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Piano Concerto - Forum pianoforte

giovannig

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Tutto postato da giovannig

  1. Lo stiletto è il minore dei mali. Il pianoforte sarebbe da rifare completamente, e anche da "ristrutturato" non potrebbe dare molto tecnicamente, sarebbero tempo e risorse sprecate che si potrebbero impiegare su uno strumento sempre di valore pari a zero ma tecnicamente più interessante e moderno (cioè di fine 800, o dei primi 900, con meccanica scoperta e corde incrociate). Sicuramente non affiderei un pianoforte del genere ad una bambina che inizia gli studi, significherebbe farla allontanare in modo definitivo dallo strumento. Se l'obiettivo è il fai da te, ci può anche stare...a patto di mettersi in testa di fare un lavoro radicale per il quale, comunque, servono delle nozioni molto più estese di quelle di falegnameria. se l'obiettivo è invece ricavare uno strumento musicale da questo lavoro, eviterei di andare avanti.
  2. No, forse non mi sono spiegato. Più lontano il piombo saà dal fulcro maggiore sarà la forza peso applicata al tasto dal piombo, che diventerà forza motrice in fase di discesa sommata alla forza che imprime il pianista e sarà forza resistente alla risalita del tasto. L'inerzia dipende invece dalla massa, non c'entra nulla la distanza del piombo dal fulcro ma il fatto che il piombo sia presente o meno.
  3. I ripristini sono dovuti probabilmente al fatto che alcuni fori più grossi sono stati chiusi per la sostituzione con un piombino di diametro inferiore. Ma è un lavoro post produzione, non certo di fabbrica....per regola si possono chiudere con del legno e ri forare, lo stucco è da evitare. I concetti si spazialità e simmetrie o tutto ciò che è legato a caratteristiche visive non c'entrano nulla con il lavoro di bilanciatura e non rientrano in alcuna regola, la spaziatura pari almeno al raggio del piombino è dovuta al fatto che non si può indebolire troppo il legno con forature troppo ravvicinate. Ovviamente non si possono mettere nemmeno dei piombi troppo vicino alle asole delle punte anteriori. I piombi vicino al fulcro tolgono poco al peso di affondo, influiscono per un grammo o poco più, ma servono per trovare il giusto rapporto di peso e la giusta inerzia.
  4. http://2.bp.blogspot.com/-D66xUTfN2rM/UkNo3lJX8xI/AAAAAAAAEi8/so-x5cfq0_g/s1600/acoustic+piano+weighted+keys.jpg https://www.google.it/search?q=piano+key+balancing&espv=2&biw=819&bih=234&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwit-azhnJLSAhXDwxQKHRQbCdwQ_AUIBigB#imgrc=f908-le2BtoTSM: http://www.sailhome.org/Solutions/SayWhat/Piano_files/keyleads1875Stnwy2.jpg https://www.google.it/search?q=lead+weights+piano+upright&espv=2&biw=819&bih=367&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiJs-GQnZLSAhURkRQKHWwFAtgQ_AUIBygC#tbm=isch&q=lead+weights+piano+upright+key&imgrc=iThhJoq7-0KY5M: https://www.google.it/search?q=lead+weights+piano+upright&espv=2&biw=819&bih=367&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiJs-GQnZLSAhURkRQKHWwFAtgQ_AUIBygC#tbm=isch&q=lead+weights+piano+upright+key&imgdii=VNpZMZgc-9tvLM:&imgrc=iThhJoq7-0KY5M: la rete è piena di immagini, di lavori fatti bene e di lavori fatti male......cose che si vedono nel comune quotidiano.... http://www.timhendy.co.uk/img/pianoworkshop/workshop-action-title284.jpg nel verticale stanno sul retro.
  5. Generalmente nel coda i piombi sono in posizione favorevole all'affondo e sfavorevole alla risalita (davanti) mentre nel verticale (fanno eccezione alcuni modelli) in posizione sfavorevole alla discesa e favorevole alla risalita (nel retro del tasto). Forse questo non era chiaro. Maggiore è la quantità di piombo maggiore sarà la inerzia del tasto, che nel coda comporta un rallentamento nel ritorno, nel verticale una maggiore resistenza alla discesa. La giusta proporzione tra peso di discesa e di ritorno può essere raggiunta con diverse piombature: è importante che il piombo aggiunto risulti nella quantità tale da rendere la tastiera controllabile, oltre che sufficientemente veloce. C'è infatti un nesso tra inerzia e controllabilità. Per questo è importante partire da un martello di massa adeguata al tipo di pianoforte, che non comporti quindi un contro- bilanciamento in piombo eccessivo. Implicitamente quando facciamo questi discorsi ci riferiamo al coda in quanto più sensibile a questa problematica. La sintesi di tutto ed il consiglio corretto per non entrare in un circuito senza fine è quello di rispettare il più possibile le caratteristiche di peso e forma della martelliera originale, in modo da evitare consistenti modifiche alla bilanciatura di fabbrica.
