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Piano Concerto - Forum pianoforte

demetrio

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  1. ehi ragazzi avevo chiesto qualche consiglio su come apprendere il fraseggio jazz!! e qui vedo che filosofeggiate e discettate ad altissimi livelli!! Scherzi a parte c'e' qualcuno che possa darmi un 'opinione? mmmhhh a me sembra che il forum sia popolato da pianisti classici ( come me del resto). Maestro Ferrarelli, The Simon dove siete? Provate a cimentarvi con una partitura(??) jazz e vi sentirete in imbarazzo. E' tutto un altro modo di suonare; quello che vorrei si discutesse qui e' come apprendere queste nuove sonorita'. Let the music play!
  2. Cari amici, dopo un po' di tempo mi rifaccio vivo sul forum di questo fantastico sito con un dilemma che mi assilla da qualche mese. Provengo da una formazione pianistica classica ma al contempo grandissimo appassionato di jazz. Da 2 mesi ho iniziato ad addentrarmi nel mondo, per me totalmente nuovo, dell'armonia Jazz con un bravissimo insegnante. Dopo le prime difficolta' ora ho imparato a decifrare le sigle degli accordi ( non proprio tutti!) e a prendere confidenza con progressioni e concatenazioni armoniche. Fin qui tutto normale. Ma non appena sopra un accordo ci metto la linea melodica non viene fuori nessun jazz!! Cioe' mi e' difficilissimo rendere la pronuncia jazzistica ( lo swing) con gli accenti in levare o che si spostano continuamente. L'insegnante mi ha detto che ci vuole tempo per ottenere questo fraseggio e poi mi ha detto anche testualmente: " il jazz non e' come la musica classica. Nel jazz un risultato ottenuto e' un granello di sabbia in un deserto per cui bisogna studiare tanto e con pazienza, nella musica classica si e' legati alla partitura per cui con tanto studio si ottiene non un granello bensi' un mattone". E continuando: "un pianista jazz si siede al pianoforte e suona senza avere niente davanti, un pianista classico deve avere la partitura davanti o comunque ha un repertorio limitato alla sua capacita' mnemonica. Se fai caso quando in un locale c'e' un pianoforte che chiunque puo' suonare generalmente il jazzista e' quello che si siede e suona non il pianista classico". In effetti ho un amico che si siede e suona jazz perche' la conoscenza che ha dell'armonia gli consente di creare sonorita' sconosciute al pianista classico. Ora tutto questo mi affascina e vorrei addentrarmi sempre di piu' in questo ambito anche se alla "veneranda" eta' di 47 anni non e' impresa da poco considerando che ho sempre suonato classica. L'insegnante mi ha detto di abbandonare la classica per un paio di anni e concentrarmi solo sul jazz. Ma io non vorrei abbandonare quello che suono e che mi da piacere e, soprattutto, non vorrei interrompere le lezioni con la mia bravissima maestra. Ora, la domanda e': il mio livello e' di 6°/7° anno e tutto procede bene, e' possibile secondo voi fare le due cose contemporaneamente? Oppure l'una esclude l'altra per un discorso di pronuncia (accenti in battere e in levare)? Attendo le vostre indicazioni e suggerimenti e approfitto di questo nuovo post per ringraziare il M° Ferrarelli e The Simon per questa iniziativa che merita veramente un elogio da parte di chiunque e' appassionato di musica e di pianoforte. I videocorsi poi....strepitosi. Bravissimi continuate cosi'. Saluti e buona musica a tutti
  3. demetrio

    Arpeggi

    Grazie a tutti. Per Simon. Evidentemente non mi sono spiegato bene. La diteggiatura che ho scritto era solo un esempio; e' chiaro che la diteggiatura dipende dal tipo di arpeggio che si va ad eseguire. D'accordo sul fatto mentale ( questo non vale solo per gli arpeggi ma per tutta la tecnica pianistica che e' un fatto essenzialmente mentale). Interessanti le osservazioni del maestro Ferrarelli. Mi pare di capire che anziche' girare il polllice sotto si possano eseguire gli arpeggi con rapidissimi spostamenti laterali della mano di modo che il pollice non gira mai ( tesi di Chang?). Tuttavia resto sempre dell'idea che bisogna vedere per cui chiedo troppo se postate un video tutorial sull'argomento? Un'altra tesi e' quella di Sandor che sostiene di "disegnare" con il gomito il segno dell'infinito mentre si eseguono gli arpeggi ( a mio avviso soluzione molto valida) unitamente al fatto di partire con polso basso sulla prima nota e terminare con polso alto sull'ultima ( per ottenere l'effetto legato).
  4. demetrio

