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Piano Concerto - Forum pianoforte

tgdigit

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  1. E magari poi scopriamo che c'è molta musica contemporanea, in realtà, godibilissima: https://www.rockit.it/news/contemporanea-berio-maderna-scelsi-sciarrino-castiglioni https://www.youtube.com/watch?v=aGOqHQh9BH4
  2. Perché non proviamo allora a documentarci (io per primo!) ? Ad esempio:
  3. Per i cultori dei record esiste anche il pianoforte verticale più grande al mondo (ammesso che non ne esista un altro che non ho trovato...): http://www.dw.com/en/the-worlds-biggest-piano/av-18350565
  4. Se vuoi saperne di più le caratteristiche sono pubblicate su world record academy: http://www.worldrecordacademy.com/biggest/largest_Grand_Piano_Daniel_Czapiewski_sets_world_record_112043.html
  5. ...ne ho trovato in rete uno ancora più grande (6 metri)...e forse ne esisterà uno ancora più grande...ma il senso qual'è?
  6. Era successo anche a me qualche anno fa su un vecchio pianoforte che ora ha raggiunto i 112 anni di età! Un giorno noto per caso della segatura per terra vicino alla gamba della coda del piano, vado sotto a vedere e noto con orrore una miriade di buchini all'altezza dell'attacco della gamba al mobile. Poi, guardando il resto ne vedo altri, in generale concentrati sulle zone non verniciate, sotto il pianoforte, perciò non avevo mai notato nulla. Chi va a guardare sotto il pianoforte? Le parti non verniciate sono le più tenere, più facili da scavare per i tarli, preferiscono il legno dei mobili antichi. Col tempo aggrediscono anche le parti verniciate fuoriuscendo più grandi e forti dall'interno di miriadi di gallerie con le loro testoline. Nascono, crescono, depositano le uova decine di uova, all'interno delle gallerie che formano nel legno e si nutrono del legno. Poi mettono le ali e cominciano a svolazzare per casa e se non li elimini attaccano pure le tende, i divano e anche l'uomo. Sono capaci con il passare degli anni di distruggere ogni oggetto in legno o stoffa. Il problema dei prodotti antitarlo, oltre alla tossicità per l'uomo, è che possono uccidere si i tarli, ma non le uova, le quali si schiuderanno regolarmente e ricomincerà la storia. Un vecchio rimedio dei falegnami è l'utilizzo dell'olio di lino cotto. L'olio di lino cotto quando asciuga cristallizza rapidamente, blocca i fori, chiudendo l'entrata dell'ossigeno, forma una patina molto dura, simile alla vernice, e prenetrando all'interno del legno cristallizza pure le uova. Di contro l'olio, pur essendo un rimedio naturale, ha un odore molto forte, davvero fastidioso (a me sembra puzza di pesce), perciò se avete il piano in soggiorno sconsiglio di farlo. C'è bisogno di svariate settimane prima che sparisca la puzza. Vanno utilizzati, naturalmente guanti, mascherina e occhiali, se si lavora sotto il piano, e magari anche una copertura del pavimento, per evitare le chiazze di olio. Inoltre c'è bisogno di areare bene il locale. Io ho fatto così, ho impregnato una prima volta con l'olio insistendo sui buchini che si erano formati sulle gambe del piano all'altezza dell'attacco con il mobile. Passato un anno ho notato di nuovo della segatura. Allora ho dato una ripassata generale spalmando questa volta abbondantemente tutta la superficie dove si erano formati i buchi, ma anche intorno. In sintesi su tutta la superficie non verniciata del piano e, purtroppo, qualcosa anche sulla parte verniciata delle gambe. Guardando al disotto del piano si vedono ancora sul legno delle goccioline di olio cristallizzate. A distanza di circa cinque anni non ho più notato tracce di segatura o formazioni di nuovi buchini sul legno. Però ogni tanto dò un'occhiata, non si sa mai.
  7. Bellissimo l'esperimento dell'aggrapparsi con Simone e sul pianoforte. Molto efficace e...importantissimo!
  8. Trovo molto interessante questo passaggio, ti andrebbe di esporre più in dettaglio?
  9. Ai minuti 4:04 - 4:08 del video di Kempff, si vede molto bene come esegue gli accordini, io li eseguo similmente, molto staccati, mi viene meglio il passaggio. Ingrato? YES! Sono d'accordo al 100%. Un pò come quei pezzi di Schumann dove le difficoltà sono spesso "sottotraccia", note solo al pianista o a chi "prova sulla propria pelle" (dei polpastrelli). Accenti sugli accordini, si, direi proprio necessari: fa sol fa mi mi fa mi re re mi re do ecc., come un'eco delle battute precedenti. Bello parlare con un Maestro, concretamente, a questo livello di dettaglio, solo chi suona davvero può farlo.