  6. Steingraeber oggi, per ottenere una maggiore elasticità, monta addirittura gli stiletti in bamboo. L'urto elastico del martello sulle corde è importantissimo affinché si prodiga un suono pulito e potente, minimizzando la dispersione di energia che può comportare una percezione di "fatica" sulla tastiera, unitamente alla non corretta elasticità del feltro in relazione alla cordiera (scelta del martello). Altri elementi che oltre agli attriti ben noti a tutti introducono dissipazione sono per esempio i cuscinetti sotto il tasto, le rosette di centro e il numero di cartine utilizzate per lovellare e far sfondare uniformemente la tastiera. Nonché le corde stesse. Lo stato di freschezza di tutti questi componenti sicuramente migliora la percezione positiva sul nostro strumento, particolari che spesso vengono trascurati in un restauro per forma mentis più che per motivazioni di tipo economico.
  7. Gli stiletti si seccano col tempo, quindi per ripristinare la giusta elasticità è bene cambiarli quando si sostituisce la martelliera. Si ha il vantaggio di conservare la vecchia martelliera incollata, come riferimento, in eterno. il risparmio di materiale poi non ripaga, secondo me, delle ore di lavoro spese per scollare i martelli, sostituire i rullini (se i martelli sono consumati lo saranno anche i rullini) e rifare i perni se necessario... Non so se Paolo la pensa come me...
  8. Ok, stringi le viti dopo aver sganciato le bretelline e avendo cura di tenere lo spingitore tutto indietro....se trovi la centratura del martello mentre stringi la vite è meglio, e non fare come tanti che infilano il cacciavite per trovare la vite forzando di lato lo spingitore. Serrale per bene ma senza strozzarle, sono pur sempre viti da legno ed è facile rovinare la sede filettata, soprattutto se lo strumento è datato. Ciao.
  9. Non ho capito molto bene la domanda, intendi forse la spaziatura tra i martelli? Lateralmente? In questo caso non esiste nessuna dima, bisogna trovarsi davanti al pianoforte e valutare in primo luogo la sua costruzione. Se si tratta di un modello che prevede le agraffe le posizioni delle corde sono fisse, pertanto si devono centrare i martelli sulle corde. è possibile spaziare le forcole dopo aver stretto le viti con un attrezzo piatto che è fatto come una spatola ma più sottile, avvicinando il martello sulla corda con la mano si verifica se la posizione è corretta....ovviamente, a monte, i martelli devono marciare diritti, paralleli tra loro. Se questo non avviene è necessaria la cartina di correzione (a destra, a sinistra, sotto la vite della forcola a seconda dei casi). Se invece la costruzione del verticale prevede il compressore le corde possono essere spaziate sui martelli, ovviamente si deve osservare che gli stessi marcino correttamente, che siano "otticamente", passami il termine, spaziati in maniera regolare. Se invece ti riferisci alla distanza martello corda allora la uniformità di questa misura dipende dal cuscinetto della barra di riposo. Nel verticale i martelli poggiano sul cuscinetto della sbarra che se non è regolare di spessore, perchè magari è nuovo, comporta un allineamento dei martelli a riposo non uniforme, si deve allora provvedere a stirare il cuscinetto, si può usare un cacciavite grosso quanto lo stiletto leggermente tiepido scaldato con il fornello della cucina per usare un metodo casalingo (evitate di bruciare i feltri mi raccomando, vale la stessa regola quando si stirano le maglie di lana) per accentuare la fossetta creata dallo stesso stiletto per i martelli che risultano più avanti di altri... ovviamente la regolazione del pilota e il gioco vanno rivisti. La distanza martello corda si regola inserendo degli spessori sotto la barra mobile del piano se questa è da accorciare, oppure agendo con spessori sotto le viti della barra stessa se questa è fissa (ci sono ormai i verticali con il pedale una corda dove la meccanica trasla). Capisci che dire "meccanica di pianoforte verticale" purtroppo non identifica una maniera univoca di agire? Se ti trovassi davanti ad uno Steinway Vertegrand di inizio secolo, per esempio, dove la forcola per smorzatori e martelli è doppia ed unica effettuare le centrature sarebbe molto più complicato rispetto a quanto destritto. E' tutto chiaro o rimangono dei dubbi?