    Arpeggi

    Carissimi oggi vorrei lanciare una discussione su un modulo tecnico fondamentale: gli arpeggi. Infatti, la padronanza di questa tecnica e' imprescindibile per suonare almeno ad un discreto livello. Ora, vi sono tantissimi testi sugli arpeggi ( Longo, Mc Farren ed altri) dove e' segnata la diteggiatura ivi compresi i cosiddetti esercizi preparatori. Altrettanto nutrita e' la schiera di libri che descrivono vari metodi ( pollice sotto, pollice sopra ecc.). Io penso che la tecnica varia a seconda della conformazione della mano e che, quindi, un maestro ne debba tener conto. Il punto e' proprio questo! Io, per esempio, utilizzando il metodo del mio maestro ( spostare sotto il palmo il pollice) non ottengo arpeggi sufficientemente fluidi e soprattutto veloci ma...lui insiste!! Parlando con un'altra insegnante mi ha suggerito di eseguire gli arpeggi lentamente in questo modo: mano destra : 123123 dopo aver suonato con il pollice rilassarlo immediatamente e suonare l'indice poi il medio e far fare al pollice dei movimenti di iaccompagnamento in modo che il pollice stesso si trovi in una posizione ideale per risuonare. In pratica ad ogni nota suonata con indice e medio devono corrispondere movimenti del pollice (rilassato) nella stessa direzione. Cosi' anche per discendere ( anche se qui ovviamente e' 53213 e dopo 1 e' tutto il polso che fa da perno). Idem per la mano sinistra; il principio e' sempre quello. A questo punto, sperando di essere stato chiaro vi chiedo: come vi esercitate sugli arpeggi? e' utile esercitarsi tecnicamente oppure affrontare il problema sui brani senza "perdere tempo"? A mio avviso sarebbe utilissimo un video tutorial su questo tema poiche' una cosa e' a parole un'altra vederlo fare. Grazie per l'attenzione e...sotto con i contributi.
  5. Carissimo Maestro Ferrarelli, La ringrazio per il Suo autorevole intervento. Mi conforta il fatto che il punto di vista che mi sono creato da solo ( ma anche leggendo vari libri) La trovi daccordo. Sicuramente a Settembre faro' una scelta e seguiro' un solo insegnante e....ovviamente i tutorials del sito ( fantastico quello di Teoria Musicale). Quindi in definitiva: analisi del testo musicale per capire quali formule tecniche utilizzare nei passaggi difficili isolare il modulo tecnico richiesto e studiarlo separatamente in maniera appropriata. Grazie di tutto ora....vado ad esercitarmi ops! a suonare.
  6. Inizio la partecipazione al forum proponendovi un quesito che mi assilla. Vado a lezione da un maestro da circa 6 mesi. Avendo 46 anni ( sono ad un livello di 4/5° anno) mi sembra di perdere tempo con gli esercizi di Czerny op.740! A mio parere sarebbe piu' proficuo fare tecnica sul repertorio anche perche' non e' che debba fare esami al conservatorio. Un secondo maestro da cui prendo lezioni mi fa fare musica e laddove sorge un problema tecnico lo affrontiamo con esercizi specifici. Anche questo secondo maestro lo frequento da sei mesi. Il risultato e' che con il primo faccio tecnica e sto imparando una sonata di Mozart ( la K330) che tra l'altro non mi piace ( il maestro dice che Mozart e' una palestra di tecnica). Con il secondo ho imparato il valzer dell'addio di Chopin e l'Arabesque di Debussy ( favoloso!). Ora sto iniziando il Preludio della Traviata e un altro valzer di Chopin. Del resto frequentando due maestri il lavoro da fare e' doppio quindi devo operare una scelta. Concentrandomi su un solo "metodo" avrei piu' tempo per studiare. Del resto ho letto vari libri di pianisti ( da Sandor a Chang, da Gardi a Spagnolo) e tutti, seppur con sfumature diverse, sono contrari alla perdita di tempo nel fare tecnica fine a se stessa.Infatti mettersi al piano, dopo una giornata di lavoro, e fare studi di Czerny non e' proprio il massimo, mi devo forzare notevolmente! Io so gia' che devo seguire il mio istinto ma desidererei il parere ed il conforto di illustri membri di questo forum. Il mio obiettivo e' crearmi un repertorio nel tempo e condividere con il maestro i brani che piu' mi si addicono per tecnica ed indole musicale. Sinceramente vedermi imporre cio' che devo suonare mi sa tanto di ragazzino. Questo l'ho gia' fatto al conservatorio fino a 17 anni ( nei pressi dell'8° anno). Grazie per i consigli che vorrete darmi. Buona musica a tutti
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