  10. Alt! Mi spiego meglio. Mi sono riguardato (difficile osservarsi) e non è vero che eseguivo di polso ma staccavo poco, il suono era un pò ritenuto. Eppure la soluzione è scritta lì, nello spartito, è scritto staccato. Ho provato ad eseguire staccato, anzi per enfatizzare il movimento, staccatissimo polso fermo, rimbalzo di avambraccio, poco curandomi delle note, che vengono giù quasi da sole. Ebbene, il problema si è ridotto notevolmente. Sarà un caso? Succederà solo oggi e domani sarò daccapo? C'è comunque qualcosa che succede prima da "limare", perché arrivo in qualche modo stanco da qualche rigidezza momentanea (forse a 3:31-3:37) che si accumula all'impegnativo passaggio. Infatti se eseguo da solo quel passaggio, staccato da tutto il resto, non risulta così impegnativo e stancante. Forse c'è anche dell'altro, un fattore psicologico legato a quel passaggio che mi crea un falso problema, non so se mi spiego.
  11. Carissimo Maestro, mille grazie. Sei sempre molto disponibile e si nota dalle tue parole che ci metti davvero del tuo nel dare consigli, sei una risorsa preziosa e rara. Ora concordo con te nella difficoltà intrinseca della sonata, anch'io ne ho trovati tanti di quelli che la ritengono "facilina", anzi, ti dirò ritengono il primo tempo veramente difficile dal punto di vista interpretativo, ma, per il resto, ritengono superficialmente il terzo tempo come di difficoltà da 5° anno di Conservatorio, a significarne la "facilità" . Bene, mi piacerebbe sentirlo suonare da questi "saccenti" il terzo tempo, invece il massimo che vedo sono due consigli banali a velocità limitatissima, che non dimostrano nulla. Posso essere d'accordo per quanto riguarda l'interpretazione, tema sul quale mai si potrà porre la parola fine, ma una volta interpretato "magistralmente", se non si risolve il terzo tempo (per il quale io ritengo ci siano difficoltà di vario grado, piuttosto che emettere un giudizio tranciante), suonandolo con la "sicurezza" che richiede, cosa si vuol suonare? Sempre e solo il primo tempo, come fanno i molti dilettanti allo sbaraglio? Poi, vogliamo parlare del secondo tempo? No, e perchè? Anche questo ha la sua difficoltà di carattere interpretativo, e notevole, se lo vogliamo eseguire bene, anzi, ti dirò, a mio parere rappresenta un enigma nel contesto dell'intera sonata, da questo punto di vista. Siamo seri, stabiliamo un livello di serietà negli studi musicali, dopodiché ne parliamo. Ma venendo a noi, Maestro, ho letto con attenzione quanto scrivi, e, devo dire che l'unica differenza sta nel "movimentino che si ottiene con il polso piuttosto fermo", quello degli accordini con la mano destra, da 4:04 a 4:08 del video di Kempff (4 secondi!!!). Io invece sono solito eseguire quel passaggio di polso. Ora, mi chiedo, se sia davvero questa la chiave e come sia possibile che questa differenza possa far scaturire un problema nell'altra mano, la mano sinistra.
  12. Provo a chiederti una grande cortesia, però credo che interessi i moltissimi che prima o poi nella loro vita di pianisti affrontano il 3° tempo del "chiaro di luna". Chiedo se ci puoi illustrare questo passaggio al minuto da 3:21 a 4:22. Credo che sia il minuto più impegnativo di questo pezzo, il punto chiave (almeno per me). Difficile, in particolare, affrontare in scioltezza il punto 3:57-4:22. Molto facile (per me) irrigidirmi e faticare a portarlo a termine. Il link è la magnifica esecuzione di Wilhelm Kempff (forse anche lui accusa un pò di fatica ad arrivare in fondo? Non saprei): http://www.youtube.com/watch?v=oqSulR9Fymg
  13. Grazie, chiarissimo, come sempre, senza fumi e ambiguità.
  14. Mi sono fatto la convinzione che la chiave di volta sia il mignolo. Deve stare il meno possibile arcuato, dritto o quasi dritto, come se fosse privo di falangi. Infatti, quando si ha la mano nella posizione estesa, se si tenta di raccogliere il mignolo si assume una posizione di tensione e perciò da evitare. Che ne pensi?
  15. Guarda attentamente come esegui lo stesso passaggio, come se dovessi suonarlo con la mano destra, anziché con la sinistra. Probabilmente c'è una differenza, anche se piccola, nella posizione della mano sinistra rispetto alla destra. Prova ad eseguire imitando esattamente la destra. Forse sta lì, la soluzione al problema.
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