  10. Buongiorno Paolo, talvolta rimpiango i martelli con il rinforzo grigio, che non producono più, proprio perché trovo che fossero più stabili anche se non era una impregnatura profonda e a parere di tanti tecnici non serviva a nulla.. Secondo me la stabilità del martello dipende tanto dal tipo di feltro, dalla sua compressione e soprattutto dal modo in cui è stato preparato. Una scelta corretta dello stesso può portare anche ad un consumo più razionale.
  11. Premesso che l'umore delle persone è soggetto a variabilità forse più del pianoforte, è possibile che con l'umido la tavola reagisca gonfiandosi e che si abbia un leggero aumento di tono e di tensione sul ponticello. Ma il pianoforte non si trasforma, piuttosto l'umidità potrebbe essere assorbita dai feltri con conseguente modifica del timbro. Anche l'umidità dell'aria rende il mezzo di trasmissione del suono differente, alleno a livello di impedenza. La variabilità è un indicatore di instabilità; che questa sia percepita positivamente o negativamente non è mai un buon segno, a prescindere dal fatto che riguardi il pianoforte, il pianista o l'ambiente. Aprire le finestre ed evitare le condense.
  12. Probabilmente suonando forte lo spingitore sale troppo in alto, e non riesce a rientrare. Perché non riesce a rientrare? La risposta è sopra, con relative verifiche. Anche il freno dello spingitore, se applicato, è da prendere in considerazione.
  13. È tutto come ti è stato consigliato. La normale bilanciatura di un kawai come il tuo viene fatta intorno ai 60 grammi per la discesa del tasto, in fabbrica. Non c'è alcun motivo per doverla modificare salvo dover accontentare le richieste di un cliente. Verificherei oltre a tutto il resto che non sia stato rimosso un piombino oppure sostituita la martelliera. È vero che la tua misura rileva dei pesi anomali ma è anche vero che il forte disagio in questi cadi lo si avverte a causa di eccessivo attrito totale.
  14. Se vuoi che si stabilizzi a 440 devi portarlo giù a 438 e ripetere L'accordatura dopo qualche giorno, ma è inutile e lo sconsiglio, se vuole stare a 442 che stia pure lì. I rumori prodotti da difetti di corde, difetti di ponticello o altre componenti ed eventuali risonanze non sono collegati con l'altezza della accordatura o con il fatto che questa tenda a crescere. Sicuramente una accordatura a corista più elevato evidenzia aventiali difetti già presenti. Ciao
  15. confermo che è meglio tenere come riferimento il pitch a cui si porta il pianoforte. Si opera nel range 440-444 Hz e non c'è nulla di cui scandalizzarsi. L'umidita al 60 % va bene purché non si esageri con la temperatura, che va tenuta intorno ai 19 gradi. Il fatto che il pianoforte tenda a crescere non è un difetto, anzi dimostra un perfetto stato di salute della tavola armonica. Ciao.
  16. Che lo si accordi dove vuole stare, portandolo giù il risultato sarà solo una perenne scordatura che si ripresenta dopo qualche giorno. Invece tenendolo dove tende ad andare e ridistribuendo la tensione prima o poi si stabilizzerà. Arieggiare i locali, se l'umidità è dovuta al clima e non al micro clima di casa non si può fare molto.
  17. Sulle foto che hai postato preferisco non commentare, perché si genererebbe un discorso infinito. Affidati al tecnico. I martelli vanno sempre sentiti sullo strumento. Ciao
  18. Come fai ad imporre delle misure ad un tecnico, non è bello e non è neppure utile perché le distanze sono indicative e vanno valutate sullo strumento. Sicuramente la raccomandazione affinchè si ottenga una tastiera agile e che permetta di eseguire i pianissimo in maniera molto naturale la puoi fare, anzi è un risultato dovuto a seguito di una revisione completa, altrimenti significa che certe scelte non sono state fatte in maniera corretta.
  19. Se c'è lo spazio là si modifica (e spesso c'è lo spazio, vedi gli Steinway, vedi gli Yamaha per esempio).
  20. Certamente. viene fatto regolarmente siorattutto nei pianoforti rigenerati che arrivano dai fornitori giapponesi, come per esempio le serie G nate con due pedali. Non è un lavoro difficile ma diventa lungo se i porta smorzi non hanno le linguette per la barra del tonale: in questo caso bisogna sostituirli tutti.
