utile. Purtroppo capisco le difficoltà; potresti spargere la voce a Reggio e vedere se c'é qualche bravo Tecnico che, anche una volta all'anno, possa rivedere il pianoforte e prepararlo in modo "duraturo". Quando il piano è ben stabilizzato nell'accordatura e ben regolato, può essere efficiente anche per un anno. Buona ricerca. Saluti
  14. Il prossimo Accordatore farebbe bene a dimostrare di saper accordare ad orecchio. L'apparecchio abbrevia il lavoro, ok. Tutto viene informatizzato e digitalizzato...ma bisogna ben conoscere cosa c'è dietro. Disegnamo col computer...ma dobbiamo saper disegnare. Scriviamo con Word e il correttore ortografico, ma dobbiamo conoscere la grammatica e la lingua. Ok? Saper accordare non deve essere : vedere se l'idicatore è al centro dell'apparecchio. Non sarà il caso del Tecnico venuto ad accordare il tuo piano, ma è necessario saper accordare ad orecchio. Poi bisogna saper girare e bloccare le caviglie. Quindi orecchio e manualità. Sapere e sentire come lo strumento reagisce. Come e di quanto le quinte devono essere calanti....ecc...Poi anche qualche "trucco" che piace all'orecchio...Insomma, dobbiamo alzarci dallo strumento e affermare di aver suonato uno strumento che "canta"
  15. La velocità è l'ultima cosa, ma non si deve sempre suonare lento. Che vuol dire? Prima di correre devo imparare bene a camminare, altrimenti rischierò di cadere o di andare i sovraffaticamento. Camminare bene significa sapere dove devo mettere i piedi ( diteggiatura) e perché li devo mettere lì ( consapevolezza del testo). Osservare il mio coordinamento è fondamentale, mentre cammino. Osservare il mio coordinamento è fondamentale, mentre corro. Se devo percorrere una grande distanza, posso fermarmi percorrendo brevi tratti, velocemente. Una fermata, ma organizzata e stabilita a priori, mi fa riprendere fiato e mi fa osservare cosa è successo di negativo nel piccolo tragitto ( cioè studiare con fermata su ogni unità di tempo, suonando veloce) . ..Suonare lento e senza fermate è totalmente diverso che suonare veloci con fermate organizzate. Suonare sempre lento è errato; non è quello l'obiettivo. Suonare sempre veloce è errato; non riesci ad esaminare i frammenti. I due tipi di studio si devono alternare. Si scoprirà che le situazioni sono totalmente diverse e anche diverso il relativo coordinamento dei movimenti. Farò degli esempi, nei video successivi
  16. ...Qua mi devo impegnare proprio . Il terzo video tratterà i diversi grandi Autori che trattano di tecnica pianistica...ma faremo delle osservazioni e delle distinzioni che in seguito ci aiuteranno molto ad individuare e a risolvere.... .........sto dicendo troppo. Grazie del vostro interesse
  17. ...Eppure, non ci crederai, ma il pianoforte non è difficile. Ricordo sulle piste da sci un Maestro che gridava: ..." chiudi quegli sci, chiudi quegli sci, chiudi quegli sci..." e L'Allievo "...e non ti incazzare...grazie...tante.....tu sai sciare!!!" Ancora rido quando penso alla scena! La verità è scoprire che poi tutto si basa su pochi principi...ma...sani. ..Va bene ...già sento ...le risposte...!!!!!! Benvenuto Johnnino. E un Grazie a Cristina
  18. Cari amici , Chi di voi si trovasse a Roma venerdì 27 gennaio,non può mancare al concerto di SImone. AUDITORIUM BANCA D'ITALIA - Via del Mandrione 190 - ore 17,15. Programma interessantissimo: Mozart - Fantasia in do minore Beethoven - sonata op. 110 Chopin- due notturni - due valzer - fantasia improvviso - ballata op. 52 INGRESSO GRATUITO - PARCHEGGIO INTERNO GRATUITO
  19. Ormai Simone anticipa tutte le mie idee o gran parte....chiuderò bottega!!! (Si fa per dire perché tutto quello che facciamo è gratuito!!). Vorrei aggiungere alcune considerazioni formulate a mio modo. Sono un sostenitore del "graduale " e del "propedeudico". Troppe volte sento: "basta con questo disegno" o "basta colla musica classica" o "basta col teatro classico e tradizionale di una volta"....insomma....superiamo! Ok. Vedere avanti è sempre stata la somma aspirazione dell'uomo. Però io sento che in questa ispirazione non si possono bruciare le tappe. Anche Einstein ha imparato le quattro operazioni, e poi l'algebra...e poi derivate e integrali ...e via dicendo. Ho sentito il grande Keith Jarrett suonare Bach veramente bene e anche i concerti di Mozart. Io credo che per lui siano altamente comprensibili non perchè sia un Jazzista, ma perché ha studiato molto Bach e Mozart...ed è un grande musicista....ora il suo modo di esprimersi è il jazz. Gulda, nella sua vita, ha suonato tutto e in un concerto non abbandonava mai il Classico. Trovo che sia un gravissimo errore lasciare lo studio classico e credo che quel "pizzico di fantasia" necessario al jazz non venga dopo un po' di tempo. E', secondo me, invece frutto di grande maturazione e cultura artistica. Il Jazz rappresenta una delle "distillazioni" della Musica, una grande sintesi delle idee musicali. La sintesi, come nel disegno, non può venire dalla "ripetizione della sintesi". Disegnare una cartolina è la ripetizione di una sintesi. Disegnare dal vero quel paesaggio significa trovare la sintesi. La sintesi esige grande "materiale a disposizione" e , in questo caso, un grande bagaglio culturale musicale. Quindi, la mia idea è per continuare a sperimentare le forme del jazz, ma parallelamente allo studio classico, che, come dice bene Simone, offre approfondimenti infiniti che vanno certo al di là della "lettura dello spartito". Quando c'è un pianoforte, non significa niente che il jazzista si sieda per primo. Bisogna essere attenti a non diventare presuntuosi su quello che "abbiamo da dire in Musica" . Forse il pianista classico è solo più prudente e soprattutto più cosciente!!! Non deve sentirsi il jazzista la "creazione assoluta delle idee" ,ma invece un musicista che ben si colloca nella grande Storia della Musica, per aver inventato nuovi linguaggi.
  20. D'accordo con Simone.La mia affermazione non deve essere presa alla lettera. Anche le grandi marche hanno costruito verticali, tra cui quel magnifico strumento che possiedi!!Bluthner, Bechstein e Steinway verticali sono un sogno. Naturalmente siamo fuori dal "commerciale": Sono infatti strumenti che sono riservati a professionisti. C'è inoltre il vantaggio di ascoltare il suono "di fronte" esentire molto più vicino "il dito sulla corda". E' infatti un nostro obiettivo "pianistico" sentirsi più vicini possibile al corpo sonoro. Leveillant, che citerò nel mio prossimo video sulla tecnica pianistica, che uscirà fra non più tardi di una settimana, invita il pianista ad immaginare di produrre il suono come se si toccasse direttamente la corda. Quasi come "superare" quella interposta e complesa meccanica, contro la quale" non dobbiamo lottare". Affidarsi al pianoforte. Non sfidare il pianoforte. Complimenti
  21. Sono d'accordo con Bosendorfer!!!..Complimenti per il "Principino".
  22. Senza errori....è difficile per tutti!!!!!! In quanto al braccio, forse avviene un irrigidimento dell'avambraccio e soprattutto del polso.
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