  21. Considerando anche, scusate se mi intrometto, che a volte non basta "girare le viti giuste nel modo giusto", perché oltre ai problemi di usura che vanno risolti ci sono da valutate eventuali difetti dovuti al posizionamento della meccanica non effettuato correttamente in fabbrica e alla non corretta bilanciatura di conseguenza. Esempio: i Bechstein verticali degli anni 50 prodotti quando hanno ripreso la produzione dopo la guerra (gli esperti anziani non cerano più), i Kawai degli anni 70 e a volte anche i prodotti delle case ancora più prestigiose, a seconda della maestranza che esegue questa delicatissima operazione. Non c'è sempre uno standard e per questi o altri motivi, i millimetri dati dalle "ricette" possono non funzionare! Perché è vero che la meccanica la fornisce la Renner o altra ditta equivalente già assemblata, è vero che la tastiera la fornisce il tastieraio a seconda dello scomparso del costruttore e ben calcolata (non sempre) ma la vera magia la compie chi fora i tasti per i piloti e piazza la meccanica nel punto giusto, chi fora i martelli all'altezza giusta e calcola il punto di percussione etc ... certo oggi con le tecnologie a controllo numerico è tutto più standardizzato, tutto più ripetibile eppure non tutti i pianoforti sono uguali. Ecco perché un manuale non basta, perché non spiega il "compromesso" che si acquisisce con anni di pratica sulle meccaniche e sui pianoforti. Da non trascurare anche l'umore di chi suona, aspetto che influisce non poco sulla percezione che abbiamo del nostro strumento da un giorno ad un altro.
  22. Certamente lo stato dell'acciaio è importante, se è in fase di deformazione plastica (perché vecchio, già snervato etc) è sufficiente toccare la caviglia che salterà via. Se le corde invece sono ancora elastiche (ossidate o no non importa) il rischio di rottura è minore purché, e nessuno ne ha parlato, la tensione sulle corde non superi i 70/75 kg e questo dipende dal progetto del pianoforte stesso. Tirare a corista uno Steinway di 100 anni è altra cosa rispetto a tirare a corista un IBach o alti pianoforti forzati.... in questi casi è auspicabile cambiare le corde e ottimizzarle, oltre ad adoperare la chiave con cautela soprattutto sull'incrociatira nei bassi e sugli acuti. Senza bisogno di misurare la lunghezza delle corde basta premere col dito le corde lunghe per capire se si tratta di codiera molto tesa o no..
  23. Bisogna comunque sempre verificare che la leva di ripetizione non sia troppo bassa con l'altro metodo, perché lo stato dei rullini e la loro natura stessa possono ingannare. Il peso del martello grava sulla leva di ripetizione e quindi sulla molla anche se per pochissimo, attenzione quindi a riverificare il tutto anche dopo aver uniformato la tensione delle molle di ripetizione, in genere si tengono in modo che siano più lente sui bassi e via via più cariche verso gli acuti. Personalmente non amo l'eccessiva carica.
  24. Ovviamente devi farlo uscire delicatamente. Per farlo rientrare senza che tocchi il cuscinetto, come avviene quando si suona. Lo spingitore in uscita al massimo della sua elongazione non deve mai toccare il cuscinetto. Se non vedi alcun sussulto del martello la leva di ripetizione è troppo in alto e in questa condizione non riesci nemmeno a livellare i martelli, perché appena li sfiori la situazione cambia. Lo so che è "interessante" ma è un pó avere la pappa pronta
  25. È fondamentale effettuare le misurazioni e i controlli a campione con la meccanica inserita nel porta tastiera o tavolaccio altrimenti potrebbero verificarsi degli errori. Per trovare la giusta altezza della leva di ripetizione ci sono diversi modi empirici, uno di questi è quello di azionare lo soingitore con il dito per portarlo fuori dal rullino per poi vedere se rientra creando solo un leggero impercettibile movimento del martello. Se non si avverte movimento è tropp alta, se il movimento giù e su è eccessivo è troppo bassa. Si può anche far passare un cartoncino sopra la leva di ripetizione rigido e vedere se questo passando sopra lo spingitore lo trascina. Se accade la leva è troppo bassa...si può altresì incollare su quel cartoncino un altro cartoncino stretto come lo spongitore e farlo sporgere 1/10 2/10 o 3/10 di mm a seconda della zona (acuti mesi bassi) e ripetere il procedimento di verifica del trascinamento. Aiutarsi per determinare la sporgenza con lo spessore delle rosette, altrimenti è impossibile da determinare. Oppure rivolgersi ad una officina meccanica per costruire delle file di precisione.
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